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Ancora nel suo letto (eLit): eLit
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Ancora nel suo letto (eLit): eLit
E-book190 pagine2 ore

Ancora nel suo letto (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Dodici anni prima Zoe Ford si era lasciata spezzare il cuore da Liam Masters. Ma ora assolutamente non glielo permetterà. Lei è più forte e passionale che mai e quando lui si presenta nel suo negozio è pronta ad aprire le danze. Questa volta condurrà il gioco e non si darà per vinta finché Liam non cadrà ai suoi piedi e solo allora lo lascerà. Ma sarà davvero così facile rinunciare alla dolce e folle passione che li lega?



Titoli legati:

1)Sexy tra le lenzuola

2)Ancora nel suo letto

3)Nel letto di uno sconosciuto

4)Assaggio di passione

5)Attrazione evidente
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2016
ISBN9788858961490
Ancora nel suo letto (eLit): eLit
Autore

Sarah Mayberry

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Ancora nel suo letto (eLit) - Sarah Mayberry

    successivo.

    Prologo

    Melbourne, Australia

    Ottobre 1997

    Il buio era così fitto che Liam Masters non riusciva a vedere a un palmo dal naso. Mentre dal viale di accesso alla casa dei Ford svoltava nel viottolo che conduceva nel cortile posteriore, dove si trovava lo studio in cui alloggiava, le sue scarpe riecheggiarono sul cemento screpolato. Nell'oscurità totale si distingueva appena il riquadro più chiaro della costruzione.

    Se fosse rimasto al ricevimento, molto probabilmente a quell'ora avrebbe già sfilato la mutandine a Sally Kendrick. A diciassette anni, aveva già abbastanza esperienza per prevedere quando la situazione sarebbe volta a suo favore.

    E invece, per una ragione che gli sfuggiva, aveva deciso di tornare a casa.

    Stupido.

    Mentre tirava fuori dalla tasca la chiave per entrare, vide un'ombra spostarsi dentro l'angolo del casotto e s'impietrì. Poi udì sospirare e percepì un lieve profumo di caprifoglio aleggiare nella notte estiva.

    Zoe.

    La sua reazione immediata fu affondare le mani nelle tasche posteriori, il posto più sicuro in cui tenerle quando le stava vicino.

    «Sei rientrato presto» lo accolse lei.

    «Che cosa fai qui fuori?» l'apostrofò con più asprezza di quanto volesse.

    «Ti aspettavo.»

    Quella risposta tanto diretta lo lasciò senza parole.

    «Non dovresti stare fuori» replicò. «Che cosa faresti se Tom tornasse a casa?»

    Tom era il fratello di Zoe ed era molto protettivo nei suoi confronti. Liam non ebbe bisogno di vedere il suo viso per sapere che si era immusonita. Immaginò l'espressione ostinata dei suoi occhi verdi e le sopracciglia nere che si congiungevano in mezzo alla fronte.

    «Mi sono stancata di aspettare.»

    Dannazione.

    Liam rimpianse di aver bevuto tre birre e di non avere la mente lucida come avrebbe dovuto. Stare a così breve distanza dalla sorella minore del suo migliore amico rappresentava una tentazione che era meglio evitare.

    «Chi te lo ha chiesto?» replicò.

    Nessuno dei due si riferiva al suo rientro a casa ed entrambi ne erano consapevoli.

    «È vero?» sparò lei.

    «Che cosa?»

    «Quello che ha detto Tom. Che tu esci con Sally Kendrick.»

    «È meglio che entri prima che i tuoi genitori ci sentano.»

    «Esci con lei, o no?» insistette Zoe con voce tremante.

    «No.»

    Avrebbe dovuto mentire e dirle che lui e Sally erano pazzi l'uno dell'altro e che lui era appena sceso dal suo letto.

    «È per questo che sei tornato presto? Perché le cose con Sally non vanno bene?»

    Zoe gli si era avvicinata tanto da permettergli di vedere il pallido ovale del suo viso e di aspirare il profumo al caprifoglio della lozione che usava per fare la doccia.

    Lei ha quindici anni, amico. Ed è la figlia di due persone che ti hanno accolto in casa loro quando nessuno ti voleva.

