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La danza degli gnomi
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La danza degli gnomi
E-book125 pagine1 ora

La danza degli gnomi

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Info su questo ebook

Gozzano è il poeta dei viandanti che con l'anima illuminata di ricordi e colma di rimpianti cercano nell'aspre selve della vita quella via che meni a un calmo rifugio di pace e di serenità. La sua poesia è nutrita da una sottil vena di pessimismo [....].

- Giuseppe De Paoli, critico de «La Rassegna Latina, 1º giugno 1907» -

Nel presente ebook sono raccolte le seguenti, deliziose favole di Gozzano:

PIUMADORO E PIOMBOFINO

IL RE PORCARO

IL REUCCIO GAMBERINO

LA DANZA DEGLI GNOMI

I TRE TALISMANI

LA FIACCOLA DEI DESIDERI

LA LEPRE D’ARGENTO

NONSÒ

LA LEGGENDA DEI SEI COMPAGNI

LA CAMICIA DELLA TRISAVOLA

LA CAVALLINA DEL NEGROMANTE

NEVINA E FIORDAPRILE
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2019
ISBN9788831626996
La danza degli gnomi

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    Anteprima del libro

    La danza degli gnomi - Guido Gozzano

    INDICE

    LA DANZA DEGLI GNOMI

    Guido Gozzano

    Biografia

    Poetica

    I temi della sua poesia

    La Torino d’altri tempi

    L’ambiente canavesano e la natura

    La malattia e la morte

    Le terre remote

    OPERE

    Letteratura

    Raccolte poetiche e racconti

    Epistolari

    Edizioni varie

    Cinema

    Sceneggiatore

    Bibliografia

    Studi

    Filmografia

    LA DANZA DEGLI GNOMI

    PIUMADORO E PIOMBOFINO

    I

    II

    III

    IV

    V

    VI

    IL RE PORCARO

    I

    II

    III

    IV

    V

    VI

    IL REUCCIO GAMBERINO

    I

    II

    III

    IV

    LA DANZA DEGLI GNOMI

    I TRE TALISMANI

    LA FIACCOLA DEI DESIDERI

    LA LEPRE D’ARGENTO

    NONSÒ

    LA LEGGENDA DEI SEI COMPAGNI

    LA CAMICIA DELLA TRISAVOLA

    LA CAVALLINA DEL NEGROMANTE

    NEVINA E FIORDAPRILE

    Guido Gozzano

    LA DANZA DEGLI GNOMI 

    Il presente ebook è composto di testi di pubblico dominio.

    L’ebook in sé, però, in quanto oggetto digitale specifico,

    dotato di una propria impaginazione, formattazione, copertina

    ed eventuali contenuti aggiuntivi peculiari (come note e testi introduttivi), è soggetto a copyright. 

    Edizione di riferimento: La danza degli gnomi e altre fiabe / Guido Gozzano; illustrazioni di Umberto Brunelleschi … et al.! dalle prime edizioni delle fiabe. - Milano: Opportunity book, 1995. - 120 p. : ill.; 21 cm. - (La biblioteca ideale tascabile ; 59).

    Immagine di copertina: https://pixabay.com/it/illustrations/arthur-rackham-vintage-vittoriano-1706258/

    Elaborazione grafica: GDM,2019

    Guido Gozzano

    Guido Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto 1916) è stato un poeta italiano.

    Il suo nome è spesso associato alla corrente letteraria post-decadente del crepuscolarismo. Nato da una famiglia benestante di Agliè, inizialmente si dedicò alla poesia nell’emulazione di D’Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti che sarebbero stati poi denominati crepuscolari, accomunati dall’attenzione per le buone cose di pessimo gusto, con qualche accenno estetizzante, il ciarpame reietto, così caro alla mia Musa, come le definì ironicamente lui stesso.

    Morì a soli 32 anni, a causa della tubercolosi che lo affliggeva.

    Biografia

    Il nonno di Guido, il dottor Carlo Gozzano, medico nella guerra di Crimea, molto amico di Massimo D’Azeglio e appassionato della letteratura romantica del suo tempo, era un borghese benestante, proprietario di terre e di una villa in Agliè Canavese, la famosa Villa Il Meleto. Suo figlio Fausto (1839-1900), ingegnere, costruttore della ferrovia canavesana che congiunge Torino con le Valli del Canavese, dopo la morte della prima moglie, dalla quale aveva avuto già cinque figlie - Ida, Faustina, Alda, Bice e Teresa - sposò nel 1877 la diciannovenne alladiese Diodata Mautino (1858-1947).

