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Postura e felicità: Alla scoperta degli stress più comuni nella vita quotidiana (che non avresti mai pensato di avere)
Postura e felicità: Alla scoperta degli stress più comuni nella vita quotidiana (che non avresti mai pensato di avere)
Postura e felicità: Alla scoperta degli stress più comuni nella vita quotidiana (che non avresti mai pensato di avere)
E-book110 pagine1 ora

Postura e felicità: Alla scoperta degli stress più comuni nella vita quotidiana (che non avresti mai pensato di avere)

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Info su questo ebook

Le nostre scarpe sono troppo piccole, i nostri pensieri ci fanno stringere i denti e un occhiale sbagliato ci fa venire la scoliosi. Questo libro insegna come riconoscere e risolvere gli stress quotidiani a noi celati, per vivere una vita più felice.
Il tuo mal di schiena è un “problema posturale”? Quando torni a casa, sfilandoti le scarpe tiri un sospiro di sollievo? Tuo figlio non sta mai fermo? Ti svegli stanco al mattino? Sono tanti gli stress che ci creano dolori e sofferenze; molti di questi sono legati a un condizionamento inconscio che ci arriva dalla nostra cultura e dalle nostre abitudini. Ti accompagnerò alla scoperta degli stress più comuni nella vita quotidiana (che non avresti mai pensato di avere) e a risolverli con semplici esercizi, con un metodo di disintossicazione posturologica, attraverso l’analisi dei tre recettori principali (occhio, piede e bocca), per il benessere di tutti e per una vita più felice.
LinguaItaliano
Data di uscita27 gen 2020
ISBN9788863655315
Postura e felicità: Alla scoperta degli stress più comuni nella vita quotidiana (che non avresti mai pensato di avere)

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    Anteprima del libro

    Postura e felicità - Enrico Salis

    carattere

    PRIMA PARTE

    TEORIE

    POSTURA ED ESPRESSIONE DI SÉ

    Noi esprimiamo chi siamo in tutto ciò che siamo: nella nostra voce, in ciò che pensiamo, in come ci atteggiamo rispetto al mondo, in quello che mangiamo e così via.

    La postura è la forma che il nostro corpo assume in base a chi siamo.

    Siamo condizionati dalla nostra cultura meccanicistica (basata sulla materia) a individuare nella postura la sola espressione della nostra «macchina anatomica», come una fotografia, un fermo immagine, nella quale sono rappresentate la forma e le proporzioni dei diversi componenti del nostro corpo (pelle, muscoli e ossa in primis), così come ci hanno abituato a osservare nei libri di anatomia e fisiologia. Nei secoli si è arrivati a una visione sempre più «esterna» e superficiale (estetica), a partire dalle rappresentazioni iconografiche dei grandi pittori fino alle immagini suggestive diffuse dai media di «giovani e belli». Questo processo è così profondo che ormai non ce ne rendiamo neanche più conto. Sul concetto di estetica e di bellezza non ci soffermeremo, ma è probabile che nella prosecuzione della lettura qualcuno di voi cambi idea su ciò che consideri bello.

    Un’altra eredità dell’atteggiamento meccanicistico è la considerazione del nostro corpo come distinto e separato dalla nostra mente (separazione tra psiche e soma).¹

    Stiamo vivendo un momento storico di cambiamento di paradigma; la rivoluzione scientifica del relativismo di Einstein e della fisica quantistica ha portato nuovi punti di vista anche alla considerazione del corpo, per cui la materia (che aveva un ruolo da protagonista nella fisica meccanica) passa sempre più in secondo piano per lasciare il posto alla considerazione dei fenomeni. Più si punta la lente di ingrandimento sulla materia più ci si rende conto che in realtà essa è rappresentata per la maggiore percentuale da spazio, da vuoto (un vuoto non inteso come mancanza di qualcosa, ma uno spazio infinitamente ricco di fenomeni, di scambi di energie). Ci si concentra sempre di più nella considerazione delle energie e delle frequenze. Per un approfondimento di questi temi consiglio la lettura del Tao della fisica di Fritjof Capra (ed. Adelphi), a mio giudizio un capolavoro ancora attuale nonostante sia stato pubblicato nei primi anni Settanta.

