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Alberto Spadolini, galeotto fu il lenzuolo
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E-book268 pagine3 ore

Alberto Spadolini, galeotto fu il lenzuolo

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Info su questo ebook

Dora, giovane giornalista di New York, è incaricata di svolgere un'inchiesta su uno sconosciuto artista di nome Alberto Spadolini (1907 – 1972). Entusiasta, accetta la sfida e attraversa l'Atlantico per mettersi sulle tracce dell'enigmatico personaggio. Viaggia da Roma a Parigi, dalla Romagna alle Marche con fare da investigatrice. Giorno dopo giorno affiorano nuovi indizi, ma il quadro rimane sempre incompleto. Solo la tenacia e l'animo risoluto della ragazza alla fine si rivelano in grado di metter luce su uno dei più multiformi ingegni del secolo scorso: pittore, scenografo, danzatore, attore, regista, cantante. Partendo da un'Italia provinciale, passando attraverso i lussuosi salotti di Gabriele d'Annunzio e gli interni rivestiti di povera juta del Teatro degli Indipendenti, Spadolini approda nella scintillante Parigi degli Anni Trenta, conteso da Joséphine Baker e Marlene Dietrich. Il vento soffia impetuoso e consegna al mondo la terribile esperienza della II guerra mondiale. Così Spadolini diventa agente per i Servizi di spionaggio occidentali e adotta il significativo nome di Ermes, messaggero degli Dei. L'anello dannunziano con la spada invitta è ancora con lui e lo rende invincibile nella lotta contro il male, come un moderno Cavaliere della Tavola Rotonda. Una storia che stava per essere dimenticata e che riaffiorando cambierà per sempre la vita della giornalista.
LinguaItaliano
Data di uscita11 apr 2019
ISBN9788831607667
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    Anteprima del libro

    Alberto Spadolini, galeotto fu il lenzuolo - Marco Travaglini

    Scano

    PROLOGO

    New York, lunedì 5 ottobre 2015

    Dora, un fulmine dai capelli rossi, scattante e sottile, si infilò all’ultimo momento nel grande ascensore della Adventure Tower. I sei uomini incravattati che vi si trovavano, nascosero dietro sorrisetti di circostanza la propria sorpresa davanti alla venticinquenne, mai vista prima al 1854 di Broadway. C’era in lei qualcosa di non convenzionale e di elettrico, oltre alla spontaneità che ogni impiegato sui cinquanta intravede nei giovani in cerca di affermazione e di uno stipendio decente.

    Sbarcata al 27esimo, la ragazza allungò il passo senza degnare di un saluto i suoi compagni di salita. Era in debito già di quattro minuti sui tempi dettati da Elisabeth MacKenzie, la decisa e ferrea segretaria del capo.

    Scommetto, mi rispedirà a casa ... E tutto per colpa di uno stupido inconveniente!, ripeteva fra sé con un diavolo per capello.

    Quattro minuti sono lunghi come un’era geologica: non c’è tempo da perdere all’interno di una multinazionale globale, persino quando si tratta di libri, che al contrario hanno molto a che fare con i tempi lunghi, le meditazioni, i sentimenti. Macché, qui si progetta, non si fa poesia. Conta solo il rapporto costi-ricavi, e all’autore si vedrà cosa riservare: se si tratterà di un giovanotto sconosciuto, dovrà semplicemente ringraziare ...

    Questo è quanto le avevano fatto capire quando altre volte era salita fino al piano degli uffici. E adesso quasi si pentiva, di avere eccepito, di avere sollevato obiezioni, insomma di avere innervosito il boss, con qualche parolina di troppo sull’arte, sulla storia, sulla necessità di lunghe, scrupolose, e dunque costose sedute di documentazione. Le sue fisse. Se si vuole un libro vero, diamine, bisogna lavorarci su! E nel frattempo, chi lo fa non vive d’aria ...

    Ma, a proposito di tempo, non ce n’era più per coltivare altri rimorsi: gli occhiali e la impeccabile mise di Elisabeth la fece sentire subito a disagio.

    Eccoti, ben svegliata! Vuoi schiacciare un pisolino oppure che dici, cominciamo .... a lavorare!?

