Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Realtà e Mistero nei racconti del Guangdong
Realtà e Mistero nei racconti del Guangdong
Realtà e Mistero nei racconti del Guangdong
E-book501 pagine7 ore

Realtà e Mistero nei racconti del Guangdong

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

"Nei quattordici racconti ambientati nella provincia cinese del Guangdong i protagonisti sono i sentimenti nella loro complessità: l'amore per i figli, la pietà per i genitori, il senso di responsabilità nei confronti della famiglia, l'invidia, l'odio, la vendetta, l'incertezza sulla propria identità. La narrazione assume toni macabri e surreali, e alcuni personaggi subiscono una metamorfosi..."
LinguaItaliano
Data di uscita14 apr 2020
ISBN9788894476255
Realtà e Mistero nei racconti del Guangdong

Correlato a Realtà e Mistero nei racconti del Guangdong

Ebook correlati

Racconti per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Realtà e Mistero nei racconti del Guangdong

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Realtà e Mistero nei racconti del Guangdong - Autori cinesi contemporanei

    Senza dimora

    Xiong Yuqun

    Guo Ruiren, padre di Guo Yun, ripose le ceneri del figlio in una borsa di maglia intrecciata e le riportò a casa, nel villaggio di Huangbaobao, nella contea di Nayong della provincia del Guizhou. Molti dubbi frullavano nella sua mente e con essi il senso di vertigine che trasmettevano i grattacieli imponenti. Si chiedeva: Com’è possibile che siano così alti ?

    Da quattro giorni indossava un berretto militare giallo e scarpe dell’esercito di liberazione nuovi; camminava per le grandi strade di Guangzhou senza riuscire a vedere nemmeno un pezzo intero di cielo.

    Un mese prima Guo Yun era passato di lì, voleva costruire una casa al suo villaggio, una casa a un solo piano ma per realizzarla non bastavano i soldi guadagnati in sei anni, perciò doveva continuare a lavorare come operaio in città.

    Padre e figlio erano arrivati a Guangzhou a soli sette giorni di distanza uno dall’altro. Una settimana prima Guo Ruiren aveva accompagnato il figlio a Guiyang, alla stazione degli autobus a lunga percorrenza. Si erano messi d’accordo che sarebbe tornato a casa durante la Festa di Primavera. Guo Ruiren conosceva le città di Guangzhou e di Shenzhen per sentito dire e poteva solo avere una vaga idea di come fossero. Non si allontanava da casa da venti-trent’anni e non avrebbe mai pensato di arrivare a Guangzhou alla notizia della morte del figlio.

    Guo Ruiren camminava per le strade di Guangzhou ma non riusciva a trovare tracce del figlio. Come poteva essere sparito per sempre in un luogo così estraneo? Davvero non sarebbe mai più tornato? E la cosa che non poteva assolutamente accettare era che suo figlio fosse un assassino!

    Alle sei del mattino del due settembre Guo Yun era sceso dal treno numero 1320 ed era uscito dalla stazione ferroviaria di Guangzhou. Alle dieci e trenta era avvenuta la tragedia. Il notiziario del tre settembre aveva riportato che la città di Guangzhou era rimasta scioccata, milioni di cantonesi erano allibiti e si chiedevano perché una brava persona avesse ucciso e poi si fosse suicidata.

    Le disgrazie sono imprevedibili e Guo Yun aveva agito d’impulso. Tutto era accaduto senza che ci fossero segnali premonitori e il disastro e la sua morte erano avvenuti a sole tre ore di distanza.

    1

    Tempo addietro Guo Yun era tornato a casa; aveva ritrovato la quiete dopo il frastuono della città e nelle orecchie sentiva solo un leggero sibilo. Bisognava riabituarsi alla campagna. Niente più lo entusiasmava, vedeva solo picchi torreggianti e montagne di pietre calcaree che stavano lì fin da quando era bambino; il mondo era in continua evoluzione ma loro erano statici. Solo Guo Yun pensava che si fossero abbassati di molto rispetto al passato. Da piccolo li ricordava alti, poi era cresciuto e si era allontanato andando in un luogo lontano; una volta ritornato gli erano sembrati molto più piccoli. Mentre era seduto sulla porta a guardare le montagne, suo padre Guo Ruiren era rientrato in casa con una grossa gerla piena di patate.

    Era rimasto seduto lì tutta la mattina. Nel caldo afoso il frinire insistente delle cicale risuonava tra gli alberi della canfora.

    Quelle montagne non erano niente paragonate ai grattacieli di Shenzhen. Guo Yun si ricordava della prima volta che era arrivato nella metropoli; appena sceso dall’autobus era stato oscurato completamente dall’ ombra di un grosso edificio nero. Il palazzo era distante, li separava una grande piazza. La sua ombra si proiettava a terra conferendo al cemento una luce blu scuro. Aveva alzato lo sguardo e l’aveva osservato per un attimo, poi stordito aveva ripensato alle montagne del suo villaggio, quelle montagne di pietra calcarea. Cos’era più imponente? In piedi all’ombra di quell’ edificio aveva aspettato Wang Futian, il suo compagno di classe delle scuole medie.

