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Il biviere di lentini
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E-book67 pagine45 minuti

Il biviere di lentini

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Info su questo ebook

Le origini, le tradizioni, le evidenze architettoniche del più grande bacino lacustre della Sicilia, totalmente prosciugato per una politica miope e poco lungimirante. La perdita di secoli di tradizioni, cultura e di avifauna.
LinguaItaliano
Data di uscita11 lug 2013
ISBN9788868552862
Il biviere di lentini

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    Anteprima del libro

    Il biviere di lentini - Francesco Valenti

    Premessa

    [...] E vi passano in lunghe file nere le anitre nel nuvolo autunno, e il fiume che luccica quasi fosse di metallo, fra le rive larghe e abbandonate, bianche slabbrate, sparse di ciottoli; in fondo il lago di Lentini, come uno stagno, colle sponde piatte, senza una barca, senza un albero sulla riva, liscio e immobile. Sul greto pascolano svogliatamente i buoi, rari, infangati sino al petto, col pelo irsuto. [...].

    Questa descrizione del Biviere di Lentini di Giovanni Verga, che in un’altra novella lo paragonerà ad un pezzo di mare morto, contribuì ad accrescere, nell’immaginario collettivo degli inizi di questo secolo, l’assioma Biviere = malaria = morte ed a segnarne definitivamente il suo destino.

    La storia della bonifica del Biviere iniziò subito dopo l’unità d’Italia. Il primo progetto di risanamento del lago fu eseguito nel 1876 dall’ingegnere Ferrauto di Augusta, per conto del barone Beneventano. Nel 1879 il Ministero dell’Agricoltura Industria e Commercio incaricò l’ing. Bernardo Gentile di redigere un piano di massima di bonifica. Il progetto Gentile prevedeva, per una spesa complessiva di £ 525.000, la deviazione dell’alveo del Trigona, le cui acque sarebbero confluite nel San Leonardo e il rafforzamento degli argini di quest’ultimo, per evitare disastrose inondazioni. A seguito di ulteriori approfondimenti e studi sul regime delle acque del Trigona, la cui portata, inizialmente ipotizzata dal Gentile di mc 48 al 1, risultò in base alle osservazioni fatte qualche anno dopo dall’ing. Baccarini, di mc 400 al 1, l’importo previsto per la realizzazione delle opere fu stimato £ 1.740.000.

    Data l’esosità della somma l'idea di bonificare il Biviere fu temporaneamente accantonata.

    Nel 1900 il lago di Lentini fu iscritto tra le opere di Bonifica di 1° classe e, l’anno successivo, l’iniziale studio del Gentile fu rivisto dall’ingegnere del Genio Civile, Luca Rossi, che calcolò a soli mc 85 al 1 il regime idrico del Trigona, riducendo conseguentemente anche le previsioni di spesa per la realizzazione delle opere. Il piano di bonifica fu poi parzialmente finanziato con i Regi Decreti del 26 dicembre 1902 e del novembre del 1903. Si iniziarono quindi i lavori per la sistemazione degli argini del San Leonardo, ma a seguito di ulteriori indagini idrologiche, che stimarono la portata del Trigona di mc 115 al 1, e di sopravvenute difficoltà economiche, i lavori furono sospesi.

    Il 10 settembre 1923 fu presentato dalla Società Italiana per le Condotte di acqua, un progetto che prevedeva di prosciugare con una serie di canali e collettori, i due terzi del Biviere e di realizzare, per evitare l’impoverimento della falda idrica del San Leonardo, un bacino artificiale con il restante terzo, la cui capacità, elevandone la profondità, sarebbe stata pari a quella del vecchio Biviere. Le acque raccolte sarebbero state quindi utilizzate per uso irriguo.

    Quasi contemporaneamente, il 14 settembre 1923, fu presentato dall’ing. Angelo Omodeo, per conto della Società Italiana per le bonifiche ed irrigazioni, che nel frattempo stava lavorando al prosciugamento del vicino Pantano di Lentini, un piano di opere, che prevedeva l’innalzamento del livello delle acque del lago e la parziale inondazione di alcuni terreni posti nella parte meridionale del bacino. L’elevazione del livello delle acque e l’aumento della superficie inondata sarebbe avvenuto con la realizzazione di una galleria, che attraversando il poggio Nero e il poggio Labiata (a nord del Biviere), avrebbe fatto confluire le acque del Gornalunga nel lago. L'acqua raccolta nel Biviere sarebbe poi stata utilizzata per irrigare i terreni della Piana e dei pantani di Lentini e del Gelsari.

    Qualche mese più tardi, il 18 novembre del 1923, fu infine pubblicato un terzo progetto, ad opera del barone Giuseppe Beneventano e dell’ing. Vincenzo Pisano, che riprendeva sostanzialmente il vecchio progetto di Luca Rossi.

    La lunga diatriba iniziata dopo l’unità d’Italia e durata più di mezzo secolo, che vide

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