Le donne di Augusto: Il "bunga-bunga" ante litteram
Di Carlo Monaco
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Carlo Monaco in questo libro ripercorre la sfera privata del primo grande imperatore romano, Augusto, in coincidenza del bi-millenario della morte nell’anno 14, e il rapporto che ha avuto con le donne della sua vita: la madre, le mogli, le amanti, le serve, le prigioniere di guerra, le prostitute.
Non si tratta solo di curiosità per il lettore, l’Autore fa una profonda riflessione anche sulle contraddizioni tra la vita privata e sessuale di un personaggio così importante e la campagna moralizzatrice di cui è stato promotore nel suo impero e che ha imposto ai cittadini: «approvando leggi contro l’adulterio e a favore dell’unità della famiglia, e il suo comportamento privato, e neppure troppo nascosto, in cui c’era di tutto, compreso la bisessualità, l’incesto, la violenza sadica e simili». Ben lungi dal voler dare giudizi morali al riguardo, si chiede da dove nasca questo divario così sorprendente, ed è per ciò che questa analisi può anche essere considerata, oltre a una piacevole lettura storica, anche come un sincero discorso sul potere, e sul significato che esso ha in relazione a chi lo possiede e chi no.
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Le donne di Augusto - Carlo Monaco
Carlo Monaco
LE DONNE DI AUGUSTO
Il bunga-bunga
ante litteram
Collana: I Saperi n. 4
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ISBN 978-88-6155-756-7
Proprietà letteraria riservata
© Giraldi Editore, 2019
Edizione digitale realizzata da Fotoincisa BiCo
Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale o utilizzato dall’autore ai fini della creazione narrativa.
Introduzione
Una volta, nel mercatino di un paesino toscano, trovai una mattonella di ceramica sulla quale era disegnato un water da bagno e sotto vi si leggevano questi versi popolareschi: saranno santi i papi e saran potenti i re, ma quando qui si siedono, son tutti come me.
Come è vero! Anche i grandi personaggi della storia non sono poi tanto diversi dalle persone comuni. Fanno sì imprese fuori del comune, se no non passerebbero alla storia, ma per tutto il resto, nel bene e nel male, ci assomigliano molto.
Dopo gli studi del dottor Freud sappiamo quanto sia importante nella vita di ciascun essere umano la sua esperienza sessuale. Forse lui ha esagerato nel mettere proprio questo aspetto al centro di ogni biografia vera, ma sicuramente l’essenza della sua analisi è assai vicina alla verità. Perciò anche nella vita dei big della storia è giusto mettere in rilievo questi aspetti intimi e inconsci della loro personalità e comprendere approfonditamente anche i dettagli delle esperienze sessuali.
Ma le risposte a queste domande non sono facili da trovare. Per varie ragioni. Prima di tutto perché gli storici tradizionali non forniscono mai informazioni adeguate. Dei grandi si preferisce mettere in evidenza le doti politiche o militari, le strategie, le ragioni insomma per cui essi si sono conquistati un posto centrale nella storia. E tra queste ragioni le loro attitudini amatorie non sono certo le più importanti. In secondo luogo perché tutto ciò che di diverso dal normale o addirittura di contrario al senso morale viene condannato nel comportamento dei comuni cittadini, viene tollerato se non addirittura apprezzato nel caso dei grandi, come se ad essi fossero consentite cose che ai comuni mortali sono vietate.
Ma da qualche tempo la riflessione sul comportamento sessuale dei grandi protagonisti della storia comincia a trovare più spazio presso molti studiosi. Prima di tutto dal punto di vista narrativo. Ci sono studi significativi, tanto per fare qualche esempio, sulla bisessualità di Alessandro Magno e di Giulio Cesare, sulle perversioni sessuali di Nerone o di Hitler, sulla maniacalità di Vittorio Emanuele II o, per fare un esempio a noi più vicino, sul voyerismo di Silvio Berlusconi. Ma ciò che manca è uno studio sulle ragioni per cui il comportamento sessuale dei grandi personaggi presenta caratteristiche che, se applicate a un comune mortale, verrebbero subito additate come esagerate, maniacali o perverse.
In verità il citato dottor Freud aveva indicato una strada di ricerca molto suggestiva. In un suo saggio minore si riferisce a un nesso di causalità nascosta tra carattere autoritario ed erotismo anale. Eppure, a parte la connessione tra Lutero e la sua stitichezza, oggetto di numerosi studi di alto livello, non mi sembra che queste interessanti prospettive di ricerca siano state approfondite come a prima vista meriterebbero.
