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I nuovi rompicapo del Doktor Morb
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E-book130 pagine1 ora

I nuovi rompicapo del Doktor Morb

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Info su questo ebook

Il personaggio del Doktor Morb nasce intorno agli Anni Duemila, come immagine ironica e scanzonata di uno scienziato appassionato di logica e matematica, ma senza lo stereotipo grigio e serioso che, di solito, caratterizza queste figure. Le sue storie, brevissime e fulminanti, nacquero per rendere meno ostici gli argomenti di Scienza dell'Informazione trattati su una nota rivista del settore, ma godettero di immediato apprezzamento, tanto da portare le avventure dell'ironico scienziato alla pubblicazione all'interno di una raccolta omonima. Questo libro è il prosieguo di un ideale fil-rouge in cui il nostro scienziato si imbatte in rompicapo planetari, spesso risolvendoli, talvolta restando interdetto dai propri errori di giudizio.

I rompicapo del Doktor Morb sono brevi storie a sfondo velatamente fantascientifico, che dichiarano il profondo rispetto dell'autore verso colossi dei racconti brevi come Brown, Clarke ed Asimov, e ad altrettanto illustri produttori di paradossi quali Adams e Sheckley. Ciascuna storia si svolge in un diverso ambiente, presentando un diverso puzzle logico-matematico, e risolta con un guizzo di (paradossale) ironica genialità.
 
LinguaItaliano
Editoreinfomedia
Data di uscita15 apr 2021
ISBN9791220284509
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    Anteprima del libro

    I nuovi rompicapo del Doktor Morb - Luigi Morelli

    produttrici.

    Prefazione: Giochi per la mente passata e futura

    Di paradossi, rompicapo, puzzle e sfide logiche è pieno lo spazio e il tempo di tutta l’umanità e oltre. Se Platone e Aristotele ritennero che tutta la filosofia dell’uomo iniziasse con la meraviglia, nulla più di un rompicapo ci abbaglia con la meraviglia del suo disvelamento.

    I rompicapo sono espressi in modo chiaro e diretto.

    Spesso ridotta ai minimi termini, la definizione è semplice da comprendere. Ogni componente sembra facilmente dominato. Allo stesso tempo, i rompicapo ci fanno sentire totalmente incapaci di trascendere l’incomprensione di quel semplice linguaggio e finiamo per arrovellarci come «mosche intrappolate in una bottiglia» da cui, per citare Ludwig Wittgenstein, nemmeno tutta la filosofia del mondo riuscirà a farci uscire.

    Ma se il punto della filosofia è iniziare con qualcosa di così semplice da non sembrare degno di essere affermato, e finire con qualcosa di così paradossale che nessuno ci crederà, come affermò un giorno Bertrand Russell, allora avremmo gioco facile a sostenere che ogni rompicapo è l’inizio di una filosofia.

    Che sia l’inizio o che ne sia la fine, la filosofia ha abitato gli enigmi prima e non meno della stessa scienza e, per una strana e maligna vendetta, non sarebbe sufficiente neppure tutta la scienza del mondo per poterli risolvere.

    Per fare un esempio, che chicco a chicco si costruisca un mucchio è cosa evidente. Sappiamo che a un certo punto chiunque vedesse il mucchio formato, lo considererebbe tale, ma tale sarebbe anche «mucchio meno un chicco», e meno meno uno, e così fino a quando saremmo indubitabilmente giunti a qualcosa che mucchio non è, e nemmeno quello con un chicco in più, e uno in più e uno in più, fino al punto di prima. Ma quand’è, allora, che il mucchio inizia?

    L’asino di Jean Buridan, per farne un altro, si fa beffe (con qualche secolo d’anticipo) del principio di ragione sufficiente di Liebniz quando, equidistante da due balle di fieno, non saprà quale scegliere fino a morire. L’equidistanza infatti impedisce all’asino di scegliere il meglio, fino alle sue estreme conseguenze. La ragione non basta.

    Ok, avreste gioco facile a rispondere che questi sono /paradossi/ e senza soluzione, mentre i /rompicapo/ una soluzione ce l’hanno. Basta metterci un po’ di logica.

    Se il paradosso è un rompicapo che non ce l’ha fatta, o forse un rompicapo è un figlio di un paradosso minore, allora non ci resta che invocare un dio della logica a darci il guizzo per la soluzione.

    Ma quello della logica non è un dio, al massimo può essere un demone, un diavoletto come quello che a Socrate suggeriva il comportamento etico. Più che la soluzione, dovrebbe dare a noi l’indizio che manca a spalancare la strada verso il successo della soluzione. Ma…

    Se un dio, o un diavoletto, di tal fatta esistesse, e ci suggerisse l’indizio per la soluzione potremmo veramente gioire della nostra soluzione? Sarebbe poi veramente nostra? E invece, potremo mai esser certi che non ce l’abbia data, e gioire pienamente della soluzione? Chi ci dice che la sua soluzione non proviene dal diavoletto, o da dio?

    Trovare il linguaggio adatto a rivolgersi al proprio dio è difficile, come ben scoprirono Russell e Wittgenstein che pure più modestamente si rivolgevano al proprio io e addirittura dovettero inventarci una filosofia sopra questo linguaggio.

    Poiché, non meno della filosofia, anche la fantascienza ha frequentato i rompicapo, noi ci possiamo rivolgere senza timore a Douglas Adams, che sul leggendario pianeta di Magrathea situò il secondo più grande supercomputer di tutti i tempi, chiamato Pensiero Profondo. Dopo sette milioni e mezzo di anni di concentrazione Pensiero Profondo rispose 42 alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto e solo allora si scoprì che nessuno conosceva la domanda. Molti interessanti fatti avvennero durante la ricerca di tale domanda.

    Perché spesso, lo si sa, trovare le domande è più importante che rimuginare le risposte. Si può quindi rispondere 42 ad ogni rompicapo insoluto. Provateci! Se controllando la soluzione notate una discrepanza, è solo perché avreste dovuto pensarci sette milioni e mezzo di anni. Chi può escludere che la risposta giusta, nel frattempo, non sia cambiata? In un tempo così lungo chi se la sente di escludere che cambino le leggi fondamentali della vita, l’universo e tutto quanto?

    Sto per dare una buona notizia ai lettori di questo libro. Fortunati!

    Protagonista di questo libro e anche del primo volume (cercatelo nelle migliori librerie della Galassia, proprio a fianco a un libro con un grande pulsante rosso sulla copertina), al Doktor Morb, illustre matematico che vive sul lontano pianeta Cygni_61 e che dedica la propria vita alla logica, difetta ogni altra logica che quella aristotelica. Oppure no? Fatto sta che per quanto astruso e arzigogolato il problema possa sembrare, dipanata la matassa del pensiero, la soluzione era lì a portata di… logica. La sua di sicuro, e la vostra?

    Ora, per citare Robert Anson Heinlen, prendete la tuta spaziale, viaggeremo!

    /Emmanuele Somma/

    La giusta dimensione

    Non sempre la soluzione evidente risulta… evidente.

    Il laboratorio era freddo e silenzioso, l’aria secca e l’illuminazione discreta. Al centro della sala, imponenti ed eleganti, quattro contenitori cilindrici facevano mostra di sé: il colore indefinibile mandava bagliori di cromo, nonostante le loro pareti fossero apparentemente traslucide; ad una estremità di ciascuno di essi si poteva distinguere una sorta di chiusura dorata, dalla quale si dipanava una spoletta di cavi sottili e variopinti. I contenitori poggiavano su di una base cubica in cristallo iridescente, mentre in un angolo, quasi

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