Introduzione all'iconografia
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diffuso e utilizzato.
Roelof van Straten
Roelof Van Straten ha studiato storia dell’arte presso l’Università di Leida, città nella quale svolge la propria attività come storico dell’arte indipendente. Ha collaborato con l’Università di Leida e la Phillips-Universität di Marburgo, occupandosi del progetto iconclass. Tra le molte pubblicazioni, ha dedicato un ampio saggio all’attività pittorica di Rembrandt a Leida.
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Anteprima del libro
Introduzione all'iconografia - Roelof van Straten
DI FRONTE E ATTRAVERSO
900
Storia dell’Arte
41
Titolo originale
Inleiding in de iconografie.
Enige theoretische en praktische kennis
Traduzione della quinta edizione
nederlandese riveduta
di Cecilia Tavanti
© 1985, 2002
Uitgeverij Coutinho, Bussum
© 2009
Editoriale Jaca Book Spa, Milano
per l’edizione italiana
Prima edizione italiana
settembre 2009
Copertina e grafica
Ufficio grafico Jaca Book
In copertina
Personificazione della Felicità pubblica.
Da Cesare Ripa, Iconologia, Roma 1603
Redazione e impaginazione
Gioanola Elisabetta, San Salvatore Monferrato (Al)
ISBN 978-88-16-80278-0
Editoriale Jaca Book
via Frua 11, 20146 Milano, tel. 02/48561520
libreria@jacabook.it; www.jacabook.it
Seguici su
INDICE
PREMESSA
INTRODUZIONE
Parte prima
TEORIA
Capitolo 1
CHE COS’È L’ICONOGRAFIA?
Fase 1: la descrizione preiconografica
Fase 2: la descrizione iconografica
Fase 3: l’interpretazione iconografica
Iconologia
Iconografia e iconologia: un ulteriore chiarimento
Lo schema di Panofsky
L’iconografia a volo d’uccello
Semiologia
Per un orientamento ~ iconografia (e iconologia)
Capitolo 2
LA PERSONIFICAZIONE
L’Iconologia di Cesare Ripa
Per un orientamento ~ la personificazione
Capitolo 3
PERSONIFICAZIONI IN AZIONE: L’ALLEGORIA
Per un orientamento ~ l’allegoria
Capitolo 4
SIMBOLI, ATTRIBUTI E RAPPRESENTAZIONI SIMBOLICHE
Attributi
Rappresentazioni simboliche
Gli emblemi e la loro genesi
Per un orientamento ~ simboli, attributi e rappresentazioni simboliche
Per un orientamento ~ emblemi (e geroglifici)
Parte seconda
PRATICA
Capitolo 5
FONTI LETTERARIE DELL’ARTISTA
Fonti dei soggetti religiosi
Fonti dei soggetti classici
Fonti dei soggetti dalla letteratura profana non classica
Per un orientamento ~ fonti letterarie
Capitolo 6
MANUALI ICONOGRAFICI E RACCOLTE DI RIPRODUZIONI
Manuali iconografici
A. Manuali di carattere generale
B. Manuali ~ iconografia cristiana
C. Manuali ~ iconografia profana
Raccolte di riproduzioni
Internet
Capitolo 7
ICONCLASS: NUOVO INDIRIZZO NELL’ICONOGRAFIA
Applicazione di ICONCLASS nella teoria
Un esempio concreto
Applicazioni del sistema ICONCLASS
CONCLUSIONI
Per un orientamento ~ ICONCLASS
Appendice
SCHEMA GENERALE DEL SISTEMA ICONCLASS
POSTFAZIONE
di
Roberto Cassanelli
ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI
INDICE ANALITICO
L’idea è segno delle cose,
e l’immagine è segno dell’idea,
segno di un segno
Umberto Eco
PREMESSA
Nella sua forma originaria, il presente testo è stato redatto, sotto la direzione di L.D. Couprie, come dissertazione di dottorato a conclusione dei miei studi di storia dell’arte alla Rijksuniversiteit di Leida nei Paesi Bassi.
Già da molti anni questa introduzione all’iconografia costituisce un punto di riferimento costante nell’insegnamento della storia dell’arte nei Paesi Bassi. Apparso in traduzione in Germania e negli Stati Uniti, è stato utilizzato in misura crescente anche in questi paesi come strumento nell’insegnamento, e impiegato come manuale dagli storici dell’arte e della cultura. Altre traduzioni, tra l’altro in giapponese, sono in preparazione. Uno degli obiettivi che mi ero prefisso con questo libro, cioè una maggiore uniformità d’impiego di una serie di concetti nell’ambito del lessico storico-artistico, è in tal modo più facilmente raggiungibile.
