Un’arte per l’altro. L’animale nella filosofia e nell’arte
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Anteprima del libro
Un’arte per l’altro. L’animale nella filosofia e nell’arte - Leonardo Caffo e Valentina Sonzogni
La collana di ebook Noi animali
diretta dal filosofo Leonardo Caffo, per l’editore digitale goWare, rappresenta il primo tentativo di una collana divulgativa, dedicata ad antispecismo e animalismo, volta a sfruttare le nuove potenzialità dell’editoria digitale, dei libri multimediali e della loro versatilità frutto dell’ibridazione tra testi, immagini, video e molto altro ancora. Nata da una comune idea di Mario Mancini (editore) e dalla redazione di Gallinae in fabula
la collana presenta testi di varia natura, dall’arte alla comunicazione, dedicati a problematizzare per il grande pubblico il nostro rapporto con gli animali e l’animalità.
Direzione Editoriale: Leonardo Caffo (Università di Torino)
Redazione:
Domenica Bruni, filosofa e scienziata cognitiva;
Leonardo Caffo, filosofo e attivista
Rita Ciatti, blogger e attivista
Alessandra Colla, saggista
Michela Pettorali, medico veterinaria e attivista
Leonora Pigliucci, giornalista e attivista
Chiara Sgro, attivista presidente di Liberaction
Valentina Sonzogni, storica dell’architettura e dell’arte
© goWare, Leonardo Caffo, Valentina Sonzogni
Ottobre 2013, prima edizione digitale
ISBN: 978-88-6797-124-4
Redazione: Giacomo Fontani
Copertina: Lorenzo Puliti
Disegni: Francesco Boerio
Foto degli autori: Marta Cattaneo
Sviluppo ePub: Elisa Baglioni
goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing
Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it
Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mari@goware-apps.com
Quando è stato possibile le illustrazioni sono state tratte da Wikipedia Commons e da altre risorse Creative Commons. Le referenze iconografiche sono state collocate sotto ogni illustrazione. Negli altri casi l’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani riprodotti nel presente volume.
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Presentazione
È possibile ripercorrere la storia dell’arte alla luce di un nuovo paradigma del rapporto uomo-animale? Questa è la sfida lanciata da Leonardo Caffo e Valentina Sonzogni, che in questo denso epistolario affrontano la questione dell’antispecismo confrontandosi con i concetti chiave della filosofia e della cultura occidentale. Un tema complesso e delicato, un’inedita lettura del pensiero animalista contemporaneo che gli autori approfondiscono in ogni suo aspetto, offrendo al lettore l’opportunità di maturare una nuova percezione degli animali non umani
. Il testo è arricchito da un denso apparato iconografico, base visiva indispensabile per osservare con occhi nuovi la prospettiva specista che emerge dalla storia dell’arte. Un ebook carico di significati profondi, per un animalismo consapevole e d’avanguardia.
Guarda il video su YouTube
Leonardo Caffo (Università degli studi di Torino) è dottorando in Filosofia teoretica, membro del Labont: Laboratorio di ontologia e Associate Fellows dell’Oxford Centre for Animal Ethics. Ha diretto e fondato le riviste Animal Studies
e Rivista Italiana di Filosofia Analitica Junior
e collabora abitualmente per le pagine culturali del settimanale Gli Altri: la sinistra quotidiana
, oltre che con Lettera Internazionale
, L’indice dei libri del mese
e con Rai Scuola per Rai Filosofia. È curatore con Maurizio Ferraris del volume Filosofia globalizzata (Mimesis, 2013) e, tra i suoi ultimi libri, si segnalano La possibilità di cambiare (Mimesis, 2012) e il discusso manifesto antispecista Il maiale non fa la rivoluzione (Sonda, 2013).
Valentina Sonzogni, storica dell’architettura e dell’arte, ha ottenuto il PhD presso l’Universität für Angewandte Kunst (Vienna) in Storia e teoria dell’architettura. Ha lavorato presso numerose istituzioni, tra le quali Kiesler Foundation (Vienna) e The Guggenheim Foundation (New York), ha scritto su riviste e cataloghi di architettura e ha tenuto conferenze presso università italiane ed estere. Dal 2008 collabora con il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Rivoli-Torino).
Come può un uomo accontentarsi semplicemente di prendere in considerazione un’opinione, e compiacersi di ciò? Di che cosa si compiace se la sua opinione è che egli viene danneggiato?
Henry David Thoreau, Disobbedienza civile
Il primo giardino è quello dell’uomo che ha scelto di interrompere le proprie peregrinazioni. Non c’è un tempo giusto per questa tappa, nella vita di un uomo o di una società. Il primo giardino è alimentare. [...] Il primo giardino è un recinto. Conviene proteggere il bene prezioso del giardino
Gilles Clément, Breve storia del giardino
Premessa
Questo libro nasce dal nostro incontro e racconta della nostra amicizia, della militanza di Leonardo e del lavoro di Valentina, dello studio di entrambi, appassionato, delle nostre rispettive discipline. Prima di essere un trattato epistolare, questo libro è il racconto in prima persona di due dolori vissuti parallelamente, dolori causati dall’immane battaglia che si combatte ogni giorno, in ogni angolo del mondo, per i diritti degli animali umani e non umani.
