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L’anima nel bicchiere
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L’anima nel bicchiere
E-book48 pagine31 minuti

L’anima nel bicchiere

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Info su questo ebook

Può il pensiero continuare a esistere senza un corpo? Cos’è che ci definisce come esseri umani? In cosa consiste la bioetica e quali sono le sue principali implicazioni? Sono solo alcune delle domande a cui Arrigo Fava del Piano prova a dare risposta in questo breve ma denso racconto filosofico, il cui protagonista è un cervello che viene separato da un corpo ormai senza vita. Mentre attende di andare incontro al proprio destino, quello di essere trapiantato in un altro corpo, il cervello si lascia andare a riflessioni sulla sua condizione e, per estensione, a considerazioni su temi particolarmente cari alla filosofia contemporanea che si trova sempre più spesso a guardare alla medicina e più in generale alla scienza e le sue innovazioni.

Arrigo Fava del Piano è nato nel 1946 a Salerno, ma è cresciuto e ha studiato a Napoli. Laureato in Giurisprudenza e specializzato in Diritto Civile, è stato giornalista pubblicista, insegnante di educazione fisica, commissario di polizia, poi avvocato (medaglia d’oro all’ordine forense) e giudice tributario. Sposato, tre figli e sei nipoti, ha lavorato e vissuto a Napoli, Roma, Ferrara, Pisa e Genova. Ha progettato e realizzato numerosi viaggi in quasi tutti i continenti. Oggi vive tra Napoli e Roma, svolgendo ancora attività di consulente legale ma dedicandosi soprattutto alla scrittura.
LinguaItaliano
Data di uscita31 gen 2023
ISBN9788830677548
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    L’anima nel bicchiere - Arrigo Fava del Piano

    cover01.png

    Arrigo Fava del Piano

    L’anima nel bicchiere

    SECONDA EDIZIONE

    © 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-7211-6

    I edizione febbraio 2023

    Finito di stampare nel mese di febbraio 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    L’anima nel bicchiere

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: "Che me ne

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