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Pianeta Paradiso: Pianeta Paradiso
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E-book159 pagine2 ore

Pianeta Paradiso: Pianeta Paradiso

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Info su questo ebook

Pianeta Paradiso è una raccolta di storie scritte da Tomas Alva Andrei, che mettono in luce la natura umana. In questa raccolta troveremo storie che appartengono sia al genere fantastico che a quello fantascientifico. Nelle parole dell'autore, si osserva una realtà che porta a profonde emozioni. In molte delle storie l'apocalisse o la fine del mondo è trattata come una trama centrale. Il ruolo della natura, il significato della vita e il lutto con la morte sono argomenti frequenti nelle pagine di questo libro, così come il viaggio attraverso lo spazio e l'esilio terrestre.

LinguaItaliano
Data di uscita2 giu 2020
ISBN9781071550717
Pianeta Paradiso: Pianeta Paradiso

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    Anteprima del libro

    Pianeta Paradiso - TOMAS ALVA ANDREI

    Questo libro dedicato a tutti coloro che credono in se stessi.  A coloro che sono incoraggiati dall'ignoto. A chi vive senza paura.  A chi si sveglia con entusiasmo. A coloro che osano. In libert

    Guarda al di ldi dove dorme il tuo essere,

    dove scuoti l'erba che ti manca

    nell'infinita prateria in cui non si abita,

    avventurarsi sul proprio crinale

    e possedere il nuovo senza passato,

    essere un cavallo alato anche se non esiste,

    fai cos una pianura del tuo abisso

    e vola sopra con una nuova visione,

    l'incommensurabile fonte di vita.

    I PROSSIMI MILLE ANNI

    Scivolavamo lungo la strada nell'auto di famiglia di Papcome un marmo che viaggiava dolcemente e velocemente su un pavimento di piastrelle appena cerate.

    Eravamo appena all'inizio del lungo viaggio che ci avrebbe mostrato l'inizio e la fine di tutti i colori.

    Ho conservato nella mia memoria milioni di momenti identici a questo,  con gli stessi odori e le stesse conversazioni. Gli occhi di Papci guardavano  attraverso lo specchietto retrovisore. La stessa radio che suonava sempre in sottofondo, ci ha fatto vagare in 砥n'energia familiareginota.  Mamma viaggiava davanti con la sua alta acconciatura riccioluta che penzolava dolcemente al suo posto, senza toccare la parte superiore dell'abito bluastro,  che indossava quel pomeriggio. Di tanto in tanto si rivolgeva ai piccoli Lucas e Sara  e sorrideva come se l'unica cosa in tutto l'universo fosse quell'unico istante...  e durava per sempre.

    Io, il pianziano dei fratelli, ho goduto di una particolare prospettiva dal mio solito posto sul lato sinistro.

    Sistemai la copertina di Sara perchnon avesse freddo. Aveva chiuso gli occhi e sembrava addormentata, immersa in un sogno quasi agitato da un suono di fondo notevole, di strada e di vento.

    Sentivo la brezza sul viso come una goccia di pioggia fredda.  Mi sono sentito pivivo che mai. Mi sono goduto quel momento come quando ho mangiato un delizioso frutto succoso per la prima volta in una giornata di caldo furioso. Quegli indimenticabili sonnellini estivi, sdraiati sulla spiaggia,  ad ascoltare il suono delle onde che cadono su se stesse, aspettando fino al tramonto  e sentendo il calore della sabbia sotto i nostri corpi.

    Ho chiari ricordi di un periodo in cui la tenera Sara non era ancora nata.  Giocavamo all'infinito in piscina con il piccolo Lucas mentre gli adulti si riposavano dopo pranzo. Cercavamo di non fare rumore, e se per caso urlavamo senza accorgercene o qualcosa cadeva a terra, correvamo a tutta velocitnell'erba fitta fino a saltare la recinzione che si affacciava sull'asfalto, dove le regole non esistevano pi

    La domenica pomeriggio, Papcercava di accendere il fuoco e Mamma tagliava e condiva l段nsalata. Presto ci chiamava per il pranzo e noi saltavamo fuori dalla piscina, arrivavamo al tavolo completamente bagnati e ci mettevamo un asciugamano asciutto sulle spalle per non prendere freddo.

    Ho deciso poi di rompere il silenzio.

    - 'Puoi accendere la radio? Voglio sapere cosa sta succedendo lfuori.  Sento che c'qualcosa che non va'.

