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La storia di Etrom ed Evita
La storia di Etrom ed Evita
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E-book224 pagine3 ore

La storia di Etrom ed Evita

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Info su questo ebook

Il romanzo narra le vicende delle due più importanti imprenditrici a livello mondiale, la cui vera identità viene svelata solo nell’ultimo giorno, analizzando la realtà attuale e i cambiamenti in atto. In parallelo si svolge un racconto autobiografico, durante le notti insonni dell’autore. Dagli incontri con personaggi famosi, alle incredibili esperienze attraverso i tunnel di Einstein-Rosen, una collezione di fatti incredibili, spiegati scientificamente con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti.

Gian Piero Abbate, nato a Udine, cresciuto a Genova, residente in Estonia, laureato in Fisica, a Padova, e Diplomato in Teologia. Padre di due figli, ha intrapreso una serie di ricerche sull’antica Cabala Caldea, unendo le teorie della Fisica classica, relativistica e quantistica con il sapere esoterico. Autore di paper scientifici e libri, tiene corsi e conferenze sui cambiamenti in atto. Ha fondato l’Accademia di Numerologia Sacra, diffusa a livello internazionale, che unisce le cinque più importanti numerologie con una metodologia di tipo scientifico per interpretare i risultati. 
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2022
ISBN9788830673540
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    Anteprima del libro

    La storia di Etrom ed Evita - Gian Piero Abbate

    LQ.jpg

    Gian Piero Abbate

    La storia

    di Etrom ed Evita

    Uno scientiromanzo autobiografico

    © 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-6628-3

    I edizione novembre 2022

    Copertina:

    Luce nelle tenebre di Anna Bellinazzi,

    acrilico su tela con applicazione di piume vere

    Finito di stampare nel mese di novembre 2022

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    La storia di Etrom ed Evita

    Uno scientiromanzo autobiografico

    Dedicato a tutti coloro che,

    dopo anni di complesse ricerche multidisciplinari,

    hanno scoperto che l’unica realtà

    che motiva il nostro viaggio

    è il fare festa.

    «All science is either Physics or stamp collecting»

    [Nella Scienza esiste solo la Fisica;

    tutto il resto è collezione di francobolli.]

    Ernest Rutherford

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Primo giorno

    Come al solito ero in giro a vagabondare. Pensavo a me stessa, a come vengo percepita. Molti dicono che sono simpatica, qualcuno carina, anche se io mi vedo un po’ abbondante, ma forse certe curve al punto giusto ci stanno bene. In effetti molti mi ritengono attraente, anche perché ho delle lunghe gambe, molto ben fatte, che mi permettono di correre veloce.

    Inoltre, la mia statura è notevole, e questo mi mette sempre in evidenza in ogni momento.

    Mi piace molto vestirmi alla moda, spesso con colori sgargianti, ma comunque sempre cercando di rispettare il ciclo delle stagioni, perché ogni tempo ha il suo insieme di colori appropriati. Il che diventa sempre più difficile, visto che il clima è ormai impazzito. Non c’è un colore che preferisco, li uso tutti, incluso il bianco, che uso raramente, ma sempre in maniera giusta. L’unico colore che tendo a non utilizzare è il nero, un colore che proprio non mi si addice.

    Mi piace viaggiare, spostarmi da un punto all’altro godendo del panorama. Quando faccio le valigie, penso sempre a dove andrò, scegliendo i vestiti adatti per la destinazione.

    Ogni volta che sono in volo mi viene spontaneo pensare, divertita, a coloro che continuano a pubblicare dei post e dei video per sostenere che la Terra è piatta. Questo argomento mi aveva incuriosito a tal punto di vedere tutto quello che è stato diffuso nel social. Sapevo bene che la Terra solida è rotonda, mentre quella materiale¹ ha una forma strana, simile a quella di un feto rannicchiato su sé stesso, ma ero curiosa di capire come qualcuno avesse potuto pensare a una ipotesi così assurda. Mi sono veramente divertita, a causa degli errori che questi documenti e questi video contengono.

    Certo, ben pochi al mondo conoscono la trigonometria sferica. Si studia solo facendo l’Istituto Tecnico Nautico, altrimenti i capitani sbaglierebbero a calcolare le rotte. E si studia anche per diventare piloti di linea, oppure facendo Matematica all’Università, ma ben pochi se la ricordano, proprio perché serve solo per fare i calcoli sulla superficie delle sfere.

    Ma chi fa i calcoli per dimostrare che la Terra è piatta non la conosce, e usa la trigonometria piana, quella che tutti hanno studiato alle superiori, che ovviamente, se applicata a una superficie curva, porta a risultati geometrici errati.

