La malvagità dell'essere umano
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Vien da pensare che l’essere umano metta in atto le sue opere malvagie e che il maligno le porti a compimento fino alle loro estreme conseguenze, che poi sfuggono al controllo dell’uomo stesso.
L’evolvere della civiltà potrà mai eliminare la cattiveria umana o quanto meno ridimensionarla?
La risposta purtroppo sembra negativa, l’uomo si scatenerà sempre contro l’altro e le guerre non scompariranno dal mondo perché l’uomo è imprevedibile, libero di decidere di dar sfogo alla sua aggressività, sia per il potere che per il proprio egoismo, trovando sempre giustificazioni al proprio operato.
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Anteprima del libro
La malvagità dell'essere umano - Fulvio Gagliardi
Fulvio Gagliardi
LA MALVAGITÀ
DELL’ESSERE UMANO
Elison Publishing
© 2023 Elison Publishing
Tutti i diritti sono riservati
www.elisonpublishing.com
ISBN 9788869633287
Indice
La bestia più cattiva
È possibile la pace?
Crudeltà nell'antica Roma
Malvagità del nostro tempo
Tutte le altre guerre del mondo
La cattiveria nei riguardi dei nostri compagni di viaggio
Alcune torture nel Nord America
Torture in Sud America
Africa, torture quotidiane
Alcuni tipi di tortua in Eritrea
Iran
Stragi religiose e genocidi
La tragedia della Shoah
Le persecuzioni dei cristiani oggi
Le organizzazioni criminali più potenti al mondo
Omicidi seriali
La crocefissione di Gesù
La pena di morte nel mondo odierno
Rassegnazione o speranza
L'autore
LA BESTIA PIÙ CATTIVA
La cattiveria non è una caratteristica universale, dipende dalla specie e dall’individuo.
Non è possibile identificare una singola bestia più cattiva
poiché la cattiveria è un comportamento umano e non è un tratto specifico delle specie animali. Ci sono alcune specie di animali che possono essere pericolose o aggressive verso l’uomo o verso altre specie, ma non si può generalizzare sulla base di azioni isolate o di stereotipi culturali. La percezione di ciò che è cattivo o pericoloso varia a seconda delle culture e delle circostanze.
In ogni caso, come specie, l’uomo tra tutte le bestie è certamente la più cattiva.
Egli appartiene alla classe dei mammiferi e all’ordine dei primati, dei quali i gorilla e gli scimpanzé sono quelli a lui più prossimi avendo più o meno la stessa forma corporea, la stessa struttura genetica e analoga composizione del sangue. I gorilla e gli scimpanzé sono in un certo senso suoi cugini nella scala dell’evoluzione, essendo rami paralleli nella linea dei primati che si è suddivisa circa venticinque milioni di anni fa.
Sarà colpa, o merito, di questi venticinque milioni di anni ma l’uomo è un essere molto diverso, particolare e unico: le differenze più importanti che fanno di lui un essere unico sono essenzialmente qualitative, per il suo sviluppo e soprattutto per il suo comportamento.
Il comportamento di tutti gli animali è prevalentemente istintivo e la loro attenzione e interesse sono limitati all’ambiente ad essi vicino, mentre nell’uomo quasi mai prevale l’istinto ed il suo comportamento per questo è molto meno determinato e spesso insicuro.
L’uomo è aperto a imprevedibili reazioni nel mondo che lo circonda e l’orizzonte della sua attenzione è estremamente vasto nello spazio e nel tempo. L’uomo riflette sulle cose, sugli avvenimenti accaduti o che potrebbero accadere e sposta l’attenzione dal mondo che lo circonda a sé stesso e ai suoi pensieri. Pertanto, l’oggetto della sua attenzione spesso non ha nulla a che fare con il mondo reale, ma segue il corso dei suoi pensieri e degli eventi che lui immagina potrebbero accadere. La sua postura eretta nei milioni di anni ha contribuito a questa sua peculiarità consentendogli di avere la più ampia visione del mondo a lui intorno e un rapporto con l’ambiente circostante molto più diversificato e distaccato. In un certo senso l’uomo è stato costretto ad allargare il suo orizzonte e a differenziare le sue reazioni ai pericoli, per la mancanza di organi di difesa naturali, quali denti o unghie…, o anche, la carenza di questi ultimi è dovuta alla sua capacità di prevenire ed evitare gli scontri diretti con altri animali.
