L'Orologiaio
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Anteprima del libro
L'Orologiaio - Rocco Luigi Gliro
L'Orologiaio
di Rocco Luigi Gliro e Noemi Bitonti
Descrizione
Biografia
Indice
L'Orologiaio
Un venerdì di una settimana qualunque
Un sabato di sensazioni
La domenica prigioniera
Notte senza sonno
Il lunedì ha ricordi e voci sole
La notte che libera
Martedì di farfalle in volo
I dogmi della ragione e i suoi lumi
La notte profuma d’estate
Mercoledì di parole
Dentro la notte insopportabile
Pennyroyal tea
Una notte, in un cassetto doppio
Giovedì senza lumi
Scenes from a memory
A ciascuno il suo tormento
’Αγαθη
Cicale e fili d’argento
Santi lumi e croci
Goodbye
La prima alba del mondo
Auto da fé
… Licenziando queste cronache
ho l’impressione di buttarle nel fuoco
e di liberarmene per sempre (E. Montale)
Il manoscritto che il Custode del cimitero consegna all’Orologiaio narra storie di vite senza tempo, risvegli improvvisi e lunghe passeggiate, oscuri presagi e folgoranti rivelazioni.
È l’intrigante romanzo di un giorno in cui qualcosa inizia e finisce, un percorso che il protagonista compie assieme al lettore verso una più matura consapevolezza e che oscilla fra i luoghi del sogno e gli spazi precisi indicati con ossessione dalle lancette dell’orologio.
L’invenzione di Gliro e Bitonti racconta, a chi l’ha già vissuta, una storia che ancora non sa.
Questa edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull'autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.
Rocco Luigi Gliro nasce in Lucania, si laurea in Psicologia e si specializza in Ipnosi e Psicoterapia. Ha realizzato la sua passione per la scrittura con i precedenti Il Domandaio, Viaggio verso l’Anima, Il Custode d’Anime.
Noemi Bitonti, calabrese, si specializza in Psicologia clinica e della salute all’Università di Chieti, attualmente è specializzanda in Psicoterapia umanistica bioenergetica.
© Rocco Luigi Gliro e Noemi Bitonti, 2016
© FdBooks, 2016. Edizione 1.1
ISBN: 9788892630284
L’edizione digitale di questo libro è disponibile
su Amazon e altri store online.
L’edizione cartacea è disponibile
su Amazon e in tutte le librerie italiane e straniere.
In copertina:
Elaborazione grafica di due dipinti di Hugo Simberg
Sera di primavera quando il ghiaccio si scioglie, 1897
L'angelo ferito, 1903.
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni riproduzione, anche parziale, non autorizzata.
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L'Orologiaio
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Rocco Luigi Gliro
Noemi Bitonti
L’Orologiaio
Capitolo uno
Un venerdì di una settimana qualunque
Sei giorni di incessante lavoro, di parole nascoste in abissi remoti e salite in superficie come punte di tanti iceberg.
È una chiara giornata di luglio. Il cielo azzurro vasto e limpido offre spazio a soffici nuvole che si muovono lente. Con un fagotto di carta sotto il braccio, un uomo in un accurato abito nero cammina per la strada che conduce alla piazza del piccolo paese.
Il grosso campanile della chiesa rintocca per sei volte nell’aria mossa da una piacevole brezza e la luce del sole si rispecchia sul bianco tufo delle vecchie case, quando il passo lento dell’uomo viene interrotto dal colpo di un pallone che finisce tra i suoi piedi. Una figura minuta avvolta in una maglietta sudata e dai limpidi occhi colore del cielo gli piomba improvvisamente addosso.
È così che l’elegante uomo in abito nero sceglie il suo messaggero; sono necessarie poche parole: «Domani, a questa stessa ora, un uomo con una camicia bianca di cotone e un cappello grigio siederà sugli scalini della vecchia casa, al numero civico 29 – l’uomo sorridendo indica al piccoletto la casa poco lontana dalla piazza – Dovrai consegnargli ciò che io ti darò. Ecco la ricompensa per il tuo lavoro». Così dicendo estrae una banconota dalla tasca, stringe il fagotto sotto il braccio e con un gesto delicato e lento strappa il biglietto in due parti offrendo al bambino una sola metà e rimettendo l’altra nella tasca sinistra del pantalone scuro.
«Troverai l’altra metà nella canaletta della casa, al numero civico 29».
