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Amarsi da vecchi: e credere nell'incredibile
Amarsi da vecchi: e credere nell'incredibile
Amarsi da vecchi: e credere nell'incredibile
E-book152 pagine1 ora

Amarsi da vecchi: e credere nell'incredibile

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Info su questo ebook

Giunto all'età di 86 anni – e con oltre 66 anni di amore coniugale - durante i quali l’autore ha scritto oltre 25 libri (senza contare articoli di giornale, conferenze, e conversazioni di vario tipo), svolto attività sia professionali che imprenditoriali e girato per il mondo, si accorge ogni giorno di più che la vita vivente non può essere nascosta sotto una coltre o lasciata svanire nel lento rarefarsi di memorie non condivise, perché non è possibile sentirsi avvolti da una tale densa atmosfera senza tentare di comunicarla.
“Oggi, che sembra di moda l'amore usa e getta, qualcuno deve pur testimoniare che è ancora possibile coltivarlo per l'intera vita. Così, con la mia sposa, abbiamo deciso di provarci noi, nella speranza di stimolare anche altri a farlo”.
Un libro per tutti gli sposi, giovani e meno giovani, che qualcuno probabilmente troverà provocatorio - e forse lo è – ma che comunica con grande passione esperienze viventi e vissute.
LinguaItaliano
Data di uscita20 dic 2017
ISBN9788827538548
Amarsi da vecchi: e credere nell'incredibile

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    Amarsi da vecchi - Antonio Thellung

     ANTONIO THELLUNG

    AMARSI DA VECCHI

    e credere nell'incredibile

    Gribaudi

    Piero Gribaudi Editore

    Proprietà letteraria riservata

    copyright 2017 Piero Gribaudi Editore srl

    Via C. Baroni, 190 - 20142 Milano

    Copertina di Ideasse

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    email: info@gribaudi.it

    Dello stesso autore presso le nostre edizioni:

    Il sapore dell'amore clonato, Racconto di vita coniugale

    Nel nome di un Cristo clonato, Racconto simbolico fantareligioso

     PER INIZIARE

    Con l'esperienza si apprendono tante cose, e invecchiando il bagaglio di conoscenze aumenta sempre più. Giunto ora all'età di 86 anni durante i quali ho letto molto, studiato parecchi testi, scritto oltre 25 libri (senza contare articoli di giornale, conferenze, e conversazioni di vario tipo); e dopo aver attraversato mari, visitato continenti, paesi, città, siti archeologici, meraviglie della natura; e praticato per lunghi anni l'automobilismo sportivo con grandi successi e cocenti sconfitte; e dipinto in abbondanza non senza il lustro di qualche mostra prestigiosa (ma anche di qualche stroncatura); e svolto diverse attività, sia professionali che imprenditoriali, alcune brillanti ma altre fallimentari; e anche dopo aver convissuto per oltre vent'anni in una comunità di famiglie e dedicato alcuni decenni all'assistenza domiciliare a malati terminali; penserei di avere accumulato un abbondante bagaglio di esperienze. 

    Tuttavia potrei dire che da tempo sento crescere sempre più l'incertezza (per non dire inquietudine). Perché mi accorgo ogni giorno di più che le conoscenze non sono mai sufficienti per spiegare il senso dell'esistenza, né per sciogliere i punti interrogativi e acquietare le insaziabili curiosità che sento crescere col passare del tempo. Anzi, a pensarci bene, direi che tutto quel che ho vissuto mi appare straordinariamente incredibile.

