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Pietro, il Re e un Dio bizzarro
Pietro, il Re e un Dio bizzarro
Pietro, il Re e un Dio bizzarro
E-book76 pagine55 minuti

Pietro, il Re e un Dio bizzarro

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Info su questo ebook

Il romanzo è una parabola sullo sviluppo del sistema economico basato sulla crescita continua. La favola descrive le scelte fatte da una comunità inconsapevolmente intrappolata in un meccanismo finanziario di crescita esponenziale ideato da un Dio bizzarro per stimolare l'intelligenza umana. L'impossibilità matematica di una crescita illimitata in un sistema finito come la terra si svela mano a mano nel racconto, fino alla rivelazione finale e alla presa di consapevolezza di Pietro, il principale protagonista del romanzo e geniale ideatore degli espedienti che consentono di aggirare i problemi che si presentano nei vari stadi dello sviluppo.

Paolo Silvestrini è professore ordinario di Fisica Generale presso l'Università della Campania Luigi Vanvitelli. La sua attività di ricerca riguarda principalmente i fondamenti della Meccanica Quantistica e le applicazioni all'informazione quantistica. E' autore di diverse monografie, tra cui "Quantum Computing and Quantum Bits in Mesoscopic Systems" (2004), pubblicato insieme a Anthony Leggett, premio Nobel per la Fisica 2003.Recentemente si sta dedicando ad usare le sue conoscenze per contribuire al dibattito su temi economici e sociali.
LinguaItaliano
Data di uscita26 mar 2019
ISBN9788831612500
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    Anteprima del libro

    Pietro, il Re e un Dio bizzarro - Paolo Silvestrini

    633/1941.

    Premessa

    In un paese lontano nel tempo e nello spazio, una comunità di esseri umani aveva trovato il modo di vivere felice in armonia con i cicli naturali, lavorando la terra e allevando animali. La comunità prosperava e la popolazione aumentava.

    Accadevano però, di tanto in tanto, siccità che compromettevano il raccolto di un certo periodo dell’anno, con una conseguente crisi per il sostentamento. La comunità decise allora di nominare un Comitato di Garanzia formato da alcuni saggi che avevano il compito di programmare la conservazione delle eccedenze nei momenti di abbondanza, per poi ridistribuirle nei periodi di magra, in modo da garantire la sopravvivenza di tutti anche nei momenti di crisi. L’autorità massima era un Re che aveva la fiducia della popolazione e garantiva la gestione equilibrata delle risorse, ad ognuno secondo le proprie necessità e meriti lavorativi.

    La nostra storia comincia dal momento in cui un Dio Bizzarro impose al Re di fare un esperimento su come l’umanità possa evolvere in consapevolezza. Lo stato di generale benessere aveva infatti creato una sorta di assuefazione che ai suoi occhi appariva noiosa, priva di stimoli per creare nuove opportunità, che pure erano possibili date le potenzialità dell’uomo. Pertanto il Dio si incarnò nel Re e decise di giocare alla comunità uno scherzo che qui apparirà pericoloso, ma che sicuramente avrà un significato profondo visto che è stato un Dio a idearlo. Io sono a conoscenza della storia sin dagli inizi poiché un mio lontano parente, il cui nome era Pietro e che è stato uno dei primi ad entrare nel gioco ideato dal Dio/Re, ha tenuto un diario dettagliato di tutto quello che è successo. Io ho ritrovato le sue memorie nello scantinato, e le ho lette con curiosità ed apprensione, poiché mi ricordano la nostra situazione attuale, con le crisi economiche che ormai troppo spesso accadono, e che vengono discusse su tutti gli organi di informazione alla ricerca di una soluzione che non sembra venire.

    ***

    In un anno in cui il suo raccolto era andato distrutto, Pietro andò dal Re per chiedergli a titolo di prestito i mezzi di sostentamento fino al prossimo raccolto: non chiese molto, semplicemente una nuova zappa e un grosso sacco di riso per sfamare sé e la sua famiglia per alcuni mesi. Il Re lo accolse come di consueto con atteggiamento disponibile e bonario; gli chiese i motivi della sua richiesta, valutò le sue necessità ed infine gli concesse quanto aveva chiesto. Contrariamente al solito, però, non gli chiese di restituire quello che aveva avuto in prestito nel momento in cui avesse avuto un’abbondanza di raccolto; invece, gli fece vedere un nuovo gioco, che chiamò degli scacchi, che gli era stato insegnato da un viandante e di cui il Re si era appassionato diventandone un esperto.

    Fecero alcune partite e alla fine il Re disse a Pietro:

    Questa volta voglio essere generoso con te. Piuttosto che chiederti di restituirmi il sacco di riso al prossimo raccolto, ti chiedo un solo chicco di riso che mettiamo adesso sulla prima casella della scacchiera. Tu poi ogni anno metterai sulla successiva casella il doppio del numero di chicchi di riso di quelli contenuti nella casella precedente. Così il prossimo anno metterai due chicchi sulla seconda casella, fra due anni ne metterai quattro sulla terza, fra tre anni otto sulla quarta, fra quattro anni sedici sulla successiva, e così via fino a completare le sessantaquattro caselle della scacchiera. Nel caso tu muoia prima dello scadere del sessantaquattresimo anno da oggi, saranno i tuoi figli o i tuoi nipoti a dover completare le residue caselle. Ti va bene questa modalità che ti propongo, per restituire il prestito?.

    Pietro, che non conosceva bene la matematica, pensò che il Re lo volesse favorire, chiedendogli di restituire poche manciate di riso in cambio del bel sacco pieno che gli stava donando. Per scrupolo chiese:

    Ma gli altri membri della comunità saranno d’accordo?.

    Il Re rispose che stava facendo la stessa proposta a molti altri compaesani, e loro avevano accettato, per cui anche lui poteva fare lo stesso senza scrupoli di coscienza:

    Mi raccomando solo di non farne cenno ai tuoi vicini, per il momento, altrimenti, se tutti chiedessero il prestito a condizioni così favorevoli, potremmo terminare le riserve prima del prossimo periodo di abbondanza. Solamente ricordati di essere preciso perché non tollererò ritardi né rimborsi inferiori a quanto stabilito.

    Pietro accettò ingenuamente, dando così inizio ad un travaglio che si sarebbe manifestato nella sua vera portata solo alcuni anni dopo.

    ***

    Nelle sue memorie Pietro riporta che sin dall’inizio si

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