Dopodiché l’uomo porge il fagotto al bambinetto, che lo osserva stupito, e senza dire altro sorride e se ne va. Un po’ confuso dalla gente e dalla luce, ora egli avverte una sensazione strana; forse la stessa incertezza, la formicolante trepidazione che provò il primo fra tutti gli uomini, il primo giorno del mondo.
Disposti a gruppetti lungo la piazza e il viale antico, uomini e donne sono intenti a chiacchierare mentre assorbono passivi gli ultimi raggi del sole. Per qualche madre è già ora di richiamare il figlio: «È ora di cena! È ora di tornare a casa!».
Sette rintocchi. L’uomo in abito nero si dissolve, leggero, tra le strade.
Capitolo due
Un sabato di sensazioni
È possibile non pensare a nulla? Voglio dire, è possibile recidere tutte quelle maledette sinapsi che associano un’idea a un’altra, che ti permettono di parlare, astrarre, creare… quelle stesse, spregevoli, che danno vita ai ricordi. Sono meschine traditrici, ti sforzi di non pensare, provi a distrarti; ma basta un odore, un movimento, una nuvola dalla forma strana, che tutto quello che hai dentro riaffiora. Altre volte invece non accade alcunché. Mi sento soffocare. Ho voglia di vomitare.
Seduto sugli scalini di una vecchia abitazione abbandonata, fisso il cielo che schiude la scena a un sole ormai pronto ad andare a dormire. Giorno e notte, mattina, pranzo, cena, lavoro e amici, famiglia, libri e racconti, tramonti e albe, immensi cieli stellati.
Tutto trascorreva allo stesso modo, i miei giorni erano scanditi solo dal tempo lento, lentissimo, che incurante andava avanti. Comunque e sempre.
Immagini e suoni sbiaditi. Tre donne, curve dagli anni, sono di ritorno dalla consueta messa vespertina. Sciamano voci e strilli di bambini che giocano a rincorrersi per le strade, allegri e stanchi, prima di salutarsi e tornare a casa.
Improvvisamente, ecco dei passi svelti.
Un piccoletto mi viene incontro saltellando, in qua e in là.
Si ferma proprio davanti a me, i suoi grandi occhi blu mi guardano in silenzio; mi sorride e allungando le braccia mi porge qualcosa di avvolto in una vecchia carta di giornale impolverata. Allungo incerto le mani e afferro il suo dono.
È reale? mi chiedo. Veloce e impaziente, come solo i bambini sanno essere, il piccoletto non mi offre il tempo di capire o fare domande, afferra veloce qualcosa nella canaletta affianco alla porta e vola leggero dietro il viale come una foglia mossa dal vento, lasciandomi attonito.
Abbasso lo sguardo, fisso la carta di giornale e in preda a una viva curiosità – che pensavo di aver definitivamente perduto – guardo cosa avvolge.
Ecco duecento fogli numerati in sequenza. Una grafia elegante, accurata come quella dei vecchi manoscritti pazientemente compilati da grandi uomini e pensatori di tempi illustri. Mi sento emozionato, sfoglio velocemente tutte le pagine e ritorno nuovamente alla prima. In alto, scritto in caratteri più grandi e marcati, leggo il titolo: Nel nostro cimitero i cassetti sono quasi tutti pieni. In basso a destra, una firma: Il Custode.
Sfoglio di nuovo, ancora incredulo, le duecento pagine; leggo velocemente qualche riga, sposto rapido gli occhi da un foglio all’altro fino a che, giunto alla fine del manoscritto, il mio sguardo si inchioda: le prime due parole delle ultime frasi impongono alla mia curiosità di iniziare a leggere il fascicolo proprio dalla fine.
Gentile signore,
immagino sia sorpreso da tutto questo. Se ha già letto l’intero manoscritto probabilmente si starà chiedendo chi io sia, perché le ho fatto avere queste pagine e soprattutto di cosa si tratti.
Se invece non lo ha ancora letto, la stessa curiosità che l’ha indotta ad approcciarsi questa storia partendo dalla fine la condurrà adesso, con maggiore intensità, a farsi delle domande e a formulare ipotesi.
Ecco, vede, io la conosco molto bene; molto più di quanto lei immagini. Conosco la sua essenza e il suo modo di sentire e sono certo che saprà comprendere il mio messaggio e sarà in grado di trasmetterlo proprio come se provenisse direttamente da me.
La mia è una vita di storie senza tempo, risvegli improvvisi, lunghe passeggiate tra la fioca luce dei lumi nei viali del cimitero del quale sono il custode.
Ho percepito un’esplosione di luce, un’illuminazione improvvisa. Di colpo, una tempesta di emozioni mi ha avvolto come un’onda impetuosa, mi