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Lo stesso cielo: poesie sulle ragioni umane
Lo stesso cielo: poesie sulle ragioni umane
Lo stesso cielo: poesie sulle ragioni umane
E-book171 pagine1 ora

Lo stesso cielo: poesie sulle ragioni umane

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Info su questo ebook

Racconti di uomini, di donne e bambini, visti da vicino e diventati poesie. Per comunicare unione, umanità e speranza. Ho voluto raccontare, in prosa e in poesia, un tema d'attualità come l'immigrazione, sperando che aiuti a capire un po' di più e che permetta, almeno a qualcuno, di ricordare che siamo tutti umani.

Prefazione a cura di Luca Bauccio. Volume in lingua italiana e spagnola.
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2018
ISBN9788828338635
Lo stesso cielo: poesie sulle ragioni umane

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    Lo stesso cielo - Lisette Fernandez

    Lisette Fernandez

    Lo stesso cielo

    poesie sulle ragioni umane

    Volume pubblicato da Borella Edizioni

    borellaedizioni@gmail.com

    Traduzione, editing e impaginazione a cura di Floriana Quaretti

    UUID: 327708ae-746e-11e8-a23e-17532927e555

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Prefazione

    Introduzione

    Il futuro non lo so

    Il lungo viaggio

    03 Ottobre

    Il cammino dei profughi

    La solitudine

    Nella grande tenda

    Cosa rara

    Gli invisibili

    Confini

    Viaggio di fortuna

    Il tempo che se ne va

    Lo stesso cielo

    Il fiore

    I figli tristi dei profughi

    Domanda alla Luna

    Raccontami di te

    Notte gelida

    Primavera

    L'angelo

    Pensieri propri

    Ricostruisciti

    Io credo

    La dote della sposa

    La sposa

    Volteggiare tra le nuvole

    L'amore cos'è?

    Se i nostri sguardi si incrociassero

    Sala d'arrivo

    La principessa di casa

    Senza pensieri

    Confessa

    È nata

    Giocare alla pace

    A Garibaldi

    Miracolo di Natale

    Il mio viatico per te

    Riposo

    Le parole uccidono

    Mi dispiace mamma, l'Europa è lontana

    Quando si è madre

    Il migrante

    Epidemia

    Versìon en Español

    Prólogo

    Introducción

    El futuro no lo se

    El largo viaje

    03 de octubre

    El camino de los refugiados

    La soledad

    En la grande carpa

    Cosa rara

    Los invisibles

    Confines

    Viaje de buena suerte

    El tiempo que pasa

    El mismo cielo

    La flor

    Los hijos tristes de los prófugos

    Preguntale a la luna

    Cuéntame de ti

    Noche gélida

    Primavera

    El ángel

    Pensamientos propios

    Reconstrúyete

    Yo creo

    El ajuar de la novia

    La novia

    Girando entre las nubes

    El amor que es?

    Si nuestras miradas se cruzaran

    Sala de llegadas

    La princesa de la casa

    Despreocupados

    Confiesa

    Nacio!

    Jugar a la paz

    A Garibaldi

    Milagro de Navidad

    Mi viàtico para ti

    Descanso

    Las palabras matan

    Lo siento mamá, Europa está muy lejos!

    Cuando eres madre

    El migrante

    Epidemia

    Ringraziamenti

    Prefazione

    Lo stesso cielo di Lisette Fernandez è, non esito a scriverlo, un canto politico.

    Questa raccolta non è un semplice insieme di poesie; qui non siamo solo al cospetto del mondo interiore dell’autrice che si disvela tra metafore eleganti e simbolismi preziosi, né nelle pieghe di questi bei versi troveremo, solo, una donna e il suo bisogno di riannodare la memoria attraverso i suoi versi.

