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ATLANTIDE ERA QUI! (Prima Parte): Un cratere d'impatto davanti allo Stretto di Messina.
ATLANTIDE ERA QUI! (Prima Parte): Un cratere d'impatto davanti allo Stretto di Messina.
ATLANTIDE ERA QUI! (Prima Parte): Un cratere d'impatto davanti allo Stretto di Messina.
E-book58 pagine25 minuti

ATLANTIDE ERA QUI! (Prima Parte): Un cratere d'impatto davanti allo Stretto di Messina.

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Info su questo ebook

Perché Atlantide non è stata ancora trovata? Sono trascorsi oltre due millenni da quando Platone ne parlò per la prima volta (in due dei suoi Dialoghi, il Crizia e il Timeo), senza che nessuno sia ancora riuscito a localizzarla...
Come mai? Possibile che l'uomo sia riuscito a mettere il piede sulla Luna e brancoli invece ancora nel buio per quanto riguarda la ricerca di un'isola che, stando a quanto racconta Platone, era sette volte più grande della Sicilia? O non sarà, per caso, che siano stati trascurati dei “particolari”, tipo le tracce di un cratere d'impatto (del diametro di circa trenta chilometri!), che sta proprio davanti allo Stretto di Messina?
In questo “miniebook” (il primo di una tetralogia con la quale sono fornite le prove che quell'isola occupava buona parte dell'area oggi sommersa dal Mar Tirreno), l'Autore ci conduce passo passo alla scoperta di quel cratere. E lo fa in una maniera davvero singolare: ci porta a conoscenza di un tipo di pietre che dalle sue parti (Melito di Porto Salvo in provincia di Reggio Calabria) le massaie e i marinai del luogo hanno sempre utilizzato per tenere pressati sott'olio alcuni ortaggi e prodotti ittici. Quelle pietre, denominate “petri i salaturi”, altro non sono che ejecta. Ovverosia materiale espulso ad altissima velocità e fortissimo calore dal luogo dell'impatto.
Ed è tramite lo studio della traiettoria di quell'espulsione che l'Autore giunse alla scoperta del cratere!

 
LinguaItaliano
Data di uscita30 mag 2019
ISBN9788834118610
ATLANTIDE ERA QUI! (Prima Parte): Un cratere d'impatto davanti allo Stretto di Messina.

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    ATLANTIDE ERA QUI! (Prima Parte) - Francesco Costarella

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    AVVERTENZE

    • Per una migliore comprensione di alcuni passaggi del presente ebook (e degli altri che seguiranno) è indispensabile aver letto – e averlo possibilmente sul computer o smartphone – il " Miniebook introduttivo" a questa collana.

    • Per coloro che non dovessero essere edotti sul bimillenario ed affascinante mistero della perduta isola di Atlantide, suggerisco di prendere visione di questo VIDEO 1 , o di altri similari, per averne un quadro abbastanza completo prima di addentrarsi nella lettura.

    • Alcune immagini – liberamente tratte da internet – saranno rimosse su semplice segnalazione degli aventi diritto.

    PREMESSA

    Con questa " Prima Tappa" diamo inizio, amico Lettore, a quella grande avventura scientifica di cui ti parlai nel secondo capitolo del miniebook introduttivo di questa collana che ha per titolo " ATLANTIDE e DILUVIO: le due facce di una stessa medaglia? (il cui sottotitolo Fotoracconto delle scoperte scientifiche di un geologo dilettante" vuol essere un itinerario che da ora in avanti seguiremo per mettere in luce quelle scoperte che ebbi la fortuna di fare nel corso di una vita di ricerche e che sto ora rivelo per la prima volta).

    La prima scoperta riguarda un cratere d'impatto (del diametro di una trentina di chilometri) che, come puoi vedere nell'immagine di copertina, trovasi all'imboccatura nord dello Stretto di Messina.

    Se ben ricordi, di esso ti accennai alla " Pulce" 22B del miniebook introduttivo . In quell'occasione ti dissi che questa è una scoperta che farà molto scalpore nel mondo della scienza essendo destinata a mettere in discussione tutta una serie di acquisizioni scientifiche che... scientifiche non sono! Sì, perché, come vedremo più avanti, si tratta di fantasiose supposizioni e nulla più.

    Intanto vorrei richiamare la tua attenzione su un aspetto di questa nostra avventura scientifica che ritengo importante per vari motivi. Siccome la materia è abbastanza complessa, per non perdere il filo del ragionamento che andremo a fare bisogna che seguiamo un percorso ben definito. Precisamente un percorso a tappe. Vale a dire un itinerario che di volta in volta ci porterà a ragionare ora su questo, ora su quell'aspetto dell'intera problematica, senza tuttavia perdere di vista quel quadro d'insieme che la volta scorsa riassunsi in quest'immagine ( fig. 1a).

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