Nella cultura accademica anglosassone e nelle università americane, il campo degli animal studies è ormai un settore di ricerca indipendente, che raccoglie specialisti di molte discipline che si interrogano sul delicato rapporto tra il mondo umano e quello animale, sulla storia dell’oppressione del primo sul secondo, sull’uso dell’immagine e della cultura visiva nell’addomesticamento dello sterminio animale, sulle differenze più che sulle somiglianze antropomorfizzate tra questi due mondi, più vicini di quanto normalmente si possa immaginare.
Interrogarsi su un noi
e un loro
, infatti, è visto come parte fondamentale di quei cultural studies che hanno già preparato e poi liberato, mettendoli a disposizione di ricercatori e studiosi, la questione femminile e gli studi di genere, gli studi critici sul cinema, la teoria sociale, gli studi sui media, sulla comunicazione, sulla cultura materiale, la cultura di strada e tanti altri filoni negletti e mai inquadrati nella loro relazione con il potere e la cultura dominante.
Il settore degli animal studies si va definendo in questi anni grazie all’attività di alcuni importanti centri di ricerca come l’Oxford Centre for Animal Ethics, l’Institute for Critical Animal Studies (ICAS) e l’Animals and Society Institute (per citarne solo alcuni). Tale ambito di studi comprende la nostra personale ricerca traghettandola , a tratti, fuori dalla pura sfera emotiva, per incrociarla e confrontarla con la storia dell’arte dal Rinascimento a oggi, con la filosofia continentale e analitica (per l’esattezza, in un’intersezione detta oggi filosofia globalizzata
), con l’architettura e la storia del pensiero. Ne deriva la possibilità di un gioco
intellettuale che possa però contenere in sé i germi di uno sviluppo futuro in solida disciplina di ricerca. Abbiamo usato coscientemente il gioco, il paradosso, la sovversione e il ribaltamento delle immagini e delle certezze per testare fino a che punto questa branca della conoscenza possa divenire autonoma e incontrare l’attenzione della cultura alta
(e soprattutto dove possa incontrarla).
Non nelle aule delle università italiane, sovraffollate di studenti, numeri di matricola che sudano per portare a casa i loro risultati. Non nei musei, né nell’industria della comunicazione, ciechi e muti davanti al più grande sterminio sistematico che l’umanità abbia saputo concepire. Non nei macelli, relegati ai margini della nostra società, non nella gastronomia, né nei ristoranti, i cui avventori spesso non sanno che un calamaro non si trova in natura a forma di anello. Non nei negozi, dove le pellicce abbondano tristemente, stagione dopo stagione, non nei cimiteri e negli ospedali, che dei referenti assenti non si occupano. Non nelle biblioteche, che in Italia mancano di titoli fondamentali nella storia del movimento animalista. Non negli asili, in cui il maiale è prima fatto vedere ai bambini e chiamato porcellino
, per poi servirglielo crudelmente in forma astratta, con contorno di purè. Non nelle chiese, che grondano sangue, prima ancora che indifferenza.
La cultura del movimento animalista ha usato, fin dall’inizio, i canali della lotta politica: le riviste ciclostilate, i raid di liberazione animale, lo sciopero della fame, le case editrici che si occupano di anarchismo e vita dei comunardi, di controcultura e di refusées. Dall’avvento dei social network, il movimento per la liberazione animale sta sperimentando la condivisione tramite un click di opinioni e immagini che suscitano ondate di supporto popolare inaspettato. Come esempio più recente, si pensi all’enorme attenzione dei media per i cani destinati alla sperimentazione sottratti all’allevamento di Green Hill, e prima ancora alla campagna contro l’allevamento Morini, culminata con la sua chiusura, e più recentemente la campagna contro i lager delle galline ovaiole della ditta Bruzzese.
Molte persone, sensibili alla questione animale, e opportunamente e correttamente informate, hanno dato il loro appoggio e molto spesso hanno iniziato a sostenere il movimento animalista, che noi riteniamo essere uno solo, seppur frammentato in diverse realtà con scopi dichiaratamente differenti, ma sempre accomunati dalla volontà di scrivere la parola fine
allo sfruttamento degli animali non umani.
Dal nostro primo incontro, la nostra volontà comune è stata quella di traghettare gli animal studies fuori dal sentimentalismo, dal settarismo, dagli stereotipi per cercare di far comprendere che quello che noi facciamo è semplicemente parlare per chi non ha una voce.
Non abbiamo meriti, né torti, rifiutiamo la qualifica di idioti ma anche quella di eroi, non manipoliamo ma informiamo, non sciocchiamo le coscienze ma mostriamo agli occhi quello che nessuno vuol farci vedere: il lamento e il grido di quelli che Michel Houellebecq definisce «tubi digerenti su zampe»[1], e che a noi invece parlano ogni giorno della loro indicibile e inutile sofferenza.
Sia ben chiaro: amiamo i nostri compagni e compagne che hanno deciso di aprire le gabbie con la forza delle loro braccia. Vogliamo solo aiutarli con l’inchiostro delle nostre penne.
Valentina e Leonardo
Luglio 2012
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