    Paprilassle dita per qualche secondo mentre teneva il volante.

    - 'Figliolo, ne abbiamo giparlato. La cosa migliore guidare senza guardarsi indietro. Non importa picosa succede qui' . Le strade erano completamente deserte.

    Papguardnello specchietto retrovisore e vide che Lucas e Sara erano ancora completamente addormentati. Credo che nel profondo sapessero pidi noi quello che stava succedendo e si sono messi a dormire per riposare ed essere preparati.  Come un cane che si nasconde sotto il tavolo con le orecchie abbassate prima di una grande tempesta, anticipando tuoni e fulmini.

    - 'Penso che dovremmo sapere cosa succedera questo pianeta', disse Mamma, tenendo la mano sulla radio. Premette un pulsante e alzil volume.

    C'stata perun'interferenza.

    Pappremette l'acceleratore.

    Ci era stata mostrata la via di fuga dalle strade proibite.  Erano percorsi non autorizzati, ma in queste circostanze non ci sarebbe stato nessuno.

    Il mondo era giunto alla fine, almeno quello che noi conoscevamo.

    Mamma cambivarie stazioni fino a quando non si sentito qualcosa,  qualche parola di esitazione. Noi tre eravamo in silenzio e ascoltavamo la voce dell'uomo che usciva dagli altoparlanti. 

    Ricordo il suono delle mie gocce di sudore che ricadevano sul pavimento,  quasi 都coppiando e mi sono poi asciugato la fronte.

    Il continente europeo era stato totalmente devastato dalla natura.  Era stato inghiottito da colossali palle di fuoco ed esplosioni che avevano raso al suolo intere cittcome un tosaerba taglia a metun intero parco.  La gente si rifugiava e correva ovunque ma non c'era posto che non fosse stato devastato. In Africa, un violento maremoto spazzvia la vita di donne,  bambini e uomini coraggiosi. Tutto era stato sommerso dall'oceano e dalle sue acque oscure.

    Sconvolgente fu il racconto dell'uomo che ruggiva senza pietdalle antenne terrestri; attraverso l'aria calda, infine, quasi con la velocitdi un click,  attraverso i circuiti stessi, la voce dell'annunciatore ci fece sapere che  un'altra disumana pioggia di meteoriti si stava avvicinando.

    Lo speaker radiofonico continue, con la sua voce, descrisse il meraviglioso ma triste episodio che aveva coinvolto le paradisiache isole delle Hawaii nelle ultime ore. Una pioggia di asteroidi diretti in Giappone ha illuminato la notte e ha spento le stelle. I cieli si accendevano di fuoco e bruciavano letteralmente;  le fiamme abbondavano e le vibrazioni si sentivano insieme al calore del vento dei corpi rocciosi che sfioravano, quasi magicamente, l'atmosfera dell'arcipelago. Dunque, durante il tramonto, mentre la folla si raccoglieva sulle rive e danzava  (sole e vita a confronto), un asteroide di dimensioni spropositate si schiantnello spazio oceanico riversandosi interamente sulle isole in questione e tutta la popolazione mor Il ricordo di un'onda gigantesca 途icopr" tutto con la sua altezza e si avvicinava, ruggendo creando devastazione generale.

    La voce poi, ora accattivante, raccomandava di prendere le vie vietate e di fuggire verso il centro della [1]Terra.

    Mamma e Papsi sono sentiti al sicuro per qualche istante.  C'era ancora molta strada da fare, ma si erano assicurati di avere abbastanza carburante per coprire la distanza necessaria.

    Avevamo ancora qualche chilometro per dire addio alle sabbie e all'acqua,  agli innumerevoli frutti e colori che questo pianeta ci ha offerto, ai profumi piintriganti. Perderemo tutto in pochi minuti.

    La piccola Sara era quella che aveva vissuto meno tempo di tutti noi.  Lucas aveva quasi dieci anni ma avevamo vissuto tante avventure insieme che contava come se fosse anziano. Era un bambino felice, che aveva gigoduto di molto caldo e freddo. Mamma e Papavevano passato pitempo in superficie.  Erano cresciuti in un mondo minacciato da catastrofi naturali e cataclismi improvvisi che li perseguitavano giorno e notte senza discriminazioni.

    Sara si svegli

    - 'Quanto ci vorrancora per arrivare?', chiese.

    Mamma si guardindietro e rispose.

