Intorno alla Luna: Ediz. integrale con note
Di Jules Verne
()
Info su questo ebook
Jules Verne
Jules Verne (1828-1905) was a French novelist, poet and playwright. Verne is considered a major French and European author, as he has a wide influence on avant-garde and surrealist literary movements, and is also credited as one of the primary inspirations for the steampunk genre. However, his influence does not stop in the literary sphere. Verne’s work has also provided invaluable impact on scientific fields as well. Verne is best known for his series of bestselling adventure novels, which earned him such an immense popularity that he is one of the world’s most translated authors.
Correlato a Intorno alla Luna
Titoli di questa serie (51)
Le avventure del barone di Münchhausen: Ediz. integrale illustrata Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl giardino segreto: Ediz. integrale Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I pirati della Malesia: Ediz. integrale Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Pollyanna: Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPattini d'argento: Ediz. integrale Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Piccole donne crescono: Ediz. integrale Valutazione: 4 su 5 stelle4/5L'isola del tesoro: Ediz. integrale Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I viaggi di Gulliver: Ediz. integrale Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Viaggio al centro della terra: Ediz. integrale Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Cuore: Ediz. integrale illustrata Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI ragazzi della via Pál: Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRobinson Crusoe: Ediz. integrale Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Alice nel paese delle meraviglie: Ediz. integrale illustrata (replica edizione originale) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl giornalino di Gian Burrasca: Ediz. integrale illustrata (replica edizione cartacea) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Corsaro Nero: Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe tigri di Mompracem: Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIntorno alla Luna: Ediz. integrale con note Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl giro del mondo in ottanta giorni: Ediz. integrale con note digitali e link di approfondimento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe meraviglie del Duemila: Ediz. integrale con note e link di approfondimento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTre uomini in barca "per non parlare del cane": Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'ultimo dei Mohicani: Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI misteri della jungla nera: Ediz. integrale con note Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe avventure di Pinocchio: Ediz. integrale parzialmente illustrata Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRobin Hood. Principe dei ladri: Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa regina dei Caraibi: Ediz. integrale con note e link di approfondimento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVentimila leghe sotto i mari: Ediz. ridotta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe due tigri: Ediz. integrale con note Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPiccole donne: Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI tre moschettieri: Ediz. integrale Valutazione: 5 su 5 stelle5/5
Ebook correlati
Intorno alla luna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIntorno alla Luna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIntorno alla Luna - Jules Verne: Seguito di Dalla terra alla luna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Luce Del Cielo: Il Pianeta Dai Due Soli Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLyn: L'origine della colonia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPrimi passi sulla Terra piatta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOltre Orione: Un agghiacciante Romanzo di Mistero, Suspense e Orrore Cosmico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'impero Krison Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Giganti di Marte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAvventure marziane Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStar Pioneer: Kepler 452B Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria dei servizi segreti Valutazione: 3 su 5 stelle3/5I tre volti dell'umanità - La danza del tempo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa guerra dei mondi: include Biografia / analisi del Romanzo / Cinematografia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVentimila leghe sotto i mari Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa dea della luce e altri racconti. Antologia di racconti di fantascienza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa fine del mondo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniApollo 11 In 22 Post Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa vendetta dei marziani Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa guerra dei mondi: Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe Montagne della Follia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVentimila leghe sotto i mari: Ediz. ridotta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa frontiera degli umanoidi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVisionario: Fantascienza e fantasy, #4 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa guerra dei mondi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGli altri di Gaia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe Comete Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniWorlds Beyond The Poles: Physical Continuity Of The Universe Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVentimila leghe sotto i mari (tradotto) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVentimila leghe sotto ai mari Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Classici per voi