    La cosa più strana, però, è sapere di avere ormai sulle spalle oltre 66 anni d'amore coniugale, che mi ha permesso di trasmettere i miei cromosomi a quindici discendenti tra figli (3), nipoti (8) e bisnipoti (4), con età variabile da 1 a 63 anni. So bene che parlare di un amore che continua a funzionare perfino da vecchi mi renderà antipatico a molti, col rischio di venir considerato uno sbruffone contaballe. Ma la vita vivente non può essere nascosta sotto una coltre o lasciata svanire nel lento rarefarsi di memorie non condivise, perché non è possibile sentirsi avvolto da una tale densa atmosfera senza tentare di comunicarla. Tanto più oggi, che sembra di moda l'amore usa e getta, qualcuno deve pur testimoniare che è ancora possibile coltivarlo per l'intera vita. Così, con la mia sposa, abbiamo deciso di provarci noi, nella speranza di stimolare anche altri a farlo.

    Per questo non posso tacere, perché quel che la sorte mi ha riservato sembra proprio un'esperienza che travalica i limiti umani. Prendetemi pure per un visionario, cosa che potrebbe anche essere vera sul piano razionale, ma rispetto al cuore che batte, le valutazioni mutano radicalmente di significato, immergendosi nell'incredibile. 

    Riflettendo poi sul nostro tenerissimo amore (che definirei incredibile se non lo sperimentassi personalmente), il pensiero mi è andato alle tante e tante incredibili stranezze esistenti nel mondo. Così, mettendone a fuoco alcune mi sono reso conto che un amore coniugale ad libitum, come quello che mi accompagna in permanenza, non è più strano di molte altre stravaganze. Qualcuno probabilmente troverà provocatorio questo scritto, e forse lo è, anche se la mia intenzione è semplicemente quella di comunicare esperienze viventi e vissute.

    Aggiungerei solo che, al di là di qualsiasi valutazione esistenziale o etica, è lo stupore che più mi accompagna quotidianamente in questo mio finale di stagione. Perciò spero nella benevolenza dei lettori, perché non è facile raccontare eventi straordinari. 

    UN INCREDIBILE AMORE CONIUGALE

    Parte prima

    Chi coltiva l'amore

    non perderà la sua ricompensa.

     Capitolo 1

    Circa un secolo fa il geniale Teilhard de Chardin sosteneva che nel nostro stupefacente mondo «solo il fantastico ha possibilità di essere vero», e da allora molte nuove scoperte sembrano dimostrare che aveva proprio ragione. Prendiamo, ad esempio, l'evoluzione cosmica: gli scienziati dicono che circa tredici miliardi di anni or sono c'è stata una grande esplosione, il cosiddetto big bang, che ha lanciato nello spazio tutto quel che esiste. Da allora l'universo ha cominciato a evolversi formando ammassi di materia, galassie, stelle, pianeti e altro, consentendo via via il consolidarsi di sempre nuove realtà fino alla vita che conosciamo, almeno qui sulla terra. 

    Si può dire che la preistoria umana sia cominciata con l'evoluzione dei primati, attraverso l'Australopiteco, l'Homo habilis, l'Homo erectus, l'uomo di Neanderthal, durante un periodo di tempo che va da 5 milioni a 200 mila anni or sono. E poi ancora l'uomo Sapiens (circa 100.000 anni fa), fino allo spuntare del Sapiens-Sapiens, nostro progenitore diretto, intorno ai 25 mila. 

    Non molto dopo comincia la storia, più o meno al tempo delle piramidi (circa 6.000 anni fa). Poi la fondazione di Roma (750 a.C.), Giulio Cesare e Gesù Cristo (più o meno anno 0), Carlo Magno (800 d.C.), Galileo (1600), Napoleone (1800), per nominarne solo alcuni e mettere qualche punto fermo. 

    Insomma, nel complesso della realtà cosmica, tutto il tempo della nostra storia appare come un piccolo flash, che tuttavia penso sia difficile da valutare nella sua reale proporzione, perché le nostre esperienze di vita ci fanno percepire i miliardi di anni, ma anche solo i milioni o le centinaia di migliaia, come date incommensurabili, e quindi astratte. Perciò, per comprenderne meglio il peso e l'importanza, proverei a rapportare l'intera evoluzione, dall'inizio a oggi, a un solo anno solare. 