    - 'Non sapevo che fossi sveglia, figlia mia'.

    - 'Lucas, svegliati!', esclamSara brontolando.

    Lucas si sveglicon i movimenti e le parole di sua sorella.

    - 'Mamma, dove siamo?', chiese Sara quando aprgli occhi.

    - 'Ci fermeremo presto per salutarci', disse con la sua voce pifredda.

    - 'Buongiorno', Sara rispose con esitazione.

    Papinterruppe la discussione all'interno del veicolo.

    - 'Viaggeremo verso il centro della Terra. Non saliremo di nuovo.  Sarl'ultima volta che vedremo e sentiremo qualcosa dalla superficie'.

    I miei fratelli cercavano una scusa da darmi, una spiegazione che potesse avere  senso. Ma non sapevo come reagire.

    Siamo arrivati in un tunnel buio. Papfermla macchina e noi uscimmo per respirare la freschezza del momento. C'era un grande cartello che annunciava l'inizio del percorso verso il basso. Un altro cartello molto pigrande avvertiva della temperatura e del suo aumento e ci indicava la profonditdella strada.

    Noi cinque ci alzammo in piedi come in una foto e guardammo il sole per l'ultima volta. Mi sono ricordato delle infinite volte che mi sono visto illuminato da esso, supponendo che sarei sempre stato l che non avrei mai dovuto dire addio,  che non si sarebbe arrivati a questo. Quasi al rallentatore, lo vidi nascondersi nei pomeriggi di solitudine con alcuni dei miei libri.

    Quello che successo dopo stata una situazione tipica di questo mondo pieno di spontaneit Vidi Papaccarezzare il momento con le dita, cercando di conservare la sensazione. L'ho visto abbracciare questo pianeta come mai prima d'ora,  per ringraziarlo e non aspettarsi un saluto di ritorno. L'ho visto comunicare con la Terra e il cielo in un unico atto, su e gi

    Immagino che abbia pensato al Ball Fridays con i suoi amici,  la sua ragazza del college, la casa in cui cresciuto e chisscos'altro essendo un uomo sulla cinquantina.

    Come si pudire addio per sempre a qualcosa di cosfavoloso come questo pianeta? I mari e le montagne, le mattine e le notti, le tempeste,  gli animali e gli insetti. Prima o poi tutto deve avere una sua fine. Forse non le potenti tempeste.

    Guardai le nuvole e me le godetti con un'amara gioia, mai provata prima.  Erano davvero belle, spumose, quasi dipinte da qualche dio artista che ama le opere monumentali.

    Mamma si era inginocchiata nei prati. Aveva le mani aperte e accarezzava il verde in modo infantile. Si sdrainel limbo delle sue fantasie terrene e gioca rotolare giper la collina, per dimenticare tutto ciche aveva desiderato in questa vita,  e rinunciare a un futuro da favola. Poi andverso un'amaca che giaceva arrugginita a pochi metri di distanza e vi ondeggisopra.

    Sara e Lucas non avevano prestato altrettanta attenzione allo slogan d'addio e vagavano per il luogo, non comprendendo la dimensione della realt  non comprendendo che si sarebbero sentiti vivi solo nei film.

    Papsi asciugqualche lacrima dagli occhi e finalmente disse qualche parola.

    - 'Beh, penso che sia ora di andare'.

    Mamma venne verso di me e mi disse con una voce cosparticolare,  un tono che non sentpi

    - - 'S andiamo ora'.

    Il cielo e gli alberi sembravano calmi, ma da un momento all'altro il peggio della catastrofe sarebbe arrivato.

    - 'Non dovremmo restare un secondo di pi, concluse Papcon la sua piccola voce.

    - 'Andiamo, andiamo! Su', aggiunse la mamma. Si prendeva sempre cura di noi.

    Salimmo in macchina.

    - 'Penso che dovremmo ascoltare la radio un'ultima volta', dissi senza pensare.

    Papaccese la radio. L'uomo continuava a parlare e a raccontare quello che era successo in ogni continente. Mezza America se ne sarebbe andata in pochi secondi. Un grande ultimo meteorite sarebbe arrivato e avrebbe fatto esplodere metdell'emisfero terrestre.

    Smettemmo di ascoltare la voce alla radio per sentire solo rumori statici.

    In lontananza sentimmo un milione di tuoni.

    Ormai dal tunnel, a pochi metri di distanza, guardavamo attraverso il parabrezza un disastro che

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