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Wendy: Dalla parte di chi sogna
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Wendy: Dalla parte di chi sogna
E-book168 pagine1 ora

Wendy: Dalla parte di chi sogna

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Info su questo ebook

Franco, scrittore che non ama sprecare tempo, decide di mettere da parte il suo ultimo romanzo per insegnare ai ragazzi della classe della professoressa Paola l'importanza di sognare. Tra questi ragazzi incontrerà Alessio, figlio dell'insegnante, un giovane scrittore amante della poesia, che sogna di terminare il suo primo libro e di poterlo far leggere alla ragazza che ama.
LinguaItaliano
Data di uscita26 giu 2020
ISBN9788835855866
Wendy: Dalla parte di chi sogna

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    Anteprima del libro

    Wendy - Alessio Tavino

    sogna

    Lunedì 21 ottobre

    ore 21:00:00

    Nuvole che non cessavano di farsi sempre più grandi. Nuvole che si perdevano nell’infinito del cielo.

    Nuvole e cielo.

    Nuvole talmente grandi da coprirlo interamente.

    Attimi infiniti. Attimi che si muovevano veloci. Basta solo un attimo per fermare tutto quanto.

    In qualche caso si è pure fermato il tempo in quegli attimi completamente soffici e bianchi. Era tutto così maledettamente immenso e perfetto. All’orizzonte non mancavano confini, né spazi vuoti. Non mancavano i silenzi, nemmeno i forti rumori. Non mancavano le emozioni, quelle che sa offrirti l’infinito, nemmeno le paure.

    Le sicurezze, la perfezione, il sublime, l’imperfetto; era tutto presente.

    Era tutto presente e poi assente, per poi tornare tutto nuovamente presente.

    E uno... E uno, due, tre.

    Potevamo contare l’infinito. Potevamo farlo in una mano.

    Chi l’ha detto che l’infinito non possa essere contenuto in una mano?

    Giuro su Dio che a me è capitato di contenere l’infinito in una mano sola. Tutte le volte però che è successo non ero mai sola. In quell’istante in cui il tempo si fermava avevo la sua mano stretta alla mia.

    E il tempo rallentava, ed io contavo. Le nuvole si facevano spazio. L’infinito tornava a prendersi il possesso del cielo, tornava padrone del tempo.

    Fu un piccolo dettaglio a macchiare quella verità assoluta, quella scenografia di Dio, quella spettacolare assenza di spazi. Fu un granello ancorato nel vuoto. Un’incisione venuta storta, radicata nel tempo e nel posto sbagliato.

    Un uomo.

    Un uomo che con i suoi pensieri era in grado di riportare tutto a velocità incontrastabile. Potete capire che fu inevitabile l’incidente.

    C’è chi decide di stare fermo immobile e chi invece decide di andare come la luce, percorrendo spazi troppo grandi per il suo essere.

    Ancora una volta la perfetta immagine del quadro disintegrata dall’errore umano.

    Quell’uomo, da cui affluiscono storie e fiumi, seduto con la sua penna in mano, elimina ogni speranza di esistenza di un luogo senza tempo. Desidera nel suo quaderno che esista in tutti i modi, per catalogare le albe e i tramonti nelle sue poesie.

    Senza tempo non esisterebbero cieli rosa, nuvole veloci, spazi pieni. Sarebbe tutto fermo e perfetto, come in una fotografia, come in un istante, come nel vuoto dell’apnea.

    I respiri, le emozioni, la poesia.

    Nulla.

    Era tutto messo a soqquadro adesso. L’uomo affogato nelle frasi che stava scrivendo, il tempo che contava, il cielo che spaziava.

    Ed uno... Uno, due, tre.

    Tuoni.

    Le nuvole ancora più veloci.

    I confini sempre più stretti.

    Le mani come i confini.

    Non più bianche ma grigie.

    Un altro boato.

    Un altro ancora.

    Ed iniziò a piovere.

    Sempre più forte.

    Dall’incisione iniziò a penetrare acqua.

    Acqua e parole.

    Parole che compongono esperimenti.

    Esperimenti come emozioni.

    Emozioni causate dall’amore.

    L’amore è poesia.

    Poesia è tempo immobile.

    Immobile come nuvole senza spazi vuoti.

    Un altro boato ancora…

    hai aperto

    il mio cassetto vuoto

    e lo hai riempito

    di sogni

    1

    UN VOLTO, DUE OMBRE, ME

    Alessio

    Pagina 1, 2, 3

    Un volto, due ombre, me...

    Un volto, due ombre, me...

    Un volto, due ombre, me...

    Un volto, due ombre...

    Mi sono chiesto per tanto tempo come fare a scrivere un libro e ancora non sono riuscito a trovare una risposta. No, no! Così non ci siamo proprio!.

