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La scure e i sepolcri: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles
La scure e i sepolcri: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles
La scure e i sepolcri: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles
E-book97 pagine4 ore

La scure e i sepolcri: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles

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Fantasy - racconti (69 pagine) - Non ci sono tenebre tanto fitte che un'ascia ben affilata non possa tagliare in due.


Thanatolia: il continente-necropoli dove la negromanzia è legge e i cui sepolcri custodiscono favolosi tesori. Malqvist, valoroso guerriero ridotto a tombarolo, leale, sfortunato, diffidente di qualsiasi forma di magia, si trova a misurarsi con entità aliene, demoni, mostri antropofagi e subdoli stregoni. Attorno a lui una folla di personaggi, mercanti senza scrupoli, cinici avventurieri, fanciulle in pericolo ma soprattutto pericolose, combattenti abbrutiti e prostitute generose, che Alessandro Forlani ritrae, vividi e indimenticabili, con la sua prosa fantasiosa e inventiva.

La Scure e i Sepolcri fa parte delle Crypt Marauders Chronicles: un progetto di narrativa sword & sorcery ideato da Alessandro Forlani e Lorenzo Davia cui hanno aderito molti autori italiani.


Alessandro Forlani insegna sceneggiatura all'Accademia di Belle Arti di Macerata e Scuola Comics Pescara. Premio Urania 2011 con il romanzo I senza tempo, vincitore e finalista di altri premi di narrativa di genere (Circo Massimo 2011, Kipple 2012, Robot e Stella Doppia 2013) pubblica racconti e romanzi fantasy, dell'orrore e di fantascienza (Tristano; Qui si va a vapore o si muore; All'Inferno, Savoia!) e partecipa a diverse antologie (Orco Nero; Cerchio Capovolto; Ucronie Impure; Deinos; Kataris; Idropunk; L'Ennesimo Libro di Fantascienza; 50 Sfumature di Sci-fi). Vincitore del Premio Stella Doppia Urania/Fantascienza.com 2013.

LinguaItaliano
Data di uscita19 mar 2019
ISBN9788825408485
La scure e i sepolcri: Ciclo: Crypt Marauders Chronicles

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    Anteprima del libro

    La scure e i sepolcri - Alessandro Forlani

    9788825405477

    Introduzione

    Alessandro Forlani, pesarese classe 1972, è sicuramente uno degli autori più geniali e stilisticamente innovativi della narrativa fantastica italiana. Vincitore del prestigioso Premio Urania, nel 2011, con il romanzo I senza-tempo (Urania Mondadori n°1588), nel 2017 crea con Lorenzo Davia il progetto di narrativa condivisa Crypt Marauders Chronicles, un universo sword and sorcery alla quale partecipano con entusiasmo diversi autori del fantastico italiano. Crypt Marauders vede la luce in editoria nel 2018 con l’antologia collettiva di racconti Thanatolia (Watson Edizioni, 2018), e nello stesso anno Forlani è anche finalista al Premio Italia nella categoria miglior romanzo fantasy con lo spettacolare Arabrab di Anubi (Watson Edizioni, 2017), che se da un lato fa rivivere con vivida fantasia e filologica esattezza i miti del mondo antico, trascende i limiti di genere contaminandoli con il retrofuturismo più audace. Il superamento dei confini formali dei generi letterari si trova anche in T, la sua opera più complessa, che mescola elementi di fantascienza antropologica, horror, fantasy epico e satira sociale; come Jonathan Swift, Forlani esprime in creazione fantastica il suo pessimismo al limite della misantropia sulla società, illuminato solo da una pervicace fede nell'onestà individuale.

    Forlani può essere amato o odiato, ma non annoia mai. La sua narrativa è brillante e ricca d'azione, con toni weird, retrofuturismo e momenti epici. I dialoghi hanno un ritmo cinematografico, da Age e Scarpelli, veloci e sapidi (non per niente Forlani è docente universitario di sceneggiatura), e la lingua è ricca di termini sonori e insoliti, o resuscitati con negromantica passione dall'italiano antico o tratti dal mondo dei comics.

    La scelta di inaugurare la collana con un’opera di Alessandro Forlani non è casuale, consideriamo l’autore come uno dei maggiori rappresentanti della fantasia eroica italiana e crediamo che pubblicare alcuni dei suoi più vividi racconti ambientati nell’universo delle Crypt Marauders Chronicles sia il miglior modo per mostrare ai lettori gli obiettivi della collana: proporre i più interessanti autori di fantasia eroica italiana, rilanciare la short-fiction, diffondere racconti e romanzi brevi nella tradizione dei pulp magazine che videro il fiorire di grandi autori nel secolo scorso, con una particolare attenzione per il filone Sword & Sorcery.

