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Gli altri di Gaia
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E-book264 pagine3 ore

Gli altri di Gaia

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Info su questo ebook

2036: la Terra sta andando incontro all’Apocalisse. Un gruppo di astronauti scopre un pianeta simile, una parte di umanità di salverà.

2336: Gli uomini di Gaia decidono di ritornare sulla Terra, ma faranno i conti con il passato.
LinguaItaliano
Data di uscita15 mag 2017
ISBN9788892665682
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    Anteprima del libro

    Gli altri di Gaia - Graziella Simeone

    cielo".

    Capitolo 1

    Mi chiamo Sam Sullivan, sono professore di antropologia terrestre presso l’Università per le Arti Militari di Roma su Gaia. Ho finito di scrivere il racconto che proporrò al Memoriale che si tiene ogni anno in occasione del 10 ottobre, il giorno che le astroarche atterrarono su Gaia.

    Roma su Gaia fu il primo agglomerato urbano a essere fondato; so che non sono stati molto fantasiosi i nostri avi, ma amavano immaginare di essere ancora sulla Terra e così si limitarono ad aggiungere su Gaia ai toponimi terrestri.

    Dalle immagini in nostro possesso, Roma su Gaia non è come Roma terrestre: qui non c’è storia che trasuda dai muri, l’architettura è essenziale, non c’è stato il tempo per creare opere d’arte, quelle che possediamo e che custodiamo gelosamente sono le stesse che giunsero sulle astrocargo dalla Terra.

    Una enorme strada taglia in due la città: nella parte ovest si trovano abitazioni civili, centri commerciali, sale olografiche, ritrovi comuni, negozi di ogni genere, la zona dei ristoranti e dei caffè, i giardini pubblici. Nella zona est ci sono l’ospedale, la sede del Consiglio del Governo Gaiano, la base militare, molti uffici pubblici dipendenti dal Consiglio.

    Le città sono state costruite in pianta lineare, non esiste centro, per scelta, perché crea differenze sociali con la periferia, è inevitabile.

    Sotto il suolo, una capillare linea di treni a levitazione magnetica trasportano le persone da un capo all’altro della città e fuori, verso le miniere di sale, per accompagnare coloro che ogni giorno si recano a lavorare.

    La paura maggiore che abbiamo affrontato è stata l’estinzione della specie, per questo il primo progetto a essere stato portato a termine fu l’utero artificiale.

    Due categorie di persone vivono sul pianeta: quelle nate da una famiglia, con o senza l’uso dell’utero artificiale, quelle nate per il Governo. I figli governativi, come d’abitudine li chiamiamo, vengono cresciuti negli asili da personale competente; in genere sono destinati alla carriera militare, occupano un gradino alto nella scala sociale. Dopo trecento anni si è discussa parecchio la sospensione del programma procreativo artificiale, ma non tutti sono d’accordo, il Governo per primo.

    Il Memoriale è un immenso parco che ospita le astronavi che giunsero dalla Terra: una dotatissima biblioteca, dipinti, manufatti etnici, strumenti musicali, ma anche film, giochi per computer, musica, tanta musica, di tutti i generi, tutto è gelosamente custodito al loro interno.

    Ogni appartamento che ospitò gli astronauti è stato trasformato in una sala di proiezione, le persone vi accedono e possono godere delle immagini terrestri.

    Come ogni anno oggi sarà una giornata convulsa, migliaia di persone si riverseranno nel parco per festeggiare l’evento, arriveranno da ogni zona del pianeta; quest’anno poi la data è importante: verrà aperta la capsula del tempo che i terrestri posero all’interno di un pozzo appositamente creato. Non sappiamo di cosa si tratti e perché lo avessero fatto, ma sui documenti che furono consegnati ai nostri antenati la preghiera era quella di aprire il pozzo solo dopo trecento anni.

    Mi sto dirigendo al Memoriale, generalmente viaggio a piedi, non amo mezzi di trasporto sotterranei, tanto meno quelli volanti. Sono intento a ripassare nella mia mente i momenti cruciali della storia dell’aeronautica terrestre, quando una flycar della polizia mi affianca.

    Professor Sullivan! è lo sceriffo del quartiere Aldo Corvetti.

    Sceriffo, posso esserle utile?

    Professore, mi perdoni, ma ho ordine di scortarla al Palazzo del Consiglio. Geremia in persona vuole conferire con lei.

    Ma io mi sto recando al Memoriale, come ben sa devo tenere il discorso per qualche migliaio di persone che mi attendono rispondo visibilmente irritato.

    Professore, la prego, io la capisco, ma gli ordini sono di scortarla subito a Palazzo, non mi metta in cattiva luce con i superiori. Sono convinto che farà in tempo a fare il suo discorso, mica l’arresteranno. L’avrei saputo, non trova?