L'idiota Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Alla ricerca del tempo perduto Valutazione: 5 su 5 stelle5/5I fratelli Karamazov Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl maestro e Margherita Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Eneide Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl fu Mattia Pascal Valutazione: 5 su 5 stelle5/5La tomba e altri racconti dell'incubo Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La macchina del tempo • L’uomo invisibile • La guerra dei mondi • L’isola del dottor Moreau Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutte le opere Valutazione: 5 su 5 stelle5/5I Malavoglia Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il piacere Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Tutti i romanzi, le novelle e il teatro Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Faust Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa coscienza di Zeno Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Ulisse Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Una stanza tutta per sé Valutazione: 4 su 5 stelle4/5L'arte della guerra Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tutti i romanzi e i racconti Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tutte le fiabe Valutazione: 4 su 5 stelle4/5L'educazione sentimentale: Ediz. integrale Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tutto Sherlock Holmes Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tutti i racconti, le poesie e «Gordon Pym» Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Racconti dell'età del jazz Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Natura delle cose Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe affinità elettive Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I demoni Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Madame Bovary e Tre racconti Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La metamorfosi e tutti i racconti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPoesie. Gitanjali – Il Giardiniere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'isola misteriosa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Recensioni su Intorno alla Luna
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Intorno alla Luna - Jules Verne
Note
CAPITOLO PRELIMINARE
In cui si riassume la prima parte di quest'opera, affinché serva da prefazione alla seconda
Durante dell’anno 186… il mondo fu profondamente scosso da un esperimento scientifico che non aveva precedenti nella storia della scienza. I soci del Gun Club, un circolo di artiglieri fondato a Baltimora dopo la guerra di Secessione americana, avevano avuto l’idea di mettersi in contatto con la Luna (già, proprio con la Luna), inviandole un proiettile. Il loro presidente Barbicane, ideatore dell’impresa, dopo essersi confrontato con gli astronomi dell’osservatorio di Cambridge, pensò a tutto ciò che era necessario per assicurare un risultato positivo allo straordinario tentativo, dichiarato possibile dalla grande maggioranza dei competenti. Ottenne persino, tramite una sottoscrizione pubblica, la cospicua somma di quasi trenta milioni di franchi, che gli permise di dare inizio ai colossali lavori.
Secondo la nota redatta dai membri dell’osservatorio, il cannone destinato a lanciare il proiettile doveva essere collocato in una zona situata tra gli 0° e i 28° di latitudine nord o sud, allo scopo di poter mirare alla Luna allo zenit, e il proiettile stesso doveva essere mosso da una velocità iniziale di dodicimila yard al secondo. Lanciato il 1° dicembre alle ore undici meno tredici minuti e venti secondi di sera, avrebbe dovuto incontrare la Luna quattro giorni dopo la partenza, cioè il 5 dicembre a mezzanotte precisa, nell’istante esatto in cui il satellite si sarebbe trovato al perigeo, vale a dire alla distanza più vicina dalla Terra, equivalente a 86.410 leghe.
I soci più importanti del Gun Club, e precisamente il presidente Barbicane, il maggiore Elphiston, il segretario J. T. Maston e altri scienziati, tennero varie riunioni durante le quali furono discusse la forma e la composizione del proiettile, la collocazione e la natura del cannone, e la qualità e la quantità della polvere che doveva essere impiegata. Dopodiché fu deciso:
Il proiettile sarebbe stato una granata di alluminio del diametro di cento pollici e dello spessore di dodici pollici alle pareti, pesante 19.250 libbre;
Il cannone sarebbe stato una Columbiad in ghisa di ferro, lunga novecento piedi e colata direttamente nel suolo;
La carica avrebbe richiesto quattrocentomila libbre di fulmicotone, le quali, sviluppando alla base del proiettile sei miliardi di litri di gas, avrebbero facilmente trasportato l’ordigno verso l’astro delle notti.
Dopo aver risolto tali questioni, il presidente Barbicane, assistito dall’ingegner Murchison, scelse un punto situato nella Florida tra i 27° 7’ di latitudine nord e i 5° 7’ di longitudine ovest. Fu dunque in questo punto, al termine di lavori monumentali, che la Columbiad venne colata, con esito strepitoso.
Così stavano le cose, quando incapparono in un incidente che centuplicò l’interesse del pubblico per il già tanto atteso tentativo.