    Le storie qui presentate narrano le avventure del tombarolo Malqvist nella tetra Thanatolia, continente utilizzato da millenni come cimitero, una distesa di sepolcri, cripte, sarcofagi, tombe, catacombe, mausolei, cenotafi e ossari ricchi di tesori e oscuri pericoli. In Thanatolia vi sono solo due città abitate: Handelbab e Tijaratur, che vivono del commercio di tesori e manufatti sottratti alle tombe. C’è un ricco mercato per i reperti, esportati in tutto il mondo, e per le mappe delle tombe e dei tesori. Nessuno sa perché civiltà antiche e sconosciute, alcune nemmeno umane, abbiano deciso di erigere lì le loro tombe. Tombaroli spregiudicati, negromanti ed eccentrici avventurieri esplorano le tombe, ma scavare troppo a fondo è pericoloso, specie dove giacciono terribili entità… il mercato dei reperti è dominato da poche, ricchissime famiglie, che sfruttano il rischio altrui e, secondo il proprio profitto, usano o condannano la magia.

    Malqvist, malgrado la sua forza e la temibile ascia, non è un ricco antiquario, né un ladro di elìte. È uno che campa a fatica, tombarolo o guardia del corpo, sempre inseguito dalla minaccia della miseria e della fame. È un guerriero barbaro che non diventerà mai re, nemmeno ricco il tanto che basta da ritirarsi in pace, i suoi amori non sono principesse esotiche ma infelici e tenere prostitute. È nerboruto e coraggioso ma non un ammazzasette, ne prende quante ne dà, e se i nemici sono troppi o troppo forti sa che la scelta è tra fuggire e morire bene, entrambe possibilità contemplate, è la regola del gioco. Ma non abbandona mai un compagno, né mai ruba nemmeno il cibo quando ha fame, a differenza di tanti eroi fantasy. È uno di noi, e un brav'uomo, solo in circostanze inimmaginabili per noi.

    Alessandro Iascy e Giorgio Smojver

    Crypt Marauders Chronicles

    Quest’antologia di racconti fa parte del ciclo delle Crypt Marauders Chronicles (Logo realizzato da Pietro Rotelli)

    Dodici Padroni

    La navata era cosparsa di una sostanza lattiginosa dall'odore nauseabondo di deiezioni ed umori umani, una schiuma disgustosa che temé di riconoscere. Malqvist intinse un dito in una macchia di quella roba, la succhiò per sincerarsene:

    – È ectoplasma.

    – Che sarebbe?

    – Non vuoi saperlo, fa troppo schifo.

    – Ma che significa?

    – Dovremmo andarcene.

    Festermannen inghiottì, finse un coraggio che non aveva, la foia stupida della sapienza gli fece uscire parole grosse:

    – Ti ho pagato la caparra: tu mi porti fino in fondo –; carezzò il calcio della pistola per darsi l'aria che non scherzava.

    – Se mi ammazzi resti solo.

    – Resti morto: cosa scegli?

    Lui ghignò fra sé che a quel quattrocchi da biblioteca poteva, adesso, spaccargli il cranio con un fendente: ecco cosa. Mi minaccia! Due libri letti, gingilli a miccia e si credono chissà chi!

    – Proseguiremo, se proprio insisti. Ma questo muco la dice grama.

    – Mi sembra bava: megalumacidi? Hai un'ascia, ci sai fare: mica che temi quei mostri viscidi?

    – Di 'sta stagione non ce ne sono. È ectoplasma, ho detto: spettri.

    Festermannen scoppiò a ridere: quelle risate ostentate e forti, ma che tradivano la fifa nera che lo bagnava e l'impallidiva.

    La traversata a quel brutto posto era durata per tutto il giorno, prima in sella poi a piedi per una selva di abeti morti. I sentieri e la sterrata – che bene o male promettevano un qualche parte – si interruppero nel bosco sotto una coltre di foglie secche, quando apparve in lontananza la guglia erosa di quella chiesa. E il professore esultò che sì: era il luogo che cercava – com'è descritto nei testi antichi e nei verbali degli inquisiti!

    A lui, però, se pure ne parlavano i vecchi libri dei maghi, certe storie ed edifici non piacevano granché.

    Ma il quattrocchi lo pagava, per portarlo fino a là.

    Persero ore di scarpinata nella boscaglia che si infittiva, la sensazione di allontanarsi quanto più si muovevano verso il tempio. Quando ormai ci rinunciarono, e minacciati dall'imbrunire, si ritrovarono sdraiati, esausti, a riprendere le forze su gradini di antracite.

    Quella fauce buia, gotica, di un edificio ingarrotato di rampicanti.

    Piante grigie e rinsecchite ma che sembravano ghermire i massi, un necrotico rigoglio

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