    Anche Wang Futian proveniva dalle campagne ed era arrivato in città da pochi giorni; lì aveva iniziato a disprezzare i campagnoli. Guo Yun sognava di diventare un uomo di città ma, dopo aver lavorato per due o tre anni nella metropoli, aveva capito che non sarebbe mai potuto essere un cittadino. Era un contadino, la città per lui era solo un habitat temporaneo. Era come un uccello che costruiva il nido in mezzo ai boschi del villaggio e che arrivava in città per procurarsi il cibo. Mentre andava alla ricerca di qualcosa da mangiare pensava sempre al suo nido. Guo Yun era vittima di bullismo e tutti gli davano il cibo peggiore, lui sopportava perché era una fase momentanea e presto non sarebbe più stato costretto a subire. Nella fantasia pensava alla sua infanzia come al periodo migliore e per lui perfino la sua dimora al villaggio di Huangbaobao era la più bella. Metteva sempre a confronto i punti di forza del villaggio e le carenze della città e in quei momenti gli bruciava l’anima.

    Quella mattina aveva lasciato la giungla di cemento a Shenzhen ed era tornato nel suo nido. E allora perché pensava ancora a Shenzhen? Guo Yun era agitato. Era rientrato il dieci agosto e non sapeva quanti giorni fossero passati. Aveva urlato: «Papà, che giorno è oggi?» e non ricevendo risposta si era rimesso a urlare. Dalla stanza si era sentita una voce: «E chi lo sa?! Sembrerebbe il ventiseiesimo giorno del calendario lunare.»

    Chiederlo era stato inutile. Che ne sapeva Guo Yun del calendario tradizionale? Gli era venuto in mente di chiederlo alla sua ragazza, perciò aveva acceso il cellulare per chiamarla. Dopo tre bip si era sentita la voce dolce di Yang Ping.

    Lei gli aveva chiesto: «Cosa fai a casa?» Quella domanda l’aveva infastidito ancora di più e in modo brusco le aveva detto: «Dimmi la data!» Yang Ping gli aveva risposto con un’altra domanda: «Perché vuoi saperla? Sei tornato da nove giorni. Hai scelto il terreno per costruire la casa?»

    Guo Yun aveva esitato. Nel frattempo sua madre Long Shangying lo aveva chiamato per il pranzo, così lui in tutta fretta aveva risposto che il progetto della casa era già stato fatto e che aveva contattato gli operai. «Ti avviso appena ci sono novità» e aveva riattaccato .

    Guo Yun sapeva con certezza che la casa non poteva ancora essere costruita. Non solo non aveva trovato il terreno ma per edificarla occorrevano decine di milioni di yuan. All’inizio credeva che con il denaro guadagnato duramente in sei anni di lavoro avrebbe potuto costruire una casa a un piano ma non immaginava che nel frattempo, al villaggio di Huangbaobao, i prezzi fossero raddoppiati. Il muratore gli aveva fatto un preventivo ed era stata una doccia gelata.

    Guo Yun aveva osservato l’uomo dalla barba fine; quando era entrato lo aveva guardato dall’alto in basso sicuro di sé e ora aveva l’impressione di essersi rimpicciolito ma doveva raffrontarsi con lui. Aveva chiesto: «Si può avere uno sconto?» Faticava a respirare e sentiva la sua voce farsi acuta. Il muratore era un lontano parente della famiglia Guo, si era toccato la barba e per molto tempo non aveva aperto bocca. Guo Yun aveva fissato la sua barba rada aspettando una risposta.

    «Questo è il prezzo minimo. Per abbassarlo potrei evitare di imbiancare i muri e di mettere il pavimento di cemento.»

    L'artigiano aveva fatto due conti e alzando lo sguardo aveva detto un prezzo. Guo a sua volta aveva contato a occhi chiusi come era abituato a fare, quando li aveva riaperti si era reso conto che gli mancavano ancora quattro o cinquemila yuan.

    Da tempo la bassa casa di mattoni rossi della famiglia era rovinata, non era tanto migliore di quelle baracche provvisorie costruite dagli ambulanti della città. Quando fuori c’era un forte vento, all’interno c’erano gli spifferi e quando fuori scendeva un acquazzone, il soffitto gocciolava.

    Sembrava che qualcuno avesse cementato i mattoni con noncuranza, le crepe tra un mattone e l’altro erano larghe quanto un pollice. Guardando i mattoni rossi anneriti da innumerevoli ditate, si era lasciato prendere dal panico. La sua ragazza gli aveva imposto tre condizioni: senza la casa non sarebbe tornata, senza la casa non avrebbero potuto dichiarare apertamente la loro relazione, senza una casa non l’avrebbe sposato; quindi si era licenziato per tornare e per costruirla. Voleva sposare e ricondurre a sé Yang Ping, non era più intenzionato ad andare lontano. La vita da precario non lo interessava più, aveva bisogno di stabilità e di serenità familiari come tutte le persone normali. Qualche migliaia di yuan però sembravano ostacolare tutti i suoi sogni.

    Appena arrivato a casa si era messo in contatto con Yang Ping direttamente al telefono e anche i messaggi erano stati frequenti. Sentiva nostalgia di lei e a volte la chiamava dai campi di mais alle porte del villaggio, le diceva qualche stupidaggine e anche frasi romantiche. Non badava alle bollette telefoniche costosissime, era drogato d’amore. L’amore a volte è una malattia e lui si calmava sentendo la voce di Yang Ping.

