Nello Di Micco
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Essere donna, quindi, significa essere impegnata in una sfida continua, lungo un’esistenza tutt’altro che noiosa: se da una parte si hanno di fronte esempi di donne che, con umiltà e con fatica hanno fatto il possibile per ottenere libertà e diritti, per realizzare i propri obiettivi, una carriera lavorativa brillante, oltre che una famiglia, impe-gnandosi dentro e fuori casa con dedizione, dall’altro si possono incontrare donne maltrattate, che soffrono in silenzio perché vittime di discriminazioni, di violenza di ogni tipo, ad opera di uomini-mostri.
Quelle che possono configurarsi come conquiste di civiltà, di femminismo, possono ancora mascherare condizioni di raccapriccianti soprusi ed atti di forza da parte dell’uomo.
Diviene sempre più legittimo valorizzare le differenze tra le persone, più che tra i sessi, ma, allo stesso tempo occorre strappare il velo dell’indifferenza di fronte alle mortificazioni anche violente che purtroppo la donna è ancora costretta a subire e sopportare, isolata troppo spesso nel proprio dolore ed incapace di reagire e di difendersi.
Oltre ad una questione di affermazione sociale, l’esistenza della donna può essere contaminata dalla piaga degli abusi cui può essere costretta a sottostare e che ha il diritto e dovere di combattere e debellare.
Il presente lavoro tenta di mettere in luce quella che è la dimensione della donna contemporanea, come risultato delle conquiste storiche, in un limbo tra affermazione sociale e sofferenza occulta, tra valorizzazione e mortificazioni.
La violenza sulle donne, tema centrale di trattazione, è purtroppo la più triste declinazione dell’esistenza della donna nel suo rapportarsi con l’altro sesso, con inevitabili traumatiche conseguenze e con il difficile fardello della paura e della necessità di dover trovare il coraggio di reagire e di rialzare la testa.
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Anteprima del libro
Nello Di Micco - Il tormento delle donne per le insidie dell'uomo violento
Il Tormento delle donne per le insidie dell’uomo violento
Nello Di Micco
INDICE
PREEFAZIONE
CAPITOLO I: L’evolversi della condizione della donna nella società
CAPITOLO II: I mille volti della violenza contro le donne
CAPITOLO III: Quali conseguenze: il ruolo della psicologia
CAPITOLO IV: Se questo è un uomo
CAPITOLO V: Il coraggio oltre la paura: il caso
CONCLUSIONI
Il Tormento delle donne per le insidie dell’uomo violento
Nello Di Micco
PREFAZIONE
Essere donna è un’avventura impegnativa ed allo stesso tempo affascinante: nel tempo, si è cominciato a valutarla per le sue capacità intellettive, per il suo intuito e per la capacità organizzativa, e non solo nel suo ruolo di moglie e madre, in un contesto di continue battaglie per il perseguimento di una condizione di parità con l’uomo.
Essere donna, quindi, significa essere impegnata in una sfida continua, lungo un’esistenza tutt’altro che noiosa: se da una parte si hanno di fronte esempi di donne che, con umiltà e con fatica hanno fatto il possibile per ottenere libertà e diritti, per realizzare i propri obiettivi, una carriera lavorativa brillante, oltre che una famiglia, impegnandosi dentro e fuori casa con dedizione, dall’altro si possono incontrare donne mal-trattate, che soffrono in silenzio perché vittime di discriminazioni, di violenza di ogni tipo, ad opera di uomini-mostri.
Quelle che possono configurarsi come conquiste di civiltà, di femminismo, possono ancora mascherare condizioni di raccapriccianti soprusi ed atti di forza da parte dell’uomo.
Diviene sempre più legittimo valorizzare le differenze tra le persone, più che tra i sessi, ma, allo stesso tempo occorre strappare il velo dell’indifferenza di fronte alle mortificazioni anche violente che purtroppo la donna è ancora costretta a subire e sopportare, isolata troppo spesso nel proprio dolore ed incapace di reagire e di difendersi.
