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Sulle tracce del mio lupo: Viaggio in Abruzzo via terra e via mare
Sulle tracce del mio lupo: Viaggio in Abruzzo via terra e via mare
Sulle tracce del mio lupo: Viaggio in Abruzzo via terra e via mare
E-book69 pagine57 minuti

Sulle tracce del mio lupo: Viaggio in Abruzzo via terra e via mare

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Info su questo ebook

L'autore ci porta, attraverso i suoi pensieri e le sue sensazioni, in un viaggio via terra e via mare attraverso i luoghi e le tradizioni dell'Abruzzo, regione che attrae molti turisti e viaggiatori per la sua conformazione geografica. 
LinguaItaliano
Data di uscita25 mag 2018
ISBN9788828328421
Sulle tracce del mio lupo: Viaggio in Abruzzo via terra e via mare

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    Anteprima del libro

    Sulle tracce del mio lupo - Stefano Sicurani

    Ringraziamenti

    Premessa

    Sulle tracce del mio lupo.

    Prima del racconto vero e proprio, ci tengo a spiegare il perché della scelta di questo titolo. La motivazione è duplice: un aspetto è più materiale, mentre l’altro ha una caratteristica più spirituale. Quanto abuso viene fatto, oggi, di questo termine. Figli del bianco e nero, di una mentalità forzatamente dualista e categorizzante, tendiamo sempre a vedere gli estremi delle cose, escludendo una visione unitaria del tutto. Ciò vale per ogni contesto. Nel caso specifico, la spiritualità viene contenuta in una serie di regole e dogmi da imparare come una filastrocca della scuola elementare, nell’assurda pretesa da parte dell’uomo di adattare alla sua mentalità un aspetto molto più grande di lui; oppure, nell’altro senso, la spiritualità viene svuotata di ogni suo significato, cedendo ad un panteismo indefinito, superficiale e commercializzato. Non brillando poi, di certo, per la sua profondità e per i suoi tempi di riflessione, il dominante pensiero consumistico dell’ homo videns, nelle epoche di confusione e silenzio spirituale ognuno può ergersi a profeta.

    Di costoro ne ho conosciuti molti, e mi hanno insegnato cosa non avrò mai la presunzione di diventare. Anche perché non potrei: sono troppo fallibilmente umano e mi va bene così. Senza troppe grandi pretese, dunque, spiego le mie motivazioni.

    Era inverno, la stagione che tollero di meno, ma che regala momenti di purezza e limpidezza come quelle giornate completamente serene che si alternano a notti in cui nel firmamento le stelle brillano più che mai. In quella giornata di Febbraio la neve aveva cessato di cadere il giorno precedente e il Sole si accingeva a tramontare riflettendo la sua luce rossa sull’anfiteatro dell’antica città di Amiternum. L’Alta Valle dell’Aterno, in provincia di L’Aquila, ricoperta da quel manto bianco, ricordava quel giorno più una distesa Artica che un luogo di una regione Italiana. Pareva di trovarsi sullo scenario di uno di quei film in cui nella desolazione e nel freddo spunta improvvisamente un gioiello di qualche antica civiltà perduta.

    Del resto l’Abruzzo è sempre stato luogo di riprese di molte pellicole, da Ladyhawke ai film di Bud Spencer e Terence Hill.

    Nel raggio di molti km le uniche due presenze umane eravamo io e un contadino a bordo di una jeep che tornava dalla sua terra nelle vicinanze. Mentre seguivo le impronte che avevo lasciato nel tragitto di andata, ad un certo punto i miei occhi erano stati catturati da una magnifica e solitaria presenza a ridosso di un piccolo colle: era lì, il lupo, ricoperto da un manto grigio e con il colore del fuoco che i suoi occhi mostravano. Che cosa lo aveva portato così in campagna, vicino alla civiltà? Poco importava, perché ero pieno di gratitudine nei confronti della strada per avermi concesso un dono del genere.

    Era stato solo un attimo: io lo fisso, lui fa altrettanto, drizza le orecchie, per poi voltare la testa e andarsene su un sentiero verso il bosco.

    Dove voleva condurmi? Quel mitico animale, ammantato di storie e di credenze di popoli lontani, che lo consideravano uno spirito guida? Il Sole stava tramontando, le sue zampe si dirigevano proprio lì, verso Ovest.

    " The West is the best", scrive Jim Morrison. Terra lontana e piena di fascino, è sempre stata la maggior attrazione della mia vita. La mia intera esistenza ruota attorno all’Ovest.

    L’Ovest del Cammino di Santiago, la Rotta delle Stelle, come la chiamo nel diario che ho scritto in occasione di quel magnifico viaggio compiuto. La direzione per i Caraibi, le isole che ho sempre sognato: sputi di terra nell’Atlantico che un tempo furono le prime repubbliche non riconosciute che non battevano alcuna bandiera, fondate da uomini che tra le proprie fila avevano grandi sognatori di un mondo diverso. Su tutti, il capitano Henry Morgan, il re dei pirati. Le distese desertiche su cui corrono strade senza tempo e senza fine, su cui passano bikers e viaggiatori di ogni sorta, e che un tempo furono teatro di episodi che più tardi avrebbero ispirato alla realizzazione dei western. Le stesse lande che videro l’alba ed il tramonto di tribù dalla saggezza millenaria. La California, il suo mare e tutti i luoghi dove è nato il punk-rock, il genere musicale che amo suonare e che mi ha letteralmente salvato la vita in circostanze ormai passate.

    Tutto questo era passato davanti a me in un solo attimo. Forse quel lupo voleva proprio trasmettermi questa ispirazione? Non ne avrò mai la certezza ma, grazie alla passione per la scrittura e la composizione di canzoni, ho imparato che l’ispirazione va sempre assecondata; in quel momento è il cuore che parla con il suo linguaggio più puro, e va sempre ascoltato.

    L’altra ispirazione, quella più terrena, deriva dal fatto che il lupo è sempre stato un animale simbolo dell’Abruzzo. Libero e selvaggio, si aggira indisturbato per km e

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