    Anche se erano passati solo pochi giorni, Guo Yun aveva l’impressione di essere tornato da tempo. Nel villaggio di Huangbaobao erano rimasti solo i vecchi e i bambini perché i giovani si erano spostati nelle città a lavorare come salariati. I cani gli abbaiavano contro; lui fischiando faceva un gesto con la mano ma molti di loro rabbiosi non gli davano tregua, lo consideravano un forestiero. In passato aveva dato del cibo ai cani del villaggio che nel vederlo scodinzolavano già da una certa distanza. Ora che era tornato da diversi giorni, lo consideravano un individuo pericoloso e lo osservavano vigili. Guo Yun si arrabbiava, prendeva un sasso e lo lanciava facendo correre lontano il branco ululante. I cani correvano per poche decine di metri e poi tornavano subito indietro continuando ad abbaiare in modo ancor più rumoroso.

    A quel punto un vecchio o un bambino usciva di casa e riconoscendo Guo Yun gridava contro i cani che si allontanavano docili. Guo Yun si sentiva a disagio.

    Quando attraversava il prato del vicino, i polli che stavano beccando il mangime, spaventati dalla sua camminata veloce, scappavano sbattendo le ali e spostandosi di lato. Guo Yun si rendeva conto di camminare in modo frettoloso, era un’andatura diversa da quella della gente del villaggio che procedeva lenta. Sentiva di essere cambiato, non aveva più alcun interesse a scambiare due parole con gli anziani del suo clan e se qualcuno prendeva l’iniziativa chiedendogli della sua vita in città, lui rispondeva sempre in modo conciso. La voglia di chiacchierare doveva nascere spontanea ed essere reciproca. Non è che non volesse più parlare, anzi, se incontrava la persona giusta discorreva e rideva, ma nel villaggio ormai non comunicava più con nessuno. In passato lì era stato felice e si era trovato bene con tutti ma ora si sentiva estremamente solo. Si considerava un estraneo e da tale osservava ogni cosa. Odiava quella sensazione! Le persone in città guardavano la gente di campagna con atteggiamento snob sentendosi superiori, lui con i suoi compaesani si stava comportando allo stesso modo! In città gli piacevano le canzoni popolari che raccontavano della nostalgia della campagna, cantandole sembrava che la malinconia fosse meno forte, ma quando ritornava al villaggio quell’emozione non era più la stessa.

    Al telefono Yang Ping gli aveva detto di essere intenzionata a lasciare il lavoro; appena la casa fosse stata in costruzione sarebbe tornata. Ma dopo il preventivo del muratore anche l’entusiasmo nelle loro telefonate si era raffreddato. A volte lui andava nei campi ad aiutare il padre a raccogliere le patate e lasciava il telefono a casa. In quel modo gli sembrava di tenere lontani i problemi.

    A mezzogiorno la madre aveva preparato il maiale in umido con patate e il profumo era ovunque; perfino i cani sapevano che quel giorno per pranzo la famiglia avrebbe mangiato carne. Sentendo quel profumo aveva provato un senso di calore. Quando era bambino, ogni volta che sentiva quell’odore, capiva che si stava avvicinando una festività. Di solito non si mangiava carne, ma da quando era tornato avevano trascorso diverse feste mangiandola a giorni alterni.

    I genitori per vivere coltivavano pochi acri di terra, quanto bastava per il loro fabbisogno. Tutti i mesi si preoccupavano dei soldi per comperare l’olio e il sale e solo una volta al mese mangiavano carne. Questo era ciò che i genitori avevano fatto per lui e Guo si sentiva in colpa di non aver permesso loro di condurre una vita migliore. Si accusava di essere un incompetente. Appena tornato a casa aveva consegnato alla madre tremila yuan; in sei anni di lavoro in città non aveva quasi mai fatto dei presenti ai genitori, ogni volta che era tornato avevano accettato solo cento o duecento yuan dicendogli di tenere da parte i soldi per il suo matrimonio. Secondo le usanze della campagna aveva già da tempo raggiunto l’età per sposarsi. Ma da quel giorno non sarebbe più andato in città a lavorare come salariato, perciò aveva dato ai genitori una certa somma di denaro in un’unica soluzione da spendere con calma e senza più preoccuparsi dell’olio, del sale, della legna e del riso. Aveva voluto sorprenderli con il proprio stipendio dimostrando pietà filiale.

    Aveva anche comperato un grembiule rosso e due paia di sandali di plastica per sua madre e, arrivato a Guiyang, aveva acquistato una grossa confezione di detersivo per il bucato e biscotti, caramelle e materiale scolastico per i nipoti. Arrivato nella contea di Nayong si era accorto di non avere nessun regalo per il padre, quindi era tornato in un bazar e aveva scelto un berretto militare giallo e un paio di scarpe di gomma dell’esercito di liberazione dello stesso colore.

    Guo Yun tornava poco a casa, solo una volta ogni due o tre anni, perché era riluttante a spendere i soldi per il viaggio e di solito rimaneva solo per qualche giorno, proprio per tornare presto al lavoro e cercare di guadagnare. I genitori lo amavano profondamente e in occasione del suo rientro la madre uccideva uno dei loro polli.

