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Un capriccio milionario: Harmony Collezione
Un capriccio milionario: Harmony Collezione
Un capriccio milionario: Harmony Collezione
E-book157 pagine2 ore

Un capriccio milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

La relazione tra Isla McBain e Rafe Angeliri doveva essere solo temporanea, un capriccio tanto per vedere dove li avrebbe portati la loro esplosiva alchimia, e poi ognuno per la propria strada! Tuttavia, il destino ha voluto decidere per loro e la gravidanza di Isla la mette di fronte a un dilemma: la notizia farebbe la fortuna dei giornali di gossip, ma lei non può permettere che qualcuno scavi nel suo doloroso passato, distruggendo allo stesso tempo la reputazione di Rafe. Così, quando lui le propone di sposarlo e fuggire insieme in Sicilia, Isla è costretta a chiedersi se sarà in grado di dividere con lui le luci della ribalta.
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2020
ISBN9788830517844
Un capriccio milionario: Harmony Collezione
Autore

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Un capriccio milionario - Melanie Milburne

    successivo.

    1

    L'attico del maestoso albergo di Edimburgo era l'ultima tappa del turno di Isla. Era difficile per lei non notare l'ironia della sorte: ora gli attici, invece di abitarli, era costretta a pulirli.

    Una volta arrivata, bussò alla porta ed esclamò: «Pulizia camere!». Quando non ricevette risposta usò il passe-partout, aprì e spinse all'interno il carrello delle pulizie.

    Fu come entrare in un altro mondo, un mondo che in passato aveva frequentato per qualche tempo, illudendosi di poterne far parte... Possibile che fosse successo solo cinque mesi prima?

    Isla si appoggiò una mano protettiva sul lieve rigonfiamento dell'addome, dove quel corpicino in formazione nel liquido amniotico le ricordò che di lì a quattro mesi la sua vita sarebbe cambiata di nuovo.

    Per sempre.

    Chiudendo la porta della suite, Isla cercò di chiudere anche quella sui suoi pensieri, che tuttavia rimasero, volteggiandole nella testa simili a corvi neri intenti a girare in cerchio sopra una carcassa, i resti della sua breve ma passionale relazione con il padre del bambino.

    Rafe Angeliri, che al momento non sapeva neanche di essere destinato a diventare padre.

    Relazione probabilmente era una parola troppo generosa per definire ciò che aveva vissuto con Rafe. Un'avventura. Una scappatella. Due mesi di follia. Una magica, sconvolgente, stuzzicante follia. Due mesi in cui aveva dimenticato chi era, da dove veniva. Si erano incontrati in un bar e in meno di un'ora si erano ritrovati a letto insieme: la sua prima avventura di una notte, solo che Rafe poi le aveva chiesto di rivederla. Più volte. E nel giro di pochi giorni erano già invischiati in una relazione infuocata che lei non avrebbe voluto mai interrompere.

    Ma era successo.

    E aveva dovuto chiuderla proprio lei.

    Isla esaminò i costosi mobili della suite. Durante la sua storia con Rafe, passare una notte in una sistemazione lussuosa come quella era diventata la regola. Come anche dormire tra lenzuola di seta, bere champagne da calici di cristallo, mangiare in ristoranti esclusivi, indossare vestiti firmati e gioielli scintillanti più costosi di un'auto, andare a balli di beneficenza, a teatro e a eventi da red carpet, come se fosse stata una modella e non una ragazza proveniente dai bassifondi e cresciuta in affido.

    Una pezzente agghindata per sembrare una regina.

    L'attico la sera prima era stato usato: il letto era disfatto da un lato, le coperte gettate indietro sul materasso in un modo che la sua memoria conosceva bene. Persino l'aria aveva un odore vagamente familiare, una sottile miscela di bergamotto e limone che le rizzò i capelli sulla nuca, provocandole uno strano formicolio. La stanza sembrava emanare una strana energia, come se la presenza di una forte personalità avesse di recente scomposto le particelle dell'aria.

    Prendendosi mentalmente a schiaffi, Isla si avvicinò al letto e tolse le lenzuola, simile a un mago che sfilava una tovaglia da sotto le stoviglie apparecchiate. Aveva del lavoro da fare e non poteva indulgere a sogni a occhi aperti.

    In fondo anche lei si era scelta per così dire il letto in cui rifugiarsi ed era felice di rimanerci. Da sola.

