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RITORNO ALLA BELLEZZA, storia di un Re che non volle divenire Re
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RITORNO ALLA BELLEZZA, storia di un Re che non volle divenire Re
E-book201 pagine2 ore

RITORNO ALLA BELLEZZA, storia di un Re che non volle divenire Re

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Info su questo ebook

Una commedia ambientata nell’anno 1400 di un genere fantastorico dove il protagonista principale e’ un Re folle timoroso del potere per via di non sentirsi libero come uomo che desiderava tutt’altro dalla vita. La sua tirannia turberà il suo popolo nonché i suoi senatori a tal punto da farsi odiare anche dalla sua aristocratica famiglia. Un potere regale che non doveva esistere nel destino di un imperatore logorato dalla fiamma della sua stessa corona. Copyright ©
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2017
ISBN9788826040455
RITORNO ALLA BELLEZZA, storia di un Re che non volle divenire Re

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    Anteprima del libro

    RITORNO ALLA BELLEZZA, storia di un Re che non volle divenire Re - Mauro Sollazzo

    Contatti

    Diritti

    Copyright

    Opera soggetta al Copyright. Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. . Legge 22 aprile 1941 n. 633.

    Mauro Sollazzo_Streetlb. 

    Opere dello stesso autore

    Mauro Sollazzo

    Romanzi:

    Bella monaca, un quartiere di 8 mq., 

    Unghie nere., 

    Oro come cenere., 

    Oltre quelle voci notturne., 

    Leo dei secoli, il figlio dei tempi.

    Racconti: 

    Dalla metropoli al silenzio., 

    Dalle labbra della notte.

    Commedia: 

    Ritorno alla bellezza, storia di un re che non volle divenire re.

    Monologhi: 

    Retorica della politica e societa’ italiana., 

    Lo sfogo della piuma e della pietra.

    Poesia: 

    Semi nel mio corridoio.

    Varie: 

    Diario e veleni di venere., Aforismi come uno sfogo.

    www.maurosollazzo.it

    Note

    Sull'opera

    Ogni personaggio o luogo citato in questa opera non e’ inerente alla realtà, essendo solo frutto della fantasia dell’autore.

    Ritorno alla bellezza

    Storia di un Re che non volle divenire Re

    Commedia

    Epoca_ 1400.

    Luogo_ Boaria., ampio territorio controllato dalla monarchia nata dagli avi dei Terzio.

    Leggi_ dure per qualsiasi tipo di trasgressioni all’interno del territorio monarca dei Terzio.

    Filippo Terzio_ Padre di Remo e passato Re di Boaria.

    Remo Terzio_ L’attuale Re.

    Beatrice_Madre di Remo Terzio.

    Giuliva_Sorella di Remo Terzio.

    Tulio_Consigliere e filosofo.

    Remisio_Senatore e cugino di Remo Terzio.

    Giulio_Capo del senato di Re Terzio.

    Cesare_Capo delle guardie e amico d’infanzia di Remo Terzio.

    Doriano_ Futuro sposo di Giuliva.

    Bosio_ Frate del convento di Boaria.

    Zagor_ Latitante ribelle e pericoloso nemico di Remo Terzio.

    Personalita' dei personaggi

    Protagonisti

    Remo Terzio_ Orgoglioso., trasgressivo., blasfemo., cinico., Folle.

    Beatrice_ Orgogliosa., cinica., timorosa di Dio., Ripugna di aver dato alla luce suo figlio Remo.

    Giuliva_ Ancella di Dio., estremamente sensibile., legata a suo fratello Remo nonché preoccupata per il suo comportamento una volta divenuto Re. Il suo desiderio e’ diventare Suora di clausura.

    Tulio_ Amico di vecchia data di Filippo terzio, il passato Re., filosofo e uomo sensibile., devoto alla famiglia dei Terzio. Anche se uomo ottimista teme molto per la condizione psicologica e politica di Remo Terzio.

    Remisio Terzio_ Cinico., avido di potere., traditore., esperto politico.

    Giulio_ Superbo., avido., traditore., erudito.

    Cesare_ Devoto alla famiglia dei Terzio., impavido., intelligente., ubbidiente al suo Re e uomo profondo.

    Doriano., Un semplice boscaiolo., bell’uomo e amante delle donne.

    Bosio_ Frate timoroso di Dio., avido., traditore., sadico.

    Zagor., Ribelle., agguerrito., ex soldato delle guardie di Re Terzio., traditore., funesto., aggressivo.   