In occasione della quinta edizione nederlandese il testo è stato interamente rivisto. Anche nell’iconografia si registrano infatti sviluppi che rendono necessaria una significativa integrazione dei riferimenti bibliografici. Sono stati inoltre inseriti, in diversi punti rilevanti, rimandi a siti internet di particolare interesse. Il libro appare inoltre in una veste tipografica nuova, e di ciò sono molto grato all’editore.
Roelof van Straten
AVVERTENZA. In occasione della presente edizione, si è provveduto a riscontrare attentamente e ad aggiornare la bibliografia (ferma nell’originale al 2002), indicando la disponibilità di traduzioni in italiano dei testi, e provvedendo ad inserire (collocandole tra parentesi quadre) alcune integrazioni bibliografiche indispensabili per il lettore italiano. [ndc]
INTRODUZIONE
Sebbene l’iconografia, lo studio cioè dei temi dell’arte figurativa, costituisca ormai da anni uno dei filoni più importanti della storia dell’arte, non esisteva ancora un’introduzione generale a questo settore di ricerca. Scopo principale del presente testo è quindi riunire una serie di nozioni di base utili in particolare a studenti e studiosi di storia dell’arte, ma forse anche agli storici della cultura.
La prima parte di questa introduzione all’iconografia, dedicata ai problemi teorici, è costituita da quattro capitoli. Il primo affronta la questione ‘Che cos’è l’iconografia’, mentre gli altri tre prendono in esame i termini di largo impiego nella disciplina, come personificazione, allegoria e simbolo. Ogni capitolo fornisce definizioni, esempi, un breve inquadramento storico e un sintetico apparato bibliografico con commento, che consente al lettore di orientarsi negli argomenti.
Dei termini considerati è spesso difficile dare una definizione puntuale; alcuni punti possono così prestare senz’altro il fianco a critiche. L’auspicio, tuttavia, è che le descrizioni formulate chiariscano al lettore che cosa si intende, o sarebbe opportuno si intendesse, in storia dell’arte con i diversi termini; non mi sfugge comunque che alcuni problemi sono ben più complessi di come vengono presentati.
La seconda parte del libro si occupa di questioni di carattere pratico. Quali fonti letterarie sono state impiegate di frequente dagli artisti? Quali sono i più importanti manuali iconografici? Che cosa è ICONCLASS, e quali opportunità offre alla ricerca iconografica? A queste domande si è cercato di rispondere con la maggiore chiarezza possibile.
La trattazione verte perlopiù sull’arte (occidentale) tra XVI e XVIII secolo, soprattutto perché molti studenti, nel corso dei loro studi, sono interessati in particolare a problemi iconografici di questo periodo.
Parte prima
TEORIA
Fig. 1. La pesatrice d’oro, dipinto di Johannes Vermeer.
Capitolo 1
CHE COS’È L’ICONOGRAFIA?
Quando ci si trova di fronte a un’opera d’arte, diverse domande si affollano alla mente: la prima ad affacciarsi, non certo irrilevante, è probabilmente «quale artista l’ha realizzata?». La storia dell’arte è infatti da sempre impegnata nel rispondere a questa domanda, e col tempo i tasselli del grande rompicapo «quale artista ha realizzato la tal opera?» trovano in buona parte la loro giusta collocazione.
Indipendentemente dalla prima, può nascere altrettanto immediata anche un’altra domanda: «che cosa rappresenta quest’opera d’arte?», o meglio «quale ne è il soggetto?». Nell’ambito della storia dell’arte si è sviluppata una disciplina che si occupa specificamente di rispondere a queste domande: l’iconografia. Si può definire questo termine come segue:
L’iconografia è quel settore della storia dell’arte che si occupa dei soggetti dell’arte figurativa e del loro significato profondo o contenuto.
Il ‘soggetto’ indicato nella definizione è concetto da intendere nell’accezione più vasta. Vale a dire che l’iconografia studia non solo la rappresentazione nel suo insieme, ma anche i singoli particolari. Così il significato di un limone sbucciato a metà nelle nature morte olandesi del XVII secolo può senz’altro costituire l’oggetto di uno studio iconografico. Con «significato profondo o contenuto» si allude qui ai significati ulteriori di un’opera che è presumibile l’artista intendesse esprimere; questo punto verrà chiarito più avanti nel capitolo.
Il termine iconografia deriva dal greco e , «immagine» e «scrivere», per cui significa letteralmente «descrizione dell’immagine».
