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Introduzione all'iconografia
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Introduzione all'iconografia
E-book254 pagine2 ore

Introduzione all'iconografia

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Info su questo ebook

Quando un pittore olandese del XVII secolo raffigura una donna con un bilancino vuoto, probabilmente non intende rappresentare solo una graziosa scena di vita quotidiana. Sono molte le opere del passato che presentano figurazioni di carattere simbolico il cui significato non è immediatamente comprensibile al moderno osservatore. L’iconografia è il ramo della storia dell’arte che si occupa dei soggetti e del loro significato. Questo libro costituisce un’agile introduzione all’iconografia, fornendone un panorama teorico e affrontando concetti come quelli di simbolo e allegoria. Oltre all’esame delle fonti letterarie, degli artisti e dei manuali iconografici, ampio spazio è dedicato agli aspetti di carattere pratico, in particolare a iconclass, il sistema di indicizzazione iconografico elaborato da Henri van de Waal e ormai universalmente
diffuso e utilizzato.
LinguaItaliano
EditoreJaca Book
Data di uscita27 mar 2021
ISBN9788816802780
Introduzione all'iconografia
Autore

Roelof van Straten

Roelof Van Straten ha studiato storia dell’arte presso l’Università di Leida, città nella quale svolge la propria attività come storico dell’arte indipendente. Ha collaborato con l’Università di Leida e la Phillips-Universität di Marburgo, occupandosi del progetto iconclass. Tra le molte pubblicazioni, ha dedicato un ampio saggio all’attività pittorica di Rembrandt a Leida.

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    Anteprima del libro

    Introduzione all'iconografia - Roelof van Straten

    DI FRONTE E ATTRAVERSO

    900

    Storia dell’Arte

    41

    Titolo originale

    Inleiding in de iconografie.

    Enige theoretische en praktische kennis

    Traduzione della quinta edizione

    nederlandese riveduta

    di Cecilia Tavanti

    © 1985, 2002

    Uitgeverij Coutinho, Bussum

    © 2009

    Editoriale Jaca Book Spa, Milano

    per l’edizione italiana

    Prima edizione italiana

    settembre 2009

    Copertina e grafica

    Ufficio grafico Jaca Book

    In copertina

    Personificazione della Felicità pubblica.

    Da Cesare Ripa, Iconologia, Roma 1603

    Redazione e impaginazione

    Gioanola Elisabetta, San Salvatore Monferrato (Al)

    ISBN 978-88-16-80278-0

    Editoriale Jaca Book

    via Frua 11, 20146 Milano, tel. 02/48561520

    libreria@jacabook.it; www.jacabook.it

    Seguici su

    INDICE

    PREMESSA

    INTRODUZIONE

    Parte prima

    TEORIA

    Capitolo 1

    CHE COS’È L’ICONOGRAFIA?

    Fase 1: la descrizione preiconografica

    Fase 2: la descrizione iconografica

    Fase 3: l’interpretazione iconografica

    Iconologia

    Iconografia e iconologia: un ulteriore chiarimento

    Lo schema di Panofsky

    L’iconografia a volo d’uccello

    Semiologia

    Per un orientamento ~ iconografia (e iconologia)

    Capitolo 2

    LA PERSONIFICAZIONE

    L’Iconologia di Cesare Ripa

    Per un orientamento ~ la personificazione

    Capitolo 3

    PERSONIFICAZIONI IN AZIONE: L’ALLEGORIA

    Per un orientamento ~ l’allegoria

    Capitolo 4

    SIMBOLI, ATTRIBUTI E RAPPRESENTAZIONI SIMBOLICHE

    Attributi

    Rappresentazioni simboliche

    Gli emblemi e la loro genesi

    Per un orientamento ~ simboli, attributi e rappresentazioni simboliche

    Per un orientamento ~ emblemi (e geroglifici)

    Parte seconda

    PRATICA

    Capitolo 5

    FONTI LETTERARIE DELL’ARTISTA

    Fonti dei soggetti religiosi

    Fonti dei soggetti classici

    Fonti dei soggetti dalla letteratura profana non classica

    Per un orientamento ~ fonti letterarie

    Capitolo 6

    MANUALI ICONOGRAFICI E RACCOLTE DI RIPRODUZIONI

    Manuali iconografici

    A. Manuali di carattere generale

    B. Manuali ~ iconografia cristiana

    C. Manuali ~ iconografia profana

    Raccolte di riproduzioni

    Internet

    Capitolo 7

    ICONCLASS: NUOVO INDIRIZZO NELL’ICONOGRAFIA

    Applicazione di ICONCLASS nella teoria

    Un esempio concreto

    Applicazioni del sistema ICONCLASS

    CONCLUSIONI

    Per un orientamento ~ ICONCLASS

    Appendice

    SCHEMA GENERALE DEL SISTEMA ICONCLASS

    POSTFAZIONE

    di

    Roberto Cassanelli

    ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI

    INDICE ANALITICO

    L’idea è segno delle cose,

    e l’immagine è segno dell’idea,

    segno di un segno

    Umberto Eco

    PREMESSA

    Nella sua forma originaria, il presente testo è stato redatto, sotto la direzione di L.D. Couprie, come dissertazione di dottorato a conclusione dei miei studi di storia dell’arte alla Rijksuniversiteit di Leida nei Paesi Bassi.