    Dire a Rafe della gravidanza non era mai stata un'alternativa. Come avrebbe potuto? Non poteva rischiare che la spingesse ad abortire, o che rifiutasse lei e il bambino. Aveva già ricevuto fin troppi rifiuti durante l'infanzia: persino suo padre l'aveva rispedita in affido perché altri la crescessero. Come poteva rischiare che anche Rafe la mandasse via? Ma non voleva neanche che si sentisse obbligato a chiederle di sposarlo per senso del dovere. Sapeva per esperienza personale come funzionavano i matrimoni basati sul dovere: ne derivavano figli non voluti, non amati e non nutriti, destinati a finire in affido per anni.

    Isla rifece il letto con lenzuola fresche prese dal carrello, sprimacciò i cuscini e li sistemò insieme a quelli blu di arredo. Nel momento in cui fece un passo indietro per ammirare il proprio lavoro, sentì la porta della suite aprirsi alle sue spalle.

    Isla si girò verso l'ospite, sfoderando il suo miglior sorriso per scusarsi. «Mi dispiace, non ho ancora fin...»

    Il sorriso svanì insieme alle scuse, mentre il cuore le si bloccava in gola. Non riusciva a trovare la voce. Sentendosi in preda al panico, non poté evitare di squadrare il padre di suo figlio: gli occhi erano attratti da una forza irresistibile che il tempo non aveva smorzato.

    A differenza sua, Rafe Angeliri era lo stesso di tre mesi prima. Il completo firmato blu e la camicia bianca sottolineavano il fisico allenato: lunghe gambe muscolose, petto ampio, braccia toniche, addome così piatto e sodo. Bello come un modello, alto e sbarbato, inebriava la stanza con la sola presenza. I capelli neri mossi non erano né lunghi né corti: scoprivano la fronte intelligente, scendendo poi a incurvarsi all'altezza del colletto.

    Solo gli occhi nocciola erano più cinici.

    Isla fece in tempo a notare un altro particolare, prima che Rafe riuscisse a riprendersi: la sua sorpresa. Gli percorse i tratti, gli acuì lo sguardo, gli gelò i movimenti fino a trasformarlo quasi in una statua, ma solo per una frazione di secondo. Quell'uomo aveva sempre avuto un perfetto autocontrollo, o almeno migliore del suo, che era già notevole: Isla era sempre stata orgogliosa della propria capacità di celare i sentimenti. Come sarebbe altrimenti sopravvissuta in tutte quelle case-famiglia, in compagnia di perfetti estranei?

    «Isla.» Le rivolse un cenno della testa che era insieme formale e offensivo. «A cosa devo il piacere di trovarti ad attendermi accanto al mio letto?»

    Lei si allontanò di scatto, come se quel letto fosse stato improvvisamente in preda alle fiamme. Starci vicino in presenza di Rafe era una pessima idea. Allettante, ma pessima. Avevano passato più tempo a letto che fuori durante la loro avventura. Il sesso li aveva trascinati in un vortice di attrazione fin dal loro primo incontro: prima di Rafe, Isla non si era mai goduta il sesso. Era stato incredibile e anche ora il ricordo le percorreva il corpo, solleticandole la pelle.

    Isla prese degli asciugamani freschi dal carrello, desiderosa di nascondere il lieve rigonfiamento dell'addome. A dire il vero non era mai stato del tutto piatto e questo le fece sperare che Rafe non notasse niente. In effetti l'aveva sempre sorpresa che lui la trovasse attraente: non era una di quelle modelle eleganti e magre con cui usciva di solito.

    «Lavoro in questo hotel. Ora, se mi fai finire la stanza, me ne vado e...»

    «Pensavo fossi tornata a Londra per prendere la laurea in Belle Arti.» La fissò, corrugando la fronte. «Non erano questi i piani?»

    «Io... ho cambiato idea.» Isla si sottrasse alle domande entrando in bagno con gli asciugamani: sistemò quelli puliti e raccolse quelli umidi, stringendoli al corpo come una barriera. I piani erano cambiati quando aveva scoperto di essere incinta.

    Tutto era cambiato.

    Quando Rafe la seguì nel bagno elegante, Isla gettò un'occhiata nello specchio e gemette. Mancanza di trucco, occhiaie, i capelli ramati spenti sotto la cuffietta da cameriera. La stava forse confrontando alla sua ultima amante? Dopo la loro rottura aveva visto delle sue foto con altre donne. Si chiese se lo aveva fatto apposta a mostrarsi in giro, come a dirle: Ti faccio vedere io con quanta facilità ti archivio. In fondo era stata lei a chiudere la loro relazione: non doveva esserci abituato.

    «Una decisione improvvisa, immagino.» La sua voce conteneva una nota di scetticismo. «Pensavo ti piacesse vivere a Londra.»