    Benché con un rospo in gola, Dora si sentì rinascere al solo sentire la parola ‘lavoro’.

    Mi ... scusi, è che ...

    Sì, va bene, hai scambiato il rossetto con la compagna di appartamento e per riaverlo hai dovuto inseguirla, eccetera. Quando mai riusciremo a cambiarvi, voi giovani: sempre connessi e iperconnessi, ma perennemente sulle nuvole. Fa niente per il ritardo. Piuttosto ascoltami bene ...

    Ci sono, fece Dora mollando sulla sedia a fianco lo zainetto, sopra il quale cadde un’occhiata della sessantenne, fra lo stupito e il divertito.

    Abbiamo deciso ... o meglio, il boss ha deciso: la ricerca va fatta sulla danza degli Anni Trenta ...

    Ma ... veramente io ho il dottorato in arte italiana del Rinascimento ...

    Appunto! Non è un’arte la danza?

    Ma, il contemporaneo ... ecco, io non è che ho proprio un feeling con ...

    Bene, Dora, vedo che preferisci restare ancorata alle tue solide radici. Peccato, pensavo che un viaggio a Parigi ti ...

    Dora la interruppe divenendo a un tratto docilissima: Parigi, sì, ecco ... Volevo dire, sì, il balletto: mi metto subito a studiare. Dica tutto.

    Anni Trenta, Parigi crocevia di artisti e scrittori, fra le capitali mondiali anche dello spettacolo: sui palcoscenici coreografie di Serge Lifar, attorno le scenografie dei vari Picasso e quant’altro, fra i protagonisti gente come Cocteau, Max Jacob ... Poi la musica colta che dialoga con le altre forme, esce dai golfi mistici, scende nelle strade e nei bassifondi. E il cinema, dove la Francia in quegli anni è un po’ indietro rispetto a noi, ma ... Ecco, ricostruire quel clima di contaminazione, come dite voi ragazzi: interessa?

    Come no? Non vedo l’ora!, rispose Dora sudando freddo, lei che non sopporto Picasso, il primitivismo, non mando giù il cubismo, miti superati - diceva sempre a sua madre.

    La incalzò Elisabeth: Ma sta a te trovare una chiave, un protagonista, qualcosa o qualcuno che possa diventare il soggetto del libro. Insomma, hai carta bianca per un mese, con una settimana spesata a Parigi, non nei lussi, sia chiaro. Ma vogliamo sapere ogni minuto che combini e che cosa viene fuori dal lavoro. Se dopo un paio di giorni non c’è qualcosa di grosso da mettere in pentola, si ritorna a casa. Compris?

    Sì, comincio subito ...

    Dora lasciò i puntini di sospensione cercando dietro gli occhiali lo sguardo della segretaria. Non lo incontrò.

    Ti ho capita. Di compensi per ora non parliamo, dipende da quello che troverai.

    Ci risiamo, pensò dentro di sé la ragazza, un’altra fregatura?

    Ma il suo intuito le suggeriva di mandar giù il boccone, per quanto amaro, e provarci: questa poteva essere la volta buona.

    Mmm ... Si può avere una postazione per cominciare?

    "Abbiamo pensato a tutto. Al 25esimo, nel piano degli editor, avrai una location per la consultazione del New York Times, di altri giornali dell’epoca e delle biblioteche. Lì le notizie sono come le stelle del cielo: infinite. Tutto sta a trovare la chiave giusta."

    Dora aveva puntato sull’intuito, ma nell’andarsene per scendere due piani di sotto, ebbe modo di farsi ritornare qualche dubbio. Tuttavia ormai era andata, aveva accettato le condizioni e ora doveva ... ballare. Proprio così, ballare negli Anni Trenta.

    Assorta nel chiaroscuro dei pensieri, si trovò di colpo alla scrivania davanti al monitor.

    Proviamo subito con l’archivio del NYT, si propose come per inerzia. Mentre interrogava il computer diede uno sguardo all’esterno. I grattacieli di Manhattan le sembrarono giganti impassibili e muti, stagliati nell’azzurro di un cielo insolitamente limpido. Doveva mettersi a cercare alcuni aghi in un pagliaio a lei sconosciuto, o quasi.

