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Lost Tales: Sword And Sorcery n°2 - Primavera 2019
Lost Tales: Sword And Sorcery n°2 - Primavera 2019
Lost Tales: Sword And Sorcery n°2 - Primavera 2019
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Lost Tales: Sword And Sorcery n°2 - Primavera 2019

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Info su questo ebook

“Lost Tales: Sword&Sorcery” Numero 2
In questo numero:
Saggi e interviste
  • Ladri, eroi e maghi. Evoluzione del ladro nella letteratura fantastica a cura di Giorgio Smoiver
  • William Morris, un gigante (fantasy) dimenticato a cura di Zeno Saracino
Racconti
  • Il Demone delle nevi di Lin Carter
  • Il Verme trionfante di Andrea Berneschi
  • La Sposa rubata di Federica Soprani
  • Rimpiattino alla Necropoli di Emanuele Corsi
  • Solomon’s Kane Homecoming di Robert Ervin Howard
  • Ritorno a Casa o L’Ultimo Bacio di Bess di Maikel Maryn
LinguaItaliano
Data di uscita9 mag 2019
ISBN9788894967166
Lost Tales: Sword And Sorcery n°2 - Primavera 2019

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    Anteprima del libro

    Lost Tales - Robert E. Howard

    Bess

    CREDITS

    Lost Tales: Sword&Sorcery

    Magazine periodico

    anno II, numero 2 Aprile 2019

    .Epub: ISBN 978-88-94967-16-6

    Formato: .PDF, .epub, .mobi (Kindle), cartaceo

    Copertina: Vincenzo Pratticò

    Immagini: Sabrina Normani

    Logo e cornici: Francesco Gianelli

    Editore: Vittorio Cirino

    Ideatore del progetto e redattore: Ivan Bard

    https://www.letterelettriche.it/

    https://www.facebook.com/letterelettriche/

    info@letterelettriche.it

    Caporedattrice: Federica Soprani

    Responsabile Web e Marketing: Monia Zanetti

    Decori: Designed by Freepik

    Editing e revisione traduzioni: Davide Bonazzi, Ivan Bard

    Ringraziamenti: Alessandro Iascy per la preziosa consulenza e l’amichevole collaborazione

    Saggi

    Ladri, maghi ed eroi:

    evoluzione del ladro nella letteratura fantastica - Giorgio Smoiver

    William Morris, un gigante (fantasy) dimenticato - Zeno Saracino

    Racconti

    Il Demone delle nevi - Lin Carter

    THE LIN CARTER COLLECTION

    Copyright 1975 (as in Proprietor’s edition)

    All rights reserved.

    Italian translation rights arranged with Virginia Kidd Agency, Inc. through Christine Cohen, Agent.

    Traduzione a cura di Annarita Guarnieri per il magazine periodico Lost Tales: Sword&Sorcery. Letterelettriche, Primavera 2019.

    La Sposa rubata - Federica Soprani

    INEDITO. Scritto per il magazine periodico Lost Tales: Sword&Sorcery. Letterelettriche, Primavera 2019.

    Il Verme trionfante- Andrea Berneschi

    INEDITO. Episodio della serie Cartagine in fiamme Scritto per il magazine periodico Lost Tales: Sword&Sorcery. Letterelettriche, Primavera 2019.

    Rimpiattino alla necropoli - Emanuele Corsi

    INEDITO. Episodio della serie Novelle di un Trecento andato a male Scritto per il magazine periodico Lost Tales: Sword&Sorcery. Letterelettriche, Primavera 2019.

    Solomon Kane’s Homecoming - Robert Ervin Howard

    Traduzione inedita di Petra Del Lago e Maikel Maryn.

    Ritorno a casa - Maikel Maryn

    Racconto liberamente ispirato alla poesia Solomon Kane torna a casa di Robert E. Howard scritto per il magazine periodico Lost Tales: Sword&Sorcery. Letterelettriche, Primavera 2019.

    PREFAZIONE

    Intraprendere un cammino significa compiere lo sforzo necessario per vincere la naturale inerzia che tiene un eroe ancorato alla sua casa, alla sua vita.

    Ma quella fatica è bilanciata dall’estasi della scoperta, dalla sete di avventure.

    Molto più difficoltoso è continuare a percorrere il sentiero contrastando gli elementi avversi quando il percorso non è più una novità. Verrebbe facile fermarsi in qualche locanda a bere, o prendere sentieri secondari che sembrano offrire promesse di nuove esotiche avventure.

    Ma è dalla caparbietà con la quale si persegue il proprio obiettivo che si riconosce la tempra di un eroe.

    Nel volume che avete tra le mani, i protagonisti delle nostre storie proseguono ognuno la propria personale cerca (seppure in episodi indipendenti dai precedenti) senza cedere il passo né guardarsi indietro.