    Corvetti fa anche lo spiritoso, ma temo che non ci siano vie di scampo. Salgo sulla vettura volante, che detesto.

    Grazie, professore, lo sa come sono fatti questi Anziani, hanno sempre fretta. Pensi che un giorno sono stato svegliato alle quattro di mattina perché Ezechiele aveva deciso che dovevo accompagnarlo alla base di Valle Bruna. Alle quattro, capisce?

    Lo guardo sorridendo nella speranza che taccia per il resto del tragitto.

    Che razza di traffico, è impossibile volare in queste condizioni, dovrebbero provvedere a incentivare mezzi comuni durante le festività. Tutti gli anni è così!

    Tra una lamentela e l’altra di Corvetti, giungiamo al Palazzo.

    Io, professore, devo scappare, ha visto cosa mi aspetta; se ha bisogno di me, non esiti a farmi chiamare, telefoni in centrale e loro mi contatteranno.

    Grazie, sceriffo, non esiterò. Buona giornata!

    Buona giornata a lei!

    Scendo dalla flycar e mi infilo nell’ascensore che dalle park-terrazze mi porterà al piano del Consiglio. Appena le porte si aprono, due individui in divisa consigliare mi fanno segno di attendere.

    Scusi il modo, Professore. Prego, prima di proseguire indossi il chip di riconoscimento.

    Alzo lo sportellino del mio bracciale identificativo e infilo la micro-capsula che mi ha consegnato l’addetto.

    Prego, ci segua. Mi fanno strada fino alla porta che mi introdurrà nella camera Consigliare.

    Nel nostro sistema governativo, gli Anziani rappresentano ogni abitante di Gaia. Sono quattro, ognuno appartiene alla famiglia dei Comandanti che guidarono le astroarche su Gaia. La loro investitura avviene per ereditarietà. I loro poteri sono illimitati e hanno l’ultima parola su ogni decisione gaiana.

    Poi ci sono i quattro Generali, vengono dall’esercito di Gaia, nati artificialmente e istruiti dal Governo, sono a capo ognuno di una delle quattro zone in cui è diviso il pianeta. Mai e poi mai mi sarei immaginato di trovarli tutti riuniti nella camera Consigliare.

    Al mio ingresso Geremia, l’Anziano Comandante, mi viene incontro in segno di accoglienza.

    Buongiorno Sam, perdona il modo frettoloso con cui ti abbiamo convocato, stai sicuro che non ti faremo venir meno al tuo dovere odierno. Si riferisce al fatto che dovrei fare il discorso al Memoriale. La sua abitudine a darmi del tu deriva dal fatto che appartengo alla famiglia Levy, quindi in diretta discendenza con l’Anziano Gioele.

    Immediatamente appresso a Geremia si alza anche Gioele.

    Vieni, accomodati nipote, come stai? Come stanno tua madre e tuo padre?

    Bene grazie, tu come stai, zio? domande e risposte di rito a cui non mi posso sottrarre, pena figura da irrispettoso.

    Gioele e Geremia mi accompagnano alla sedia lasciata vuota apposta per me. Prima di accomodarmi aspetto, come da protocollo, il saluto dai Generali.

    Oltre a Geremia e Gioele, sono presenti Ezechiele e Vera, gli altri due Anziani Comandanti, e tutti e quattro i Generali di zona: il Generale Zaidan Matri Comandante della 1° zona di Gaia, il Generale Trevor Watson Comandante della 2° zona di Gaia, il Generale Mustafa Adwan Comandante della 3° zona di Gaia e il Generale Marta Leonardo Comandante della 4° zona di Gaia nonché nipote di quinta discendenza di Geremia Leonardo e parente diretta con l’Anziano Geremia. Tranne i due Anziani, gli altri si alzano a salutarmi e a pregarmi di sedere.

    Come ben sai, Sam attacca Geremia oggi è una giornata particolare al Memoriale, l’apertura della capsula del tempo che i nostri cari avi ci hanno lasciato è un avvenimento importante e che in qualche modo ci riporterà indietro nel tempo…

    Guardo incuriosito e infastidito Geremia, mi chiedo se per caso mi hanno fatto perdere tempo qui per dirmi quanto sia importante l’apertura della capsula del tempo.

    Non ti abbiamo certo fatto venir qui per decantarti l’importanza della giornata, tranquillo! mi aveva appena letto nel pensiero. Prego, Generale Leonardo, a lei la parola.

    Con Marta Leonardo ho frequentato parte della scuola secondaria, abitavamo allo stesso piano del campus, abbiamo condiviso le prime esperienze giovanili e i primi amori; poi un giorno ci siamo ritrovati innamorati, ma lei, obbligata dalla sua posizione sociale, è una figlia governativa, dovette partire per l’Accademia Militare di Pechino su Gaia. Il mio cuore si ruppe in mille frammenti, che forse non sono ancora ricomposti, e così mi ritrovo ad essere un single, con tanto dispiacere per mia madre.

