Parresia
Di Edda Tassi
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Anteprima del libro
Parresia - Edda Tassi
Plankton
1
Un battello felice solca le acque sporche
col pescatore dalla pelle rugosa
che cerca lucci e trote grasse
sotto le mura della città morta
per affumicarli di notte all’aperto
mentre i vicini sognano soldi e gloria
o d’ammazzare parenti e conoscenti
agevolati dall’infernale calura
che ha trasportato sulle acque un plankton
nutriente e dolciastro, ghiotto pasto
per tante bestioline affamate.
Qualche forma vivente mangia tranquilla
altre si rodono le budella.
O forestiero orientale estatico
che scruti imperi abbattuti!
Va anche tu a mangiare, e a letto.
Son questi i giorni dentro ai cancelli
della città morta e infuocata.
2
Affàcciati sul cortile dei mostri
che parlano con voce gracchiante
inviando maledizioni a raffica
da dietro finestre sempre chiuse
alla luce del sole mattutino.
Questo tu vedi al posto di persone
che un giorno furono vive
e provarono l’ebbrezza del pensiero
l’orgoglio di essere umani
con la possibilità di scegliere e fare
cose semplici, utili, buone.
Oscurità hanno preso
come loro saggia consigliera
il male per chi sta loro appresso
odio, invidia, ogni balorda pazzìa
possa cancellare l’origine, la chiara sponda.
Servono chiodi e martello.
Dovresti rinchiudere il tuo paese
entro una botticella ben fatta
e farla rotolare lontano
colma di gèmiti e imprecazioni.
3
Solo con una matita verde
io segno le tracce di plankton
che mi nutrono gratis a volontà
da quando ho solcato la natura
quella vera, il selvaggio cancello
che mantiene e distrugge, poco ecologico.
Senza divagazioni o smarrimenti
non c’è il nuovo pensiero
breve, rapido, ramingo
utile all’istante , o per niente.
La storia si sta assopendo
in una tazza di camomilla
tra moti, vibrazioni, intermittenze
come avesse da festeggiare
i suoi ultimi compleanni.
E il plankton è la mobile vita.
4
Cosa ne è stato dei Propilei
dei maestri appoggiati alle colonne
ed io , dietro le loro orme
a filosofeggiare sul nulla
guizzo geometrico d’anatrina
automa dietro l’origine buona?
Forse resta qualche saggio consiglio
"prènditi cura di te stesso
usa con saggezza anche il male
dòmina le visceri, calmerìa
riparti da dove hai lasciato
esiste ciò che tu operi".
E poi? Echi, intarsi preziosi
la pìetas per gli indifesi
la rabbia verso gli iniqui
e tanta meraviglia costante
di fronte alla naturale beltà.
5
Tanfo di carta bruciata, ovunque
accumulata, macerata, putrefatta
imballata da curiose macchine.
Digitare, trovare, inventare.
E il richiamo d’altri maestri
altre armi marchiate d’ingegno
dà coraggio per i giorni matti.
Budda dagli occhi a rondinella
sorride e non porta la guerra.
Se Dio, qualsiasi Dio
è un pensiero costante e vasto
di sicuro è arrabbiato come me
in mezzo ai fantocci della pace
agli assassini invidiosi, agli ingiusti
che non cercano, non vogliono sapere
quanto costa conquistare qualcosa
felicità, opera , se stessi
invece di buttarsi nel vuoto
fingendo d’essere i migliori.
Non credo ad un Dio cattivo
al servizio di nababbi schifosi
fissati di comandare tutti quanti.
Le stelle rilucono vicinissime
a chi ne trattiene il riflesso sulle ciglia.
6
Dalla Terrina alla Chiesa Nuova
evapora l’odore della minestra
offerta dai frati ai pellegrini affamati
nel tempo del Signore e della peste
in cui si viveva senza saperlo
e così si diventava un fantasma
che di notte tornava ancora
travestito alla rinfusa, a suonare
una dolce nènia ossessiva.
L’angoscia serpeggia tra i vivi
in corsa perenne, per non sentire
l’aroma che sale implacabile
dal sottosuolo infuocato, umido.
Appena si fermeranno, è fatta!
Non torneranno indietro
e nessuno li cercherà più.
7
Affìlo gli unghioni dei piedi
spessi come quelli d’una strega
nata all’aperto, zòtica caprona
e quelle unghiette che ho alle mani
adatte a piantare zucche e patate.
Vengono via fuliggine, terriccio
la posa del ferro e del tabacco
fino a che divento una gran signora
ambigua e languida , esotica
che rompe ogni specchio segreto.
8
Musici ubriachi e satolli
che non eseguono più sinfonìe
si scalzano in riva al Tevere
tra le zanzare e le zecche.
Il loro nume patriottico
si toglie il frac e s’affoga.
Eppure aveva dei bei baffoni
ed un bavero candido a fiocco.
Stanotte