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Verito. Anoressia: spiragli di luce
Verito. Anoressia: spiragli di luce
Verito. Anoressia: spiragli di luce
E-book124 pagine1 ora

Verito. Anoressia: spiragli di luce

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Info su questo ebook

Vorrei giocare a “Campana”: ricordate (si era bambini) il tracciato a gesso rosso sull’asfalto? Per me era “il Tempio”. Si parte dalla terra saltellando in caselle numerate in progressione e in fila indiana, talvolta unite. A volte è necessario fare un salto più lungo, è un gioco d’equilibrio. E alla fine si arriva al cielo, che richiede al giocatore di cambiare punto di vista, girarsi verso il percorso svolto e quindi di ripercorrerlo, questa volta senza commettere errori. Ecco: questo è il mio percorso, fatto di luci e ombre, di dolore ma anche di tanto amore e, nonostante il “Nero”, di colore. Un percorso iniziato e che continua, a volte a rilento e altre “a manetta”, verso l’uscita, fuori dalla scatola della malattia.
Un invito a riflettere, a cambiare prospettiva. Uno stop a cui fermarsi per sentire col cuore.

“Viva la vida, Siempre!”
LinguaItaliano
Data di uscita17 apr 2020
ISBN9788855129169
Verito. Anoressia: spiragli di luce

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    Anteprima del libro

    Verito. Anoressia - Veronika Dellantonio

    Veronika Dellantonio

    Verito

    Anoressia: spiragli di luce

    Copyright© 2020 Edizioni del Faro

    Gruppo Editoriale Tangram Srl

    Via dei Casai, 6 – 38123 Trento

    www.edizionidelfaro.it

    info@edizionidelfaro.it

    Prima edizione digitale: aprile 2020

    ISBN 978-88-6537-345-3 (Print)

    ISBN 978-88-5512-916-9 (ePub)

    ISBN 978-88-5512-917-6 (mobi)

    http://www.edizionidelfaro.it/

    https://www.facebook.com/edizionidelfaro

    https://twitter.com/EdizionidelFaro

    http://www.linkedin.com/company/edizioni-del-faro

    Il libro

    Vorrei giocare a Campana: ricordate (si era bambini) il tracciato a gesso rosso sull’asfalto? Per me era il Tempio. Si parte dalla terra saltellando in caselle numerate in progressione e in fila indiana, talvolta unite. A volte è necessario fare un salto più lungo, è un gioco d’equilibrio. E alla fine si arriva al cielo, che richiede al giocatore di cambiare punto di vista, girarsi verso il percorso svolto e quindi di ripercorrerlo, questa volta senza commettere errori. Ecco: questo è il mio percorso, fatto di luci e ombre, di dolore ma anche di tanto amore e, nonostante il Nero, di colore. Un percorso iniziato e che continua, a volte a rilento e altre a manetta, verso l’uscita, fuori dalla scatola della malattia.

    Un invito a riflettere, a cambiare prospettiva. Uno stop a cui fermarsi per sentire col cuore.

    Viva la vida, Siempre!

    L’autrice

    All’anagrafe Veronica (con la c!) Dellantonio, nata nel 1991, è cresciuta e vissuta in un piccolo paesino sperduto tra le Dolomiti, in mezzo a boschi e a prati in fiore… stile gnometto della Loacker, per intenderci.

    Amo cucinare, dipingere, scrivere, appiccicare cose senza senso su cartoni rimediati qua e là e sperimentare cose sempre nuove. Amo creare qualcosa di mio e solo mio, liberando l’anima. Mi piace giocare di immagini e spero che capiate, nonostante a volte lo scritto possa risultare enigmatico, il messaggio che voglio far giungere al lettore.

    Senza ordine, così vorrei che fosse.

    Una mappa tracciata a matita senza punta

    chiesta in prestito da sotto una finestra sempre troppo alta.

    Una mappa di un tesoro di bambino.