    In quel momento Long Shangying l’aveva chiamato con gioia: «Bambino, è ora di mangiare! Va’ a chiamare tuo fratello!»

    Il fratello Guo Yi viveva nella casa accanto ma Guo Yun era troppo pigro per muoversi e quindi aveva urlato: «Fratellone, mamma ti chiede di venire a mangiare!» Ma in casa non c’era nessuno, il fratello non era ancora tornato dai campi.

    Guo Yun credeva che avendo lavorato sei anni e avendo risparmiato un po’ di soldi, tornando al villaggio non avrebbe più vissuto in povertà come in passato. Non era riuscito a pagare le tasse scolastiche, perciò aveva lasciato la scuola media per due anni e solo in seguito, dopo che il padre aveva messo da parte del denaro, aveva conseguito il diploma di scuola media con il fratello e la sorella più piccoli. Senza soldi non poteva frequentare la scuola superiore e quindi aveva aiutato il padre nei lavori agricoli. Ora, dopo sei anni di lavoro da salariato, non era ancora riuscito a riscattarsi. Probabilmente la donna che amava l’avrebbe lasciato per questo motivo. La ragazza sperava di avere una casa tutta sua, ma al momento lui non poteva dargliela. Non poteva dirle la verità! Avrebbe fatto un ultimo sforzo perché non voleva perderla.

    2

    Guo Ruiren vide il figlio Guo Yun sdraiato in una bara di vetro, il suo viso era cinereo, era diventato freddo e duro. La prima volta che fu esposto non c’era nessuno, l’addetto aveva avviato il montacarichi e la bara si era sollevata lentamente con al suo interno Guo Yun coperto da un lenzuolo bianco.

    La sala numero uno era sempre tranquilla e quella calma anticipava i pianti dei parenti. Il silenzio mortale era come un bestione sanguinario e nella stanza vuota il sangue si mescolava ai pianti improvvisi. Anche se la sala era illuminata, a Guo Ruiren sembrò oscurata.

    Quando Long Shangying vide il figlio scoppiò in un pianto disperato e le sue gambe cedettero sbattendo contro il freddo e duro pavimento di ceramica. Le sue grida rimbombarono nella stanza. Non c’era rimedio a quel senso di vuoto, di solitudine e di impotenza che la stava distruggendo come un bisonte che con impeto entra in città. Quel luogo tranquillo non aveva mai udito un grido così disperato. Long Shangying piangeva a dirotto e urlava, i suoi lamenti erano come un torrente di montagna inarrestabile. Allungò la mano cercando di toccare il corpo del figlio, ma il palmo sbatté contro il vetro duro e freddo della bara.

    «Guo Yun, bambino, la tua mamma è venuta a trovarti! Svegliati!! Guarda tua madre!» ma quel vetro gelido e rigido isolò la sua voce strozzata.

    La fronte di Guo Ruiren si riempì di rughe, il suo sguardo si spense; prima fissò il viso del figlio, poi lentamente ne ripulì il corpo mormorando tra sé: Questo è il mio bambino, questi sono i suoi denti, le labbra non coprono il dente a sinistra dell’arcata superiore. Subito dopo si sentì così fiacco da non avere la forza per reggersi in piedi.

    Non si trattava di un sogno. Passata una settimana da quando Guo Yun aveva lasciato il villaggio, i genitori erano andati a Guangzhou e all’obitorio cittadino avevano visto il figlio morto.

    Quel giorno c’erano nebbia e una pioggia fine e insistente, il mondo si era completamente rabbuiato. Si erano alzati presto e Long Shangying aveva indossato un giaccone grigio. Insieme al marito e al genero Zhang Tong sarebbero andati all’obitorio per identificare il cadavere.

    Quella mattina nessuno parlò né fece colazione. La famiglia andò a ritirare il certificato di morte all’ufficio competente di Tianhe. Zhang Tong l’ottenne rapidamente e solo con quel foglio sottile avrebbero potuto rivedere Guo Yun. Zhang Tong lo mise nella tasca della camicia attillata.

    Lungo il tragitto rimasero in silenzio. Il vento soffiava fuori dal finestrino del veicolo e il frastuono nel centro della città era fastidioso come una caramella gommosa. Long Shangying tirò su il finestrino e vi appoggiò la testa spossata. Guo Ruiren, seduto accanto a lei, chiuse gli occhi. Il suono della città rimbombava dappertutto.

    L’obitorio era stato costruito in un’area aperta con un prato antistante. Attraversata l’ampia area verde ci si trovava davanti a un grande edificio grigio dalla forma arrotondata. Accanto all’ufficio pratiche della sala centrale c’era un negozio che vendeva articoli per funerali, era pieno di ghirlande di fiori, sudari e urne per le ceneri. Zhang Tong sbrigò le pratiche, dopodiché Long Shangying e Guo Ruiren furono sorretti per le scale fino ad arrivare alla sala numero uno.

    Il personale era andato a pranzo perciò si sedettero sulla panca all’ingresso. Dopo venti minuti la porta si aprì e dall’interno provenì una voce: «I familiari di Guo Yun ...»

