Senza il p greco non esisterebbe l'universo
Di Mario Araldi
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Info su questo ebook
Mario Araldi è nato a Codevilla (PV) Italia il 3 giugno 1934. Laureato in Chimica industriale presso l’Università degli Studi di Milano nel 1962, ha iniziato la sua carriera presso il Politecnico di Milano come Ricercatore Junior alle dipendenze del Premio Nobel Prof. Giulio Natta. Poi nel 1964 è passato all’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) come Ricercatore Senior sui processi di sintesi delle gomme e materie plastiche isotattiche ed è detentore di 6 brevetti. Nel 1968 diventa direttore del laboratorio di ricerca sulle materie plastiche e gomme dello IOS (Industria Ossidi Sinterizzati). Dal 1976 vive in Brasile, dove ha progettato fondato e diretto la Fermag, localizzata in Itabira, specializzata, tra l’altro, nella produzione di calamite flessibili, acquistata nel 1989. È stato uno dei fondatori della Camera di Commercio Italo- Brasiliana di MG (Stato di Minas Gerais, Brasile) e Vice Presidente (2002-2020). Nel 2002 è stato indicato come commissario straordinario del Comites (Comitato Nazionale degli Italiani all’Estero) locale. È stato il Fondatore dell’Acibra (Associazione Culturale Italo-Brasiliana) di cui è stato presidente per 10 anni. Eletto, nel 2004, membro del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) con sede presso il Ministero degli Esteri a Roma, è l’attuale consulente dell’area industria e commercio presso il Consolato Italiano di Belo Horizonte.
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Anteprima del libro
Senza il p greco non esisterebbe l'universo - Mario Araldi
Mario Araldi
Senza il p greco non esisterebbe l’universo
© 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-7823-1
I edizione agosto 2023
Finito di stampare nel mese di agosto 2023
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Illustrazione e progetto grafico della copertina:
Robert Heitor de Carvalho
e-mail: robert@fermag.ind.br
Senza il p greco non esisterebbe l’universo
A mia moglie Maria Cristina
per la pazienza che ha avuto
per sopportarmi fino in fondo.
A mia madre Lina per il suo triste silenzio.
«Desiderio di scrivere
volontà di leggere.»
Mario Araldi
Consulenza tecnica
Ringrazio il Dr. Matteo Rossini per la sua consulenza nel campo della Cosmologia e per aver saputo, seppur restio a svincolarsi dai tracciati più convenzionali del suo campo di studi, assistermi, mostrando passione e professionalità con consigli e suggerimenti.
M.Sc. in Astrophysics and Cosmology University of Bologna,
Italy e-mail: teo.ross90@gmail.com
Mobile Phone: +39- 339 2963169.
Consulenza Scientifica
Un ringraziamento speciale al Dr. Gabriele De Luca, attualmente ricercatore presso l’Università di Zurigo, per il suo prezioso contributo nell’interpretazione dei miei pensieri finalizzata a rendere più coerente la mia teoria.
Assistenza editoriale
Un grazie a Paola Carmen Cristallo Taccani, per aver dato al testo, usando la sua naturale sensibilità editoriale, una più equilibrata forma narrativa.
Consulenza editoriale
Un ringraziamento a Robert Heitor de Carvalho
técnico di redação
e-mail: robert@fermag.ind.br
Un ringraziamento speciale
al dott Dario Savonarese, Console italiano a Belo Horizonte
per il suo appoggio istituzionale.
E qui comincia l’avventura...
«È meglio perdere tempo
percorrendo un cammino sterile
che trascurarne uno che darebbe
un contributo alla ricerca.»
Mario Araldi
E qui ricomincia l’avventura del sig. Buonaventura
, mitico personaggio che, nei lontani anni 1940/50, faceva sognare noi ragazzini. Personaggio distratto, impacciato, che, mosso dalla sua semplicità, alla fine, raggiunto il punto massimo di tensione, dicendo E voilà!
, tirava dal cappello la soluzione che noi aspettavamo di conoscere con ansietà. Chissà... anche questa volta ce la farà?
Tutto iniziava al sabato mattina...
Aspettavamo l’apertura del negozio di frutta e verdura, l’unico in paese autorizzato a vendere questo solitario mezzo di distrazione che la guerra ci risparmiava. Vedo nelle originali fantasie di questo personaggio, il richiamo di un sogno che, da sempre, mi ha disturbato, che mi conduce alle nostre origini.
Tutto era molto semplice per il parroco, quando nelle ore di lavaggio celebrale
chiariva i nostri dubbi in forma autoritaria e chiara: tutte le verità sono nelle mani di DIO. Così ci diceva nel sermone della domenica. Statement che incontravano una assoluta identità di pensiero di mia madre che, alzando gli occhi al cielo, sussurrava, come se fosse la fine un rosario, Amen
.
Ma prima? mi chiedevo senza il coraggio di chiederlo per risparmiare uno scappellotto. Dubbi che, senza rendermi conto, mi hanno spinto tra le braccia del prof. Dagnino, grande professore di Filosofia, che mi ha insegnato come interpretare il grande segreto dell’imponderabile.
