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Racconti e parabole
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E-book43 pagine45 minuti

Racconti e parabole

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Info su questo ebook

Questa pubblicazione raccoglie alcuni degli scritti meno conosciuti di Tolstoj. Si tratta dei racconti I due pellegrini e il primo distillatore e delle tre parabole morali Il contadino e le oche, Le pesce, Il contadino e i cetrioli. Si tratta di racconti preziosi, vere e proprie gemme letterarie che, grazie al genio del grande scrittore russo, aprono scorci su panorami interiori universali. Preziosa è anche la traduzione di Eugenio Wenceslao Foulques, qui presentata.

Edizione integrale dotata di indice navigabile.

Dello stesso autore, per Sinapsi Editore: Amore e dovere, Sonata a Kreutzer, Resurrezione, I racconti di Sebastopoli, Il taglio del bosco, I due ussari, Guerra e pace, I piaceri viziosi, Denaro falso, Anna Karenina, La morte di Ivan Il'ic.
LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2019
ISBN9788829593309
Racconti e parabole
Autore

Leo Tolstoy

Leo Tolstoy (1828-1910) was a Russian author of novels, short stories, novellas, plays, and philosophical essays. He was born into an aristocratic family and served as an officer in the Russian military during the Crimean War before embarking on a career as a writer and activist. Tolstoy’s experience in war, combined with his interpretation of the teachings of Jesus, led him to devote his life and work to the cause of pacifism. In addition to such fictional works as War and Peace (1869), Anna Karenina (1877), and The Death of Ivan Ilyich (1886), Tolstoy wrote The Kingdom of God is Within You (1893), a philosophical treatise on nonviolent resistance which had a profound impact on Mahatma Gandhi and Martin Luther King Jr. He is regarded today not only as one of the greatest writers of all time, but as a gifted and passionate political figure and public intellectual whose work transcends Russian history and literature alike.

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    Racconti e parabole - Leo Tolstoy

    RACCONTI E PARABOLE

    LEV TOLSTOJ

    Traduzione di Eugenio Wenceslao Foulques

    © 2019 Sinapsi Editore

    I due pellegrini

    I.

    Jefim Faràssitsc Scèvelef ed Eliseo Bdorof, vecchi contadini e vecchi amici, si erano promesso scambievolmente di andare a Gerusalemme e di pregare sulla tomba di Nostro Signore.

    Jefim era agiato, serio; non beveva acquavite, non fumava, non prendeva tabacco ed in vita sua non aveva mai detto parole sconce, comportandosi sempre da uomo d'illibati costumi e di carattere esemplare.

    Aveva adempiuto, in qualità di starosta, due periodi di quelle funzioni e ne era uscito senza macchia.

    La sua numerosa famiglia, fra cui due figli ammogliati con molta prole, viveva tutta sotto lo stesso tetto.

    Di aspetto imponente, dritto come un soldato, quasi settuagenario, aveva la barba lunga, bellissima, ed i capelli leggermente brizzolati.

    Eliseo era un vecchietto, nè ricco, nè povero. Durante la sua gioventù era andato ramingo in qualità di falegname, e, nella tarda età, si era fatto casalingo per dedicarsi all'apicoltura.

    Uno dei suoi figliuoli era all'estero in cerca di fortuna; l'altro era rimasto col padre.

    Eliseo aveva lo spirito sereno ed il cuore eccellente. Beveva il suo bicchierino di acquavite, prendeva tabacco ed amava le gaie canzoni; era però una persona pacifica: di buon accordo con tutti i suoi vicini, ed affezionatissimo alla famiglia.

    Di media statura, Eliseo aveva la carnagione molto bruna, la barba crespa e scura, ed il cranio completamente sprovvisto di capelli, appunto come il suo santo patrono, il profeta Eliseo.

    Era già molto tempo che i due vecchi avevano divisato di andare uniti in pellegrinaggio, ma Faràssitsc non si era trovato mai libero, perchè impegnato continuamente in qualche nuovo affare. Non appena si era disbrigato di uno, che un altro gli capitava sulle braccia; ora era una domanda di matrimonio per la nipote, ora aspettava il figlio minore che tornava dall'aver fatto il soldato, oppure sorgeva la necessità di costruire qualche nuovo locale...

    Un bel giorno di festa, i due vecchi s'incontrarono, e sedettero, l'uno a fianco dell'altro, sopra una trave.

    – Come va la salute, batiùscka?... Quando ci decideremo a mandare in effetto il nostro voto? disse Eliseo.

    Jefim corrugò le sopracciglia.

    – Dobbiamo pazientare ancora un poco, rispose. L'annata è un po' pesante. Mi ero prefisso di finire la costruzione della nuova casa e di non spendervi che poco più di un centinaio di rubli, mentre ne ho speso oltre trecento, e non è neppure finita. Vedo che ne avrò per tutta la primavera. Ma, appena giunta l'estate, checchè accada, ci metteremo in viaggio.

    – Secondo me, osservò Eliseo, non dovremmo rimandare ad altra epoca ciò che abbiamo stabilito di fare: la primavera è la stagione più propizia pei viaggi.

    – La stagione è buona, è vero, ma i lavori sono cominciati. Come faccio a lasciare in tronco la mia costruzione!

    – E non c'è tuo figlio per continuare i lavori?

    – Sì; ma come li manderà avanti? Non posso fare assegnamento sul primogenito, perchè si ubbriaca.

    – Senti, bàtiuska, quando saremo morti i nostri figli sapranno bene vivere senza di noi. Tuo figlio deve pure far da sè una buona volta.

    – Hai

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