    I genitori si alzarono di scatto; non avrebbero mai immaginato di rivedere il figlio in quel luogo. Erano solo loro tre in quell’enorme edificio grigio e sconosciuto, presto furono inghiottiti da quella sala vuota e silenziosa. Erano entrati in una dimensione surreale.

    3

    Guo Yun aveva visto per la prima volta Yang Ping nel suo dormitorio. Il compagno di classe Wang Futian lo aveva prelevato alla stazione degli autobus e lo aveva portato nella fabbrica di elettronica a Nanshan dove Yang Ping lavorava. Erano tutti originari di Nayong nel Guizhou. Due anni prima Guo Yun, nel ritornare a casa per la Festa di Primavera, aveva conosciuto Wang Futian che rincasava anche lui per le vacanze. Guo Yun lavorava da quattro anni a Kaiping nel Guangdong , il suo stipendio mensile era di poche centinaia di yuan mentre quello di Wang Futian, che lavorava a Shenzhen, superava i mille yuan. Per questo, dopo la festività, aveva deciso di non tornare più a Kaiping ma di trasferirsi a Shenzhen.

    Quel giorno, sceso dall’autobus, si era fermato all’ombra di un grande edificio; qualcuno gli aveva dato una pacca sulla schiena e voltandosi aveva riconosciuto il suo compagno Wang Futian. Felice voleva afferrarlo per le spalle, ma Wang Futian aveva barcollato da un lato, lui era rimasto con le mani sospese e poi piegandosi l’aveva afferrato per i capelli. Ridendo gli aveva detto: «Ti sei dato pena di venire!» Avevano afferrato la borsa di maglia intrecciata tenendola ognuno per un manico e si erano incamminati verso il punto più lontano in mezzo ai grattacieli.

    Avrebbe voluto fargli tante domande ma, notando la sua riluttanza a parlare, l’aveva seguito in silenzio. L’amico l’aveva condotto sulla via pedonale e poi avevano attraversato la strada sulle strisce fino a raggiungere il soprapassaggio.

    Il grosso edificio nero cambiava posizione in base ai loro spostamenti, a volte era più vicino, altre più lontano. Le persone gli passavano accanto, le loro espressioni erano spente, sui loro visi non si leggevano gioie né dolori e quasi nessuno parlava. C’era solo il rumore dei mezzi, dei freni e dei motori delle auto quando si fermavano al semaforo o ripartivano. I clacson non suonavano, tutti camminavano insieme e si fermavano senza proferire parola.

    Guo Yun pensò che Shenzhen fosse molto diversa dalla realtà che conosceva, perfino le strade erano pulitissime e gli edifici uno più alto dell’altro. All'improvviso l’edificio nero era scomparso, al suo posto era apparso un grattacielo bianco. Guo Yun era rimasto sorpreso, ma vedendo l’espressione impassibile di Wang Futian si era irrigidito.

    Tra la folla ben vestita aveva cominciato a rendersi conto che i suoi vestiti erano molto sporchi e stando sull’autobus si erano anche stropicciati. Usava la borsa intrecciata da due o tre anni, era stata calpestata ed era ancora più zozza degli oggetti buttati nel bidone della spazzatura.

    I grattacieli avevano quasi coperto e reso invisibile il cielo e brillavano di luci. Le persone che avanzavano verso di lui si scostavano e Guo Yun si era reso conto che non lo facevano per maleducazione ma perché lui era sporco e temevano di contaminarsi. A un tratto aveva capito di trovarsi in un altro mondo, ricco e poco familiare. Si sentiva così piccolo e la paura si stava espandendo dentro di lui fino a fermare il respiro.

    Alla fine erano arrivati alla fermata e avevano preso un autobus per Nanshan. Il cielo si era fatto buio, Guo Yun voltandosi aveva visto i lampioni che si illuminavano a intermittenza.

    A cena aveva conosciuto Yang Ping, la ragazza aveva aiutato i due amici a prendere i vassoi nel fast- food. Quando Guo Yun era arrivato alla fabbrica, questa era già chiusa e così anche la mensa. Yang Ping li aveva aspettati all’ingresso del dormitorio.

    4

    Quando Guo Ruiren sentì i giornalisti dichiarare che Guo Yun aveva una ragazza, rispose che il figlio non gli aveva mai detto nulla. Rimase a lungo fermo a pensare; come poteva non sapere dal momento che il figlio era spesso lì con lui? Una volta, nell’orto l’aveva visto telefonare ma era di spalle. Quando l’aveva raggiunto nel prato, Guo Ruiren aveva notato che i suoi occhi erano umidi e per un attimo si era preoccupato. Più tardi, nel campo di mais era andato a controllare i bufali e vedendolo ancora al telefono l’aveva chiamato gridando bambino. In un primo momento il figlio non l’aveva sentito ma alla seconda chiamata aveva riattaccato chiedendogli: «Dove sono i bufali?»

    «Dietro alle rocce» aveva risposto. Poi Guo Yun gli aveva detto che sarebbe andato al distretto per vedere un compagno di classe, perciò aveva pensato che fosse stato quel ragazzo a chiamarlo. Aveva urlato contro i bufali e poi si era assentato dicendo: «Stasera tornerò presto.»