    Certo, proprio questo è il compito primario della poesia: creare emozioni, ripescare nel fondo dei ricordi, riattaccare i pezzi rotti della vita; ma qui, cari lettori, vi trovate in un territorio poco frequentato dalla poesia contemporanea, qui siamo nel territorio del ragionamento politico che si esprime attraverso le vibrazioni umane che solo la poesia riesce a produrre con sincerità, delicatezza, credibilità. Canto politico, dicevo, laddove sono le emozioni che spingono le parole a caricarsi della croce ( Raccontami di te) del tempo presente, dell’attualità della modernità, con tutte le sue nequizie, le sue dismemorie, le sue incomprensibili mancanze di ragionamento e di umanità. Nel linguaggio poetico il cielo ( Lo stesso cielo), il sole e la luna che si incontrano ( Domanda alla luna), le nuvole mutevoli ( Volteggiare tra le nuvole) sono metafore che ci portano nei territori dell’amore, della mancanza, del bisogno, della speranza e del dolore sublimati nell’eccellenza delle parole. Qui, queste medesime figure sono però anche e prima di tutto, territorio, spazio, luogo della storia. Per dirla tutta è proprio il territorio inteso quale spazio geografico, politico ed emozionale il tema che domina il flusso poetico di Lisette Fernandez.

    Lì dove c’è un territorio c’è un cammino e dei camminatori che da qualche parte, hanno iniziato un viaggio. E’, questa, una legge del mondo, ci ricorda ad ogni verso l’Autrice. Ma quale è la nozione di territorio che noi moderni abbiamo oggi? Circola, è noto, una nozione di territorio cupa e incubosa, antistorica (lo capiamo benissimo che è così leggendo queste belle e delicate poesie): il territorio come spazio che separa anziché unire, il territorio che respinge quando invece dovrebbe abbracciare, proteggere, difendere; il territorio che sottrare identità annientandola nei ghetti della burocrazia dei permessi soggiorno, dei precedenti ostativi, dei rinnovi negati e delle carte di soggiorno agognate. Questa delicata serie di poesie, legate l’una all’altra con il filo forte di una logica narrativa unitaria, si interroga e ci interroga proprio sul cambio di senso della parola territorio, una parola – si badi - che è alla base del nostro genoma antropologico. Noi siamo viaggio, noi siamo approdo, siamo mondi che si lasciano e mondi che si trovano.

    Non leggete, però, questa raccolta come un libro di poesie sui migranti, sugli extracomunitari, sui barconi.

    Leggete queste poesie, leggetele tutte una dopo l’altra, come un’unica armonica ri-costruzione del nostro io collettivo, come una narrazione possibile e auspicabile su di noi, su chi siamo, su chi siamo stati e su chi rischiamo di diventare. Poesia dopo poesia ci appare chiaro come sia la geografia dei cieli , delle nuvole, del sole e della luna il grande enigma che abbiamo smesso di interrogare; sono proprio il cielo e i suoi imperscrutabili abitanti – le nuvole, il sole, la luna – che abbiamo surclassato con le statistiche, con le sigle di O.N.G., con i giubbotti salvagente arancioni, con le parole misteriose, con le proteste insensate ad essere ancora lo spazio vitale dell’uomo. Ma questo armamentario mediatico e pseudo scientifico, lo capiamo ancora di più leggendo queste poesie, non ci fa capire nulla di cosa ci sta raccontando l’audacia e la pazzia di un uomo che – a tu per tu con la morte - abbraccia figli e moglie e sfida la morte, l’acqua fino al mento e il cuore pazzo di paura. E’ questa la geografia politica dei luoghi umani, degli spazi dei sentimenti e delle emozioni che queste poesie riportano a inevitabili spazi pubblici di riflessione e condivisione. Per questo, Lo stesso cielo ci appare come una mappa che descrive e dà un senso al cammino, al viaggio, all’approdo intesi come moto della Storia, dell’umanità, di tutti noi. E’ ora, è qui, nella terra della paura e dell’esilio che si materializzano i monti della speranza, i dirupi dello strazio, i fuochi delle tempeste. In mezzo, non lontano, l’apparire dell’orizzonte, icona della Storia, entità che esige senso, ragionevolezza, logica della realtà, Il cammino dei profughi/ non prevede sosta/ è una strada dritta verso un’unica speranza ( Il cammino dei profughi).

    Leggete e rileggete Il cammino dei profughi e vi troverete dentro tutto il realismo di quell’andatura, come un passo dolente di un qualche rito

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