    Non sono mai stato bravo a scrivere; non ho mai conosciuto tanti vocaboli. Non ho grandi sogni o progetti, in sintesi, non ho una storia mozzafiato da raccontarvi.

    Sinceramente a me non piace nemmeno leggere.

    Mi sono chiesto per tanto tempo come fare a scrivere il mio libro.

    Vorrei raccontarvi i miei errori, i miei difetti, le mie diverse facce, le mie sfumature; quei comportamenti inusuali che ognuno di noi assume durante la giornata senza un motivo preciso, ma io non sono uno scrittore e non so come si scrive un libro.

    La prima cosa che mi è venuta in mente è stata il titolo, il riassunto della mia vita, la mia storia.

    L’importante, Alessio, è mettere sempre un pizzico di personalità in tutto quello che si fa. Tu sei speciale e devi sempre credere in te. Queste parole, interpretate a modo mio, erano dette più o meno così: . Un Sì. Nulla di più di quel che ogni tanto arrivava alla mia domanda che ogni giorno insistentemente gli ripetevo: Nonno, mi vuoi bene?.

    Sì! Sì, ti voglio bene ma adesso lasciami fumare in pace questa sigaretta!.

    Quella sigaretta che con il tempo l’ha portato a morire.

    Amavo mio nonno. È mio Nonno; il mio supereroe senza maschera e calzamaglia.

    Mio nonno è un supereroe, lo sapevate?

    Io amo mio nonno. Tutti i giorni con il suo sesto senso mi controlla; controlla che io non mi ficchi in qualche guaio o che i guai non si ficchino dentro la mia vita e, come ogni supereroe che si rispetti, mi protegge. Però avrei tanto voluto che non imparasse a volare, quel giorno.

    Potevi avere la super forza, essere velocissimo, leggere nei pensieri (Dai! chi non avrebbe voglia di scoprire cosa pensa la persona di fronte a noi?).

    Ma no. Fra tutti i superpoteri lui ha scelto quello di volare; anche se non riusciva a fare un salto per il suo eccessivo peso, è volato via e da quel giorno vive invisibile al mio fianco e, come un’ombra, mi accompagna in questa vita difficile.

    Già... Nelle mie due ombre una sicuramente è la sua. In tutto questo ho trovato il mio grande sogno, quello che prima non conoscevo.

    Adesso ho una storia da raccontarvi.

    Anche io, per quanto possa sembrare banale, voglio diventare un Supereroe.

    Pagina 4, 5

    Ma chi voglio prendere in giro,

    questa cosa dello scrivere non fa per me. In realtà, tante cose non fanno per me; una su tutte, la mia grossa capacità di ficcarmi in situazioni che so, senza ombra di dubbio, mi porteranno a star male. Detto in altri termini, amo innamorarmi e amo amare.

    Alessio sta alla vita come una farfalla sta alla giornata. Mi piace cogliere l’attimo. Sfruttare ogni secondo che riesco a stare sveglio per combinare qualcosa (non importa cosa, qualsiasi va più che bene). Lo so, quello di prima è inusuale come paragone ma mi sono sempre piaciute le farfalle. Mi ricordano la prima volta che mi sono innamorato. Quando nei film più sdolcinati, che prima di allora non amavo, parlavano di farfalle nello stomaco, non comprendevo cosa significasse veramente.

    Vivevo le mie giornate monotone, quelle cicliche. Avete presente? Quelle che si ripetono alla stessa maniera: ti alzi; fai colazione velocemente perché non hai voglia di aspettare seduto, e ti dirigi a scuola affogando nei mille pensieri, e poi pranzare, a volte da solo, a volte con i tuoi per scambiare qualche chiacchiera di come è andata la mattinata.

    Cosa hai fatto stamani?. Niente ovviamente, o meglio, niente di talmente eccitante da raccontare. Non ho salvato vite umane, non ho scoperto una nuova medicina, non mi sono innamorato di nessuno, non ho rapinato una banca. Ho solo trascorso del tempo intimo con i miei più grandi sogni. Ho immaginato il mio futuro e non ci ho capito granché.

    Ma quel giorno fu diverso, posso dire che le ho sentite sul serio quelle maledette cosine delicate e fragili con le ali, proprio dietro l’ombelico. Sapevo già che quella sarebbe stata una delle mie più grandi avventure. Quando la vidi uscire da dietro la siepe di fronte a me, Alessio non era più Alessio. Ero diventato una farfalla anche io, ne sono certo. Mi sentivo bene, ma bene per davvero.

    Se qualcuno mi chiedesse cos’è l’amore risponderei sentirsi una farfalla.

    Non mi importava più nulla: né di me; né dei miei sogni e progetti

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