Come si può dedurre da una tale definizione, l’iconografia non si occupa in linea di principio ad esempio dell’attribuzione di un’opera d’arte o della sua datazione. Se a volte l’iconografia può contribuire a datare con maggiore precisione un’opera o ad attribuirla a un artista, in genere però lo studioso di iconografia rimette simili questioni ad altri storici dell’arte. L’iconografo non si interessa neppure in primo luogo di stabilire se un’opera sia bella o meno. Che si tratti di arte popolare o di Arte con la ‘a maiuscola’, qualunque rappresentazione, quanto meno sul piano teorico, è per la ricerca iconografica di pari importanza, e le questioni di ordine estetico vi svolgono un ruolo secondario. Lo studioso di questa disciplina si occupa fondamentalmente di altri aspetti dell’opera e ha altri obiettivi.
Il primo, e forse principale, scopo dell’iconografia è quello di stabilire il soggetto di un’opera d’arte e, ove presenti, di individuare e illustrare i significati profondi che gli artisti hanno racchiuso nelle loro opere. Un secondo obiettivo, di fatto uno scopo intermedio, è quello di identificare le fonti dirette e indirette dell’artista, quelle di carattere letterario e quelle di natura visiva. Un altro compito ancora è lo studio di determinati soggetti, della loro evoluzione e modalità di raffigurazione e del loro significato profondo nel corso dei secoli.
In un’opera di arte figurativa è possibile in linea teorica distinguere tre livelli semantici, che costituiscono al tempo stesso tre stadi della ricerca iconografica. Il primo livello, o fase, è la mera elencazione di quello che si vede in una determinata opera, senza mettere in relazione tra loro le cose osservate. Il secondo livello è il ‘soggetto’ (le cose osservate messe in relazione tra loro); il terzo livello è il significato profondo, o contenuto, dell’opera d’arte, secondo le intenzioni dell’artista. Questi tre livelli, o fasi, della ricerca sono definiti rispettivamente descrizione preiconografica, descrizione iconografica e interpretazione iconografica.
Accanto a questi tre livelli iconografici è possibile individuare un quarto livello, o fase: l’interpretazione iconologica. Dopo le domande: «quale artista l’ha realizzata?» e «quale ne è il soggetto?», è compito dell’iconologia rispondere a un terzo quesito che l’opera d’arte può suscitare: «per quale motivo è stata fatta?», o forse meglio «per quale motivo è stata fatta proprio in questo modo?».
Si veda ora, sulla base delle tre fasi iconografiche e di quella iconologica, che cosa occorre in teoria per effettuare l’indagine iconografica e, in misura minore, quella iconologica.
Fase 1: la descrizione preiconografica
Quando si guarda per la prima volta un dipinto, spesso d’istinto si compie mentalmente una rassegna di ciò che è possibile vedere. Si prenda ad esempio il dipinto La pesatrice d’oro di Johannes Vermeer (fig. 1). In un interno si vede una donna in piedi accanto a un tavolo. Con la mano destra tiene una piccola bilancia, mentre l’altra è appoggiata al tavolo. Forse la donna è incinta, tenuto conto della rotondità pronunciata del ventre. Sul tavolo è un piccolo scrigno portagioielli e un cofanetto per pesi d’oro, fili di perle, alcune monete, ecc. Sullo sfondo è appeso un quadro, e di fronte alla donna si scorge un altro oggetto incorniciato, forse uno specchio. La tenda, tirata, lascia filtrare nella stanza una luce singolarmente serena.
Quanto si è ora fatto, anche se con una certa approssimazione, è fornire un elenco delle ‘cose’ e della situazione nel dipinto, senza cercare di collegare tali cose tra loro, o darne un’interpretazione. È stata compiuta in altre parole una descrizione preiconografica. Di norma nessuno avrebbe grande difficoltà a fare una simile descrizione: avendo in generale conoscenza dell’aspetto delle cose e delle situazioni nel mondo circostante, si è in grado di identificarle in una raffigurazione. Certo occorre tenere ben presente che il significato di cose e situazioni di oggi non è necessariamente il medesimo che avevano nel passato. Né è sempre chiaro quale fosse l’intenzione dell’artista: così la rotondità del ventre della donna nella Pesatrice d’oro è leggibile sia come adesione a una certa moda del XVII secolo, sia come indizio di gravidanza.
Un elenco puntuale di quanto si può vedere in un’opera d’arte esige un’osservazione particolarmente accurata. Ciò è di estrema importanza, in quanto costituisce la base su cui poggia ogni passo successivo verso una corretta interpretazione. Se gli storici dell’arte, ad esempio, non si fossero resi conto che la bilancia in mano alla donna nel dipinto di Vermeer è vuota (per cui in fondo la donna non sta affatto pesando), l’interpretazione ulteriore non avrebbe forse mai preso la