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Dio, gli dei e gli uomini
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Dio, gli dei e gli uomini
E-book108 pagine1 ora

Dio, gli dei e gli uomini

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Info su questo ebook

Storia del più grande poeta di Roma e del più grande religioso giudeo.

Romanzo storico. Biografie dello scrittore latino Orazio e del religioso giudeo Giovanni Battista. Racconto delle loro rispettive epoche e vicissitudini, come il battesimo di Gesù Cristo, l'invasione romana della Palestina e l'assassinio di Giulio Cesare.   

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita6 apr 2019
ISBN9781547577859
Dio, gli dei e gli uomini

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    Dio, gli dei e gli uomini - Borja Loma Barrie

    Dio, gli dei e gli uomini

    Vite di Orazio e di Giovanni Battista

    Borja Loma Barrie

    Dio, gli  dei e gli uomini. Vite di Orazio e di Giovanni Battista.

    © BORJA LOMA BARRIE 2015

    Tutti i diritti riservati.

    Colui che viene spinto dagli dei verso la perdizione, spesso confonde il bene con il male e difficilmente è salvo dalla rovina

    Sofocle. Antigone (455 A.C.)

    CAPITOLO I

    Si racconta che Giovanni Battista diffidava di Gesù Cristo quando cui lo vide comparire all'improvviso sulla sponda del fiume Giordano, tra le centinaia di persone che tutte le mattine si sedevano a riva per ascoltare le sue prediche e osservare il suo rituale di immersione nell'acqua di decine di nuovi cristiani, che erano tali pur senza saperlo.

    Ciò è poco probabile, poiché il profeta era già stato avvertito da Yahweh che sarebbe arrivato Uno, come un agnello, silenzioso e serio, davanti al quale avrebbe dovuto chinarsi.

    Da anni, Giovanni battezzava centinaia di persone, anche se non in nome di Cristo, ma in nome di Dio.

    Tuttavia, appena lo vide, con la sua faccia seria e la barba lunga, si rese conto che egli, pur apparendo uomo, non lo era solamente.

    Giovanni si chiese quando quella creatura aveva smesso di essere umana per diventare divina; oppure se fosse nata già come Dio.

    O se Dio si fosse scisso per acquisire forma e natura umana.

    O se fosse entrambe le cose, uomo e divinità.

    Il Battista non lo venne a sapere mai nella sua vita.

    Giovanni lo guardò in silenzio e i loro occhi, gli uni di fuoco e gli altri di placidità, si incontrarono quella mattina limpida e chiara, così brillante che uno doveva inclinare la testa verso il basso per non rimanere ferito dal folgore della luce.

    Il Battista rimase immobile per alcuni lunghi minuti, con lo sguardo fisso in quei bulbi oculari scuri che lo facevano rabbrividire, lasciando fluire le emozioni dal suo cuore come onde di un mare agitato; nel frattempo, il chiasso delle rive prodotto dai bambini che giocavano con l'acqua, dalle donne che blateravano tra loro o con gli uomini e da questi che discutevano con altri, si spegneva poco a poco.

    La trasformazione del figlio di Zaccaria e Isabella in statua di pietra, con l'acqua del Giordano che gli arrivava alle caviglie, durò così a lungo che spaventò e azzittì tutti.

    Ognuno dei presenti guardò Giovanni cercando di capire cosa gli stesse succedendo e di interpretare il suo viso accigliato e lo sguardo tagliente, la sua espressione di intelligenza e timore, unita a rispetto e allegria; quell'iridescenza di sensazioni si trasmetteva di fatto nel disegno del suo volto e nella sua espressione.

    Abituati alla sua voce e ai suoi movimenti forti, rimasero tutti improvvisamente elettrizzati, per pura simpatia verso il Battista, che era a sua volta ammaliato.

    Cristo si alzò lentamente e nel farlo, i lunghi capelli gli caddero sul viso, che era dotato di un mento a punta e di guance infossate, che indicavano fame o febbre.

