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La luce della resilienza: Quando il fallimento è la tua più grande opportunità
La luce della resilienza: Quando il fallimento è la tua più grande opportunità
La luce della resilienza: Quando il fallimento è la tua più grande opportunità
E-book150 pagine1 ora

La luce della resilienza: Quando il fallimento è la tua più grande opportunità

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Info su questo ebook

L'uomo è in costante evoluzione, evolve nella scienza, nella tecnologia, raggiungendo traguardi quasi impossibili se si considera che mentre la società fa passi da gigante in nuove scoperte, quella stessa società è costituita da uomini che a livello interiore sono ancora lontani anni luce da se stessi. L'individuo costantemente proiettato nel futuro e terribilmente aggrappato al passato, non è minimamente cosciente del presente, e cresce nella convinzione di essere in una totale autonomia, intesa non come un'indipendenza a livello personale, ma in un'autonomia simile alla solitudine, la stessa che lo spinge ad isolarsi perfino dal suo se interiore, a tal punto di arrivare alla fine del suo viaggio con la sensazione di essere totalmente alienato da se stesso; vive dimostrando, pensa non capendo, ed agisce secondo la propria realtà personale e non nella realtà oggettiva. L'uomo nell'incomprensione più totale ha spostato la sua attenzione all'esterno di se stesso, rifiutando il confronto con il suo mondo interiore, perchè considerato di poca rilevanza se si riscontra la grande materialità di quello esteriore, e mentre la società materiale sta progredendo a vista d'occhio, gli stessi componenti di questa poggiano su anime di cristallo, schiacciate dal peso incessante del dover dimostrare piuttosto che essere. Frustrazione, depressione, ansia e collera sono i pilastri su cui l'uomo di oggi rimane in bilico, aspetti che assolutamente non riesce a gestire, perchè ancora ben lontano dalla propria consapevolezza. La visione distorta e non compresa del fallimento e l'ansia stanno formando una generazione di bambini fragili, insicuri e completamente distaccati dalla loro più vera natura, bambini che diventeranno poi ragazzi soli ed adulti confusi. L'introspezione è il solo e vero passo,nonchè via d'uscita per trovare noi stessi, per conoscerci e diventare più consapevoli di ciò che realmente siamo e chi potremmo essere per vivere fianco a fianco nel rispetto di ognuno, ma soprattutto nel rispetto di noi stessi.   
LinguaItaliano
Data di uscita12 lug 2017
ISBN9788826481968
La luce della resilienza: Quando il fallimento è la tua più grande opportunità

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    Anteprima del libro

    La luce della resilienza - Virginia Varasconi

    Virginia Varasconi

    La luce della resilienza

    UUID: a6dd4fb2-6747-11e7-b0d3-49fbd00dc2aa

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    La Luce Della Resilienza

    PARTE 1: L'INIZIO

    IMPARARE ED EVOLVERE

    PUNTO CHIAVE:

    VIVERE E SOPRAVVIVERE

    PUNTO CHIAVE:

    CONSAPEVOLEZZA E CALMA

    PUNTO CHIAVE:

    L'ILLUSIONE DELL'ESTERNO

    PUNTO CHIAVE:

    LA MAGIA DELLA VITA

    PUNTO CHIAVE:

    PARTE 2: FIDUCIA

    DISCRIMINARE CIO' CHE E'

    PUNTO CHIAVE:

    CONCENTRAZIONE

    PUNTO CHIAVE:

    CAMBIARE VISIONE PERSONALE

    PUNTO CHIAVE:

    RIMURGINARE

    PUNTO CHIAVE:

    SAHAJA YOGA

    TENACIA E DETERMINAZIONE

    PUNTO CHIAVE:

    LASCIA IL PASSATO, DIMENTICA IL FUTURO, OCCUPATI DEL PRESENTE

    PUNTO CHIAVE:

    LA SCELTA

    PUNTO CHIAVE:

    COMUNICARE

    PUNTO CHIAVE:

    VOLERE E' IL TUO POTERE

    PUNTO CHIAVE:

    PARTE 3: AMORE

    L'AMOR PROPRIO

    PUNTO CHIAVE:

    IL DISAGIO

    PUNTO CHIAVE:

    INTROSPEZIONE

    PUNTO CHIAVE:

    ATTACCHI DI ANSIA

    PUNTO CHIAVE:

    DISTOGLIERE L'ATTENZIONE

    PUNTO CHIAVE:

    I NOSTRI NEMICI SONO IN REALTA' I NOSTRI MIGLIORI ALLEATI

    PUNTO CHIAVE:

    SI CRESCE PER GRADI

    PUNTO CHIAVE:

    PENSIERI-EMOZIONI-EFFETTI

    PUNTO CHIAVE:

    DONARE CON AMORE

    PUNTO CHIAVE:

    CAP. 4: GIOIA

    EQUILIBRIO

    CONCLUSIONE

    La Luce Della Resilienza

    Quando il fallimento è la tua più grande opportunità

    A TE, CHE CON AMORE INCONDIZIONATO, HAI SEMPRE TENUTO E PROTETTO LA MIA MANO,

    ANCHE QUANDO IO HO TENTATO DI LASCIARE LA TUA.