    Guo Ruiren si chiese più volte perché il figlio non avesse mai rivelato alla famiglia di avere una ragazza. Quando la nipote Guo Jing era venuta a casa a trovarli aveva accennato al fatto che Guo Yun si fosse fidanzato e la moglie Long Shangying le aveva domandato da che fonti provenisse la notizia. La risposta era stata: «Dagli operai che lavorano in città.»

    Dopo cena la moglie aveva preso da parte Guo Yun: «Bambino, Guo Jing mi ha detto che hai una ragazza, perché l’hai tenuto nascosto alla mamma?» e Guo Yun aveva detto: «Mamma, non ascoltare Guo Jing, parla a vanvera! Non ho ancora i soldi per fidanzarmi, come posso avere una ragazza?»

    Long Shangying aveva sospirato: «So quanto tu sia in difficoltà, ma se dovessi frequentarne una ricordati di dirlo alla tua famiglia.»

    Guo Ruiren in disparte aveva sentito tutto.

    Ritornato in hotel Guo Ruiren chiuse gli occhi e iniziò a pensare. Un altro dettaglio riaffiorò nella sua mente: una notte era uscito e poco dopo rincasando aveva sentito Guo Yun parlare nel sonno. All’inizio non vi aveva dato molta importanza ma, mentre era sdraiato a letto, Guo Yun aveva iniziato a parlare in modo sempre più concitato dicendo: «Ping Ping, Ping ... Non andartene! Non posso vivere senza di te, davvero ... Per tutta la vita, Ping, Ping, non andartene!». Poi aveva cominciato a piangere. Guo Ruiren l’aveva chiamato notando che aveva smesso di parlare, probabilmente si era svegliato. Doveva essere stato un incubo. Di giorno si stancava a lavorare e come andava a letto si addormentava subito. Il giorno seguente avrebbe voluto chiedergli del sogno ma appena sveglio se ne dimenticò.

    Guo Ruiren si incolpò di essere stato molto negligente! Poi ricordò un altro fatto accaduto sempre di notte; un rumore l’aveva svegliato e spalancando gli occhi aveva visto una sagoma aprire la porta e andarsene. Non c’erano mai stati ladri nel villaggio di Huangbaobao, probabilmente era il figlio che doveva uscire per fare i suoi bisogni. Quella notte il chiarore della luna era così limpido che in lontananza si vedevano chiaramente i profili delle montagne. Guo Ruiren si era appisolato e aveva dormito per lungo tempo senza sapere se il figlio fosse tornato. Quando aveva sentito un altro rumore alla porta non era riuscito a capire il tempo trascorso.

    Lo stesso era accaduto il giorno dopo. Quando Guo Yun era uscito, il padre aveva visto il chiaro di luna passare attraverso la fessura della porta ma quella volta era sveglio e, dopo aver aspettato a lungo il suo ritorno, si era alzato. Nel prato non c’era nessuno, ovunque regnava una calma inquietante. Solo ogni tanto da lontano proveniva l’abbaiare di un cane. Aveva chiamato il figlio senza avere risposta, quindi aveva costeggiato il fossato che giaceva su un lato della casa proseguendo per un tratto di strada e gli era sembrato di udire il pianto di qualcuno, ma presto quel rumore era scomparso. Il padre era taoista e credeva nei fantasmi e nelle divinità perciò aveva iniziato a recitare delle salmodie. Poi, alzando di nuovo lo sguardo, aveva visto un uomo seduto sul ponticello di fronte a sé e, nell’urlare bambino, Guo Yun aveva risposto. Il padre sorpreso gli aveva chiesto perché non dormisse e fosse corso fuori da solo.

    La risposta era stata: «In casa fa troppo caldo, fuori è fresco, sono venuto a prendere una boccata d’aria.»

    Quel giorno faceva davvero caldo perciò Guo Ruiren gli aveva creduto. Dopo aver scambiato due parole l’aveva esortato a tornare a dormire.

    «Non ne ho voglia, vorrei starmene qui da solo al fresco» aveva detto Guo Yun.

    E Guo Ruiren: «Sì ma non stare qui solo per troppo tempo, ti consiglio di rincasare.» Il pianto sofferto che gli era parso di sentire probabilmente era quello del suo bambino.

    5

    L’amore tra Guo Yun e Yang Ping era semplice. Appena arrivato in città Guo Yun era come un passero in preda alla solitudine e al panico. Tra i compaesani Yang Ping era la più affettuosa, la sera chiacchierava sempre con lui e a volte lo accompagnava anche a fare compere. Guo Yun sapeva usare bene il computer e la portava all’internet café a divertirsi insegnandole a navigare in rete e a digitare i caratteri con il metodo dei cinque tratti. Successivamente la fabbrica, per dare al personale più possibilità nel tempo libero, aveva aperto una sala computer dove si potevano fare giochi online e quindi erano passati dall’internet café al club della fabbrica.

    La grande piazza di Nanshan ogni sera si riempiva di gente, c’erano balli, gare di karaoke e bancarelle che esponevano tutti i tipi di libri e di periodici; si entrava e pagando tre yuan ci si divertiva. Su un lato della piazza qualcuno installava un televisore e delle casse di diffusione e pagando altri tre yuan si poteva cantare una canzone.Guo Yun aveva portato a cantare Yang Ping alcune volte e poi erano andati al ristorante occidentale a prendere un caffè. Insieme avevano anche imparato a pattinare sul ghiaccio.