    Il suo naso oscillava tra una forma e l'altra, di modo che, a volte sembrava camuso e rotondo, altre volte ossuto e lungo; il setto nasale fine e stretto terminava con le labbra spesse.

    La sua fronte era bassa, le orecchie leggermente piegate e le sue sopracciglia sembravano una straordinaria foresta di peluria, densa e nera, che gli attraversava il viso da un lato all'altro, arrivando quasi fino alle tempie, scendendo poi in picchiata come la punta di una lama.

    Gesù aveva un collo corto, le gambe leggermente arcuate e le caviglie grosse.

    Non era un bell'uomo.

    Sembrava uno qualsiasi, anche se esisteva in lui una soave emanazione di potere.

    Si potrebbe dire che si trattasse di una persona contenuta, dissimulatore, che teneva nascosta qualche cosa o qualche abilità, forse una grande forza fisica o un segreto.

    In ogni modo sembrava un uomo felice.

    Non uno che destava pietà.

    Secondo il Battista, assomigliava a un padre di famiglia leggermente tormentato per dover affrontare il mondo con armi così scarse come quelle che possedeva, la sua forza di lavorare e la sua intelligenza; sapeva che la sorte dei suoi figli e della sua sposa, rannicchiati di fianco a una parete per ripararsi dal freddo, dipendevano da tali elementi così effimeri e volgari. 

    Gesù Cristo, inoltre, destava in chi lo guardava la sensazione di essere una persona delicata, capace di essere stravolto, non tanto da un pugno, quanto da un urlo o da un semplice insulto.

    La sua virilità era scarsa e la sua mascolinità era rivelata solamente dalla sua barba nera carbone, poco curata, di un aspetto squilibrato, essendo arricciata sul lato sinistro e liscia e levigata sul destro, scintillante dalla polvere della sabbia e dal sudore; mostrava anche una certa fiducia in se stesso e alcuni gesti lenti e aperti, che nessuna donna sarebbe capace di realizzare, come anche nessun uomo.

    Mentre camminava verso Giovanni Battista, che si trovava quasi a metà distanza tra le due rive, non rivolse neanche una volta lo sguardo verso il basso e non lo distolse neanche per un istante dai suoi occhi.

    Non toccò il profeta del fiume, ma questo gli prese la testa con cura e la inclinò all'indietro, prendendo la sua spalla con l'altro braccio, finché Cristo rimase totalmente appoggiato a lui; e così si immersero dal petto alla nuca. 

    Dopo qualche istante, Gesù, zuppo, si levò, appoggiò il braccio sulla spalla di Giovanni e tornò verso la sponda.

    Lì lo aspettavano i suoi seguaci, che si alzarono in piedi prima che il battezzato tornasse a riva.

    Circondarono tutti il nuovo battezzato, alcuni preoccupati per la sua tunica bagnata, altri volenterosi di asciugargli il viso con le proprie vesti; poi si incamminarono verso le dune, allontanandosi in direzione della città.

    Giovanni li seguì con lo sguardo.

    Rimase fermo nell'acqua, in piedi, per alcuni minuti.

    Quella notte, al coricarsi nella sua umile capanna, pensò di aver concluso la missione che Dio gli aveva affidato; la sua dimora era circondata da diversi seguaci, alcuni dormivano a una distanza rispettosa e altri, ai quali il Battista aveva permesso di farlo, a patto che non gli rivolgessero la parola.

    Sentì angoscia.

    Giovanni era stato educato dai suoi genitori alla pietà, all'umiltà e alla generosità.

    Ma presto, sin dalla prima giovinezza, fu preso da una collera fredda, provocata dall'osservazione del comportamento degli altri esseri umani.

    Già dall'infanzia, il Battista sentì per Yahweh un amore a volte intenso, altre volte pacato, ma che nell'essenza rimase intatto per tutta la sua vita; d'altra parte, professò un'offesa colossale per gli uomini, sin dall'adolescenza.

    Pur intuendo che questa repulsione era peccaminosa e sgradevole agli occhi di Dio, il suo cuore non smetteva di provarla.

    Persino quando capitava di avvicinarsi alla città, non tollerava che gli umani lo

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