    PRIMO ATTO

    Remo Terzio il Re

    PRIMA SCENA

    Remo Terzio, figlio di Filippo Terzio e Beatrice, si trova tutto solo e pensante nel grande salone principale del suo castello posto su una delle più alte montagne di Boaria., osservando curioso delle furiose fiamme che logorano contro la legna in quel camino.

    Remo Terzio:- Ed eccomi qui, a parlare da solo come un pazzo a contemplare solo confusione e sgomento e con la mia anima agitata come queste fiamme su questa legna. Non le donano tregua. La divorano anzi, la sanno divorare come se non fosse la prima volta che esse, uccidono. Si nutrono. Sopravvivendo sovrastano chi per natura e’ debole. Ogni natura superiore possiede la sua corona e chi preda, cede. Non volevo. Io, non volevo essere…-

    Entra in scena nel grande salone della corte Tulio con la dolce Giuliva, sorella del Re.

    Tulio:- Sire, con tutto il rispetto per il suo nome ma l’abbiamo convocata al senato, non avendo ricevuto la sua risposta l’ho fatta cercare ma lei, come quando era un dolce e vivace bambino, e’ sempre stato così irreperibile. Dobbiamo parlare con lei, Re.-

    Giuliva:- Ma Tulio, non sa di mio fratello essere amante dei suoi silenzi? Eppure lo conosce da molto tempo. A lui, piace stare così, lontano da tutti. Ha lo stesso animo dei poeti.-

    Il Re, volto di spalle ai due, si gira lentamente osservando seriamente i loro sguardi.

    Remo Terzio:- Poeti Giuliva? Ombre eternamente infelici? Esseri così maniacali del proprio dolore al fine di amare lo stesso la loro schiavitù? Ombre che provano a sopravvivere usando il dono del verbo, ma solo ombre e grida restano. Sono questo per te Giuliva? Un’ombra che geme?-

    Tulio:- Sire, chiedo scusa se insisto, ma abbiamo bisogno della sua importante presenza in senato per…-

    Remo Terzio:- Tulio! Non c’e’ bisogno di ripeterlo! Crede che il suo Re sia diventato sordo? Crede…-

    Tulio:- Certo che no Sire.-

    Remo Terzio:- Non interrompetemi quando parlo per Dio!-

    Tulio:- Mi perdoni, Re.- Usando un filo di voce.

    Giuliva:- Remo, non c’e’ bisogno di alterarsi con Tulio. Lo conosci bene, e sai di lui essere un uomo rispettoso. Non intendeva interromperti. E’ solo preoccupato perché in questo periodo ti vede molto silenzioso nonché distante da tutti noi. E questo, mio caro fratello realista, e’ il tuo stato. A volte, passi tutto il tuo tempo chiuso nella tua stanza, invece di…-

    Tulio:- Cara Giuliva, non preoccuparti, il nostro Re e’ solo stanco, ma molto forte. Tutti noi siamo ancora addolorati per aver perso un punto di riferimento come Filippo, vostro padre e mio carissimo amico. Il grande Re, Filippo Terzio. Come voi sapete, non ero al suo servizio da molto tempo solo per rispetto della sua corona e la nostra cara amata terra di Boaria, ma anche per la grande amicizia e stima avuta nei suoi confronti. Sire, lei ancora e’ afflitto per la perdita di suo padre e la capisco, ma…-

    Remo Terzio:- Ma? Lei crede che io stia solo pensando a mio padre Tulio? Disse bene poc’anzi, sono solo stanco ma forte. Lei pensa che i miei silenzi, i miei occhi persi nel nulla, le mie notti insonne, i miei respiri affannati e quant’altro ci sia dentro di me fatto di cuore buio, sia soltanto dovuto per la morte di mio padre? Tulio, risponda., lei, così uomo saggio e perspicace. Crede che io sia così spento solo per la perdita di un grande e passato Re? Mio padre. Mio Padre. Colui che mi diede non solo benessere ma anche questa, condanna.-

    Giuliva:- Non parlare così di nostro padre Remo! Essere un Re non e’ una condanna, ma destino e onore. Parli come se fosse una colpa essere il Re di Boaria. Perché non affronti tutto con fede? Noi ti amiamo e siamo tutti preoccupati per te.-

    Dopo attimi di sguardi e silenzi.