    Vediamo, ballo e danza, Anni Trenta, Parigi ... Vediamo cosa viene fuori... Ah, Josephine Baker, cominciamo ad avere qualche coordinata. Vediamo ancora. Eh sì, l’arpia aveva ragione, ci sono di mezzo artisti mica da niente ... Ecco prezzemolino Picasso, nel Novecento non c’è cosa che non lo riguardi ... Ecco gli altri. Vediamo ancora ...

    Dora si bloccò sorpresa: Josephine Baker e ... Spadolini? Ma è il mio stesso cognome!

    Così cominciò l’avventura che quel giorno cambiò l’umore, e in seguito anche la vita, della venticinquenne di buone speranze, bostoniana con avi italiani, Dora Spadolini.

    New York, martedì 6 ottobre 2015

    Mom, ci sei?

    Hello Dora, che piacere sentirti di prima mattina ...

    Mai sentito parlare del grande Spadolini?

    Chi? non vorrai dire tuo padre ...?

    Ma no, Spadolini, stesso cognome nostro ma Alberto Spadolini, nato circa cent’anni fa, artista, ballerino e ...

    Mai sentito? E perché dovrei?

    Io non lo so, magari scopro che siamo parenti ...

    Ma di che parli? Dora, ti senti bene?

    Benissimo, mum. Sto lavorando ...

    Miracolo!

    Alla casa editrice mi hanno chiesto di svolgere una ricerca sul ballo e le arti, e così mi sono imbattuta in questo Alberto Spadolini: i giornali dell’epoca ne parlano come di un grande ballerino, un fenomeno, sulle scene anche con Josephine Baker ...

    La biografia della Baker l’ho letta ma di questo Spadolini non ho mai sentito parlare. Vabbé che la Baker di uomini ne ha avuti tanti, magari mi confondo ... Ma di uno Spadolini mi ricorderei, se l’avessi trovato. Nome da conquistatore ... appunto come il bellimbusto di tuo padre. A proposito, da quanto non lo senti? Si è inventato qualcos’altro di nuovo?

    No, ma lo raggiungerò in Europa!, rispose sicura e incosciente Dora, e riattaccò. Si sentiva già oltre oceano, senza aver fatto prima i conti con Elisabeth.

    Neanche il tempo di terminare la telefonata con sua madre, e Dora si trovò in mezzo alla piazza del Lincoln Center. Si sentì a suo agio, girando attorno lo sguardo tra le architetture a misura d’uomo, e si diresse in fretta alla Public Library for the Performing Arts.

    La scoperta del giorno prima era un caso da dimenticare in fretta? Quel che si dice una coincidenza, tanto simpatica quanto inutile? Oppure poteva nascerne qualcosa? Dora aveva sempre creduto nella sua buona stella e, venuta su nelle scuole cattoliche, contava nel suo angelo custode. Aver trovato un misterioso ballerino accostato alla Baker - nei suoi anni d’oro - la stuzzicava: Forse c’è qualcosa di più ...

    Si fece dare tutto ciò che la biblioteca aveva su Alberto Spadolini, Ancona 1907 - Parigi 1972. L’articolo trovato il giorno prima, diceva: Spadolini, giovane danzatore italiano, pare sia divenuto famoso alla Reale Opera di Roma e al Casinò de Paris. Il suo debutto a New York includerà brani tratti da vari balletti italiani ... ²

    Ma nel dossier della biblioteca c’era ben altro a incuriosirla. Lettere inviate dal manager Alex Wolfson alla New York Word’s Fair 1939 e una brochure contenente lusinghieri giudizi pubblicati su giornali e riviste degli anni ’30:

    Gérard d’Houville (Le Figaro): Spadolini, lo stupefacente ballerino che anima la rivista con la duttile forza dei suoi ritmici balzi.

    Fernand Divoire (La Revue de France): Spadolini dipende talmente dal ritmo che si crede che il ritmo dipenda da lui.

    Tempo (Roma): Spadolini, il solo rappresentante dell’Arte coreografica italiana.

    Vogue (Londra): Spadolini ha una tecnica brillante e una grande bellezza di movimenti e di atteggiamenti;

    Variety (New York): Spadolini che combina un corpo eccezionale con una straordinaria capacità di ballare.

