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Il colore dell’altrimenti
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E-book78 pagine1 ora

Il colore dell’altrimenti

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Fantascienza - racconto lungo (48 pagine) - Un professore affascinante e misterioso, tre studentesse troppo curiose, e… un mostro da un'altra dimensione. Tra Stranger Things e Ghostbusters un nuovo grande racconto di Elizabeth Bear


Loro lo chiamavano Dottor S., un po' per semplicità – anche se lui si divertiva a vederle cercare di pronunciare Szczegielniak – un po' per creare un senso di familiarità. Ma lui cercava se possibile di tenerle a distanza: anche perché la sua vita al di fuori dell'aula era piuttosto complicata. E pericolosa, visto che aveva a che fare con esseri non esattamente amichevoli.


Elizabeth Bear (nome completo Sarah Bear Elizabeth Wishnevsky), nata il 22 settembre 1971 a Hartford, nel Connecticut, è una delle scrittrici di sf e fantasy oggi più apprezzate. Vincitrice nel 2005 del Premio John W. Campbell come miglior autore esordiente per la sua trilogia fantascientifica Hammered/Scardown/Worldwired, ha ricevuto anche altri prestigiosi riconoscimenti come il Premio Hugo nel 2008 per il miglior racconto con Tideline (apparso su Robot n. 56 col titolo Sulla spiaggia), successo bissato l’anno successivo (2009) per il miglior racconto lungo con Shoggoths in fiore, uscito nella collana Biblioteca di un sole lontano. Solo pochi autori nella storia della sf erano riusciti nell’impresa di vincere svariati premi Hugo dopo aver vinto il John W. Campbell Award (C. J. Cherryh, Orson Scott Card, Spider Robinson e Ted Chiang sono gli altri). La Bear, che possiede uno stile letterario molto curato, come dimostra questo Shoggoth in fiore, o anche In the House of Aryaman a Lonely Signal Burns (che uscirà a breve in questa stessa collana), è assai prolifica e non ha preferenza tra sf e fantasy, generi tra cui spazia con estrema disinvoltura e bravura.

LinguaItaliano
Data di uscita9 lug 2019
ISBN9788825409574
Il colore dell’altrimenti

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    Anteprima del libro

    Il colore dell’altrimenti - Elizabeth Bear

    a cura di Silvio Sosio

    Elizabeth Bear

    Il colore dell’altrimenti

    RACCONTO LUNGO

    Traduzione di Marco Crosa

    ISBN 9788825409574

    © 2007 Elizabeth Bear

    Titolo originale: Cryptic Coloration

    Edizione ebook © 2019 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

    Versione: 1.0

    Font League Spartan Bold by Micah Rich, SIL Open Font Licence 1.1

    Traduzione: Marco Crosa

    Copertina: Franco Brambilla

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

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    Grazie, da parte di Delos Digital, dell'autore del libro e di tutti coloro che vi hanno lavorato.

    Indice

    Copertina

    Il libro

    L'autrice

    Il colore dell’altrimenti

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Il libro

    Un professore affascinante e misterioso, tre studentesse troppo curiose, e… un mostro da un'altra dimensione. Tra Stranger Things e Ghostbusters un nuovo grande racconto di Elizabeth Bear

    Loro lo chiamavano Dottor S., un po' per semplicità – anche se lui si divertiva a vederle cercare di pronunciare Szczegielniak – un po' per creare un senso di familiarità. Ma lui cercava se possibile di tenerle a distanza: anche perché la sua vita al di fuori dell'aula era piuttosto complicata. E pericolosa, visto che aveva a che fare con esseri non esattamente amichevoli.

    L'autrice

    Elizabeth Bear (nome completo Sarah Bear Elizabeth Wishnevsky), nata il 22 settembre 1971 a Hartford, nel Connecticut, è una delle scrittrici di sf e fantasy oggi più apprezzate. Vincitrice nel 2005 del Premio John W. Campbell come miglior autore esordiente per la sua trilogia fantascientifica Hammered/Scardown/Worldwired, ha ricevuto anche altri prestigiosi riconoscimenti come il Premio Hugo nel 2008 per il miglior racconto con Tideline (apparso su Robot n. 56 col titolo Sulla spiaggia), successo bissato l’anno successivo (2009) per il miglior racconto lungo con Shoggoths in fiore, uscito nella collana Biblioteca di un sole lontano. Solo pochi autori nella storia della sf erano riusciti nell’impresa di vincere svariati premi Hugo dopo aver vinto il John W. Campbell Award (C. J. Cherryh, Orson Scott Card, Spider Robinson e Ted Chiang sono gli altri). La Bear, che possiede uno stile letterario molto curato, come dimostra questo Shoggoth in fiore, o anche In the House of Aryaman a Lonely Signal Burns (che uscirà a breve in questa stessa collana), è assai prolifica e non ha preferenza tra sf e fantasy, generi tra cui spazia con estrema disinvoltura e bravura.

    Dallo stesso autore

    Elizabeth Bear, Shoggoth in fiore Biblioteca di un sole lontano ISBN: 9788825408973 Elizabeth Bear, Gli abissi del cielo Robotica ISBN: 9788825409253

    1

    Katie lo vide per prima. Quasi completamente nudo, in calzoncini mimetici corti, scarpe da baseball e nient’altro, a parte il folto labirinto nero di tatuaggi neotribali che gli ricopriva la carnagione pallida, dalle clavicole alle caviglie. Brillava come tasti di pianoforte, lucido di sudore in un afoso pomeriggio di settembre.

    Katie aveva già agguantato la manica di Melissa e la trascinava verso l’attraversamento pedonale. Gina le seguiva tre passi indietro. – Quella partita a basket la dobbiamo proprio vedere.

    – Come? – Poi però la linea dello sguardo di Melissa incrociò quella di Katie e la ragazza trasalì. – Oh, cazzo, guarda tutto quell’inchiostro. Pensi che conti come pelle o come maglietta? – Melissa veniva da Boston, ma il più delle volte a sentirla non sembrava.

    – Lascia stare l’inchiostro – disse Katie. – Guardagli i tricipiti.

    Piccole fossette scure sui lati interni delle braccia, e per un attimo tutto ciò che Katie riuscì a pensare fu che non era poi così alto, e che se gli fosse stata abbastanza vicina quando alzava le mani per prendere la palla, lei avrebbe potuto mettersi in punta di piedi e leccargliele. L’immagine le fece seccare la bocca, le infiammò il viso.

    Però Melissa avrebbe pensato che Katie era una sciocca per essersi sconvolta da sola, quindi lei non disse niente.

    Anche senza l’inchiostro, lui aveva il corpo più bello del campo da basket. Sodo dappertutto, muscoli che si gonfiavano e formavano avvallamenti mentre scattava e scartava di lato, capelli biondi lunghi fino al mento che gli scivolavano sugli occhi. Scartò a sinistra come un pugile, si girò, dribblò con le gambe – quadricipiti guizzanti, polpacci come cavi d’acciaio tesi – prese il pallone mentre tornava su e spiccò un balzo. Parabolico, librato in aria. Il sudore gli gocciolò via dai gomiti e dal mento mentre lanciava.

    Un canestro da tre punti. Un alto arco geometrico.

    Negato quando un alto ragazzo nero di diciotto anni o giù di lì lo deviò dall’orlo del canestro facendo tintinnare le catenelle e lo rilanciò a metà campo, ma quello non importava. Katie si sbirciò

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