Dal momento della scissione, nel corso dell’evoluzione, queste sue peculiarità hanno contribuito al notevole sviluppo del suo cervello, molto più complesso e differenziato rispetto a quello dei suoi cugini più prossimi.
Tutto questo, tuttavia, pur rendendo l’essere umano più intelligente lo ha reso anche potenzialmente più cattivo e imprevedibile.
Le sue imprevedibili azioni non vengono regolate dall’istinto e spesso portano ad un’aggressività esagerata, immotivata e incomprensibile, talvolta causata da reazione ad un pericolo inesistente, ma solo immaginato.
Non essendo vincolato all’istinto o da questo impedito, l’uomo è libero, imprevedibile e capace di distruggere i suoi simili e talvolta anche sé stesso senza che vi sia una causa oggettiva, magari per il proprio piacere o per sete di potere, senza immedesimarsi nella sofferenza dell’altro, senza manifestare la minima empatia.
Proprio per queste sue peculiari caratteristiche, per la mancanza di un comportamento istintivo e prevedibile l’uomo necessita di un lungo e ben calibrato processo di formazione, di educazione e insegnamento, specialmente in ambito familiare così da poter avere punti di riferimento sostitutivi dell’istinto. Questi punti di riferimento, spesso di carattere religioso e frutto di esperienze tramandate tra generazioni, consentono all’essere umano, alla società tutta, di avere un comportamento meno arbitrario e più pianificato, orientato al bene comune e al rispetto degli altri e delle loro sofferenze. L’uomo ha acquisito nei millenni una coscienza morale, ha acquisito la capacità di distinguere il bene dal male e di conseguenza, nonostante la sua innata cattiveria, riesce ad agire in maniera responsabile.
Tuttavia, l’uomo spesso a suo piacere ed arbitrio coscientemente ignora e contravviene a queste regole, la sua malvagità e aggressività prevalgono sulla bontà facendo sì che egli procuri il male ad altri e anche a sé stesso.
La personalità dell’essere umano è tragicamente contraddittoria, essa è un misto di bontà e malvagità, virtù e vizio, amore e odio…in essa pietà, perdono, fratellanza verso l’altro ed empatia spesso coesistono con la capacità di commettere crimini, omicidi, massacri, torture, guerre e genocidi, riuscendo talvolta a provarne anche soddisfazione.
La natura umana è essenzialmente buona oppure invece malvagia? Molto probabilmente è un mix delle due, facendo emergere talvolta l’una, talvolta l’altra. Soltanto la civiltà e la società con le sue regole, indispensabili per evitare l’autodistruzione dell’umanità, hanno consentito l’apparente predominio del bene sul male.
È POSSIBILE LA PACE?
La pace è un concetto complesso e multidimensionale e dipende dalle circostanze e dalle persone coinvolte.
In generale la pace può essere intesa come l’assenza di conflitto armato e la sicurezza per i popoli. Essa è stata da sempre un obbiettivo di paesi e organizzazioni in tutto il mondo e sempre vi sono stati sforzi per raggiungere la pace attraverso la diplomazia, la negoziazione e la cooperazione internazionale.
Tuttavia, come insegna la storia, la pace non è sempre facile da raggiungere ed è minacciata da molti fattori, tra i quali la povertà, l’ingiustizia e le differenze culturali.
Nonostante ciò, e nonostante le difficoltà sempre incontrate, essa rimane un obiettivo importante per la società e continua sempre ad essere perseguita attraverso varie iniziative e programmi.
Le difficoltà le mostra la storia dell’umanità: molti uomini, nella storia passata e presente hanno mostrato malvagità e anche soddisfazione per le proprie azioni, tra questi Erode, era un governatore romano che governò la Galilea durante il regno di Tiberio, il secondo imperatore romano.