    Che ruolo assume allora il nostro corpo in questa nuova concezione? Esso può essere considerato come la rappresentazione tridimensionale di una energia primordiale, divina (in questo senso il concetto di corpo si avvicina di più al concetto di nèfesh, respiro, soffio che viene da Dio). In questa prospettiva si assiste a un cambio di scena importante nel quale questa energia primordiale correla in maniera inscindibile tutte le sue espressioni ricollegando psiche e soma, caos e logos. Una relazione che non si ferma al nostro corpo (carne, materia nella vecchia concezione), ma si estende al mondo che ci circonda poiché è proprio nello spazio tra la materia che si trova la risposta e quindi anche nella relazione tra noi e un altro individuo, tra noi e gli oggetti che ci circondano, tra noi e la natura, in un’unica armonica danza di scambi di energie, fino ad arrivare alla teorizzazione che il tempo, lo spazio e l’intero universo non esistono se si prescinde dall’osservatore, l’essere umano.

    A questo punto considerare che ogni schema motorio (il modo di comportarsi del nostro corpo) è inscindibile dal nostro schema mentale risulta più facile da capire.

    Se sarò preoccupato e teso per qualcosa, questa tensione verrà espressa come contrattura anche dal mio corpo; se sono sereno e rilassato, anche i miei muscoli e l’espressione del mio corpo lo saranno.

    Nei secoli si è cercato di schematizzare questa correlazione tra espressione e forma del corpo con il carattere e l’indole della persona. Ne sono esempio la classificazione dei morfotipi in medicina cinese o la classificazione tra espressione del corpo e ferite psicologiche di Lise Bourbeau nel suo Le 5 ferite e come guarirle edizioni AMRITA (vedi approfondimento in Appendice, a pag. 89). Lo stesso Platone aveva creato una classificazione delle caratteristiche della persona in relazione agli elementi naturali (terra, acqua, aria, fuoco) e al loro significato più profondo.

    In pratica si può ricondurre l’aspetto e l’espressione fisica di una persona a determinati archetipi, a delle classi che rispondono a caratteristiche precise. Questo modo di classificare gli esseri umani è sicuramente comodo per certi versi perché aiuta a farsi un’idea generale, ma l’essere umani è così diverso e variabile che nessuno schema, nessuna classificazione sarà veramente applicabile al cento per cento.

    ORDINE E CAOS

    Non entrino qui gli ignoranti in geometria.

    (epigrafe all’ingresso dell’Accademia di Platone)

    Dopo tali premesse, possiamo affermare che il nostro corpo è costruito con delle caratteristiche che accomunano tutti gli esseri umani. Se ci soffermiamo sulla sua rappresentazione tridimensionale scopriamo che esso è sottoposto ad almeno due fondamentali leggi che potrebbero rappresentare due polarità opposte: le geometrie universali (rigide, schematiche) e il caos.

    Le geometrie universali: se osserviamo la natura che ci circonda (e i manufatti) non dobbiamo stupirci troppo nello scoprire che spesso diverse realtà sono riconducibili a una stessa geometria; l’esempio più consueto è la forma spirale che ritroviamo nella disposizione dei semi del girasole, nella forma della conchiglia del nautilus (un mollusco cefalopode) e ancora nella disposizione dei petali di numerosi fiori. I più sanno che questa geometria si basa sulla «sezione aurea» detta anche Costante di Fidia (espressa per questo con la lettera greca φ) e ancora (non a caso) Proporzione Divina. Questa costante è espressa anche nelle proporzioni dei segmenti del nostro corpo (la proporzione tra l’arto superiore, il braccio e l’avambraccio per esempio, vedi Figura 1).

    Un’altra geometria che si può ritrovare in natura è quella del frattale (una figura geometrica nella quale la forma si ripete nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande per cui osservando una piccola

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