    Già da molti anni questa introduzione all’iconografia costituisce un punto di riferimento costante nell’insegnamento della storia dell’arte nei Paesi Bassi. Apparso in traduzione in Germania e negli Stati Uniti, è stato utilizzato in misura crescente anche in questi paesi come strumento nell’insegnamento, e impiegato come manuale dagli storici dell’arte e della cultura. Altre traduzioni, tra l’altro in giapponese, sono in preparazione. Uno degli obiettivi che mi ero prefisso con questo libro, cioè una maggiore uniformità d’impiego di una serie di concetti nell’ambito del lessico storico-artistico, è in tal modo più facilmente raggiungibile.

    In occasione della quinta edizione nederlandese il testo è stato interamente rivisto. Anche nell’iconografia si registrano infatti sviluppi che rendono necessaria una significativa integrazione dei riferimenti bibliografici. Sono stati inoltre inseriti, in diversi punti rilevanti, rimandi a siti internet di particolare interesse. Il libro appare inoltre in una veste tipografica nuova, e di ciò sono molto grato all’editore.

    Roelof van Straten

    AVVERTENZA. In occasione della presente edizione, si è provveduto a riscontrare attentamente e ad aggiornare la bibliografia (ferma nell’originale al 2002), indicando la disponibilità di traduzioni in italiano dei testi, e provvedendo ad inserire (collocandole tra parentesi quadre) alcune integrazioni bibliografiche indispensabili per il lettore italiano. [ndc]

    INTRODUZIONE

    Sebbene l’iconografia, lo studio cioè dei temi dell’arte figurativa, costituisca ormai da anni uno dei filoni più importanti della storia dell’arte, non esisteva ancora un’introduzione generale a questo settore di ricerca. Scopo principale del presente testo è quindi riunire una serie di nozioni di base utili in particolare a studenti e studiosi di storia dell’arte, ma forse anche agli storici della cultura.

    La prima parte di questa introduzione all’iconografia, dedicata ai problemi teorici, è costituita da quattro capitoli. Il primo affronta la questione ‘Che cos’è l’iconografia’, mentre gli altri tre prendono in esame i termini di largo impiego nella disciplina, come personificazione, allegoria e simbolo. Ogni capitolo fornisce definizioni, esempi, un breve inquadramento storico e un sintetico apparato bibliografico con commento, che consente al lettore di orientarsi negli argomenti.

    Dei termini considerati è spesso difficile dare una definizione puntuale; alcuni punti possono così prestare senz’altro il fianco a critiche. L’auspicio, tuttavia, è che le descrizioni formulate chiariscano al lettore che cosa si intende, o sarebbe opportuno si intendesse, in storia dell’arte con i diversi termini; non mi sfugge comunque che alcuni problemi sono ben più complessi di come vengono presentati.

    La seconda parte del libro si occupa di questioni di carattere pratico. Quali fonti letterarie sono state impiegate di frequente dagli artisti? Quali sono i più importanti manuali iconografici? Che cosa è ICONCLASS, e quali opportunità offre alla ricerca iconografica? A queste domande si è cercato di rispondere con la maggiore chiarezza possibile.

    La trattazione verte perlopiù sull’arte (occidentale) tra XVI e XVIII secolo, soprattutto perché molti studenti, nel corso dei loro studi, sono interessati in particolare a problemi iconografici di questo periodo.

    Parte prima

    TEORIA

    Fig. 1. La pesatrice d’oro, dipinto di Johannes Vermeer.

    Capitolo 1

    CHE COS’È L’ICONOGRAFIA?

    Quando ci si trova di fronte a un’opera d’arte, diverse domande si affollano alla mente: la prima ad affacciarsi, non certo irrilevante, è probabilmente «quale artista l’ha realizzata?». La storia dell’arte è infatti da sempre impegnata nel rispondere a questa domanda, e col tempo i tasselli del grande rompicapo «quale artista ha realizzato la tal opera?» trovano in buona parte la loro giusta collocazione.

    Indipendentemente dalla prima, può nascere altrettanto immediata anche un’altra domanda: «che cosa rappresenta quest’opera d’arte?», o meglio «quale ne è il soggetto?». Nell’ambito della storia dell’arte si è sviluppata una disciplina che si occupa specificamente di rispondere a queste domande: l’iconografia. Si può definire questo termine come segue:

    L’iconografia è quel settore della storia dell’arte che si occupa dei soggetti dell’arte figurativa e del loro significato profondo o contenuto.

    Il ‘soggetto’ indicato nella definizione è concetto da intendere nell’accezione più vasta. Vale a dire che l’iconografia studia non solo la rappresentazione nel suo insieme, ma anche i singoli particolari. Così il significato di un limone sbucciato a metà nelle nature morte olandesi del XVII secolo può senz’altro costituire l’oggetto di uno studio iconografico. Con «significato profondo o contenuto» si allude qui ai significati ulteriori di un’opera che è presumibile l’artista intendesse esprimere; questo punto verrà chiarito più avanti nel capitolo.