    INTRODUZIONE

    Quando ero nel fiore della mia vita, la vita in un attimo mi ha tolto tutto. Molto probabilmente era già da qualche tempo che stava sottraendo forza e vigore dal flusso della mia energia, senza che io me ne accorgessi. Preciso, che nel pieno della mia crisi, ero convinta che la vita era davvero ingiusta con me, col tempo e con la quiete che arrivò dopo la tempesta, capii che non era la vita ad essere stata dura con me, ero io a non aver portato rispetto a me stessa. Il processo che ha trasformato la mia serenità in autodistruzione, è avvenuto in maniera molto veloce perché io me ne rendessi conto, ma abbastanza lenta per radicarsi fortemente nella mia anima. Con quest'ultima ridotta come un fiore appassito, cercavo di aggrapparmi alla vita per paura che da un momento all'altro mi mollasse, in una desolante terra arida costituita dalla mia solitudine. Togliendo l'infanzia assolutamente felice, a metà cammino della mia crisi, ripensavo al passato, al tempo cioè che avevo già trascorso in preda al caos, quello pervaso dalla sofferenza, e la rabbia confondeva così il mio presente, poi pensavo al futuro, e la paura ingabbiava il mio presente, quest'ultimo semplicemente non esisteva, perché la mia testa era come una pallina da ping pong, che palleggiava dalla racchetta delle cose accadute a quelle delle cose che dovevano accadere. Come una luce che perde forza piano piano ed affievolisce la sua luminosità istante dopo istante, la mia anima perdeva ogni giorno il contatto con la mia ragione, ritrovandomi così, nel giro di poco a dover gestire tre componenti della mia stessa persona: l'anima, la mente, e il corpo, che invece di collaborare, ognuno di loro faceva la propria strada, tutti e tre però avevano secondo la mia percezione un unico obbiettivo: farmi del male. Nel presente avrei trovato il mio equilibrio, per me il vero segreto della serenità, peccato però che senza una corretta attenzione, quella che avrebbe permesso alla mia lucidità di dare il giusto peso alle cose, la mente vagava, e vagando si perse, lo fece poi in un modo così strutturato, che la risalita fu un processo lungo, ma pieno d'insegnamento. Passai da una memorabile felice infanzia ad una critica disperata adolescenza, trascinata fino a qualche anno fà. Non mi stupisco quando vedo la maggior parte dei giovani di oggi sul baratro della fragilità, io che nell'adolescenza ci sono passata a brandelli psico-fisici, so quanto è dura competere con la vulnerabilità di anime di cristallo che devono attraversare i martelli pneomatici della psiche, poco sostenuti poi da punti che dovrebbero essere di riferimento (gli adulti), più fragili di quanto non lo siano loro, anche essi in marcia a fare i conti con la loro soggettiva percezione della realtà. La vita è semplice, noi, soltanto noi, facciamo in modo e maniera di coplicarla. Rifarei tutto, perché quel tutto, è adesso la forza della mia anima, non una forza sprecata per difendermi, non ne ho bisogno, ma per amare, perché nel buio più vasto, ho trovato la luce più luminosa, l'amore per me stessa.

    PARTE 1: L'INIZIO

    E' una sfortuna, forse, che coloro i quali falliscono non trasmettano le loro esperienze a tutti quelli che sono disposti ad ascoltarli. Se avessimo più opportunità di imparare dalle esperienze negative degli altri, potremmo risparmiare le nostre stesse vite da certi disastri. Jim Rohn