Tali premesse mi frullano nella testa nel momento in cui mi accingo a raccontare, in coincidenza del bi-millenario della morte nell’anno 14, la storia di Augusto, il primo e grande imperatore romano, mettendo in primo piano il rapporto che egli ha avuto con le tante donne che sono entrate nella sua vita: la madre, le mogli, le amanti, le serve, le prigioniere di guerra, le prostitute.
E voglio subito sottolineare la meraviglia che ho provato nello scoprire quanto sia grande il divario tra l’immagine pubblica di un imperatore che ha impersonato i più grandi valori della società romana e, dall’altro lato, la natura vera del suo rapporto con le donne. In particolare la contraddizione tra la forte campagna di moralizzazione dei costumi di cui si fece protagonista, approvando leggi contro l’adulterio e a favore dell’unità della famiglia, e il suo comportamento privato, e neppure troppo nascosto, in cui c’era di tutto, compreso la bisessualità, l’incesto, la violenza sadica e simili.
Insomma, siamo davvero davanti a un imperatore buono e saggio, a un grandissimo politico che ha un posto straordinario nella storia, del quale ancor oggi si esalta la saggezza, il desiderio di cultura, la moderazione, oppure si è cercato di nascondere troppo i lati più oscuri e drammatici del suo carattere, dei suoi impulsi e comportamenti sessuali? Si potrebbe persino avanzare l’ipotesi che tra le perversioni sessuali dei potenti, quelle di Augusto non siano state inferiori a quelle di altri mostri sacri.
È vero, forse, che il potere assoluto, soprattutto se esercitato fuori dalle regole politiche e morali, tende ad accrescere e a esaltare gli aspetti peggiori dell’uomo. E se la vita vera di un comune mortale nasconde tutte quelle trappole comportamentali di cui si è occupato per primo il dottor Freud, scoprendo che sotto la sua razionalità e bontà si nascondono impulsi ciechi e a volte devastanti, figuratevi che inferno di perversioni deve essere la vita di un potente. Egli può esimersi dal rispettare i vincoli morali, perché per lui conta solo la politica, quella lucida e feroce capacità di calcolare gli effetti delle proprie azioni e i vantaggi che esse possono procurare, a prescindere da ogni altra considerazione di carattere morale e filosofico.
Alla fine della lettura di questo racconto sulle donne di Augusto, forse sarete in grado di farvi un’idea personale e di giudicare dal vostro punto di vista anche problemi così ardui e scottanti.
AZIA la madre
TAZIA la serva amante
CLAUDIA la prima moglie
FULVIA la moglie di Marc’Antonio
SCRIBONIA la seconda moglie
OTTAVIA la sorella
MARCELLA la figlia di Ottavia
LIVIA DRUSILLA la terza moglie
TERENZIA la moglie di Mecenate
ANTONIA la moglie di Druso
GIULIA la figlia di Augusto
GIULIA MINORE la nipote di Augusto
1. Pubbliche virtù e vizi privati
Ottaviano, passato alla storia come Augusto, è diventato quasi il simbolo del principe perfetto. Le sue qualità umane e politiche sono state elogiate al massimo grado sia dai suoi contemporanei che dagli storici successivi.
Combattuto tra il desiderio sincero di ripristinare l’antica repubblica, con tutto il suo patrimonio di pubbliche virtù, e la necessità di rimanere saldamente al potere effettivo dello Stato romano, riuscì in effetti, come scrisse egli stesso, a realizzare il frutto più desiderato, quello di essere chiamato fondatore di uno Stato ottimo e massimo e di portare con sé, morendo, la speranza che la repubblica sarebbe rimasta salda sulle fondamenta da lui costruite.
Abbellì lo spazio urbano di Roma tanto da potersi vantare di averla trovata di mattoni e di averla lasciata di marmo. Eresse moltissimi edifici pubblici, templi dedicati alle varie divinità e Fori e favorì l’edilizia privata di alta qualità. Prese provvedimenti capaci di garantire ai cittadini la massima sicurezza. Migliorò le strade e organizzò vigili e guardie notturne. In qualità di Pontefice Massimo riportò a nuova dignità tutto ciò che di più sacro la tradizione romana aveva istituito.
Combatté la criminalità in ogni modo ed egli stesso amministrava la giustizia con massima diligenza ma anche