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Dante, Bice e il Marzocco di Firenze
Dante, Bice e il Marzocco di Firenze
Dante, Bice e il Marzocco di Firenze
E-book50 pagine29 minuti

Dante, Bice e il Marzocco di Firenze

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Info su questo ebook

La Firenze del 1.300 assiste ad un miracolo accaduto realmente. Dante e Bice bambini se la devono vedere con un leone feroce. Tra diavoli, angeli, miti e leggende che ancora oggi vivono a Firenze, i due bambini scrivono una pagina della storia della città più bella del mondo. Un racconto avvincente da vivere tutto di corsa, tra gli odori, i colori e i sapori delle strade medioevali, che fa ridere ed emozionare. Per bambini di tutte le età. Il primo racconto della trilogia “Dante e Bice a Firenze”. Contiene 13 illustrazioni.
LinguaItaliano
Data di uscita27 feb 2018
ISBN9788827581988
Dante, Bice e il Marzocco di Firenze

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    Anteprima del libro

    Dante, Bice e il Marzocco di Firenze - Carlo Ciceroni

    Ringraziamenti

    Aringhe a colazione

    << Allora? La finisci o no la colazione?>>.

    La mamma di Dante stava per perdere davvero la pazienza. Da mezzora suo figlio cercava di prendere tempo in ogni modo. Quella domenica mattina Monna Bella aveva anche cercato di stuzzicargli l'appetito con un piatto diverso dal solito. Sino ad allora però Dante aveva solo sbocconcellato con poca convinzione qualcosa qua e là. Mentre gli si rivolgeva la mamma continuava a lavare i piatti che erano rimasti nel lavandino dalla sera prima. Voltava le spalle a suo figlio, ma riusciva ugualmente a controllarne ogni mossa. Lo vedeva che si reggeva svogliato la testa e che non aveva alcuna intenzione di finire la sua colazione. Dante da parte sua sapeva bene di essere osservato. Secondo lui la sua mamma aveva il potere soprannaturale di vedere anche dietro di sé. Non si sarebbe meravigliato se un giorno le avesse scoperto un terzo occhio proprio dietro la testa!

    <> disse alla fine Dante sconfortato.

    <puzza! Mangia che ti fa bene al cervello!>>.

    Il bambino però non aveva tutti i torti: le due aringhe affumicate che aveva davanti a sé puzzavano veramente da morire. Nel 1271 i frigoriferi non erano ancora stati inventati e quindi si mangiava solo quello che si conservava bene da sé. Per questo motivo le aringhe, salate e affumicate, erano un cibo molto comune. Ma a Dante quei due pesciacci, smorti e puzzolenti, proprio non andavano né su né giù, soprattutto di prima mattina! Aveva anche provato a berci insieme il latte. Per due volte aveva vuotato la coppa che la mamma gli aveva messo davanti. Per un attimo gli era sembrato di riuscire a ingoiare il pesce più rapidamente, ma poi… niente, non era servito a nulla!

    Le due povere aringhe lo guardavano con occhio spento, tristi anche loro. Se ne stavano lì, immobili e giallastre nel suo piatto, immangiabili.

    <> incalzò la mamma.

    Monna Bella ci teneva tantissimo ad arrivare in orario all’inizio della funzione religiosa, come la maggior parte delle gentildonne di Firenze. In realtà, però, la mamma di Dante aspettava con impazienza soprattutto la conclusione della cerimonia. Alla fine avrebbe potuto scambiare con le altre dame un po’ di notizie -i più maligni potrebbero leggere pettegolezzi- su quello che stava succedendo in città. A quei tempi, inutile dirlo, neanche la radio e la televisione erano state ancora inventate. Questo rendeva necessario, oltre che piacevole,

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