    Quando Guo Yun era stato trasferito in un’altra fabbrica, Yang Ping aveva capito che non poteva fare a meno di lui. Guo Yun andava a trovarla una volta al giorno e in quel periodo avevano chiarito la loro relazione. Lui le aveva chiesto in tono tra serio e scherzoso: «Mi sposeresti?» Yang Ping senza esitare aveva annuito. Quella sera avevano passeggiato fino al parco della montagna dei fiori di loto e sul prato Guo Yun l’aveva abbracciata e accarezzata sulla schiena. Il suo respiro si era fatto pesante quando aveva sentito un profumo particolare. Come colpito da una scossa elettrica aveva sentito il sangue ribollirgli nelle vene. Aveva fatto scivolare la mano che tremava forte dentro la camicia della ragazza. Yang Ping aveva chiuso gli occhi, i suoi seni erano come due conigli frementi che lei stava donando a un cacciatore. La mano del cacciatore era come una torcia infuocata che le aveva infiammato tutto il corpo. Si era sentita ardere e mancare il respiro e aveva avuto voglia di gemere, dopodiché in quel fuoco bruciante si era donata a lui.

    Due persone sole e indifese possono riscaldarsi a vicenda. Guo Yun abbracciandola aveva avuto la sensazione che il luogo in cui era seduto ormai gli appartenesse, era il suo cantuccio nella città. La sensazione di andare alla deriva sembrava essere meno intensa. Respirò profondamente la fragranza che emanava la vegetazione e per la prima volta assaporò il gusto dell’intimità. Era stata un’ esperienza bellissima.

    Era a Shenzhen da sei mesi però non aveva avuto la sensazione che qualcosa gli appartenesse. Nessun particolare della strada aveva a che fare con lui, dappertutto era impresso il nome sconosciuto di Shenzhen. Gli era sembrato di resistere con forza a tutto ciò che lo circondava, fino a quando aveva iniziato a isolarsi. Nel vedere gli altri mangiare in ristoranti sfavillanti e camminare frettolosamente indossando abiti alla moda ed emanando scie di profumo, sentiva di appartenere a un mondo molto distante dal loro.

    Quando era andato al centro commerciale per fare acquisti, aveva scoperto che una bottiglia di profumo costava come il suo stipendio di un mese. Se al ristorante ordinava quattro o cinque pietanze, per recuperare doveva stare a digiuno per una ventina di giorni. Anche se era affamato si rifiutava di andare perfino nei fast food; aveva talmente tanta sete che la gola era arsa, ma non comperava neanche una bottiglia di acqua minerale perché gli dispiaceva spendere. Sebbene avesse dei soldi in tasca si sentiva sempre povero e quella sensazione lo spaventava. Prendeva i soldi dal portafoglio come se dovesse dare il suo sangue. Era solo un fantasma che vagava nella città, nessuno lo prendeva sul serio, la sua presenza era superflua, da tempo era stato abbandonato dal mondo intero. Solo tenendo stretti in pugno i soldi sentiva di avere la forza di continuare. Più risparmiava e più si sentiva a suo agio e provava un senso di sicurezza. Spendeva solo quando era con Yang Ping perché non voleva che lei lo disprezzasse, tuttavia ogni volta che dava i soldi si innervosiva fino a star male, proprio come se gli stessero estraendo il sangue.

    Yang Ping si prendeva cura di lui e lo amava, ascoltava volentieri anche le storie del suo villaggio e della sua infanzia, era praticamente la sua benefattrice, lo aveva reso una persona normale facendogli provare la sensazione di essere un uomo. La paura si era placata e nel suo mondo era sopraggiunta una sensazione di gioia spumeggiante come birra.

    Quella sera l’aveva abbracciata stretta fremendo di desiderio. In lontananza, dalla Shennan Avenue, i fari delle auto passavano nell’oscurità in successione e senza fermarsi emanando raggi di luce luminescenti come giada bianca. Nel cantiere distante il battipalo trapanava il suolo e la terra tremava mentre le lampade incandescenti illuminavano il sito. Nessuno sapeva che nel buio più profondo stavano insieme due giovani provenienti da luoghi diversi e che si erano incontrati per volere del destino. Il mondo stava facendo passi da gigante e li aveva abbandonati entrambi, per questo si erano trovati molto vicini e nell’osservare il mondo che cambiava rapidamente si erano sentiti fuori luogo. Ogni momento sentivano di essere stati catapultati in una città che apparteneva ad altri e ripensavano alla povertà, al degrado e alla tranquillità dei loro villaggi. Un villaggio di campagna non era più la culla della civiltà di una città, ma era ormai un luogo ai margini. L’era del paradiso terrestre rurale era finita e stava nascendo una nuova epoca globalizzata.

    Quella sera entrambi avevano sentito il bisogno di stare insieme e il desiderio di calore. Di fronte alla mostruosa città tutto diventava irreale. Si strinsero sempre più forte e si fusero in un unico corpo; i loro cuori palpitavano uno contro l’altro.