    The American Dancer, le consigliò la bibliotecaria. Dora trovò un pezzo del 1938: "La prima americana della compagnia Paris Exposition Ballets con Spadolini, ballerino e coreografo dell’Opera di Monte Carlo, andrà in scena a Los Angeles in gennaio. Spadolini sotto contratto con la Metro-Goldwin-Mayer avrà con sé i migliori ballerini; costumi e orchestrazione da Parigi."

    Presi appunti e fatte scansioni, Dora ritornò alla base: doveva riferire.

    Al vedere le carte raccolte, Elisabeth fu più dolce del solito con la giovane ricercatrice.

    Ho trovato diversi articoli sui Ballets Russes … - disse Dora – ma la cosa più curiosa è un danzatore, Alberto Spadolini, cognome uguale al mio ... Un italiano descritto come un fenomeno, che pare poi svanire misteriosamente nel nulla.

    Si aprì la porta e apparve il capo: Di che mistero parlate?

    Dora s’infiammò, ma con sangue freddo lasciò parlare Elisabeth. Anche l’editore gradiva la storia, e voleva sapere di più.

    Spadolini danzatore, non lo conosco - spiegò un coreografo amico dell’editore, subito interpellato – "ma Spadolini pittore della danza, si! Nella nostra sede custodiamo suoi dipinti che raffigurano étoiles della danza: quadri che all’epoca della pop-art potevano sembrare fuori tempo. Ma è proprio questo che oggi li rende interessanti ... Sciabolate di luce invadono i palcoscenici dove volteggiano le ballerine in tutù, ma non è pittura di genere: sono allegorie, metafore, simboli di qualcos’altro."

    Il boss fa altre verifiche finché in una biografia dedicata al regista Jean Renoir scopre che Spadolini ha collaborato in qualità di attore con Marcel L’Herbier e Pierre Caron, non disdegnando di vivere insieme al Granduca Alex (Wolfson) e all’attrice Catherine Hessling, moglie di Renoir! ³

    Ce n’è abbastanza per decidere di proseguire l’inchiesta.

    Dora, vada avanti. Se la sente di scoprire cosa si nasconde dietro questa storia?

    Roma - Fiumicino, giovedì 8 ottobre 2015

    La tua prima mostra di pittura? Non vedo l’ora ..., disse Dora, fra l’ironico e l’affettuoso, all’uomo dalla barbetta irregolare e dai capelli grigi scompigliati che sistemava la sua valigia nel bagagliaio della Panda. Non vedeva suo padre da tre anni. Nel frattempo lei era cambiata, diventata grande, ma fra i due era lui il meno imbarazzato. Pareva che non l’avesse persa di vista per più di un giorno.

    Pensi che non ti abbia mai fatto vedere neanche un bozzetto per paura del tuo giudizio? Mettiti il cuore in pace, piccola, non mi farai cambiare idee ... sul modo migliore di imbrattare una tela.

    Mentre la Fiat imboccava il viale verso la città, Dora mise gli occhi sul posacenere per metà aperto: Fumi molto? Negli Stati Uniti sarebbe difficile per te ...

    Di tanto in tanto - rispose il padre, mentendo – Ma solo quando mi metto a guardare un lavoro finito, o quasi finito.

    In compagnia, a giudicare dal rossetto sulle cicche ..., disse Dora affondando il colpo.

    Andrew, così si chiamava suo padre, rise con fragore: Lo dicevo a tua madre, dovevi entrare nella CIA! Solo amicizie, Dora ... Dopo quasi trent’anni con lei, qui a Roma ho raggiunto la pace dei sensi ... o quasi.

    Quasi, sempre quasi, papà! Mai niente di definito, di concluso nella tua esistenza ...

    Eh, me lo saprai dire, quando anche tu avrai a che fare con il chiaroscuro della vita. E allora mi apprezzerai di più. Spiegami piuttosto il tuo itinerario qui in Italia, e cosa andrai a fare a Parigi.

    Sono sulle tracce di un danzatore, anzi un pittore, anzi ...

    Idee un po’ confuse?