Un francese, un parigino singolare, artista traboccante di spirito e di audacia, chiese di essere rinchiuso nel proiettile, per poter raggiungere dentro di esso la Luna e compiere così una ricognizione del satellite terrestre. L’intrepido avventuriero si chiamava Michel Ardan. Arrivato in America, fu accolto con entusiasmo, tenne comizi, fu portato in trionfo, riconciliò il presidente Barbicane col suo grande nemico, il capitano Nicholl, e per sancire tale riconciliazione convinse i due a imbarcarsi con lui a bordo del proiettile.
La proposta fu accettata. Si modificò quindi la forma del proiettile, che divenne cilindroconico, e questa specie di vagone aereo fu munito di potenti molle e di tramezze ammortizzanti, che avrebbero dovuto attutire il contraccolpo della partenza. Esso fu anche provvisto di viveri per un anno, di acqua per alcuni mesi, di gas per qualche giorno: un apparecchio automatico fabbricava e forniva l’aria necessaria alla respirazione dei tre viaggiatori. Frattanto, il Gun Club faceva costruire sulla più alta cima delle Montagne Rocciose un immenso telescopio, che avrebbe consentito di seguire il proiettile nel suo viaggio attraverso lo spazio.
Tutto era pronto.
Il 30 novembre, all’ora stabilita, davanti a milioni di spettatori, avvenne la partenza, e per la prima volta nella storia tre esseri umani, abbandonando il globo terrestre, si lanciarono verso gli spazi interplanetari, con la quasi certezza di raggiungere la meta.
Gli audaci viaggiatori, Michel Ardan, Barbicane e Nicholl, avrebbero dovuto compiere il tragitto in novantasette ore, tredici minuti e venti secondi: di conseguenza, il loro arrivo sulla superficie del disco lunare doveva avvenire il 5 dicembre a mezzanotte, cioè nel momento preciso in cui la Luna sarebbe stata al suo colmo, e non il 4, come avevano annunciato alcuni giornali male informati.
Purtroppo, circostanza imprevista, la detonazione prodotta dalla Columbiad ebbe come effetto immediato di turbare l’atmosfera terrestre, accumulandovi una quantità enorme di vapori. Tale fenomeno suscitò l’irritazione generale, perché la Luna rimase per varie notti velata agli occhi dei suoi osservatori.
Il degno Maston, il più valoroso amico dei tre viaggiatori, partì subito per le Montagne Rocciose accompagnato da Belfast, direttore dell’osservatorio di Cambridge, e raggiunse il posto di osservazione sul Long’s Peak, dove si alzava verso il cielo il telescopio che avvicinava la Luna a due leghe. Il segretario del Gun Club, infatti, voleva poter seguire di persona il viaggio dei suoi coraggiosi amici.
L’accumularsi delle nubi nell’atmosfera impedì qualsiasi osservazione nei giorni 5, 6, 7, 8, 9 e 10 dicembre. Si credette persino, ad un certo punto, che tale osservazione si sarebbe dovuta rimandare al 3 gennaio dell’anno successivo. La Luna, infatti, entrando nel suo ultimo quarto l’11, avrebbe presentato solo una parte decrescente del suo disco, del tutto insufficiente per consentire di seguirvi la traccia del proiettile.
Infine, però, tra la soddisfazione di tutti, una violenta tempesta spazzò l’atmosfera nella notte tra l’11 e il 12 dicembre, e la Luna, parzialmente illuminata, si stagliò nettamente sullo sfondo nero del cielo.
Quella stessa notte veniva lanciato da Maston e Belfast un telegramma, dal posto di osservazione del Long’s Peak, indirizzato ai membri della direzione dell’osservatorio di Cambridge.
Ebbene, che cosa c’era scritto in quel telegramma?
Annunciava che l’11 dicembre, alle ore otto e quarantasette di sera, il proiettile lanciato dalla Columbiad di Stone’s Hill era stato avvistato da Belfast e Maston. Esso, deviato per cause sconosciute, non era giunto a destinazione, passando tuttavia abbastanza vicino alla meta da essere trattenuto dall’attrazione lunare. Infine, il suo movimento rettilineo si era trasformato in movimento circolare, e che esso pertanto, trascinato intorno all’astro delle notti secondo un’orbita ellittica, ne era divenuto il satellite.