    Professor Sullivan, Sam, posso chiamarti Sam?. Anche se il mio cuore sta urlando, accetto che mi possa chiamare Sam, ovviamente.

    Bene, grazie. Dunque, sai Sam, è un po’ complicato quanto sto per dire, ma nessuno di noi ha avuto il tempo per preparare un discorso più adeguato. Due giorni fa nell’orbita di Gaia è comparso un oggetto, subito identificato come un satellite; le nostre elicapsule spaziali lo hanno imbragato e trasportato in superficie, prima che potesse cadere facendo possibili disastri. Insomma, l’oggetto è stato trasportato qui, alla base di Roma su Gaia, e vorremmo mostrartelo.

    Chiedo cortesemente la parola, che Marta mi accorda.

    Perché dovrei vederlo proprio io? Un satellite non mi risulta inerente all’antropologia terrestre chiedo grattandomi la fronte, in un tic che mi torna tutte le volte che non mi capacito della situazione.

    Quello che dici è vero, se non fosse che il satellite in questione è Galacticus.

    Resto basito a fissarla, come ad aspettarmi una risata per lo scherzo riuscito, ma non è così, non pare uno scherzo.

    Galacticus, quel Galacticus dovrebbe essere stato distrutto trecento anni fa, come è possibile?

    Non lo sappiamo, Sam, per questo abbiamo pensato di formare una squadra di lavoro che potesse darci le risposte che cerchiamo. Il primo componente sei tu, se accetterai.

    Sono ancora perplesso, ma sicuramente non mi tirerò indietro.

    Ora, Sam, puoi ritornare al tuo discorso; ti abbiamo assegnato una flycar con autista, nei prossimi giorni ti servirà. Gioele è gentile a darmi un veicolo con autista, ma io detesto volare.

    Ripercorro il corridoio al contrario per ritornare alla park-terrazza. I soliti addetti alla sicurezza mi chiedono gentilmente di rimuovere il chip dal bracciale identificativo. Assorto nei miei pensieri, non mi accorgo che l’ascensore è giunto al piano terrazze, le porte stanno per richiudersi, ma mi affretto ad infilare una mano per farle riaprire dal sistema di sicurezza. Un uomo in uniforme militare mi viene incontro.

    Buongiorno, Professore, sono George, l’autista, a sua completa disposizione.

    Ha il viso simpatico e rassicurante George, mi tranquillizza un po’, in genere gli autisti delle flycar militari sono degli spericolati individui dallo sguardo folle e sprezzanti del pericolo.

    Grazie, George, piacere di conoscerla. La prego, mi riporti il più velocemente possibile al Memoriale.

    Non si preoccupi, Professore, ho ricevuto ordini in merito. Partiamo subito!

    Arrivati all’ingresso privato del parco, un addetto al Memoriale mi attende per consegnarmi le chiavi che apriranno il pozzo della capsula del tempo.

    Professor Sullivan, tutto bene? Abbiamo temuto le fosse successo qualcosa?

    Niente, non mi è successo niente, il traffico è pazzesco, non ci si muove e inoltre avevo dimenticato a casa degli appunti e sono dovuto ritornare indietro. Scusatemi.

    Mi dirigo verso la prima astronave, lì ho appuntamento con il direttore del Memoriale.

    Sam, per fortuna! Eravamo preoccupati! Tutto bene, figliolo? l’anziano direttore è sinceramente preoccupato del mio ritardo, sa che non è da me.

    Tutto bene, direttore, mi scusi per il ritardo, ma è stata forza maggiore.

    Insieme ci dirigiamo alla sala che era stata del comando, qui c’è la postazione di microfoni da cui parlerò.

    Sam, dove sei stato? Hai due ore di ritardo, la gente aspetta te! mia madre, purtroppo mi tratta ancora come un bambino, non pensavo fosse qui ad aspettarmi.

    Ciao mamma, è troppo lunga da spiegare. Dai, adesso sii gentile e lasciami fare il mio lavoro. Le schiocco un bacio sulla guancia, nella speranza che demorda.

    Sam, non cambi mai, non hai più l’età per comportarti come un bambino ribelle, Sam!

    Mamma, ti prego, non è il momento. Devo fare il discorso e poi andare ad aprire la capsula. Vai giù, raggiungi papà e stai con lui. Non è convinta, ma comunque esce dalla stanza per raggiungere mio padre.

    Inizio il mio discorso, che dovrò tagliare drasticamente per avere il tempo di partecipare all’apertura della capsula.

