L'accordo di una notte (eLit): eLit
Di Maya Banks
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Info su questo ebook
Pippa Laingley non è una donna che si lascia irretire da facili speranze. Nonostante un matrimonio sia altamente auspicabile, nonché desiderato da entrambe le famiglie, sa perfettamente che Cameron Hollingsworth non è disposto a dividere la propria vita con lei. Ma una notte di passione sì. Lui ha deciso che non la amerà mai, per nulla al mondo. E non importa se il tocco di lei è dolce, se il profumo della sua pelle gli incendia il sangue nelle vene. Dimenticherà a ogni costo la sua voce melodiosa e i suoi occhi da incantatrice. E allora, perché starle lontano sembra impossibile?
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Anteprima del libro
L'accordo di una notte (eLit) - Maya Banks
Credits: Inara Prusakova / Shutterstock
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Undone By Her Tender Touch
Harlequin Desire
© 2012 Maya Banks
Traduzione di Lucilla Negro
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 9788858929704
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Frontespizio. «L'accordo di una notte» di Banks Maya1
Che bisogno c’era di agitarsi tanto per un semplice rinfresco? Cucinare era sempre stata la sua passione. Ma Pippa Laingley voleva che fosse tutto perfetto per la festa di inaugurazione della nuova casa della sua amica Ashley Carter.
Se non fosse che gli invitati erano tutte persone altolocate con una fitta rete di conoscenze altrettanto illustri e lei era in procinto di avviare la sua attività di catering con annesso bar-pasticceria, non sarebbe stata così nervosa. Il passaparola era la migliore forma di pubblicità, ragion per cui desiderava fortemente che filasse tutto liscio.
Piroettò su se stessa nell’ampia cucina di Ashley, prendendo mentalmente nota delle portate già pronte per uscire. Per la miseria, dove si erano cacciati i camerieri?
Neanche a farlo apposta, la porta si spalancò in quel preciso istante e un ragazzo poco più che ventenne entrò tutto trafelato. Pippa lo squadrò da capo a piedi ed emise un roco brontolio.
«Dov’è la divisa?»
La risposta fu un’espressione stranita.
Pippa sospirò, chiudendo gli occhi e contando fino a cinque. «Camicia bianca? Pantaloni neri? Scarpe tirate a lucido? Possibilmente capelli in ordine?» elencò, sforzandosi di non lanciare un urlo isterico.
Il giovane mormorò, contrito: «Chiedo scusa, signora. Mi hanno avvisato all’ultimo momento. Immaginavo di trovare tutto qui».
Pippa cacciò un prolungato sbuffo d’aria. «Non hai mai fatto il cameriere in vita tua, eh?»
«Uhm... no» mugugnò il ragazzo. «Un mio amico mi ha detto di un lavoretto part-time pagato bene. Diciamo che sono qui per sostituirlo.»
Fantastico. Non disponeva neppure di un cameriere qualificato. Un deficiente aveva deciso all’ultimo momento di non presentarsi e aveva mandato un suo amico come rimpiazzo. Era evidente che il giovane inesperto non sarebbe riuscito a gestire una sala piena di gente. Il che significava che doveva rimboccarsi le maniche lei.
Altro che unirsi alle sue amiche e brindare alla salute di Ashley e della sua nuova casa.
Afferrando il giovanotto per un braccio, lo trascinò verso le scale. «Andiamo di sopra. Bisogna rimediarti qualcosa di più adatto di quello che hai indosso» disse, senza perdersi d’animo.
Il ragazzo la guardò con aria smarrita, ma non oppose resistenza, lasciandosi condurre su per i gradini verso la camera di Ashley e Devon. Pippa andò dritta verso l’armadio, lo spalancò e rovistò tra i vestiti appesi, finché non trovò qualcosa di appropriato, una camicia bianca e un paio di pantaloni neri.
«Spogliati» gli ordinò senza tanti giri di parole.
Una vampata di calore investì le guance del poverino.
Poi, un colpetto di tosse segnalò a Pippa che non erano soli.
«Torno dopo, è meglio.»
Sentì un fremito correrle lungo la nuca a quel timbro di voce profondo e strinse gli occhi, imbarazzata. Ora, erano in due a essere paonazzi in viso. Si voltò e vide Cam Hollingsworth poggiato contro lo stipite con aria indolente e un lampo divertito negli occhi.
«Ehi, Pippa, te la fai coi minorenni, ora?»