    Per tenersi impegnata Isla sistemò gli articoli da bagno sul ripiano di marmo, infastidita nel vedere che le mani le tremavano. «Mi sentivo pronta per un cambiamento. E comunque non potevo più permettermi di vivere a Londra.»

    «C'è qualcun altro? È per questo che hai chiuso tra noi?»

    Isla incrociò il suo sguardo nello specchio. «Noi? Non c'era un noi e tu lo sai. Era un'avventura, tutto qui, e ho voluto darci un taglio.»

    «Bugiarda.» Quella parola uscì come una pallottola. Dura. Diretta. Precisa. «Almeno abbi la decenza di essere onesta con me.»

    Onesta? Come poteva essere onesta? Sul suo passato soprattutto. Che indossasse vestiti di alta moda o di seconda mano, la vergogna le bruciava nell'intimo con la stessa intensità. «Non c'è nessun altro. Te l'ho detto nel biglietto, volevo solo finirla.»

    Scoprire di aspettare suo figlio l'aveva gettata in un mondo di spaventosa incertezza. Il pensiero che lui la rifiutasse, come aveva fatto suo padre, era stato troppo doloroso. Non lo conosceva abbastanza da essere sicura che non avrebbe provato a costringerla ad abortire. In ogni caso non glielo avrebbe mai permesso, anche se era la prima a nutrire dubbi sulle proprie capacità di madre. Era entrata e uscita dalle case-famiglia da quando aveva sette anni e i ricordi di sua madre erano frammentati. Che razza di madre sarebbe stata lei? Quella preoccupazione l'aveva tenuta sveglia di notte, i dubbi e le paure l'avevano quasi fatta impazzire.

    «Ah, giusto. Il tuo biglietto.» Il tono conteneva una nota di disprezzo.

    Isla si costrinse a reggere il suo sguardo, recuperando la maschera d'indifferenza che aveva costruito negli anni.

    «Sei tu quello che dovrebbe essere onesto. Sei arrabbiato con me solo perché sono stata io a lasciarti, anche se molto presto saresti stato tu a farlo. Nessuna delle tue relazioni dura più di un mese. Avevo già i giorni contati.»

    «Non potevi aspettare che tornassi da New York per parlarne di persona? Oppure è questo il motivo per cui non sei venuta con me in quel viaggio mentre negoziavo l'accordo? Giusto, fin dall'inizio hai pianificato di andartene durante la mia assenza. Non volevi rischiare che provassi a farti cambiare idea.»

    Isla serrò le labbra, tentando di controllarsi. Sapeva quanto fosse importante quell'accordo per lui, ma l'uomo con cui stava negoziando era un tipo molto religioso che forse non avrebbe firmato se avesse saputo dello scandaloso passato della sua amante incinta. Isla aveva sofferto le prime nausee ancor prima di sapere del viaggio: pensando sulle prime a un virus, aveva deciso di rimanere nella villa in Sicilia mentre Rafe si recava all'estero. Fino a quel momento lo aveva accompagnato dovunque in quei due mesi, inserendosi nella sua vita senza pensarci troppo. Ma poi il sospetto della gravidanza si era fatto insistente e Isla aveva voluto essere sola mentre faceva i controlli necessari.

    Una volta che il test era risultato positivo, aveva capito qual era il prossimo passo da compiere.

    Dare un taglio alla loro storia.

    Chiudere e uscire dalla sua vita prima di causare altri danni. Perché così sarebbe andata: il vaso di Pandora del suo passato avrebbe creato grande scompiglio nel suo ricco mondo benpensante. L'affare di New York, su cui aveva lavorato per mesi, sarebbe andato in fumo: una sola foto sua in lingerie che ballava in quel locale squallido, e il progetto di Rafe sarebbe andato distrutto, come anche ulteriori accordi futuri.

    Isla si era già immaginata i titoli: Il re italiano degli alberghi Raffaele Angeliri mette incinta ballerina di locali notturni. Non ne sarebbe uscito bene. Gli scandali rovinavano le persone importanti, a volte per sempre. Non poteva farlo, né a lui, né al bambino.

    Isla sollevò il mento.

    «Non saresti riuscito a farmi cambiare idea.»

    «Ne sei sicura, cara?» La voce era sensuale, e lo sguardo minacciava di trafiggerla.

    Isla si spostò dal ripiano di marmo: doveva allontanarsi da lui prima di dire o fare qualcosa di cui si sarebbe pentita in seguito. Tipo: Indovina cosa nascondo sotto il grembiule? Un bambino.

    Certo, una parte di lei credeva che lui avesse il diritto di essere informato. E se avesse avuto un passato migliore glielo avrebbe

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