    L'uomo è un mondo in un mondo totalmente in salita. Come se questo non bastasse, la salita più dura è quella dentro di noi, una scalata che non finisce mai, faticosa, difficile e quando fai qualche passo in più succede qualcosa e torni ancora di nuovo giù, ci sono però fortunatamente vari traguardi a vari livelli, questo è vero, gli stessi che segnalano che una maggiore conoscenza di se stessi è stata raggiunta. La mia vita è andata sempre alla ricerca di quei traguardi, ma salire è stato più complicato che mai, perché i miei piedi non riuscivano ad essere stabili a causa del percorso ripido e scivoloso, bagnato dalle mie stesse lacrime. Gli anni trascorrevano lenti, ma comunque abbastanza veloci da guardare indietro e sentire di averli sprecati tutti. Camminavo per la vita a rilento, perché i fallimenti, uno dopo l'altro come ancore si erano agganciate alla mia forza interiore, ancorando quel poco che era rimasto della mia vitalità. Ciò che non riusciva gettava la mia sicurezza nell'ombra delle mie tenebre interiori, quelle parti nascoste anche al mio io, quelle parti che si svegliano per ricordarti che non vali nulla, le stesse che prendono vita solo dal nostro modo di pensare. Insicura e confusa ho sempre avuto il bisogno di sentirmi protetta. Con meraviglia, spesso osservavo impassibile fuori dalla finestra della mia casa, in quella profonda quiete appartenente all'universo della saggia natura respiravo la calma del creato, dove neanche una foglia veniva disturbata dall'onnipotente vento che muove e confonde, dove tutto stava dove doveva stare, invidiosa di ammirare che tutto ciò che i miei occhi potevano mettere a fuoco sembrava aver trovato il suo posto, dove tutto aveva un significato, uno scopo e nonostante le cicale rimarcavano incessantemente la pigrizia di quelle ore quieti e calde, sapevo già che nel giro di qualche minuto nella mia di casa sarebbe tornato l'inverno. A tal proposito, pensavo spesso alle pioggie, e a quanto mi piaceva starmene a guardare il cielo mentre piangeva e lavava via tutto quello che doveva. Ho da sempre amato la pioggia, e la cosa che più adoravo era sapere di essere al riparo, magari al caldo, comunque protetta, mentre le nubi scaricavano la loro malinconia e si straziavano per i fallimenti degli uomini, per ciò che concerne la loro anima, non per altro, assolvendoli dai loro peccati, tra cui i miei, se così possiamo definirli o forse semplicemente sensi di colpa. Nuovamente alla ricerca di sicurezza, allo stesso modo della pioggia adoravo mettermi nel letto e coprirmi il più possibile con la coperta, come fosse uno scudo che mi avrebbe difeso quando la coscienza se ne sarebbe andata, troppo ansiosa di scoprire i miei sogni; il bisogno di sentirmi al sicuro mi sorprendeva anche quando durante la notte mi accorgevo di aver messo un piede fuori dal letto, e con un movimento a rallentatore, quasi per non svegliare chi avrebbe abusato della mia imprudenza, (cioè nessuno!), rimettevo subito l'arto al suo posto, coperto e nella totale sicurezza; perfino nella stagione estiva, mentre il mio corpo era costretto in una sauna intollerabile, la mente invece, se la rideva, protetta da quel misero lenzuolino, che figuriamoci, non riusciva a difendermi neanche da una zanzara. Il piacere di starmene ad osservare quel cielo in lacrime si interrompeva nell'attimo in cui salivano i sensi di colpa a causa di quel mio fugace apparente benessere, che mi costringeva subito a spostare la mia attenzione verso tutti coloro che erano costretti ad uscire e potevano rischiare ad andarsene in giro con quel tempo. Se mi fossi preoccupata solo della mia pace interiore allo scorrere di quell'acqua per me terapeutica e poi avessi sentito qualche notizia brutta al tg, di gente rimasta coinvolta nel temporale, non me lo sarei mai perdonato, anche se la notizia arrivava dall'altra parte del mondo, anche se io effettivamente non c'entravo nulla. Quell'ipotetico incidente, secondo il mio folle punto di vista, era di sicuro la tragica punizione che mi spettava per aver gioito di una giornata che molti probabilmente stavano trascorrendo in maniera faticosa, (in quel periodo qualcuno me le chiamava pip.. mentali, io però le vedevo come una realtà difficile a cui dovevo soccombere per opera della sorte, è scontato dire che l'ipotesi giusta era la prima!). I sensi di colpa uccidevano tutta la mia vitalità, considerando che ogni circostanza poteva essere valida per far si che essi si prendessero ogni battito della mia vita. Il meccanismo era così avanzato, che se in un determinato momento, provavo semplicemente a vivere, saliva in me il senso di colpa perché magari in quell'istante ero così felice che non avvertivo la sua presenza, in pratica mi sentivo in torto perché non mi sentivo in colpa! Assurdo! Per non parlare poi di quando mi sentivo raramente serena, e c'era gente invece che non lo era affatto, come potevo essere contenta se non lo era tutto il mondo contemporaneamente? Ogni volta che tentavo di arrestare i pensieri, con fatica estrema respingevo l'autocolpevolezza e l'unica soluzione per trovare un pò di pace era tornare a guardare fuori. Cercavo quanto più potevo di assorbire quella benedetta quiete proveniente dalla natura, per questo amavo e amo tuttora osservarla, là fuori, così immobile e silenziosa, potevo percepire tutto il rispetto che aveva per l'uomo, in

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