Oltre ad una questione di affermazione sociale, l’esistenza della donna può essere contaminata dalla piaga degli abusi cui può essere costretta a sottostare e che ha il diritto e dovere di combattere e debellare.
Il presente lavoro tenta di mettere in luce quella che è la dimensione della donna con-temporanea, come risultato delle conquiste storiche, in un limbo tra affermazione sociale e sofferenza occulta, tra valorizzazione e mortificazioni.
La violenza sulle donne, tema centrale di trattazione, è purtroppo la più triste declinazione dell’esistenza della donna nel suo rapportarsi con l’altro sesso, con inevitabili traumatiche conseguenze e con il difficile fardello della paura e della necessità di dover trovare il coraggio di reagire e di rialzare la testa.
CAPITOLO I
L’EVOLVERSI DELLA CONDIZIONE DELLA DONNA NELLA SOCIETÀ’
La storia dell’uomo sulla Terra è stata un susseguirsi di conquiste: evolutive, di civiltà, di scienza, di religione, di territori, di diritti, di potere, di libertà; alcune dalla valenza positiva, altre dai toni negativi.
Al 2018 non si può negare che l’uomo abbia compiuto enormi progressi in chiave scientifico-tecnlogica, di cultura e di civilizzazione, sebbene pecchi ancora in relazione a questioni d rispetto dell’ambiente e delle vite umane in generale, in nome di interessi ancora troppo materialistici .
In siffatto universo di affannose tribolazioni e di lotte di affermazione, si insinua un microcosmo tutto al femminile in cui le donne si sono trovate a dover combattere per poter perseguire proprie ambizioni, propri ideali e propri traguardi e per potersi scrollare di dosso secoli di offuscamento e sopraffazione maschile che hanno impedito loro di risiedere in società ed in famiglia, quindi, nel mondo, con dignità, rispetto ed adeguata riconoscenza.
Perché nascere donna non è mai stato facile e troppo spesso ha significato abbassare la testa o dover dimostrare di essere all’altezza, di valere, di non avere peccato
; una figura complessa, la donna: ora anima e musa, per millenni oggetto dei più svariati immaginari, ora tenuta ai margini della comune esistenza familiare e sociale.
Qualsiasi discorso odierno sulla donna
non può prescindere da una presa di coscienza di quella che è stata la sua posizione rispetto al suo pari, di sesso opposto: il suo essere stata sempre, o quasi, posta ad un livello più basso rispetto all’uomo, sottende una costante tendenza all’idealizzazione del suo ruolo di madre e tutrice, dei discendenti della famiglia e di suo marito; questi aveva, in passato, potere decisionale e potere legislativo sulla medesima, perché considerata priva di vera forza fisica, più debole, fragile, e quindi anche psicologicamente meno ferma, incapace di gestire grandi affari o semplicemente di accedere a professioni specifiche o di imparare a leggere o a scrivere.
D’altronde, nel riscontrare differenze nell’odierno, rispetto al passato, sul conto della donna, va detto che ogni età storica ha avuto le sue figure femminili di spicco ovvero un modo diverso di concepire il genere femminile.
Il tutto richiama, dunque, i tempi remoti dell’antichità, quando la donna veniva considerata inferiore sia per l’aspetto fisico che per le capacità, tanto da essere esclusa dalle attività ordinarie, politiche, sportive e sociali .
Difatti, era concepita come uno strumento di procreazione, nel corso di un’esistenza basata sulla ricerca di cibo e sulla difesa del territorio: pertanto i suoi doveri erano tipici, quasi innati
(badare alla prole e raccogliere frutti per aiutare il proprio sostentamento e quello della famiglia).
Nel corso del tempo, però, la sua importanza cominciò a dipendere (e variare) a se-conda delle influenze culturali dei vari popoli creatisi: nell’antico Egitto si notano personaggi femminili di spicco, come ad esempio Nefertiti, che per