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Operazione Santa Claus: eLit
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E-book141 pagine1 ora

Operazione Santa Claus: eLit

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Info su questo ebook

Lavorare sotto copertura? Uno scherzo per il detective Sam Stevenson. Certo, questa volta il travestimento è un po' particolare, visto che deve spacciarsi per... Babbo Natale! Eppure non c'è modo migliore per passare inosservati in un grande magazzino durante le feste. Così Sam potrà scoprire chi è il responsabile dei furti che flagellano il negozio super affollato e conoscere meglio Edie Preston, la deliziosa assistente che gli è stata assegnata. L'unico dubbio? È lecito per Babbo Natale innamorarsi del proprio... elfo?

LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2015
ISBN9788858945971
Operazione Santa Claus: eLit
Autore

Lori Wilde

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Operazione Santa Claus - Lori Wilde

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Santa’s Sexy Secret

    Harlequin Duets

    © 2000 Laurie Vanzura

    Traduzione di Carol Fonso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2001 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-597-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Quel fastidioso abito da Babbo Natale prudeva maledettamente.

    In realtà, Sam Stevenson si rese conto con orrore, l’abito era infestato di pulci. Con vigore si grattò un orecchio. Doveva togliersi quella dannata cosa prima che gli spietati insetti lo scorticassero vivo. Non aveva alcuna intenzione di far sedere i bambini su di sé e rischiare di passare loro quella tortura.

    «Devo andare» mormorò all’elfo che si trovava sul podio insieme a lui accanto alla slitta di compensato colorato.

    «Andare?» La giovane donna sbatté le palpebre. «Che cosa intendi dire? Il magazzino aprirà tra due minuti e una folla di bambini sta attendendo con ansia di conoscere Babbo Natale. Non puoi andare da nessuna parte.»

    Se non fosse stato così male avrebbe avuto il tempo di notare il modo in cui i capelli corti e biondi le adornavano il viso dolce, da modella, ma Sam non riusciva a pensare ad altro che a togliersi il costume il più presto possibile.

    «Ascolta, bella, c’è qualcosa di cui mi devo occupare. I bambini possono aspettare.» Sam si diresse verso la stanza del personale.

    Il folletto lo precedette e aprì le braccia, bloccandogli il passaggio. Le campanelle del suo capello rosso e bianco suonavano gioiosamente mentre si muoveva. «Mi dispiace, ma non andrai da nessuna parte.»

    «Scusa?» Che problema aveva quella donna? «Mi stai dicendo ciò che devo e non devo fare?»

    «So che cosa succede e ti dico che non approvo.» La ragazza si portò le mani sui fianchi e corrugò la fronte. Gli occhi color verde oliva denotavano profonda disapprovazione.

    Era possibile che avesse scoperto il suo segreto?

    «Di che cosa stai parlando?» Sam si accarezzò la barba. Il prurito lo stava facendo diventare matto. Doveva liberarsi di quei parassiti il prima possibile.

    «So qual è il tuo problema e ti posso aiutare. Mia madre è un’assistente sociale.»

    «Non me ne importa un bel niente, togliti da davanti.»

    «Rabbia.» La ragazza scosse la testa. «Un sintomo classico.»

    Con la bocca aperta, Sam fece una lunga pausa e la fissò. Quella donna aveva dei seri problemi.

    Cercò di schivarla, ma lei lo anticipò e gli si parò di nuovo davanti, sembrava che stessero ballando un valzer.

    «Non c’è nulla di cui vergognarsi» continuò lei in buona fede.

    Okay, forse avere le pulci non era qualcosa di cui vergognarsi, ma Sam non desiderava comuni care la propria condizione al mondo intero. In quel momento si ricordò di un’esperienza umiliante che gli era accaduta quando era in quarta elementare. La sua insegnante preferita gli aveva scoperto i pidocchi.

    Sam si rabbuiò ripensando a quello sgradevole ricordo. Doveva togliersi l’abito. Non solo per le pulci, che erano comunque una ragione più che valida, ma perché quel costume gli ricordava l’infanzia trascorsa nella povertà.

    Alzò un dito e glielo agitò sotto il naso. «Togliti di mezzo, bellezza, o giuro che ti camminerò sopra.»

    «I bambini dipendono da te. Tu rappresenti qualcosa di innocente, onesto e meraviglioso per loro. Come puoi distruggere i loro sogni? Forse i bambini contano meno di una bevuta per te?»

    «Una... bevuta?»

    «So che molti uomini che si prestano a impersonare Babbo Natale hanno una situazione precaria. Uomini che non hanno un lavoro regolare, perché hanno problemi di droga o di alcol. Uomini che hanno bisogno di un aiuto e di qualcuno che si prenda cura di loro. Tu non devi essere diverso.»

    Sam alzò le braccia al cielo. «Sei pazza, lo sai? Non sono un alcolizzato.»

    «Ecco!» esclamò lei con aria trionfante. «Un altro sintomo classico.»

    Sam scosse la testa, incredulo.

    In quel momento, notò una folla di bambini all’entrata.