    Questa era una giovane donna con temperamento d’artista, amante del teatro e attrice dilettante, figlia del senatore Massimo, altro ricco possidente terriero, proprietario in Agliè di una vecchia e nobile casa e, nei pressi, della villa «Il Meleto», che vantava un piccolo parco racchiudente un laghetto nel cui mezzo sorgeva un isolotto: un tocco di esotismo era poi dato dal capanno, costruito di bambù  intrecciati. Da questo secondo matrimonio nacquero Erina (1878-1948), Arturo e Carlo, morti prematuramente, Guido e infine Renato (1893-1970).

    Guido fu il quartogenito della famiglia: nato il 19 dicembre 1883 a Torino, nella casa che i genitori possedevano in via Bertolotti 2, venne battezzato nella vicina chiesa di Santa Barbara il 19 febbraio con i nomi di Guido, Davide, Gustavo e Riccardo. Legatissimo al territorio d’origine, Gozzano abitò in quattro diverse case nella città natale: poco dopo la sua nascita, in un palazzo fiancheggiante quello di un altro grande torinese, da lui diversissimo, Piero Gobetti, che Guido certamente non conobbe. Frequentò la scuola elementare dei Barnabiti e poi la «Cesare Balbo», con l’aiuto, svogliato com’era, di un’insegnante privata.

    Gli studi liceali furono ancora più travagliati: iscritto nel 1895 al Ginnasio-Liceo classico «Cavour», fu bocciato dopo due anni e venne allora mandato a studiare in un collegio di Chivasso; ritornò a studiare a Torino nel 1898, dove nel marzo del 1900 suo padre morì di polmonite: nella ricorrenza della sua morte, la Pasqua del 1901, a 17 anni Guido scrisse, dedicata alla madre, la sua prima poesia nota, Primavere romantiche, pubblicata postuma nel 1924. Le molte lettere all’amico e compagno di scuola Ettore Colla fanno comprendere i motivi delle difficoltà scolastiche di Gozzano, molto più interessato alle «monellerie» che allo studio.

    Cambiate ancora due scuole, nell’ottobre del 1903 conseguì finalmente la maturità al Collegio Nazionale di Savigliano; è lo stesso anno in cui, sulla rivista torinese «Il venerdì della Contessa», pubblicò i primi versi, inevitabilmente dannunziani fin dal titolo: La vergine declinante, L’esortazione, Vas voluptatis, La parabola dell’Autunno,Suprema quies e Laus Matris, oltre al racconto La passeggiata.

    Poetica

    « La Vita si ritolse tutte le sue promesse.

    Egli sognò per anni l’Amore che non venne,

    sognò pel suo martirio attrici e principesse

    ed oggi ha per amante la cuoca diciottenne. »

    (Guido Gozzano, Totò Merumeni)

    Gozzano non assume pose da letterato e scrive le sue rime, segnate dalla tristezza e dal sentimento della morte, con ironico distacco. Alla base dei suoi versi vi è un romantico desiderio di felicità e di amore che si scontra presto con la quotidiana presenza della malattia, della delusione amorosa, della malinconia che lo porta a desiderare vite appartate e ombrose e tranquilli interni casalinghi. La sua produzione è molto apprezzata da Montale che sottolinea il suo far cozzare l’aulico col prosastico facendo scintille. I caratteri aulici sono però sempre presentati e come trasfigurati attraverso il filtro sottile dell’ironia, una distanza che egli mantiene anche rispetto alla gioia delle piccole cose o della quotidianità a differenza degli altri Crepuscolari.

    I temi della sua poesia

    La Torino d’altri tempi

    Tra i temi essenziali al mondo poetico di Gozzano vi è l’immagine della città natale, di quella sua amata Torino alla quale egli costantemente ritornava. Torino raccoglieva tutti i suoi ricordi più mesti ed era l’ambiente fisico ed umano al quale egli sentiva di partecipare in modo intimo con sentimento ed ironia. Accanto alla Torino contemporanea era assai più cara al poeta la Torino dei tempi antichi, quella Torino antica e un po’ polverosa che suscitava nel poeta quegli accenti lirici carichi di nostalgia.

    L’ambiente canavesano e la natura

    Accanto alla Torino gozzaniana viene proposto dal poeta il vicino ambiente canavesano, dove si ritrovano fondamentali immagini di contemplazione paesista e dal quale scaturiranno l’estremo mito lirico incarnato dal mondo della natura, che poteva dargli, come egli dice "la sola verità

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