    Come se non bastasse, i sostenitori di questa ipotesi sono convinti che la luce vada in linea retta. Invece non è esattamente così. Solo nel vuoto e in assenza di campi magnetici o elettrici questo è vero, ma non sulla superficie del nostro pianeta.

    Non è che il campo magnetico sia così intenso da deviare la luce, ma è piuttosto l’effetto della bassa atmosfera, che si comporta come una specie di specchio curvo, e che quindi rende apparentemente curva anche la traiettoria della luce.

    Tra l’altro c’è una semplice domanda la cui risposta dimostra che la Terra non può essere piatta. La domanda è: Perché il Sole al tramonto diventa rosso?. Tutti conoscono il fenomeno perché l’hanno visto, ma quasi nessuno si pone questa domanda. La luce solare è bianca, quindi formata da un mix di tutte le frequenze che vanno dall’infrarosso, le più basse, all’ultravioletto, le più alte. I raggi vanno più dritti se la loro frequenza è più alta, quindi quelli dall’arancio in su vengono deviati di meno dall’atmosfera². Se la Terra fosse piatta, anche mentre il Sole scende sotto l’orizzonte tutte le frequenze continuerebbero ad arrivare con lo stesso percorso, e quindi la sua luce sarebbe sempre dello stesso colore, cioè bianca. Invece essendo la Terra tonda, più il Sole si abbassa verso l’orizzonte, maggiormente i raggi di frequenza più elevata continuano ad andare dritti, mentre quelli rossi vengono deviati, facendo diventare sempre più rosso sia il Sole che il cielo in quella direzione. Se provate a disegnare quanto detto, tutto risulterà più semplice da capire.

    Infine, ci sono anche le riprese fatte dallo spazio, ad esempio quelle delle missioni Apollo. Come si può sostenere che la Terra sia piatta dopo aver visto la Blue Marble?³

    Ma torniamo a me.

    Dimostro molti meno anni di quanti ne abbia, e questo può essere un vantaggio oppure un problema, a seconda delle situazioni.

    Della Natura mi piace tutto: gli alberi, i prati verdi, tutti gli animali, le montagne, insomma ogni cosa che esista, visto che per me ogni cosa è animata, come dice la Cabala.

    Mi riconosco di essere una grande manager; gestisco da sola una delle più importanti imprese al mondo, forse la più importante, e i miei prodotti sono esclusivamente naturali. Questa caratteristica dovrebbe essere apprezzata da tutti, ma così non è.

    In effetti sono una importante imprenditrice, ma di questa multinazionale non sono la proprietaria, se non in piccola parte. Però ne sono l’Amministratore Delegato. E, utilizzando il potere che mi è stato destinato, sono io a decidere quali prodotti si possono sviluppare e quali no. Osservando i comportamenti delle persone, mi sono accorta che molti snobbano proprio quello che è più naturale, e questo non riesco proprio a capirlo.

    In questo momento di mercato, dove ciò che è bio va per la maggiore, i miei affari stentano a crescere. Tra l’altro trovo veramente offensivo per me che esistano prodotti definiti bio, e altri no.

    Bio significa Vita, biologico significa realizzato seguendo la logica della Vita. Purtroppo, questa dicitura è diventata sinonimo di privo di trattamenti chimici, come se questo bastasse e come se la chimica non potesse essere bio. Tutta la Vita è basata su processi chimici naturali. Il problema sorge quando si usano trattamenti chimici artificiali. Tutto sarebbe bio se fosse naturale, ma purtroppo così non è.

    Alla fine mi sono piegata alle consuetudini e ho definito come bio anche i miei prodotti, che però continuano a non essere apprezzati come dovrebbe essere.

    Non è un problema di prezzo. Credo sia un mio difetto di comunicazione. Forse il linguaggio simbolico che uso, per la maggioranza, non è così facile da capire. O forse i miei prodotti sono veramente troppo bio: essendo del tutto naturali, non sono così belli, all’apparenza, e neppure perfetti, secondo il punto di vista dei materialisti, tutta testa e niente cuore. Ma questo non mi porterà a cambiare, non sono queste le giuste motivazioni e non intendo cambiare le mie logiche.

    L’innovazione è la mia caratteristica principale, ma è basata su metodiche totalmente diverse da quelle delle altre grandi imprese.

    D’altra parte, questo rende totalmente imprevedibile il mio comportamento, che poi si ripercuote nelle mie azioni e decisioni, e forse questa alternanza di continue novità, che si concretizzano anche nei prodotti, è troppo marcata per il mercato, per i consumatori, che sono molto più lenti nel modificare i loro stili di vita.