    Buongiorno a tutti, benvenuti e buon Memoriale. Questo, come sapete, è un anno straordinario, infatti cade la data di apertura della capsula del tempo che i terrestri posero fra i piani di Ark of Hope 2. Era una loro abitudine quella di lasciare messaggi ai posteri, vi chiederete di cosa si tratta: le capsule del tempo altro non sono che contenitori di materiale indistruttibile, nel cui interno vengono lasciate informazioni che la gente di una epoca lascia per quella futura. Ora, considerato il ritardo con cui ho iniziato il discorso e considerata la curiosità che avete di vedere aprire la capsula, direi di dirigerci tutti quanti all’astronave 2 e iniziare la cerimonia di apertura.

    Inserisco nei puntatori olografici l’intero discorso, così che chi vuole possa leggerlo all’interno delle sale apposite.

    Mi appresto a uscire quando sulla porta compare Coltrade, professore di storia aeronautica e mio amico da sempre.

    Sam, ti si è guastata la macchina del tempo? Non è da te ritardare al discorso del Memoriale. So perfettamente che Coltrade non mi darà tregua fino a quando non confesserò il motivo del ritardo, dovrò essere credibile.

    Coltry, ti prego, non è giornata. Dai, vieni con me all’astronave 2 cerco di evitare di rispondergli. Che idiota sono, adesso non mi mollerà più, ha capito che nascondo qualcosa.

    Sam, Sam, Sam, chi è?

    Chi è chi? Coltrade, dai che è tardi, andiamo!

    Mentre Coltry mi rincorre facendomi battutine sulla fantomatica donna che avrei incontrato durante le due ore di ritardo, in qualche modo arrivo al luogo della cerimonia di apertura della capsula. Per fortuna ora è costretto a mollare il tiro.

    Ad attendermi il direttore, arrivato qualche minuto prima di me e Vera, quale rappresentante degli Anziani.

    Che abbia inizio la cerimonia di apertura! annuncia Vera.

    La compagnia teatrale dell’Università di Parigi su Gaia aveva organizzato una rievocazione storica, ovviamente immaginata, della chiusura della capsula. Quindici minuti di poesia, canti e balli terrestri.

    Quando Vera mi indica la chiusura, con le chiavi che mi erano state consegnate all’ingresso del Memoriale apro la porta situata sul pavimento dell’astronave. Un meccanismo manuale, messo in moto dal giro della chiave, porta in superficie un contenitore cilindrico. Due inservienti, con l’aiuto di una carrucola automatica, agganciano la capsula per depositarla sul palco vicino a Vera, la quale con movimento circolare ne apre la testa.

    La prima cosa che estrae è una targa d’oro con incisa la data di chiusura della capsula: 13 aprile 2029.

    Alcune foto che ritraggono luoghi terrestri, sinceramente niente che non conosciamo; alcune lettere scritte dai bambini delle diverse nazioni in cui era divisa la Terra, poi una scatola di metallo con la chiusura solare, si sarebbe aperta da sola con la sola esposizione alla luce.

    Ne escono dei fogli, ben conservati, con impressi dei numeri di cui non conosciamo il significato.

    Le lettere vengono immediatamente riprodotte negli ologrammi che vengono man mano inviati alle postazioni in giro per il parco e all’interno delle astroarche, così che tutti possano leggerne i contenuti. Si tratta di poesie, di saluti che i terrestri fanno ai posteri; qualcuno, spiritoso, ha messo il proprio indirizzo, mah…

    Le persone sono molto interessate ed eccitate, è la prima volta, dopo tanti anni, che hanno un contatto, anche se virtuale, con la Terra.

    Resta il mistero di quei numeri.

    Chiusa la cerimonia, Vera si allontana dal sito del Memoriale, scortata dalla sicurezza, portando con sé la lettera con i numeri.

    La folla inizia a diradarsi per addentrarsi nel parco e passare il resto della giornata in compagnia di parenti e amici. Intravvedo i miei genitori, mio padre mi fa segno con la mano di raggiungerlo.

    Ciao Sam, come stai, figliolo?

    Bene, papà, sto bene, hai visto che disastro! Chissà cosa pensavamo di trovare in quella capsula?

    Immagina, Sam, chi ha scritto quelle lettere è praticamente stato obbligato, invece, quella in cui c’erano tutti i numeri cosa significa?

    Non lo so, papà, sai che io con i numeri non vado d’accordo. Mentre con mio padre e mia madre ci allontaniamo dal palco, veniamo raggiunti da Coltrade.

    Ehi! Famiglia Sullivan al completo, che belli siete, dove andate?

    Coltrade, che piacere! È un po’ che non ti vediamo, come stai? Mio padre, come sempre, quando incontra Coltrade è felice; gli ha sempre voluto un gran bene e lo ha sempre trattato come un secondo figlio. Coltry è un figlio governativo, la sua carriera era destinata alle arti militari, ma viste le sue attitudini alla storia dell’aeronautica, in breve ha ottenuto

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