    Il termine iconografia deriva dal greco e , «immagine» e «scrivere», per cui significa letteralmente «descrizione dell’immagine».

    Come si può dedurre da una tale definizione, l’iconografia non si occupa in linea di principio ad esempio dell’attribuzione di un’opera d’arte o della sua datazione. Se a volte l’iconografia può contribuire a datare con maggiore precisione un’opera o ad attribuirla a un artista, in genere però lo studioso di iconografia rimette simili questioni ad altri storici dell’arte. L’iconografo non si interessa neppure in primo luogo di stabilire se un’opera sia bella o meno. Che si tratti di arte popolare o di Arte con la ‘a maiuscola’, qualunque rappresentazione, quanto meno sul piano teorico, è per la ricerca iconografica di pari importanza, e le questioni di ordine estetico vi svolgono un ruolo secondario. Lo studioso di questa disciplina si occupa fondamentalmente di altri aspetti dell’opera e ha altri obiettivi.

    Il primo, e forse principale, scopo dell’iconografia è quello di stabilire il soggetto di un’opera d’arte e, ove presenti, di individuare e illustrare i significati profondi che gli artisti hanno racchiuso nelle loro opere. Un secondo obiettivo, di fatto uno scopo intermedio, è quello di identificare le fonti dirette e indirette dell’artista, quelle di carattere letterario e quelle di natura visiva. Un altro compito ancora è lo studio di determinati soggetti, della loro evoluzione e modalità di raffigurazione e del loro significato profondo nel corso dei secoli.

    In un’opera di arte figurativa è possibile in linea teorica distinguere tre livelli semantici, che costituiscono al tempo stesso tre stadi della ricerca iconografica. Il primo livello, o fase, è la mera elencazione di quello che si vede in una determinata opera, senza mettere in relazione tra loro le cose osservate. Il secondo livello è il ‘soggetto’ (le cose osservate messe in relazione tra loro); il terzo livello è il significato profondo, o contenuto, dell’opera d’arte, secondo le intenzioni dell’artista. Questi tre livelli, o fasi, della ricerca sono definiti rispettivamente descrizione preiconografica, descrizione iconografica e interpretazione iconografica.

    Accanto a questi tre livelli iconografici è possibile individuare un quarto livello, o fase: l’interpretazione iconologica. Dopo le domande: «quale artista l’ha realizzata?» e «quale ne è il soggetto?», è compito dell’iconologia rispondere a un terzo quesito che l’opera d’arte può suscitare: «per quale motivo è stata fatta?», o forse meglio «per quale motivo è stata fatta proprio in questo modo?».

    Si veda ora, sulla base delle tre fasi iconografiche e di quella iconologica, che cosa occorre in teoria per effettuare l’indagine iconografica e, in misura minore, quella iconologica.

    Fase 1: la descrizione preiconografica

    Quando si guarda per la prima volta un dipinto, spesso d’istinto si compie mentalmente una rassegna di ciò che è possibile vedere. Si prenda ad esempio il dipinto La pesatrice d’oro di Johannes Vermeer (fig. 1). In un interno si vede una donna in piedi accanto a un tavolo. Con la mano destra tiene una piccola bilancia, mentre l’altra è appoggiata al tavolo. Forse la donna è incinta, tenuto conto della rotondità pronunciata del ventre. Sul tavolo è un piccolo scrigno portagioielli e un cofanetto per pesi d’oro, fili di perle, alcune monete, ecc. Sullo sfondo è appeso un quadro, e di fronte alla donna si scorge un altro oggetto incorniciato, forse uno specchio. La tenda, tirata, lascia filtrare nella stanza una luce singolarmente serena.

    Quanto si è ora fatto, anche se con una certa approssimazione, è fornire un elenco delle ‘cose’ e della situazione nel dipinto, senza cercare di collegare tali cose tra loro, o darne un’interpretazione. È stata compiuta in altre parole una descrizione preiconografica. Di norma nessuno avrebbe grande difficoltà a fare una simile descrizione: avendo in generale conoscenza dell’aspetto delle cose e delle situazioni nel mondo circostante, si è in grado di identificarle in una raffigurazione. Certo occorre tenere ben presente che il significato di cose e situazioni di oggi non è necessariamente il medesimo che avevano nel passato. Né è sempre chiaro quale fosse l’intenzione dell’artista: così la rotondità del ventre della donna nella Pesatrice d’oro è leggibile sia come adesione a una certa moda del XVII secolo, sia come indizio di gravidanza.

    Un elenco puntuale di quanto si può vedere in un’opera d’arte esige un’osservazione particolarmente accurata. Ciò è di estrema importanza, in quanto costituisce la base su cui poggia ogni passo successivo verso una corretta interpretazione. Se gli storici dell’arte, ad esempio, non si fossero resi conto che la bilancia in mano alla donna nel dipinto di Vermeer è vuota (per cui in fondo la donna non sta affatto pesando), l’interpretazione ulteriore non avrebbe forse mai preso la

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