    Doveva indurla a rientrare in casa e a chiudersi nella sua camera da letto le cui pareti erano ricoperte da poster di gruppi heavy-metal e di giocatori di calcio.

    «Non so proprio perché sono tornato.»

    Zoe compì un altro passo. Nel buio i suoi occhi brillavano.

    «Baciami» sussurrò. «Ti prego.»

    Lui strinse i pugni dentro le tasche dei jeans. «Torna a casa» mormorò con disperazione.

    Intuendo la sua debolezza, Zoe fece un ultimo passo che annullò la distanza tra loro. Liam sentì il calore del suo corpo, il lieve contatto con la punta dei suoi seni e il tepore del suo alito sul collo.

    «Non resisto più. Mi siedo davanti a te a tavola, ti vedo a scuola e a casa. Non faccio che pensarti. Baciami, per favore.»

    Lui aveva cominciato a eccitarsi nell'istante in cui aveva sentito il profumo di caprifoglio, ma quando lei incollò il ventre al suo, temette di scoppiare.

    «No» sibilò, afferrandole le spalle e respingendola.

    Ma mentre lo diceva, le infilò le dita tra i capelli e attirò la sua testa verso di sé. Poi la baciò, affondandole la lingua in bocca e beandosi del suo sapore.

    Per lei era il primo bacio. Lo sapeva perché glielo aveva detto lei stessa due mesi prima e da allora non aveva fatto che sognare di essere il primo a baciarla, di lasciare sulle sue labbra l'impronta delle proprie.

    Le passò la lingua sul labbro inferiore e poi lo succhiò. Aveva un sapore dolce. Premendole una mano sulla schiena, l'attirò contro di sé e la sentì emettere un piccolo gemito.

    Oh, Signore. La desiderava tanto che temette di non resistere.

    Zoe cominciò a sollevargli la T-shirt.

    «Toglitela. Voglio toccarti.»

    Incapace di connettere, Liam alzò le braccia in modo che lei potesse sfilargliela dalla testa. Poi avvertì il tocco delle sue mani che lo accarezzavano, lo stuzzicavano, lo scoprivano.

    Quando le sue dita trovarono i capezzoli, interruppe il bacio e si frugò in tasca per prendere la chiave. Le mani gli tremavano tanto che fu un miracolo se riuscì ad aprire la porta. Poi, ricominciando a baciarla, le fece salire la breve scala e la portò nel locale in cui dormiva.

    «Aspetta» sussurrò lei e dai lievi suoni che produsse, lui comprese che si stava togliendo la maglietta.

    Nonostante le insistenze di sua madre, non portava mai il reggiseno e lui era stato costretto per molto tempo a soffocare il desiderio di toccarla, di vedere i colore dei suoi capezzoli, la loro forma.

    «Voglio guardarti» disse, accendendo la lampada.

    Abbagliata dalla luce improvvisa, Zoe batté le palpebre e si coprì con le braccia, ma lui gliele abbassò adagio, tenendole stretti i polsi.

    La vista dei due seni piccoli e rosei e dei capezzoli induriti che sembravano due ciliegine, gli fece trattenere il respiro.

    «Zoe» mormorò, allungando le braccia.

    Mentre le accarezzava la schiena, la sentì rabbrividire. La sua pelle era come una seta calda e liscia. Prese i seni nelle mani e le stuzzicò i capezzoli.

    «Com'è bello» bisbigliò lei, socchiudendo gli occhi.

    Con addosso solo i jeans, a piedi nudi, le guance soffuse di rossore e i lunghi capelli scuri che le scendevano a cascata sulla schiena, era stupenda.

    Liam prese a baciarla dappertutto, scendendo dal collo al seno e infine prendendo in bocca un capezzolo.

    «Oh» sussurrò lei. Il suo corpo ebbe un sussulto, poi gli afferrò la testa e se la premette sul petto. «È così bello, Liam, così bello» sussurrò.

    Caddero avvinti sul letto e lui gioì nel sentire che lei apriva le gambe per permettergli di premere la sua erezione contro il centro della sua femminilità.