    Dopo quella notte i loro sentimenti erano diventati molto profondi e si erano affidati uno all’altra per sempre. Avevano parlato di tornare a casa e nel futuro sognavano di costruire una casa, di condurre un’esistenza semplice ma tranquilla lontani dalla città gigantesca che sarebbe stata dimenticata per sempre. Al mondo c’erano solo loro due e di notte quel giardino era diventato il loro caldo nido d’amore.

    6

    Guo Ruiren e Long Shangying quel giorno dovevano incontrare due persone, Ren Chuan e Peng Xiaohui, genitori della piccola Xiangnu. Una forza misteriosa spingeva Guo Ruiren a compiere quel gesto. Da quando aveva ricevuto la brutta notizia del figlio non poteva più agire solo in base alla propria volontà. Si rifiutava di credere che il figlio scomparso da due giorni si fosse suicidato e ancor più sconcertante era che avesse buttato giù dal ponte una bambina. Conosceva il figlio e sapeva il motivo per cui era andato via. Guo Yun a casa era sempre stato bravo, non aveva mai litigato con nessuno, aveva un temperamento mite.

    A Guangzhou erano arrivati molti giornalisti e il quotidiano era giunto fino al villaggio di Huangbaobao. Guo Ruiren aveva visto l’articolo dal titolo in caratteri cubitali evidenziati in nero che sembrava un manifesto del passato: Delinquente getta dal ponte una bimba di tre anni. Il sottotitolo diceva : " Il fatto è accaduto a ovest di Zhongshan Road, la vita della bambina è in pericolo. L’uomo poi si è lanciato dal ponte ed è morto."

    Il testo riportava: Due mesi fa la piccola Xiangnu di tre anni e nove mesi era venuta con la mamma a Guangzhou dalla sua città natale nello Hunan per ricongiungersi al padre che lavora come salariato in città. L’altro ieri per la prima volta è andata all’Asilo Nuovi Germogli di Guangzhou e ieri è stata lanciata dal ponte pedonale da uno sconosciuto che camminava di fronte a lei. È ancora in ospedale in pericolo di vita ... In base alla testimonianza della signora Zhou che aspettava l’autobus alla fermata di Huajing New City, ieri mattina alle 10:30 c’era un gran trambusto in zona ponte pedonale; a un certo punto la signora ha visto qualcosa che precipitava giù dal ponte : «Ancora adesso stento a credere che fosse una bambina!» ha raccontato. La bimba è caduta tra due autobus picchiando la testa a terra. La signora Zhou ha visto un uomo saltare giù dal ponte e cadere fracassandosi la testa. La madre della bimba piangendo e urlando è corsa rapidamente sulla strada chiedendo soccorsi per la sua bambina. I passanti che hanno assistito alla scena si sono affrettati ad aiutare la madre sconvolta, a chiamare la polizia e a fermare un taxi. Siccome non passavano taxi hanno fermato una jeep privata. Il proprietario, dopo aver capito la situazione, ha portato la bimba in fin di vita e la madre afflitta dal dolore al più vicino ospedale, il Zhongshan Third Hospital di Guangzhou. Giunta all’ospedale la bimba era già in coma profondo, la parte sinistra del cranio era sfondata. L’uomo che si è lanciato dal ponte aveva le pupille dilatate, il respiro e il battito cardiaco si erano già fermati. I medici del pronto soccorso hanno riportato le sue condizioni ai giornalisti che hanno raggiunto il luogo dell’accaduto, hanno visto due pozze di sangue e un paio di scarpe da bambina abbandonate sulla strada. Un testimone, il signor Ma, ha detto che quando si è verificato l’incidente stava disponendo la sua merce di venditore ambulante sul ponte; a causa del caldo non c’erano molti pedoni tranne alcuni venditori, per questo aveva notato la presenza di quella madre con la figlioletta. La madre camminava davanti tenendo da un lato il passeggino e dall’altro la sporta della spesa, la bambina saltellava dietro di lei e ogni tanto si fermava a guardare il traffico sotto il ponte. Qualche minuto più tardi il signor Ma ha improvvisamente sentito qualcuno gridare: «Che cosa stai facendo? Restituiscimi subito mia figlia!» Il signor Ma ha sollevato lo sguardo e ha visto un uomo con camicia a quadretti a maniche corte e jeans che teneva la bambina seduta sul parapetto del ponte. L’uomo era a pochi metri da Ma, non voleva lasciare la bambina; dopo aver ascoltato le suppliche della madre ha detto: «Sorellona, perdonami!» e poi ha buttato giù la bimba. Il signor Ma voleva salvare la bambina ma era troppo tardi! È corso verso di lui ma l’uomo a sua volta si è lanciato dal parapetto. La madre della bambina ha mollato passeggino e sporta della spesa e si è precipitata verso la strada sotto il ponte.

    Guo Ruiren non credeva a quello che stava leggendo. Sentiva che doveva esserci stato un malinteso. Forse quell’uomo aveva trovato per strada o aveva rubato la carta d’identità di Guo Yun. Doveva esserci un errore! Probabilmente Guo Yun era stato drogato da qualcuno sul treno o all’ostello, gli avevano fatto del male perché lui non era capace di comportarsi così. Forse l’indomani avrebbero rettificato la notizia e tutto sarebbe diventato solo un incubo.

    Long Shangying, dopo aver sentito la notizia del figlio, pianse disperata tutto il giorno fino a

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1