    Remo Terzio:- Taci Giuliva, e non intrometterti in certi discorsi che non sono di tua competenza! Ritirati nella tua stanza!-

    Giuliva:- Cosa mai dissi di così sbagliato Remo? Perché usi la tua arroganza su di me? Voglio solo il bene di mio fratello e tu…-

    Remo Terzio:- Smettila! E vai nella tua stanza prima che ti porti via io con forza! E’ chiaro?-

    Giuliva, offesa, rivolgendo il suo sguardo serio a Tulio e poi a suo fratello, si allontana dal grande salone del castello.

    Tulio:- Sire, sua sorella e’ solo turbata e soffrendo come soffre, il suo cuore ferito lo dona a Dio durante le sue preghiere. Caro Re, lei e’ il suo unico fratello. La sua roccia per Giuliva così dolce e sensibile. Tiene molto a lei come lei stesso ama sua sorella indubbiamente. Ma non voglio più disturbarla Re e con il suo permesso torno al senato. Quando vorrà raggiungerci noi, saremo lieti di ricevere la sua presenza.-

    Mentre Tulio sta per allontanarsi dal Re.

    Remo Terzio:- Io odio tutto questo, Tulio. Lo odio.-

    Tulio silente, osserva con tenerezza il suo Re per poi esprimersi con voce mite.

    Tulio:- Qualsiasi tipo di odio nato in noi, mio Sire, prima o poi così come nasce così muore e se mai, dovesse tornare quel nostro tormento, la razionalità e’ la miglior fonte di consiglio. Prima di essere felici bisogna essere esperti di dolore., perché in fondo, questa e’ la nostra vita. Questo risiede con profonda segretezza nel destino dell’uomo. Non bisogna combattere con nessun demone mio Sire anche perché, non esistono quando accettiamo di essi il loro incontro.-

    Remo Terzio:- Il suo concetto si chiama rassegnazione, giusto Tulio?-

    Tulio:- Sire, possiamo anche chiamarlo criterio oppure, semplicemente, vita.-

    Remo Terzio:- Sono solo belle parole Tulio!-

    Tulio:- Mi dispiace contraddirla Sire, ma non sono solo parole.-

    Remo Terzio agitandosi, camminando avanti e indietro nel salone.

    Remo Terzio:- Non volevo essere un Re Tulio! E quei cani dei nostri senatori lo sanno bene di cosa parlo! Non volevo essere questo! Cos’e’ un Re in fondo? Uno schiavo cieco e avido chiuso come un prigioniero in una terra che a lui appartiene? Colui pronto a perdere la propria libertà per prestarsi a questo gioco folle fatto di sola ipocrisia nei volti di chi incontra? Belle donne pronte a giacere nel suo letto ma bramose peccatrici pronte a tutto pur di divenire Regine? E servi! Servi! Servitù…-

    Tulio:- Re, mi ascolti…-

    Remo Terzio:-Non voglio ascoltarla Tulio! A me non interessa questo di lusso, ma ho sempre bramato il lusso della libera scelta di scoprire nuove terre senza ritorno alle proprie origini, possedere una donna sotto le stelle in un campo di grano senza che nessuno il giorno dopo bisbigli dietro le mie spalle: ma ella, e’ solo amante o la futura regina del Re? Guardare ogni istante giorno dopo giorno tutti quei senatori avidi e gelosi della propria agiatezza! Come se nelle loro vite o nella loro anima ci siano soltanto pretese e non solo, saranno pronti a tutto pur di raggiungere qualsiasi scopo. Viziati più dalla loro fortuna che dai loro talenti. Non voglio essere Re Tulio!! Ma devo esserlo per rispetto e memoria di mio padre. Ho il sangue dei Terzio gia’, il sangue dei Terzio. E se non avrei mai accettato questa corona, mia madre e tutta la corte avrebbero urlato al disonore. Sono un Terzio. Il Re Terzio. La bislaccheria di questo regno volle un Re dal sangue non Re. Ma, devo esserlo.-

    Tulio:- E per lei Sire, essere Re non e’ una sfida del destino? Rammento la sua fanciullezza quando lei, così forte e acuto pur di deliziare suo padre, mostrava la sua dedizione allo studio e all’arte. Essere Re, mio caro Sire, vuol dir anche compiacere ancora una volta a suo padre Filippo. Deve solo attendere le cose belle che verranno e cercare le cose giuste da compiere. Sire, lo voglia o no, lei e’ il Re di Boaria. Accetti la sfida proposta dal destino.-

    Remo Terzio pensieroso, osserva gli occhi ora sereni di Tulio.

    Remo Terzio:- Adesso va Tulio. Torna in senato. Va.-

    Tulio:- Grazie per il suo sfogo e la sua fiducia rivolta a me, Re di Boaria.-

    Tulio, chinando la testa dinanzi a Remo Terzio, si congeda.

