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Colonization Ring
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E-book102 pagine1 ora

Colonization Ring

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VERSIONE INTEGRALE.

In un futuro profondo, una donna viene risvegliata da un sonno durato anni. Inizialmente i ricordi per lei sono soltanto schegge.
Ma quando con il tempo iniziano a dipanarsi le nebbie, scopre di essere stata mandata dalla Terra verso una lontanissima stella, oltre i confini dell'universo colonizzato.
E' stato trovato qualcosa su un freddo pianeta del sistema stellare di Procyon, 11,3 anni luce dal Sole.
La discesa verso un oblio inevitabile, porterà la donna a far luce su una realtà inaspettata e nuova, ma forse inacettabile.
LinguaItaliano
Data di uscita17 giu 2016
ISBN9786050459487
Colonization Ring

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    Anteprima del libro

    Colonization Ring - Marco Tison

    I P a r t e

    1

    Lontano da casa

    Dicono sia una fortuna sfacciata non serbare memoria dei primi attimi della propria vita. Non sappiamo se abbiamo provato paura o dolore nell’istante in cui siamo stati scaraventati in questo mondo, perché è un trauma che, nei nostri ricordi, ci viene risparmiato.

    Ma io, a discapito della natura, mi ritrovo in quella che a tutti gli effetti è una bizzarra situazione. Ero morta senza ogni ragionevole dubbio, e sono ritornata alla vita.

    Come questo sia successo è perso in uno dei tanti ieri. Il mio "secondo ritorno", così l’ho chiamato, è stato un giorno impalpabile e lontano. Anche se è meno di un ricordo, la sensazione è che fossi stesa su un lettino, inerme. Il mondo era avvolto da un bianco così intenso che i miei occhi, troppo sensibili, sembravano perforati continuamente da lame di vetro. Di questo sono più che sicura, tutta quella luce mi avrebbe accecata.

    Poi, per mio sollievo, è discesa una lunga notte, e nelle sensazioni ancora nebulose, non so più quanto tempo sia passato.

    Molto, molto dopo è iniziato il formicolio. Alle mani, poi alle braccia. E a crescere un dolore ha iniziato a propagarsi a tutto il corpo. Sono certa sia stato questo ad avermi destata, perché, come capita talvolta riemergendo improvvisamente da un sogno profondo, è stato uno shock a darmi coscienza di me. E allora il cuore ha iniziato a battermi forte.

    E come per istinto, ho cercato di capire chi fossi, dove mi trovassi. Ma aprivo cassetti vuoti, senza trovare nessuna risposta, mentre il mio stesso corpo mi imprigionava. E nel dolore, mi è montata la paura di non riuscire a dipanarmi dalla confusione.

    So di aver urlato, o di aver tentato, facendo uscire solo suoni rotti, straziati, prima che una voce sconosciuta e lontana mi venisse incontro. Parole in una cadenza delicata, mi volevano calmare, cullare.

    Dei primi istanti della mia seconda vita non posso dire molto altro, se non che fu tremendamente penoso riaprire gli occhi, ma con il passare delle ore (dei giorni?) quel riverbero bianco nella stanza divenne meno intenso. E poi scomparve.

    Il dolore fisico fu soltanto un evento estemporaneo, imprigionato in un ricordo. Ma questo, come detto, avvenne uno dei tanti ieri.

    Scoprire dove mi trovassi, e soprattutto quanti anni fossero passati, per quanto sconvolgente, fu la sfida psicologica più difficile da affrontare.

    2

    Oggi, giovedì 25 marzo, so chi sono, e cosa ci faccio qui. Ho iniziato a muovermi con molta più disinvoltura. Scendo dal lettino, dove riposo, con una discreta regolarità. Per certi versi i miei spostamenti sono ancora lenti ed impacciati, ma è già qualcosa a sei giorni dal "risveglio".

    Solitamente si impiega molto più tempo a riacquistare le forze necessarie, ma il quadro clinico evidenzia una discreta integrità fisica. Il mio corpo è più forte e vigoroso di quanto mai sarei riuscita ad immaginare, e non posso che esserne meravigliata se penso che gli ultimi sette anni della mia vita li ho passati nelle vasche di stasi del crio-sonno.

    L’Overmaind, il nostro megacomputer, è la figura di riferimento che accompagna il decorso del mio post-risveglio. Dice che in questi sette anni sono invecchiata solo di un paio di mesi, ma è un arrotondamento per eccesso. Anche per Overmaind il mio recupero ha del miracoloso, e per una donna non può che essere lusinghiero sentirsi dire che ne’ il tempo, ne’ lo spazio, sono riusciti a portarle via la giovinezza del proprio aspetto.

    Nel "tempo reale sette lunghissimi anni sono trascorsi senza che potessi minimamente accorgermene. Per me, e il mio tempo soggettivo, non vi è memoria di questo abisso temporale. In quelli che sono i miei ricordi soltanto dieci giorni fa ero sulla Terra, o meglio, nell'orbita della Terra. In attesa della partenza. Rivivo ancora quei momenti, gli ultimi prima che tutto il mondo si fermasse, si congelasse. Una straziante ma umana tensione ad accompagnare le giornate cariche di lavoro. Gli estenuanti preparativi per l'accensione dei motori Alcubierre-Planck e il raggiungimento del loro regime ottimale a precedere il balzo nel vuoto della Fomalhaut".

    La Fomalhaut, ecco dove mi sono risvegliata. Su una grandiosa nave interstellare che ora mi circonda e mi protegge. L'orgoglio del nostro pianeta, e il mio personale visto che ne sono il capitano. Con me, soli nell'universo, un equipaggio di altre tre donne e quattro uomini.

    Anche se per anni si sono sprecate parole sulla nostra missione, giudicata la più grandiosa mai intrapresa dal genere umano, non so se credere fino infondo a questo carico di aspettative e lusinghe. Ma è innegabile che stiamo compiendo qualcosa di incredibile. La Fomalhaut è stata programmata per raggiungere il sistema stellare di Procyon, poiché è stato trovato "qualcosa" sul suo quarto pianeta. Qualcosa che potrebbe rimettere in discussione le teorie sulla presenza della vita nell'intero universo.

    Il nostro lavoro è per la maggior parte mistero. Tutto ci viene celato dalle memorie indisponibili di Overmind. Al momento opportuno saranno diramate le informazioni ritenute necessarie. Ma non posso nascondere il mio desiderio di sapere. O il timore di scoprire cosa c'è realmente su Procyon che abbia reso necessaria la presenza di un equipaggio umano, anziché

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