    Ipotizziamo che il big bang sia avvenuto all'ora zero del primo gennaio, e proviamo a immaginare di essere a mezzanotte del 31 dicembre dello stesso anno. Quando, secondo tale proporzione, avrebbe cominciato a vivere l'Australopiteco? Ogni volta che ci penso rifaccio più volte i conti, perché il tempo corrispondente sarebbe meno di 3 ore fa. L'uomo di Neanderthal, poi, ci avrebbe lasciati soltanto da 8 minuti, l'Homo sapiens da quattro e il Sapiens-Sapiens avrebbe cominciato la sua avventura soltanto da un minuto (un minuto!). 

    Proseguendo poi nel rapportare il tempo totale dell'evoluzione a un solo anno, si scopre che le piramidi sarebbero state costruite 12 secondi or sono, Roma fondata soltanto da 7, Giulio Cesare e Gesù Cristo vissuti 5 secondi fa, Carlo Magno 3, Galileo 1, Napoleone soltanto mezzo. Quanto a me, ora capisco che la mia lunga vita sarebbe pari a due decimi di secondo. E dato che già prima di questo calcolo mi sentivo piccolo piccolo, ora che lo so fatico proprio a immaginare di esistere davvero. E così mi ritrovo immerso nel fantastico. 

    Eppure, tra le stravaganti curiosità che riempiono la nostra vita, non esito a confessare che il massimo dello stupore lo provo ogni mattina quando mi faccio la barba. Il pensiero che quella figura lì davanti, nello specchio, sono proprio io mi fa capire che l'incredibile è una concreta realtà. Mi stupisce non il fatto di essere proprio io, ma la stranezza di esistere: mi meraviglierei di essere chiunque. E tanto più se penso a quanto sia complessa la mia struttura fisica, che proprio per questo mi viene spontaneo definire assolutamente incredibile. 

    Mi domando: non è forse stupefacente che il cuore batta giorno e notte senza interruzione, e il sangue circoli nelle vene senza sosta, e i polmoni non si stanchino mai di pompare ossigeno? Ma poi, per credere a quanto dicono gli scienziati, se prendo atto che un corpo umano di 70 chilogrammi come il mio è composto da circa quarantamila miliardi di cellule, che dovrei pensare? Quarantamila miliardi! Quanto deve faticare una povera mente umana per credere che sia proprio vero? 

    E per di più, tutte con lo stesso DNA, tutte riprodotte per duplicazione da un'unica prima cellula, capace di programmarsi in modo da trasferire lo stesso codice genetico a tutte le altre. Inoltre, poi, questo numero così incredibile ne suggerisce un altro ancor più grande, se voglio tener conto che ogni cellula è formata da numerosi atomi, tanto che, se volessi contarli, raggiungerei l'inquietante cifra di sette miliardi di miliardi di miliardi. 

    Ma non basta ancora, perché ogni atomo è a sua volta formato da componenti più piccole. Così dovrei concludere che la mia povera vecchia carcassa è formata più o meno da cento miliardi di miliardi di miliardi di particelle elementari. Come potrei crederci così, a cuor leggero? E torno a domandarmi se le mente umana sia in grado di considerare credibile la realtà. 

    Ricordo di aver letto, parecchi anni fa, un astruso racconto di fantascienza che parlava di un'equipe di medici ricercatori che era riuscita a mantenere in vita un cervello umano isolato dal resto dell'organismo, e attraverso un complesso programma tecnologico riusciva a interrogarlo ricevendo in cambio risposte basate solo sulla pura logica mentale, libera da altri condizionamenti. Finché un giorno decisero di sottoporgli una serie di coordinate che descrivevano l'essere umano; al che il cervello aveva prontamente risposto: impossibile, una simile realtà non può esistere, si tratta di un'ipotesi assurda

    Potrei aggiungere che l'agglomerato di materia che forma il corpo umano mi sembra ancor più astruso e incredibile se tengo conto che ognuno di noi

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