Oltre al grande mistero dogmatico-conoscitivo che si apre come un orrido, troverai sempre nel pensiero filosofico, momenti di conforto fuori dalle nostre aree conoscitive
mi diceva, scarabocchiando, distrattamente, un foglio con un lapis, a quei tempi le penne big ancora non esistevano. "Convinto che ti stia muovendo ai limiti di quella che tu creda sia la ‘terra di nessuno’, incontrerai sempre la stessa timida domanda ‘e adesso’? A questo punto capirai che, in realtà, non esiste un fine regressivo perché non esiste un principio. Il nostro divenire è racchiuso in un eterno loop dove ogni punto è il primo dell’ultimo e viceversa. Ma... dirai titubante... non ci sono ma! il nostro modesto divenire è racchiuso nell’eterno e endless rosario del nulla. Nulla! Sì! Proprio così, tutto quello che ci circonda è un eterno turn over di cui siamo frammenti casuali".
Momenti sussurrati che hanno eccitato la mia fantasia, spingendomi ad interpretazioni che mi propongo di esporre con la modestia di un semplice narratore
dilettante.
Non sono cosmologo e non voglio disturbare questa nobile professione, ma queste premesse mi hanno sempre stuzzicato incoraggiandomi a intraprendere questo nuovo viaggio.
E voilà... il solito refrain incoraggiandomi a procedere.
E qui comincia su questo versante la mia rappresentazione personale, quale erede usurpatore del signor Buonaventura moderno
.
Si apra il sipario!
Innanzitutto facciamo una rapida presentazione del tracciato.
La mia carta geografica: la presentazione coinvolge 3 aree (graf. 44/45), di cui due (A, D) immaginarie, ma non per questo indefinite, anzi:
1) Area A-area metafisica (color cenere) o area superluminale che abbraccia il tutto (condizioni ambientali: T⁰ 0 K; spazio ∞)
2) Area D (rosacea) superluminale ed eterna. Passaggio di transito obbligato verso l’Area B, in generale, nel caso specifico, verso l’Area B1 in cui identifico il nostro universo; non eterna, ma solo per ospitare un universo in quanto in vita. area di transito (D) dicevo, opportunamente masticata
che vedo come camerino maquillage per la materializzazione
del linguaggio, viaggio
per renderlo uniforme nella tratta A/B e vietarlo nella tratta inversa B/A, aperta solo al transito di entità energetiche definendo così l’intercomunicazione diretta e inversa tra le fasi coinvolte A-D-B-A (graf. 002, 46).
In altre parole l’area madre A, da cui ha origine il tutto a noi visibile, all’Area B, da sempre terreno di caccia dei filosofi periptetici, da cui hanno estratto le più belle e insostituibili pagine di verità altrimenti a noi totalmente nascoste.
3) Infine, l’area subluminale B specificatamente (B1) universo attuale.
Ho già visto qualcosa di simile, si chiederà, il nostro compagno. Si è un’area emergenziale
che ospita gli universi cristallini.
Osservazione puntuale che conferma il detto secondo il quale: l’assassino ritorna sempre sul luogo del delitto!
La natura è pigra!
Sì... il nostro ospite ha ragione!
La natura pur avendo le possibilità e tutta una struttura a disposizione, anche in questo caso, non esce dal tracciato, è ripetitiva, come avremo modo il confermare nel corso dell’esposizione.
È una grande e affascinante storia che ci permetterà di vedere e conoscere i grandi misteri del nostro
divenire" rendendolo a noi comprensibile in un linguaggio di grande lucidità e chiarezza.
Sarà poi vero? dirà lo scettico. Dubbio non giustificabile perché il ritorno non è una nostra scelta nel senso che, a meno che non incontri un blocco fuori programma, la vibrazione segue il naturale tracciato espansivo, tratta di ritorno più lunga di qualche miliardo di anni (graf. 26, 45) non meno convulso ma certamente turisticamente più attrattivo e più tranquillo da permettere un libero... scorrere, favorito, tra l’altro, dal risucchio provocato da una caduta più naturale della temperatura: da ∞ (vertice 2) a 0o K (fine tracciato) dando inizio una endless passeggiata del tipo giardini pubblici in un delizioso pomeriggio di maggio che incontreremo nell’Area B, o meglio, nell’Area B1.
Un tracciato che si snoda pigramente in tutta la sua bellezza, offrendoci il meglio di quanto le variazioni climatiche ci mettono a disposizione che si concluderà quando il contenuto energetico della materia chiuderà il suo ciclo, allo zero assoluto, ritornando nel mare del nulla del vuoto (Area A), mentre un altoparlante, freddamente, darà le coordinate della prossima partenza, che mi ricorda quello che mio padre pronunciava come capotreno del treno locale che mi avrebbe portato a casa. Adesso capisco l’enfatico e freddo annuncio con cui ci invitava a salire a bordo.
È in questo eterno turn-over che noi prendiamo un passaggio avanzando pretese forse un po’...
Tornando alla regressione, direi l’unica via che abbiamo a disposizione su cui, di per sé, non avanzo la minima riserva, ma che mi crea un senso di vuoto quando, lontano da orecchie dogmatiche – chiedo umilmente scusa per la blasfemia – tutto bene, Dio ha creato l’universo, ma chi ha creato Dio? In altre parole dove e come finisce la regressione