Il telegramma aggiungeva che i dati del nuovo astro non avevano ancora potuto essere calcolati, e infatti occorrevano, per determinarli, tre osservazioni che prendessero il proiettile in tre posizioni diverse. Il dispaccio rendeva anche noto che la distanza tra il proiettile e la superficie lunare poteva
essere valutata in circa 2.833 miglia.
Concludeva, infine, formulando due ipotesi: o l’attrazione della Luna avrebbe avuto il sopravvento e i viaggiatori avrebbero raggiunto la meta, oppure il proiettile, confinato in un’orbita immutabile, avrebbe gravitato intorno al disco lunare sino alla fine dei secoli.
Considerate tali alternative, quale sarebbe stata la sorte dei viaggiatori? Era pur vero che avevano viveri per un certo tempo, ma anche ammesso che la loro temeraria impresa riuscisse, come sarebbero tornati? E ci sarebbero riusciti? Si sarebbero avute loro notizie? Questi quesiti, dibattuti da dottissime penne del tempo, appassionarono il pubblico.
Occorre qui fare un’osservazione che dev’essere ponderata dai ricercatori troppo frettolosi. Quando uno scienziato annuncia al pubblico una scoperta di carattere puramente speculativo, la prudenza non è mai troppa. Nessuno è costretto a scoprire un pianeta, una cometa, un satellite, e chi s’inganna in simili casi si espone giustamente al ridicolo della folla. Perciò sarebbe stato meglio attendere. Ed è quanto avrebbe dovuto fare l’impaziente Maston prima di lanciare attraverso l’etere quel telegramma che a parer suo rappresentava l’ultima parola sull’impresa.
Esso conteneva infatti due gravi errori, come fu appurato in seguito:
un errore di osservazione circa la distanza del proiettile dalla superficie della Luna, dato che alla data dell’11 dicembre era impossibile scorgerlo, e quello che Maston aveva visto o creduto di vedere non poteva essere il proiettile della Columbiad;
un errore di teoria sulla sorte serbata al proiettile, in quanto farne un satellite della Luna significava contraddire le leggi della meccanica razionale.
Una sola ipotesi degli osservatori del Long’s Peak poteva avverarsi, quella cioè che prevedeva il caso in cui i viaggiatori (ammesso che fossero ancora vivi) avrebbero combinato i propri sforzi con l’attrazione lunare in modo da raggiungere la superficie del disco.
Ebbene, questi uomini intelligenti, oltre che arditi, erano sopravvissuti allo spaventoso contraccolpo della partenza, ed è del loro viaggio nel vagone-proiettile che racconteremo in queste pagine sin nei più minuti oltre che drammatici particolari. Il racconto in questione distruggerà molte illusioni e previsioni, ma darà un’idea esatta delle disavventure cui è destinata un’impresa del genere, enfatizzando l’intuito scientifico di Barbicane, lo spirito di risorsa dell’industrioso Nicholl e la disinvolta audacia di Michel Ardan.
Esso dimostrerà, inoltre, che il loro degno amico Maston perdeva il proprio tempo, allorché piegato sul gigantesco telescopio si ostinava a studiare il cammino della Luna attraverso gli spazi stellari.
CAPITOLO I
Dalle dieci e venti alle dieci e quarantasette di sera
Allo scoccare delle dieci Michel Ardan, Barbicane e Nicholl si allontanarono dai numerosi amici che avrebbero lasciato sulla Terra. I due cani destinati a perpetuare la razza sui continenti lunari erano già chiusi nel proiettile. I tre viaggiatori si avvicinarono all’apertura dell’enorme tubo di ghisa, e una gru volante li calò sino alla calotta conica del proiettile.
Qui un’apertura fatta a questo scopo diede loro accesso nel vagone di alluminio. Non appena i paranchi della gru furono ritirati dall’esterno, la bocca della Columbiad venne immediatamente liberata delle sue ultime impalcature.
Nicholl, una volta entrato nel proiettile coi compagni, si occupò per prima cosa di chiuderne l’entrata mediante una robusta piastra assicurata dall’interno da possenti viti a pressione. Altre piastre, solidamente inchiavardate, ricoprivano le finestre a lente degli oblò. I viaggiatori, chiusi ermeticamente nella loro prigione di metallo, si trovarono così sprofondati in un’oscurità totale.