    A essi si aggiungono nuovi eroi con le loro avventure, forse ispirati dalla gloria dei precedenti.

    Dopo Lost Tales: Digipulp Magazine numero zero del Gennaio 2018 e il primo Lost Tales: Sword&Sorcery uscito a Luglio dello stesso anno, riprendiamo anche noi il cammino con questo secondo numero, che non ho alcun timore di definire il migliore tra i tre.

    All’interno non troverete solo racconti, ma anche splendide illustrazioni, saggi scritti da alcuni dei migliori conoscitori del genere e nuove traduzioni di storie e poesie di maestri mai dimenticati.

    Proseguite il cammino con noi, eroi ed eroine. Dimostrate la vostra tenacia...

    Vittorio Cirino

    Ladri, eroi e maghi

    Evoluzione del ladro nella letteratura fantastica

    a cura di Giorgio Smoiver

    Premetto che oggetto di questo articolo sono solo i ladri che hanno operato in mondi letterari dove esistono magia, dei ed eroi. Robin Hood, Ghino di Tacco, Jack Sheppard, Fra’ Diavolo, Raffles e Arsene Lupin esulano dalla nostra materia.

    Le Origini

    Una delle prime novelle storiche della letteratura occidentale è la storia di un ladro. Nel secondo libro delle Storie di Erodoto è narrata la storia dell’immenso tesoro del faraone Rampsinito e del ladro che lo rubò, evitando successivamente tutte le trappole disposte dal re. Sebbene re Rampsinito fosse tanto abile da aver viaggiato negli Inferi ed esserne tornato vivo, viene superato nella gara d’astuzia dal ladro, cui infine, ammirato, dà in sposa la figlia.

    È un esempio del grande onore con cui gli antichi Greci tenevano l’arte del furto. Nella mitologia i ladri hanno il loro dio, Hermes, e il loro eroe, Autolico, la cui abilità di ladro è ricordata già nell’Iiade (X, 265-719). Ma anche eroi più famosi e rispettabili, come Giasone e Teseo, furono ladri all’occasione e quanto a Ulisse, nipote di Autolico, una delle sue più grandi imprese fu il furto del Palladio a Troia. Autolico è stato riscoperto dalle serie televisive Hercules e Xena, dove è interpretato da Bruce Campbell, e recentemente da Mauro Longo e Francesco di Lazzaro nel bellissimo fantasy game Le fatiche di Autolico. E anche i virtuosi Spartani incoraggiavano nei loro giovani l’arte di rubare senza farsi scoprire, ritenuta indispensabile a un buon soldato.

    In epoca romana i ladri non godettero di altrettanto favore di pubblico, ma il romanzo più magico della letteratura latina, le Metamorfosi di Apuleio, dà ampio spazio a ladri, schiavi fuggiaschi e sacerdoti imbroglioni, una torma brulicante sotto l’ostentata classica sicurezza della buona società romana, già smascherata da Petronio Arbitro, altro autore magico e notturno: realismo picaresco ante litteram e fantasie magiche si intersecano.

    Medio Evo e Rinascimento

    Il volto notturno e protervo della società, arrestato o almeno sottaciuto nell’impero cristiano e nell’alto medioevo, esplode di nuovo a partire dal Duecento, e si concentra in due figure: il ladro astuto, spesso un ecclesiastico, e il cavaliere predone.

    Nella chanson de geste Les quatre fils Aymon del XIII secolo compare la figura di Maugis d’Aigremont, mago ladro e cavaliere. Cito: "La distanza non esisteva per lui; i suoi sensi avevano un’acutezza prodigiosa; possedeva un ingegno fertile di risorse e conosceva l’arte di malie e incanti. Valente cavaliere, che pagava coraggiosamente, all’occorrenza, di persona, ma il più gran ladro della cristianità. Castelli, mura e rocche non l’arrestavano: grazie alla sua magia, entrava e rubava qualunque tesoro. Ma rispettava i poveri e non avrebbe rubato un uovo a un contadino".

    Maugis è un mago-ladro che si muove tra castelli e fate, e comanda i demoni con un grimoire. Un’altra chanson de geste sospesa tra ribalderia e magia è Huon de Bordeaux, in cui appare per la prima volta l’elfo Auberon, figlio di Giulio Cesare e della Fata Morgana (sic!). Ma il Duecento conosce anche storie di ladri e imbroglioni realistiche, nei fabliaux che poi influenzeranno la novellistica del Trecento. I due generi dialogano, elementi realistici entrano nella chanson de geste, e sfumature fantastiche nei fabliaux, come quello del ladro che si ruppe la coscia cercando di arrampicarsi su un raggio di luna.