    Una mappa a viavai di strisce e crocette dove fa più male.

    Una mappa disordinata che non è dritta e neanche al rovescio.

    Questo vorrei fosse il mio libro.

    Una mappa senza bussola dove l’anima si perde tra le pagine.

    Ti incontro e vedo un filo che tende al cielo, nulla più. Eppur quel filo è forte e avanza senza sosta verso il suo senso.

    Hai deciso di sentire la vita, tanto da consumare il tempio che ne ospita l’essenza. Non so perché, ragazza dagli occhi neri e belli, tu abbia iniziato a rifiutare ciò che dicono serva per restare. Non so perché tu sia scesa così in basso o salita così in alto con i tuoi pensieri di creatura terrestre. Non so chi sei, né ciò che provi. Non so nulla di te e se non sarai tu a dirmelo, potrò solo supporre, ma mai capire.

    Capire, per non cadere nel giudizio infame. Capire, per non fermarsi alle mere apparenze dello sguardo. Capire che la malattia supera il limite della comprensione umana perché radicata nell’anima.

    Verito racconta una verità, la sua verità. Una verità di donna giovane e fragile, antica e forte. È un avanzare lento verso qualcosa che ti cattura e insieme ti conquista. Un dire e un non dire, un confessare e un trattenere, un chiudersi e un dispiegarsi: opposizioni ancestrali che condizione umana vuole.

    Così, insieme al corpo, muta lo spirito e il cammino scelto riacquista peso.

    Denise Nones

    L’Anoressia Nervosa, un tempo rara, misteriosa ed elitaria, è diventata oggi terribilmente comune. Nel loro insieme i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) rappresentano un problema sanitario grave, diffuso e in continuo aumento soprattutto tra le adolescenti e le giovani donne di tutte le classi sociali: lo stesso Ministero della Salute le ha definite malattie sociali. Si collocano in quell’area di confine tra soggettività corporea e mentale, socialità e cultura che li rende esempi indicativi dell’intrecciarsi d’individualità e contesto storico-sociale e familiare.

    Molte sono le testimonianze che riportano la sofferenza psicologica e fisica che caratterizza questi disturbi; tutte hanno contribuito a sensibilizzare e a far comprendere all’opinione pubblica la gravità e la complessità di questa sofferenza.

    Il libro di Veronica si distingue per la sua originalità e, attraverso flash narrativi, ci permette di entrare nel paesaggio di luci e ombre del suo mondo emozionale.

    Il testo, a tratti ironico e graffiante, lascia sempre intravvedere una straordinaria sensibilità ma anche una profonda sofferenza. Sul fil rouge del cibo si dipanano, come pennellate, immagini, sensazioni ed emozioni vissute nel corpo.

    Veronica tocca i temi dell’amore, della solitudine e delle relazioni umane, dei sentimenti e dell’esistenza stessa con leggiadria e, senza mai indurre il lettore alla commiserazione, lo spinge a una riflessione profonda sul significato di essere nel mondo con il corpo e con la mente, sul difficile compito di coniugare emozioni e sentimenti in un corpo che vorrebbe essere disincarnato e privato della pulsionalità, che pure esiste e palpita, anche se in una dimensione di controllo rigido e tirannico.

    La cultura della società liquida e del supermercato globale continuamente ci illude reclamizzando una molteplicità infinita di rappresentazioni e possibilità, che possiamo sperimentare qualsiasi cosa, essere qualsiasi cosa. Basta allungare la mano. In questo modo si eclissa la potenza strutturante e creativa del desiderio che risiede nell’attesa e non nell’appagamento di un bisogno continuamente indotto e immediatamente obsoleto non appena soddisfatto.

    Le parole di Veronica, drasticamente, si oppongono a questa logica e ci offrono, in una dimensione di ricerca esistenziale, la scoperta del significato di essere con l’Altro, dentro un corpo, in un orizzonte che

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