«E adesso, cari compagni», disse Michel Ardan, «comportiamoci come se fossimo a casa nostra. Io sono un uomo di casa, e quanto a faccende domestiche non mi batte nessuno. Ora si tratta di trarre ogni possibile vantaggio dal nostro nuovo alloggio, e di metterci comodi. Prima di tutto cerchiamo di vederci un po’ meglio. Diamine! Il gas non è mica stato inventato per le talpe!»
Così dicendo, con l’abituale spensieratezza che lo distingueva, accese uno zolfanello sfregandolo contro la suola della scarpa, quindi lo avvicinò al becco fissato al recipiente nel quale l’acetilene, immagazzinato ad alta pressione, poteva bastare a illuminare e riscaldare il proiettile per la durata di centoquarantaquattro ore, vale a dire sei giorni e sei notti.
Il gas si accese. Il proiettile, così illuminato, apparve come una comoda stanza dalle pareti imbottite, arredata di divani circolari, e dalla volta arrotondata a forma di cupola.
Gli oggetti che si portavano dietro come le armi, gli strumenti, gli utensili, erano saldamente assicurati alle rotondità dell’imbottitura, perché dovevano affrontare senza danno lo scossone della partenza. Erano state prese, insomma, tutte le precauzioni umanamente possibili per condurre a buon fine un tentativo tanto temerario.
Michel Ardan, dopo avere esaminato attentamente ogni cosa, si dichiarò molto soddisfatto della propria sistemazione.
«È una prigione, è vero, ma una prigione viaggiante, e che per giunta dà il diritto di avvicinare il naso alla finestra. Io sarei pronto a firmare un contratto di cento anni di affitto! Ma tu sorridi, Barbicane. A che cosa stai pensando? Credi forse che questa prigione potrebbe diventare la nostra tomba? D’accordo, però io non la cambierei nemmeno con quella di Maometto, che fluttua nello spazio ma non si muove!»
Mentre Michel Ardan era impegnato a parlare, Barbicane e Nicholl si occupavano degli ultimi preparativi.
Quando i tre viaggiatori si furono definitivamente rinchiusi nel proiettile, il cronometro di Nicholl segnava le dieci e venti di sera. Lo aveva regolato a un decimo di secondo su quello dell’ingegner Murchison e, dopo averlo consultato, Barbicane annunciò: «Amici miei, sono le dieci e venti. Alle dieci e quarantasette Murchison farà scoccare la scintilla elettrica sul filo collegato alla carica della Columbiad. In quel preciso momento noi abbandoneremo il nostro sferoide. Perciò ci restano da passare sulla Terra ancora ventisette minuti».
«Ventisei minuti e tredici secondi», precisò Nicholl, pignolo come sempre.
«Benissimo!», esclamò Michel Ardan col suo tono più entusiasta, «Pensate quante cose si possono fare in ventisei minuti! Si possono discutere problemi altissimi di morale o di politica, e persino risolverli. Ventisei minuti spesi bene valgono molto più di ventisei anni d’inattività. Pochi secondi di un Pascal o di un Newton sono più preziosi che non tutta l’esistenza di milioni d’imbecilli…»
«E da questo che cosa ne deduci, eterno parlatore?», gli domandò il presidente Barbicane.
«Ne deduco che ci restano ventisei minuti», rispose Ardan.
«Ventiquattro», precisò Nicholl.
«E va bene, ventiquattro, se proprio ci tiene, mio valoroso capitano», ribatté Ardan, «Ventiquattro minuti durante i quali si potrebbero approfondire…»
«Michel», lo interruppe Barbicane, «durante la nostra traversata avremo tutto il tempo che vorremo per approfondire qualsiasi problema, anche il più arduo. Per il momento, però, pensiamo alla partenza».
«Ma non siamo già pronti?»
«Senza dubbio, tuttavia dobbiamo ancora prendere qualche precauzione per ridurre il più possibile il primo urto».