    Si baciarono, uniti eppure separati da due paia di jeans e benché quella frizione fosse meravigliosa, non poteva bastare.

    A un certo punto Liam le infilò una mano tra le gambe e sentì un calore intenso salirgli lungo le dita e le braccia.

    «Sì, Liam» sussurrò lei, sollevando i fianchi.

    Era un invito appassionato e irresistibile. Lui premette le dita sul suo punto più sensibile e sentendole ruotare il bacino, il desiderio di entrare in lei divenne tormentoso.

    Toccarla, toccarla dovunque: da questo sembrava dipendere la sua stessa vita. Infilò una mano dentro i jeans. Il ventre di Zoe era teso e fremente. Poi lei aprì le gambe, incoraggiandolo a continuare e quando avvertì la pressione di un dito che scendeva e la frugava, cominciò a gemere sottovoce.

    Era così bagnata. Calda e scivolosa. Sfregandosi contro il suo fianco, Liam continuò a toccarla.

    «È... è incredibile» sussurrò Zoe con voce spezzata.

    Sorridendo del suo stupore, lui fece scivolare il dito tra le pieghe di carne. Zoe rabbrividì, sollevò di scatto i seni e inalò una boccata d'aria.

    «Non smettere» pregò. «Qualunque cosa tu stia facendo, non smettere.»

    «No» rispose lui, prendendo in bocca un capezzolo. Poi, seguitando ad accarezzarla, scese più in basso finché sentì la piccola fessura calda e umida.

    Succhiandole con forza il capezzolo, affondò il dito e avvertì la contrazione dei suoi muscoli interni.

    «Togliti i jeans. Voglio vederti. Voglio toccarti» ansimò lei, afferrandogli i capelli e sollevandogli la testa per guardarlo negli occhi. «Voglio che tu sia il primo. Voglio fare l'amore con te.»

    L'idea di starle dentro, di prendere quello che lei gli offriva con tanta passione, lo fece tremare.

    L'amava. Era così bella con gli occhi velati di desiderio e il volto arrossato. Non poteva esserci un momento più perfetto.

    «Voglio toccarti» ripeté lei, cominciando a muovere la mano in su e in giù all'altezza del suo membro. «Non m'importa di niente. Ti desidero. Ti ho sempre desiderato.»

    «E io ho sempre desiderato te» rispose Liam, mentre lei gli sbottonava i jeans e vi infilava dentro la mano.

    Poi lo trovò e lo circondò con le dita, dapprima esitante, poi più sicura.

    «Com'è possibile che sia così duro e così morbido allo stesso tempo?»

    «E tu come puoi essere tanto calda e tanto bagnata?»

    Ridendo, lei riprese ad accarezzarlo e quando lui cominciò di nuovo a muovere il dito, rovesciò la testa all'indietro.

    «Ti prego, ti prego...»

    Perché non le aveva ancora sfilato i jeans e non le era entrato dentro?, si domandò Liam. Avere Zoe nel suo letto, che lo toccava e lo supplicava di prenderla, era la realizzazione di tutti i suoi sogni. Quante volte di notte era rimasto sveglio a masturbarsi, immaginando di averla accanto, di sentire il suo profumo, i suoi gemiti?

    Troppe. Quasi ogni notte da quando si era trasferito in casa dei Ford dopo la morte di sua madre, un anno prima.

    Senza più esitare, le abbassò la cintura dei jeans.

    «Sì! Finalmente!» esultò lei, sfilandoseli dalle gambe.

    Indossava delle banali mutandine bianche con sopra una scritta, ma fu solo quando lei se le tolse, che riuscì a leggerla.

    Il bravo bambino è quello che sa amare e donare.

    Liam s'impietrì e nel silenzio si udì solo il suono del suo respiro aspro.

    Amare e donare. Zoe era così. Ma era anche intelligente, coraggiosa, tenace. Sapeva disegnare meglio di chiunque avesse conosciuto e non rifiutava mai una sfida. Non portava mai la gonna e non si truccava. Sapeva cambiare il pulsante d'accensione della vecchia Mini di suo padre, calciare il pallone, o lanciare una palla da cricket.

