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Non è una cosa seria. Pensaci, Giacomino!. Lumìe di Sicilia
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Non è una cosa seria. Pensaci, Giacomino!. Lumìe di Sicilia
E-book44 pagine35 minuti

Non è una cosa seria. Pensaci, Giacomino!. Lumìe di Sicilia

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In questa edizione sono riunite insieme tre delle più celebri novelle del grande Luigi Pirandello: Non è una cosa seria, Pensaci, Giacomino! e Lumìe di Sicilia. Tutte e tre le novelle, delle quali l’autore ha composto anche le trasposizioni teatrali, trattano in forma più o meno latente il medesimo inevitabile argomento: l’amore e la coppia.
LinguaItaliano
Data di uscita7 feb 2019
ISBN9788832510980
Non è una cosa seria. Pensaci, Giacomino!. Lumìe di Sicilia
Autore

Luigi Pirandello

Luigi Pirandello (1867-1936) was an Italian playwright, novelist, and poet. Born to a wealthy Sicilian family in the village of Cobh, Pirandello was raised in a household dedicated to the Garibaldian cause of Risorgimento. Educated at home as a child, he wrote his first tragedy at twelve before entering high school in Palermo, where he excelled in his studies and read the poets of nineteenth century Italy. After a tumultuous period at the University of Rome, Pirandello transferred to Bonn, where he immersed himself in the works of the German romantics. He began publishing his poems, plays, novels, and stories in earnest, appearing in some of Italy’s leading literary magazines and having his works staged in Rome. Six Characters in Search of an Author (1921), an experimental absurdist drama, was viciously opposed by an outraged audience on its opening night, but has since been recognized as an essential text of Italian modernist literature. During this time, Pirandello was struggling to care for his wife Antonietta, whose deteriorating mental health forced him to place her in an asylum by 1919. In 1924, Pirandello joined the National Fascist Party, and was soon aided by Mussolini in becoming the owner and director of the Teatro d’Arte di Roma. Although his identity as a Fascist was always tenuous, he never outright abandoned the party. Despite this, he maintained the admiration of readers and critics worldwide, and was awarded the 1934 Nobel Prize for Literature.

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    Non è una cosa seria. Pensaci, Giacomino!. Lumìe di Sicilia - Luigi Pirandello

    DIGITALI

    Intro

    In questa edizione sono riunite insieme tre delle più celebri novelle del grande Luigi Pirandello: Non è una cosa seria, Pensaci, Giacomino! e Lumìe di Sicilia. Tutte e tre le novelle, delle quali l’autore ha composto anche le trasposizioni teatrali, trattano in forma più o meno latente il medesimo inevitabile argomento: l’amore e la coppia.

    NON È UNA COSA SERIA

    Perazzetti? No. Quello poi era un genere particolare.

    Le diceva serio serio, che non pareva nemmeno lui, guardandosi le unghie adunche lunghissime, di cui aveva la cura più meticolosa.

    È vero che poi, tutt’a un tratto, senz’alcuna ragione apparente… un’anatra, ecco, tale e quale! scoppiava in certe risate, che parevano il verso di un’anatra; e ci guazzava dentro, proprio come un’anatra.

    Moltissimi trovavano appunto in queste risate la prova più lampante della pazzia di Perazzetti. Nel vederlo torcere con le lagrime agli occhi, gli amici gli domandavano:

    — Ma perché?

    E lui:

    — Niente. Non ve lo posso dire.

    A veder ridere uno così, senza che voglia dirne la ragione, si resta sconcertati, con un certo viso da scemi si resta e una certa irritazione in corpo, che nei così detti «urtati di nervi» può diventar facilmente stizza feroce e voglia di sgraffiare.

    Non potendo sgraffiare, i così detti «urtati di nervi» (che sono poi tanti, oggidì) si scrollavano rabbiosamente e dicevano di Perazzetti:

    — È pazzo!

    Se Perazzetti, invece, avesse detto loro la ragione di quel suo anatrare… Ma non la poteva dire, spesso, Perazzetti; veramente non la poteva dire.

    Aveva una fantasia mobilissima e quanto mai capricciosa, la quale, alla vista della gente, si sbizzarriva a destargli dentro, senza ch’egli lo volesse, le più stravaganti immagini e guizzi di comicissimi aspetti inesprimibile; a scoprirgli d’un subito certe strane, riposte analogie, a rappresentargli improvvisamente certi contrasti così grotteschi e buffi, che la risata gli scattava irrefrenabile.

    Come comunicare altrui il giuoco istantaneo di queste fuggevoli immagini impensate?

    Sapeva bene Perazzetti, per propria esperienza, quanto in ogni uomo il fondo dell’essere sia diverso dalle fittizie interpretazioni che ciascuno se ne dà spontaneamente, o per inconscia finzione, per quel bisogno di crederci o d’esser creduti diversi da quel che siamo, o per imitazione degli altri, o per le necessità e le convenienze sociali.

    Su questo fondo dell’essere egli aveva fatto studi particolari. Lo chiamava l’«antro della bestia». E intendeva della bestia originaria acquattata dentro a ciascuno di noi, sotto tutti gli strati di coscienza, che gli si sono a mano a mano sovrapposti con gli anni.

    L’uomo, diceva Perazzetti, a toccarlo, a solleticarlo in questo o in quello strato, risponde con inchini, con sorrisi, porge la mano, dice buon giorno e buona sera, dà magari in prestito cento lire; ma guai ad andarlo a stuzzicare laggiù, nell’antro della bestia: scappa fuori il ladro, il farabutto, l’assassino. È vero che, dopo tanti secoli di civiltà, molti nel loro antro ospitano ormai una bestia troppo mortificata:

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