    SECONDA SCENA

    Nel Senato c’e’ molta agitazione a causa del malsano comportamento e operato del loro Re.

    Senatore Celio:- A mio avviso, miei cari senatori qui riuniti, Re Terzio non ha fatto una bella figura ignorando l’invito ricevuto dal Re di Sibia. Tutti sanno che Re Riccardo II, fu un caro amico del nostro passato Re Filippo Terzio, e grazie alla sua profonda amicizia avuta con Re Riccardo che noi, possiamo considerarci liberi dalla monarchia di Sibia ed essere una politica più indipendente e prosperosa. Ma sembra che il nostro nuovo Re, non abbia l’intenzione di presentare i suoi saluti a Re Riccardo. Mi auguro che non si sia offeso dalla mancanza di rispetto del nostro Re che in fondo, dovrebbe rappresentare anche tutti noi e le nostre idee quanto, l’educazione di noi cittadini di Boaria. Mi dispiace dirlo, ma in tutto questo tempo da senatore di questo regno, mai vidi così tanta insolenza.-

    Senatore Valerio:- Celio non ha torto., dobbiamo essere realisti ma da quando Remo Terzio e’ il Re di Boaria, noto malumore in tutti noi…-

    Senatore Luigi:- Ma non esageriamo su via! Non potete parlare per noi tutti. Io credo, e lo penso fortemente che il nostro attuale Re sia un buon Re. Ha solo bisogno di tempo per comprendere al meglio la situazione di Boaria e la sua amministrazione.-

    Senatore Celio:- Luigi, Re Terzio conosce bene le leggi e il nostro governo, e’ solo una questione di essere più presente e rispettosi nei confronti di tutti i suoi senatori.-

    E vari senatori iniziano ad agitarsi

    - Ha fatto imprigionare un senatore solo perché egli disse a lui di non condividere la sua nuova legge, quella di limitare la ricchezza a chi fa parte del senato togliendo a tutti noi alcune nostre terre e palazzi non più di nostra proprietà! E questa, miei cari senatori, e mancanza di fiducia e rispetto a noi e alle nostre fatiche!-

    - Ma come può imprigionare un senatore solo per averlo contraddetto? E’ una cattiva immagine verso i cittadini di Boaria! Re Filippo non si comportava così!-

    - Giusto! Io ho dovuto donare una parte del mio patrimonio alle casse del Re e questo non e’ fare la giusta politica invece di pensare a cose più serie che riguardano Boaria!-

    - Era meglio quando ci fu Re Filippo!!-

    - Vero!!-

    - Dite bene! Filippo era un Re e non come suo figlio Remo!!-

    - Fate silenzio! Potrebbe arrivare da un momento all’altro e sappiamo quanto sia malvagio!-

    - Voglio riavere le mie terre!! Remo Terzio non ci rende orgogliosi!! Non ci rappresenta!!-

    - Non e’ vero! Re Terzio e’ sempre il nostro Re e dobbiamo avere rispetto!!-

    - Ma quale Re? Lui rispetta noi?-

    - Per non parlare poi della sua condotta sentimentale, non ha ancora trovato una Regina.-

    - E’ uno scandalo.-

    - In nessun regno esiste un Re senza Regina.-

    - Non ditelo, non fatevi sentire.-

    - Ma dai! Tutti sanno di Remo Terzio essere un donnaiolo.-

    - Taci e rispetta il suo nome! Stai parlando di un Terzio!-

    - Non fate confusione ma, pensate cosa sarà di Boaria con questo nuovo Re?-

    - Non presentare i suoi saluti al Re di Sibia e’ da folli! Dobbiamo rispettare Re Riccardo, il suo esercito e’ più potente del nostro.-

    - Dove andremo a finire?-

    Stanco del vociferare ad alta voce, interviene Giulio, capo dei senatori.

    Giulio:- Fate silenzio! Non siamo simili a quei poveri cittadini di Boaria con i loro cortei inutili di una volta. Rammentate chi siete rispettando i vostri ruoli a partire dai vostri toni. Siamo senatori non cornacchie! Esigo silenzio. Ricordate dove siete.-

    Torna il silenzio nel senato appena un servitore del Re annuncia il suo arrivo.

    - Signori del senato, alzatevi tutti in piedi e date il benvenuto al nostro Sire: Re Remo Terzio di Boaria!-

    Tutti in piedi appena vedono giungere

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