    Non aveva idea di quanto fosse bella. Di quanti studenti facesse voltare quando arrivava a scuola in jeans, T-shirt, senza reggiseno. Aveva gli occhi verdi, un ovale perfetto e una fossetta nel mento. Entro pochi anni si sarebbe resa conto del suo valore.

    «Liam» sussurrò lei, muovendo i fianchi con impazienza. «Sbrigati.»

    Lo voleva, ma avrebbe rimpianto quel momento. Chi era lui in definitiva? I professori sostenevano che aveva la testa dura come un sasso. Era orfano e senza un tetto sotto cui ripararsi. Da solo non avrebbe mai potuto combinare niente. Essere accolto dai Ford era stato il primo colpo di fortuna della sua vita, ma anche se la signora Ford l'aveva spinto a ripetere l'anno per essere promosso e potersi iscrivere all'università, aveva temuto fin dall'inizio che non durasse.

    Sapeva chi era e che cosa era. Lo aveva capito da piccolo, quando ancora non arrivava alle ginocchia di suo padre.

    Non sarebbe mai stato degno di Zoe Ford. Non poteva essere il suo primo uomo.

    «Che cosa c'è?» Zoe si puntellò sui gomiti e lo guardò.

    «Non posso farlo» le rispose, rimettendole a posto i jeans.

    «Che cosa significa? Non capisco.»

    «Significa che non lo faremo, Zoe. Devi rivestirti e andare a casa.»

    Lei lo fissò a bocca aperta, confusa.

    «Ho... ho fatto qualcosa di sbagliato?» domandò. «Insegnami quello che devo fare e lo farò.»

    Liam le chiuse la cerniera dei jeans. «Devi rivestirti» ripeté.

    Lei lo respinse. «Non capisco che cosa sia successo» insistette con le lacrime agli occhi. Poi si spinse indietro sul letto e si abbracciò le ginocchia. «Per favore, non farmi questo.»

    «Quello che ti sto facendo è evitarti un errore madornale» rispose lui, rimettendosi i jeans e fermandosi ai piedi del letto. «Devi andare via prima che qualcuno ti veda qui.»

    Zoe sbatté le ciglia per liberarsi dalle lacrime. «È questo che ti preoccupa? Che qualcuno ci scopra? Perché io non lo direi mai. Ti amo. Lo sai. Non ti metterei mai nei guai.»

    «Hai quindici anni, Zoe. Tom si fida di me, i tuoi genitori si fidano di me. Mi hanno accolto nella loro famiglia.»

    «Balle» sbuffò lei. «Non si tratta di mio fratello, o dei miei genitori. Dimmi che cosa c'è di sbagliato. Il fatto che sono vergine? O che i miei seni sono troppo piccoli? Lo so, ma pensavo che non t'importasse. La mamma mi assicura che con il tempo aumenteranno...»

    Liam imprecò tra i denti e si passò le dita tra i capelli.

    «Non sei tu. Sono io, va bene? Non puoi desiderare che io sia il primo a far l'amore con te.»

    «Invece lo desidero. Più di qualsiasi cosa» assicurò lei, guardandolo con fiducia e sincerità.

    «Tu non sai chi sono.» Liam pensò alle ragazze con cui era andato a letto, alle lotte che aveva sostenuto, agli oggetti che aveva rubato, alle bugie che aveva detto. Ricordò la fuga notturna insieme a sua madre, con tutti i loro miseri averi chiusi in un fagotto e le loro vite distrutte a causa di suo padre. «Se mi conoscessi davvero, non mi vorresti» ripeté.

    Lei scosse la testa. «Invece ti voglio. Sei il solo che voglio.» Poi scese dal letto e gli si piazzò davanti a seno nudo. «Ti voglio, lo vedi?» insistette, prendendogli le mani e posandosele sui seni.

    Era così bella, calda, morbida, arresa, che Liam dovette fare uno sforzo sovrumano per respingerla.

    «Vestiti» ordinò.

    Lei si strinse le braccia intorno al petto. «Ti amo, Liam» mormorò. «Non farmi questo, ti prego.»

    «Un giorno mi ringrazierai.» Buttata la T-shirt in fondo al letto, lui si voltò e andò alla finestra per

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