    Diciamo un artista, ecco un artista che ha stupito Parigi negli Anni Trenta e poi sembra essersi eclissato ...

    Interessante, o meglio, sembra che ti interessi ...

    E si chiama come noi ...

    Come noi?

    Spadolini!

    Spadolini Andrew, ecco a te l’artista ...

    No, Alberto, Alberto Spadolini. Mai sentito?

    Mai sentito!

    Ma potrebbe ... ?

    Tutto è possibile, figlia mia. Farò qualche ricerca e ti saprò dire. Ma non ho mai sentito parlare di celebrità in famiglia.

    Un artista, un vero artista, andava rimuginando fra sé Andrew. Con la segreta gelosia di un padre alla ricerca della stima della figlia.

    Ed aprì la porta della sua casa-studio.

    Roma, venerdì 9 ottobre 2015 ore 11

    Dora si presentò per tempo alla biblioteca del Teatro dell’Opera, non prima di essersi assicurata per telefono che fosse aperta. Andrew l’aveva avvisata: a Roma non si sa mai ...

    Il bibliotecario alzò gli occhi e si trovò davanti una presenza per lui insolita: un lungo camicione alle ginocchia, fatto di pezzi di tessuti diversi tagliati longitudinalmente, e dentro il vestito si agitava una persona la cui energia s’indovinava dal volgere rapido degli occhi.

    Prego, avete qualcosa su Alberto Spadolini? Un danzatore di successo in Francia, prima attivo a Roma negli Anni Venti ...

    Alla prima occhiata al catalogo elettronico: Niente! Ma, insistendo, il giovane trovò il nome nel volume celebrativo del 50° anniversario del Teatro dell’Opera di Roma. E disse con voce sicura, quasi a mettersi in cattedra: "Eccolo, era nel gruppo dei trionfatori del Costanzi di Roma ⁴ e all’Empire di Londra."

    Grazie, vediamo un po’...

    Ecco, è necessaria la sua ... la tua registrazione alla biblioteca, se posso darti del tu.

    Bene, ecco qua, Dora Spadolini ..., disse porgendo il passaporto.

    Piacere, Maurizio.

    Solo questo avete?, domandò mentre il bibliotecario registrava i dati. Un altro minuto, e Maurizio trovò nel catalogo cartaceo dei manoscritti qualcosa di ben più sostanzioso.

    Dunque, Spadolini Alberto, scenografia ... Era anche scenografo?

    Dora non sapeva, ma intuiva che sì, il filo si stava dipanando poco a poco restituendo nuovi dettagli sul misterioso italiano di quasi cent’anni prima.

    "Parla di lui un manoscritto di Attilio Mazza ⁵, studioso di Gabriele d’Annunzio ... Appunti e studi per un libro non concluso. Interessa?"

    Sì! D’Annunzio il poeta?

    Certo, sono sempre gli stessi anni, ci deve essere qualche legame fra i due.

    Manoscritto ... non so se me la caverò col mio italiano.

    Posso aiutarti io ... Sono qua per questo.

    Così, districandosi fra avari indizi biografici, nel dolce ottobre romano cominciò l’amicizia fra Dora e Maurizio Perfetti. Complici due fettuccine alla papalina in pausa pranzo.

    *** /// *** /// *** /// ***

    1 - ALLA SCUOLA DI GABRIELE D’ANNUNZIO

    Gardone Riviera, aprile 1924

    Spogliati: ti voglio vedere nudo, ordinò il Maestro al bel diciassettenne durante una passeggiata nella valletta del Riotorto, dove aveva fatto costruire, contro gli iettatori, il curioso Ponte degli scongiuri ornato di corna di cervo.

    Ma … i giardinieri …

    I giardinieri non vedranno quello che io vedo; io solo conto. Guardami in faccia. Il peccato è guardare se ci guardano, poiché in questo caso ti associ alla bassezza degli altri!

    Il Maestro era il poeta Gabriele d’Annunzio.

    Alza le braccia, gli ordinò ancora.

    E dopo aver ammirato il corpo armonioso del giovinotto, magnifico come una scultura dell’antica Grecia, esclamò: Che bellezza!!!

    Alberto

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