Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Memorie di una prof
Memorie di una prof
Memorie di una prof
E-book97 pagine1 ora

Memorie di una prof

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Vincendo il concorso, Patrizia Sereno si trova catapultata in Lombardia, a Legnano. È da questa esperienza che nasce Memorie di una prof: trenta ricordi per raccontare l’esperienza di un’insegnante, attraverso incontri, distanze geografiche e affettive, riflessioni e opportunità. Fino ad arrivare a un’esperienza di vita e di scuola che nessuno avrebbe mai pensato di vivere!
LinguaItaliano
Editore78EDIZIONI
Data di uscita5 lug 2022
ISBN9791221367089
Memorie di una prof

Correlato a Memorie di una prof

Ebook correlati

Biografie e memorie per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Memorie di una prof

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Memorie di una prof - Patrizia Sereno

    Patrizia Sereno

    Memorie di una prof

    Copyright 78EDIZIONI 2022

    Tutti i diritti riservati

    78EDIZIONI

    via Roma 89/A

    35010 Massanzago (PD)

    www.78edizioni.it

    L'opera in copertina è dell'artista Francesco Rosina

    UUID: 0bd1d542-485a-4f40-a2c6-a819672fde7c

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Introduzione

    Frammento 1

    Frammento 2

    Frammento 3

    Interludio

    Frammento 4

    Frammento 5

    Interludio

    Frammento 6

    Frammento 7

    Frammento 8

    Frammento 9

    Frammento 10

    Frammento 11

    Frammento 12

    Frammento 13

    Frammento 14

    Frammento 15

    Frammento 16

    Frammento 17

    Frammento 18

    ​Interludio

    Frammento 19

    Frammento 20

    Frammento 21

    Frammento 22

    Frammento 23

    Frammento 24

    Frammento 25

    ​Interludio

    Frammento 26

    Frammento 27

    Frammento 28

    Frammento 29

    Frammento 30

    Postfazione

    L'autrice

    A tutti coloro che, leggendo, si troveranno a sorridere o asciugare una lacrima.

    Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che

    poi venga scoperto.

    Italo Calvino

    Introduzione

    Provo a riannodare i fili di un discorso che ho interrotto bruscamente, troppo bruscamente per dirla tutta. E lo faccio in nome di quello stesso bisogno che portò, anni fa, alla nascita del blog cronache di una prof.

    Scrivere serve prima di tutto a me, per riordinare pensieri e sentimenti, razionalizzando eventi che rischiano di vedere prevalere solo ed esclusivamente l’elemento emotivo, per veicolare in maniera proficua energie che potrebbero andare sprecate, nel tran tran che risucchia in un vortice di urgenze e imprevisti.

    Riannodo i fili raccontandomi, e raccontando a chi avrà voglia di leggere.

    Desidero far venire alla luce parole sincere, autentiche, che raccontino sentimenti, mettendo a nudo cuore, anima, cervello e... stomaco.

    Perché, ogni volta che mi siedo per scrivere, davanti alla tastiera del computer o, meglio e più romanticamente, davanti a un foglio bianco con in mano, ben salda, una penna collegata direttamente al flusso dei pensieri, il mio coinvolgimento è totale!

    Riannodo i fili, partendo da me e dall’esperienza nel profondo nord, che mi ha permesso di mettermi in gioco – attraverso incontri, distanze (geografiche ma non affettive), riflessioni, opportunità – per arrivare ad oggi, a un’esperienza di vita e di scuola che non avrei mai pensato di vivere, ma che mi riporta – sempre – al mio passato, alle radici, agli incontri significativi.

    Frammento 1

    Ha cambiato denominazione e caratteristiche, assumendo una forma completamente diversa da quella di un tempo. Eppure c’è, esiste, è reale e tangibile: la questione meridionale.

    Non l’argomento di cui si parla nei libri di storia. Quella che leggo negli occhi di G., studente al primo banco, arrivato da poco dalla Sicilia. Con quell’accento che sa di sole e di mare, di cannoli, cassate e granite, che ricorda i personaggi di Camilleri, ma anche gli eroi del nostro tempo, sacrificati sull’altare della giustizia e della legalità… Con quell’accento, racconta com’è arrivato qui, in Lombardia!

    Il lavoro ha separato la sua famiglia. Il lavoro ha separato anche la mia.

    In questo nostro essere meridionali, lo guardo non solo con gli occhi della prof , ma con quelli dalla madre e della moglie che – com’è accaduto anche nel suo caso – ha dovuto fare una scelta dolorosa: lasciare l’amata Terronia per il Nord, per lavorare. Portare con sé una parte di famiglia e lasciare giù l’altra, condannandosi alla nostalgia.

    Eccoci, io e te, ma anche tanti altri meridionali di tutti i Sud del mondo: congolesi, peruviani, turchi, cinesi… sradicati dal proprio paese e fiondati a Legnano.

    Per fortuna, ho trovato colleghi ben disposti, agenti immobiliari amichevoli, vicini di casa che mi hanno accolto con un sorriso e un invito: «Se ha bisogno, sono al piano di sopra!»

    La proprietaria dell’appartamento mi ha chiamata più di una volta, per sapere se il mio piccolino si è adattato; i negozianti hanno scherzato, rispolverando le rivalità ataviche tra nord e sud.

    Porto Vinny a fare un giro (che splendide giornate ci sta regalando settembre), quando mi ferma un’anziana signora nell’atrio del palazzo:

    «Ma lei è quella nuova? Quella del secondo piano? Ma è vero che viene da Nocera? Inferiore o Superiore?»

    Un tuffo al cuore.

    «Inferiore» sussurro «Conosce?»

    «Ma certo! Sono di Pontecagnano. A Nocera Inferiore c’è un mio cugino sacerdote. Siamo cresciuti insieme. Potrebbe salutarmelo, quando va giù? Si chiama Benedetto, don Benedetto.»

    Il caso? Non esiste.

    Piccole grandi tessere della nuova questione meridionale, quella che i libri di scuola non raccontano…

    Frammento 2

    Non c’è niente di più vero: paese che vai, usanze che trovi. Provare per credere.

    L’aula era assolata, stamattina, quando ho aspettato il suono della seconda campanella in piedi accanto alla finestra, ammirando il verde ordinato e curato che circonda la scuola, mentre i ragazzi passavano dalla segreteria a consegnare i telefonini, prima di entrare in classe.

    Ho guardato G., seduto composto al banco, siciliano di ceppo normanno, con i suoi occhi azzurri e i capelli chiari. Ho guardato il calendario e mi è venuto spontaneo fargli gli auguri. Mi ha guardato con espressione stupita.

    «È il tuo onomastico.» gli ho detto.

    Lo stupore ha contagiato tutti gli altri. Ho toppato! Qui non hanno l’abitudine di festeggiare. Perché non spiegare come si usa da noi?

    Colgo l’occasione e introduco la mia passione per l’agiografia. Sono andata a segno! Riesco a incuriosirli.

    È l’occasione giusta per invitarli a un viaggio tra Neoclassicismo e Romanticismo, le illusioni di foscoliana memoria, la Divina Provvidenza di manzoniana matrice. Un volo che, attraverso la incommensurabile fiducia nella ragione degli Illuministi, evolve nell’esaltazione dell’individualismo, dei sentimenti interiori, l’immaginazione, il sogno e (perché no?) la religiosità.

    Meno male, quella di oggi rischiava di trasformarsi in un’occasione perduta.

    Poco prima

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1