    Essendo troppo immersa in questi pensieri, non l’ho vista arrivare. Come al solito lei era tutta vestita di nero e con la sua faccia color cenere.

    Ha diversi anni meno di me, ma ne dimostra molti di più.

    Quel suo vestirsi sempre di nero accentua la sua apparenza molto lugubre. Essendo magrissima, al contrario di me, dovrebbe vestirsi in un altro modo per non accentuare quel suo aspetto molto triste. Ma per alcune persone proprio questo aspetto la rende interessante, perché crea un’atmosfera di mistero e di impenetrabilità. La sua apparenza a me non piace, ma capisco che per altri può risultare affascinante, o meglio attraente. Questa alea di mistero l’ha resa molto famosa, forse più famosa di me, perché in fin dei conti tutti la pensano sempre e parlano spesso di lei, e pensano molto poco a me.

    Anche lei è una imprenditrice di successo. La sua impresa è il maggior concorrente della mia in termini di diffusione e di mercato, anche se il suo segmento di mercato è totalmente diverso, almeno apparentemente.

    Di qualche palmo supera la mia altezza, e questa sua statura, veramente eccessiva, crea una particolare situazione ogni volta che lei incontra qualcuno. La sua altezza esagerata le fa compiere una specie di inchino involontario.

    In realtà sono gli altri che si inchinano sempre rispetto ai suoi voleri, e questa situazione la trovo veramente buffa. Gli altri si inchinano a lei solo per paura, non per rispetto, solo perché non sanno quello che realmente è lei, e si fidano dell’apparenza. E lei se ne approfitta, continuando a fare da padrona in ogni situazione.

    Quando mi fu abbastanza vicina la salutai con riguardo.

    «Ciao Etrom, come stai?».

    «Come al solito, sempre di fretta, correndo da una parte all’altra del mondo. Beata te che puoi andare con calma. Io invece devo sempre correre e non ho un attimo di riposo. Però ci sono dei segnali deboli che mi stanno preoccupando. Anche tu sei una imprenditrice e sai quanto è importante interpretare i segnali deboli. Ultimamente i miei affari sembrano rallentare, e non riesco a capire perché. La materia prima continua ad aumentare, in ogni parte del mondo, e non ho problemi per la distribuzione dei miei servizi. Però percepisco che c’è qualcosa che non va bene, qualcosa di preoccupante per il mio futuro».

    «Non ti preoccupare – risposi io – è solo una condizione momentanea, che presto cambierà. Devi proiettare la situazione attuale nel medio, o forse breve periodo, se vuoi capire come evolveranno i tuoi affari. Ci sono tanti cambiamenti in atto e veramente non so da che parte iniziare per farti capire la situazione».

    Il primo cambiamento ha a che fare con l’evoluzione globale del clima. Ancora molti mettono in discussione che questo stia avvenendo per cause dipendenti dalle azioni umane.

    Il ragionamento, molto razionale e in parte teoricamente veritiero, è che le attività umane non possono aver prodotto dei cambi energetici così importanti da sconvolgere il clima. Il bilancio energetico è sproporzionato. Per produrre dei cambiamenti come quelli che vengono osservati ci vuole una quantità di energia ben superiore a quella che l’umanità è stata in grado di produrre dalla sua comparsa a oggi.

    Però chi sostiene questo non tiene conto di quello che io chiamo l’effetto slavina.

    Se si misura l’energia della massa di neve che arriva a valle, in una slavina, si ottiene un numero enorme, perché in effetti l’energia totale è molto grande. Ma tutti sanno che per innescare una slavina basta una piccola energia a monte, se questa grande massa di neve era già in uno stato precario di equilibrio. Quello che è successo al clima è analogo a questa situazione.

    La Terra stava già evolvendo in un processo di cambiamento che coinvolgeva enormi energie, ma dove i fenomeni sarebbero stati lievi, senza creare alcun problema a tutto il pianeta e ai suoi abitanti. E forse l’evoluzione era di segno opposto a quello che osserviamo ora.

    In questi processi del tutto naturali si sono inserite le attività umane, non solo quelle industriali manifatturiere, ma soprattutto quelle di altro tipo. Se vuoi riprenderò più tardi questo discorso. Adesso mi preme farti capire cosa succederà nel prossimo futuro.

    Mentre tutti stanno parlando del riscaldamento globale, invece si sta andando verso una micro-glaciazione. Ti spiego il fenomeno con parole semplici.

    L’aumento delle temperature, in particolare quelle dei mari, aumenta a dismisura l’evaporazione e il volume dell’acqua dei mari. In particolare, l’aumento della temperatura degli oceani crea, a causa della conseguente espansione dell’acqua, un incremento

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