    La letteratura francese medievale influenza quella italiana dei due secoli successivi, dove fantasia e realismo comico si sposano. La novella e il cantare si incontrano, si scambiano temi e personaggi. Nel mondo apparentemente gioioso del Decameron (mondo nato dalla Morte Nera, mai dimenticarlo) irrompono gli spettri (Nastagio degli Onesti), i delitti, la necrofilia (Lisabetta da Messina) e la vita notturna delle città tra preti sacrileghi, tombe violate e ladri (Andreuccio da Perugia). Le prediche dei domenicani diventano ghost stories (Domenico Cavalca e Iacopo Passavanti). Il frate ciurmatore, già presente nei fabliaux, assurto ad archetipo col Frate Cipolla di Boccaccio, diventa un soggetto preferito della novellistica, e non solo: dalle Marche si diffonde in tutta Italia e oltre una vera confraternita di frati pitocchi, anticipatrice della Corte dei Miracoli, le cui false gesta sono esposte ordinatamente verso il 1485 da Teseo Pini nello Speculum Cerretanorum. Nell’Orlando Innamorato Rinaldo, con la sua sfrontatezza da cavaliere-predone, rinfaccia all’amico rivale Orlando di essere ipocrita come un frate: "e siete per mia fe’ quel fratacchione / che lodava il digiuno a corpo pieno / ed era gran divoto del cappone / L’imperadore ogni dì v’empie il seno / e anche ‘l papa vi da provvisione,/ ed avete castella e villa tante/ e sete Conte di Brava e Sir d’Anglante" e grida l’orgoglio di cavaliere povero:

    "Altro al mondo non ho che Montalbano / Ove ben spesso non trovo da cena / se non discendo a procacciarne al piano:/ quando ventura qualcosa mi mena, / io mi voglio aiutar con ogni mano/ però ch’io tengo che non sia vergogna / pigliar la roba quand’ella bisogna."

    I cantori riprendono la figura del mago-ladro Maugis (Malagise o Malagigi in italiano) ma due anti-eroi segnano su tutti la storia dell’archetipo del ladro in ambito fantastico: nel Morgante di Luigi Pulci lo sfrontato mezzo gigante Margutte, ladro, baro, sacrilego, fiero della sua ribalderia; nell’Orlando Innamorato del Boiardo Brunello, ladro nano, beffardo, svelto, geniale. Epico l’inseguimento da parte della virago Marfisa: la cacciatrice non riesce mai ad afferrare il ladro, né lui a staccare lei, dal Catay all’Africa.

    La novellistica italiana influenzò quella straordinaria esplosione dello spirito iberico che è il romanzo picaresco: sebbene questo sia per lo più realistico e non fantastico, ed esuli quindi da questa trattazione, va almeno menzionato il racconto Rinconete y Cortadillo del grande Miguel de Cervantes, perché per la prima volta in letteratura è mostrata dall’interno una gilda di ladri, uno dei futuri topoi della narrativa fantasy.

    Le Mille e una Notte

    A riportare la figura del ladro nell’ambito della letteratura fantastica fu la raccolta di novelle arabe delle Mille e una Notte, popolarizzata in Francia nel Settecento e in Inghilterra nell’Ottocento. Fondamentale per i racconti di ladri è la novella detta di Dalila la Volpe, dove nella fantastica Baghdad di Harun al-Rashid si muove una coorte di personaggi, l’eroina eponima, vecchia beffarda e imbrogliona, l’ex ladro e poi capo della polizia Ahmed la Tigna, l’attraente mascalzone Alì Argentovivo, la bella Zeinab, capace di dannare un derviscio con uno sguardo o un ondeggimento di fianchi, e il perfido stregone ebreo Ezra.

    I classici dello Sword&Sorcery

    Uno dei primi scrittori a saper coniugare le atmosfere delle Mille e una Notte, il mondo leggendario celtico-germanico e la cavalleria medievale fu l’irlandese Edward John Moreton Drax Plunkett, Lord Dunsany. Di lui Howard Philip Lovecraft scrive: Insuperabile nella magia di una prosa cristallina e musicale e nella creazione di mondi sgargianti e fantastici di iridescenti visioni esotiche, inventore di una nuova mitologia e di un sorprendente folklore che affonda le radici nei miti e nelle tradizioni di tutto il mondo. Lord Dunsany è di quegli autori più importanti per l’influsso esercitato sui successori che per i loro stessi risultati. Abilissimo nel racconto breve, i suoi mondi erano più evanescenti e sfumati, meno solidi e definiti, rispetto a quelli creati dai suoi successori che pure l’ammirarono. Quattro suoi racconti editi nel 1912 ebbero un ruolo fondamentale per fissare il canone delle storie di ladri nel fantasy moderno: Il tesoro dei Gibbelin, La probabile avventura dei tre letterati, Come Nuth avrebbe esercitato la sua arte sugli Gnol e La triste storia del gioielliere Thangobrind. Lo schema è definito, pur nelle differenze di ambientazione e vicenda: un ladro abile e ricco di risorse tenta di rubare un tesoro custodito da entità soprannaturali.