    «Babbo Natale, Babbo Natale» ripetevano.

    Aiuto! Doveva scappare. Finse di andare a sinistra, invece scattò a destra e superò il folletto.

    «Ehi» urlò lei, «non puoi aspettarti che affronti questi bambini sovreccitati da sola. Vogliono Babbo Natale.»

    Tutti vogliamo qualcosa che non possiamo ave re. La frase gli attraversò la mente, ma non la pro nunciò.

    La donna folletto lo seguì e gli afferrò la giacca, prima che potesse varcare la soglia della stanza riservata ai dipendenti.

    «Non andrai da nessuna parte, caro il mio Babbo Natale» gli intimò puntando i piedi. «Se lo farai, lo racconterò al capo, il signor Trotter.»

    Sam digrignò i denti e desiderò che quella petulante rompiscatole sparisse. Cercò di divincolarsi, ma la donna lo afferrò con maggior tenacia.

    «Guarda, mamma, l’elfo sta cercando di fare male a Babbo Natale» si udì una voce infantile pronunciare.

    Oh, grandioso! Adesso avevano anche un pubblico davanti al quale esibirsi.

    «Lasciami andare!»

    «No.» Lei incupì lo sguardo e strinse ancor di più il lembo della giacca tra le mani.

    Sam afferrò l’angolo del costume e tirò con decisione, intendendo liberarsi di lei. Invece, finì per attrarla a sé.

    Notò che aveva un bel nasino spolverato di lentiggini e una piccola cicatrice a forma di luna sulla fronte. Se si fosse trovato in un’altra situazione, in un posto diverso, avrebbe ammirato la sua tenacia. Ma non ora, non lì, con quelle dannate pulci che lo stavano facendo diventare matto.

    «Mamma, mamma, di’ al folletto di lasciare stare Babbo Natale!»

    «Sta spaventando mia figlia» protestò una donna tra la folla.

    Maledizione! Non avrebbe dovuto attirare l’attenzione su di sé. L’obiettivo di quell’impiego era nascondersi dietro la faccia gioviale di Babbo Natale. Il suo capo, l’ispettore Timmons, lo avrebbe licenziato, se si fosse fatto scoprire subito il primo giorno.

    Sam sapeva che sarebbe stato un compito terribile. Timmons gli aveva spiegato chiaramente che quel travestimento da Babbo Natale era la giusta punizione per aver fatto saltare la macchina nuova del maggiore, durante il suo ultimo incarico in incognito. E non importava che si fosse trattato di un inevitabile incidente.

    Le pulci mordevano come se fossero a digiuno dal Natale precedente. Sam non poteva evitare di domandarsi se Carmichael’s, il famoso grande magazzino di Dallas, avesse conservato l’abito in un canile. Non poteva più sopportare oltre. Doveva fare qualcosa.

    Afferrò il polso del folletto e si liberò della presa. Poi, prima che lei avesse tempo di agguantarlo di nuovo, oltrepassò la soglia della stanza del personale.

    Una volta lì, si tolse la barba e cominciò a grattarsi il volto con lo stesso vigore di un barboncino. Poi, si tolse il cappello e lo gettò a terra.

    Le sue dita si ancorarono ai grossi bottoni neri sulla parte frontale dell’abito, slacciandoli quanto più velocemente poteva. Si liberò dell’imbottitura che gli avvolgeva la vita per simulare la pancia di Babbo Natale, si sfilò gli stivali e abbassò i pantaloni. Aveva la mente occupata da una sola cosa: trovare un po’ di sollievo a quell’inferno urticante.

    Ciò che non aveva calcolato era la tenacia e la persistenza della donna folletto.

    La scoprì quando lei irruppe nella stanza, cogliendolo in piedi, senza nulla addosso, oltre agli slip.

    Aveva colto Babbo Natale con le braghe calate.

    Edie Preston si bloccò. Rimase a bocca aperta. Non immaginava che quel tipo fosse così muscoloso, così uomo, così incredibilmente sensuale. E di certo non si era aspettata di trovarlo quasi nudo nella stanza del personale.

    Ciò che si era aspettata era un flaccido ubriacone di mezza età, attaccato alla bottiglia di whisky, oppure con in mano una manciata di pillole, non certo un giovane fusto pieno di vita, in una posizione piuttosto compromettente.

    Lui si voltò e un paio di occhi color zaffiro la fissarono. Edie abbassò lo sguardo al pavimento.

    «Che c’è?» disse lui con voce tagliente. «Che cosa vuoi da me?»

    «Io... io...» Lo percorse con lo sguardo, dalla testa ai piedi. E si sentì andare a fuoco. Le sembrava di non avere più la lingua, nonostante fosse certa che si trovasse al suo solito posto.

    «Ora che ti sei rifatta la vista, puoi lasciarmi in pace?»

    «Io... non... non volevo...» balbettò Edie, inca pace di staccare gli occhi da quello spettacolare esemplare di Babbo Natale.

    Che diavolo ci faceva un uomo del genere con addosso quel travestimento, in un grande magazzino?

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