«Ma non ci sono quegli strati d’acqua sistemati tra le tramezze ammortizzatrici? La loro elasticità non basta a proteggerci in modo sufficiente?»
«Lo spero, Michel», rispose flemmatico Barbicane, «ma non ne sono assolutamente sicuro…»
«Ah, il burlone!», esclamò Michel Ardan, «Lui spera, non ne è sicuro… E aspetta il momento in cui siamo rinchiusi qui dentro per farci questa bella confessione! Io voglio uscire!»
«E in che modo?», domandò Barbicane.
«Già, non è facile. Ormai siamo sul treno e il fischio del capostazione risuonerà tra meno di ventiquattro minuti».
«Venti», lo corresse Nicholl.
I tre viaggiatori si fissarono per alcuni interminabili secondi, quindi passarono a esaminare gli oggetti imprigionati con loro.
«È tutto a posto», annunciò Barbicane, «Ora si tratta di decidere come ci disporremo per meglio sostenere l’urto della partenza. Bisogna impedire per quanto possibile che il sangue ci affluisca alla testa con troppo impeto».
«Esatto», convenne Nicholl.
«In tal caso», incalzò Michel Ardan, pronto a unire l’esempio alla parola, «mettiamoci con la testa in basso e i piedi in alto come fanno i pagliacci da circo equestre!»
«Questo no», disse Barbicane, «Ma se ci stenderemo sul fianco, resisteremo meglio al colpo. Tenete presente che, al momento della partenza del proiettile, esservi dentro o esservi davanti è pressoché la stessa cosa».
«Se si tratta soltanto di un pressoché
, mi sento più sicuro», disse Michel.
«Approvi la mia idea, Nicholl?», domandò Barbicane.
«Decisamente sì», rispose il capitano, «Mancano tredici minuti e mezzo».
«Ma questo non è un uomo», esclamò Michel, «è un cronometro a secondi, a scappamento, a otto fori…»
I suoi compagni, però, già non lo ascoltavano più: stavano prendendo le loro ultime disposizioni con incredibile sangue freddo. Parevano due viaggiatori metodici che, saliti su un vagone normale, cercassero di sistemarsi nel modo più confortevole possibile. Ci si domanda a volte di che sostanza siano fatti i cuori americani che non aggiunge una sola pulsazione con l’avvicinarsi del più spaventoso dei pericoli!
Nel proiettile erano state preparate tre cuccette morbide e al tempo stesso solidamente costruite. Nicholl e Barbicane le trasportarono al centro del disco che formava l’impiantito mobile. Su queste si sarebbero stesi i tre viaggiatori qualche secondo prima della partenza.
Intanto Ardan, incapace di starsene fermo, si rigirava nella sua stretta prigione come una belva in gabbia, un po’ chiacchierando con gli amici, un po’ parlando ai cani, Diana e Satellite, ai quali, come si vede, aveva dato nomi ad hoc .
«Ehi, Diana! Ehi, Satellite!», gridava incitandoli, «Spero bene che insegnerete ai cani seleniti le buone maniere dei cani terrestri, e che farete onore alla razza canina. Perdiana, se dovessimo mai tornare in questo mondo, voglio portare in patria un esemplare incrociato di cane-luna
che farà furore!»
«Ammesso che esistano cani sulla Luna», osservò Barbicane.
«Certo che ci sono», assicurò Michel Ardan, «Ce ne sono come ci sono cavalli, mucche, asini, galline. Scommetto che di galline ne troveremo di certo».
«Cento dollari che non le troveremo», interloquì Nicholl.
«Accettato, capitano», rispose Ardan stringendogli la mano, «Ma, a proposito, ha già perso tre scommesse col nostro presidente, dato che i fondi necessari all’impresa sono stati raccolti, che l’operazione di fusione è riuscita e che alla fine la Columbiad è stata caricata senza incidenti… in tutto fa seimila dollari, se non mi sbaglio».
«Giusto», confermò Nicholl, «Sono le ore dieci, trentasette minuti e sei secondi».
«D’accordo, d’accordo! E va bene, tra un quarto