    Ne La triste storia del gioielliere Thangobrind appare un dio-ragno, che certo influenzò quello del racconto La Torre dell’Elefante di Robert E. Howard e forse il ragno gigante Shelob di Tolkien. Della perfezione de La Torre dell’Elefante, uno dei migliori racconti di Howard e dello Sword&Sorcery di tutti i tempi, molti hanno parlato. Qui tratterò solo gli elementi innovativi nella definizione dell’archetipo del ladro in ambito fantasy. Apparentemente il racconto non si discosta dallo schema definito: un Ladro Maestro (l’infido mentore di Conan, Taurus di Nemedia, molto simile ai ladri di Lord Dunsany, Slith e Nuth) e uno giovane cercano di rubare un tesoro difeso da trappole e guardiani soprannaturali. Ma qui emerge l’originalità: è il giovane Conan a superare i pericoli, non il ladro maestro. Howard ribadisce la sua fede sulla superiorità dell’istinto su esperienza e astuzia. Prima gli archetipi del Ladro e del Guerriero erano sempre stati distinti; il secondo poteva essere predone, affidarsi alla spada e al diritto di saccheggiare i nemici, di cui nessuno dubitava in epoca antica e medievale, ma non servirsi di astuzia e destrezza. Conan è il primo guerriero-ladro, simile ai ladri delle Mille e una Notte per l’ambiente in cui opera, l’esotica e splendida Zamora, ma restando guerriero del nord per il carattere, la forza e l’etica. Nelle avventure seguenti Conan diverrà mercenario, pirata e re, ma l’immagine del giovane ladro barbaro che sfida i poteri oscuri del ricco e corrotto oriente resta la più vivida e riuscita (seguendo l’ordine cronologico interno alla saga, non quello di scrittura, ndc).

    Il passo successivo è compiuto da Fritz Leiber con la creazione di Fafhrd e del Gray Mouser. Gli archetipi del guerriero barbaro e del ladro astuto che Howard riuniva in Conan sono di nuovo divisi, ma sono due personaggi che formano un’unità perfetta. Per la prima volta un’amicizia paritaria è la forza degli eroi, che in precedenza erano sempre dei solitari. Se Fafhrd è un Conan con più senso dell’umorismo, capace di accettare la beffa senza ricorrere allo spadone, e viene dal mondo delle saghe norrene, il Mouser, ex apprendista mago, con la sua destrezza di schermitore di stocco, le sue pretese di eleganza e l’interesse per la magia appartiene al Rinascimento (Leiber era un gran conoscitore della letteratura elisabettiana). Sfondo perfetto delle loro imprese è Lankhmar, città corrotta, labirintica, lussuosa e squallida, un po’ Bisanzio e un po’ Baghdad, dove operano maghi e una gilda di ladri, che deve molto a Cervantes, e che naturalmente vede i marginali e ribelli Fafhrd e Gray Mouser come il fumo negli occhi. Una grande diversità da Howard è che Conan mira a primeggiare: se sale come naufrago su una nave pirata ne diviene il capitano (eliminando il precedente), se entra in una banda di mercenari o cosacchi ne diviene il condottiero, e infine si fa re. Da giovane vagabondo a supremo uomo d’ordine. Fafhrd e il Gray Mouser rifiutano il mestiere di soldati mercenari, non servono i re né desiderano diventarlo: al potere, sono allergici.

    Mondi di Ladri

    Per motivi di spazio salto opere degli anni successivi, che per lo più non si discostano dagli archetipi di Howard e Leiber. Arrivo direttamente alla saga più innovativa dell’ultimo quarto del XX secolo, Il Mondo dei Ladri, inventato da Rober Lynn Asprin e Lynn Abbey. Per una presentazione più accurata di questo importante ciclo, che tra l’altro ha ispirato popolarissimi giochi di ruolo, rimando al bell’articolo scritto recentemente da Fabrizio Fangareggi. L’idea, racconta lo stesso Rober Asprin, nasce durante una cena ben annaffiata di vino rosso: "ogni volta che ci si mette a scrivere di heroic fantasy, è innanzitutto necessario reinventare da zero l’universo, indipendentemente da ciò che è successo prima. Nonostante esista già il mondo Hyboreano abilmente costruito da Howard, o anche la meravigliosamente complessa città di Lankhmar che ha creato Leiber, ci si attende che ogni autore sbatta la testa contro la scrivania e si inventi il suo proprio mondo. Pensate un po’, ho proposto: se i nostri personaggi preferiti di

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