Non capiva perché, ma quell’uomo aveva la capacità di sorprenderla sempre nelle situazioni per lei più imbarazzanti. Si riteneva una donna intelligente, per la miseria, sveglia, e sapeva il fatto suo. Non era una sprovveduta e non si lasciava mai mettere in difficoltà da nessuno. Eppure, ogni volta che incrociava l’amico di Devon, faceva la figura dell’idiota.
Ma non avrebbe permesso che la sua vergogna trapelasse. Gli indirizzò un’occhiataccia e, uscendo, gli lanciò camicia e pantaloni.
«Fagli mettere questi. Fra due minuti lo voglio giù» ordinò, categorica.
Vide Cam il tenebroso sgranare gli occhi dalla sorpresa. Bene, era riuscito a spiazzarlo. Poi lui corrugò la fronte, spostando lo sguardo dagli indumenti che teneva in mano al ragazzo e viceversa.
«Ma questi non sono i vestiti di Dev?»
«Ho bisogno di un cameriere, altrimenti nessuno mangerà o berrà, stasera» sibilò. «Non ho di meglio. Non voglio rovinare la festa ad Ashley, e nemmeno tu, vero? Quindi, renditi utile.»
Detto ciò, marciò dritta verso le scale, senza attendere la reazione di Cam al suo comando.
Quando giunse in cucina, allineò in fretta i vassoi e vi poggiò sopra i bicchieri per il vino e per lo champagne, imprecando fra sé e sé. Le toccava dare una mano a servire, per la miseria. Aveva chiesto tre camerieri e le era arrivato uno studentello universitario bisognoso di soldi per comprarsi la birra il sabato sera.
Un momento dopo, il giovanotto entrò in cucina e Pippa notò con sorpresa che non era niente male. I pantaloni e la camicia gli stavano un po’ grandi, ma era ben pettinato e nel complesso aveva un aspetto passabile.
Gli fece cenno di avvicinarsi, gli piazzò in mano un vassoio con delle tartine al caviale e polpa di granchio e lo spinse verso il soggiorno, dove Ashley e Devon stavano intrattenendo i loro ospiti.
Poi andò a versare il vino in metà dei bicchieri e i restanti li riempì di champagne.
«Ti serve una mano?»
Si voltò bruscamente, la bottiglia in mano, e parte del contenuto schizzò sul pavimento.
«Una mano?»
Cam annuì. «Aiuto, sì. Mi sa che ne hai proprio bisogno. Non puoi farcela da sola. Ashley deve essere impazzita a chiederti di occuparti da sola di un rinfresco per tutte quelle persone.»
Pippa rimase stupita dalla proposta di aiuto e, quando assimilò il resto della frase, montò su tutte le furie.
«Non vorrei ti sporcassi quelle tue belle mani» lo rimbeccò acida. «E, per tua informazione, ho tutto sotto controllo. Non è colpa mia se il cameriere, anzi, i camerieri, mi hanno dato buca. Scusa se me lo dico da sola, ma il cibo è perfetto. Devo solo riuscire a consegnarlo nelle mani dei preziosi invitati.»
«Ti offro il mio aiuto e tu mi maltratti» replicò Cam, fintamente seccato.
Le sopracciglia di Pippa si congiunsero all’insù. Che diamine, perché quell’uomo doveva essere così bello? Non poteva essere un rospo? O magari calvo, con la pancia. Non riusciva a combinare le cose più semplici quando ce l’aveva intorno.
«Sei un ospite di Ashley» asserì in tono determinato. «E poi, non è roba per te. Sei abituato a essere servito, non a servire.»
«Come fai a dire che non è roba per me?» incalzò lui, mentre si protendeva verso uno dei vassoi.
Pippa non sapeva come ribattere e lo osservò, strabiliata, mentre sollevava con disinvoltura il cabaret e usciva dalla cucina.
Si accasciò contro il lavandino, con il cuore che le pulsava così forte da farle quasi perdere l’equilibrio.
Cameron Hollingsworth era bello, arrogante, con dei modi ruvidi di un sexy incredibile. Era assolutamente sbagliato per lei, eppure...
Lo aveva incontrato spesso da quando Ashley si era fidanzata con Devon Carter. Cameron e Devon erano amici e soci in affari in un consorzio di alberghi e resort di lusso. In qualità di migliore amica di Ashley, Pippa era stata presente ai tanti eventi mondani a cui aveva partecipato la coppia, e Cameron c’era sempre. Le era stato persino assegnato come accompagnatore alle nozze dell’amica, ed era stata una vera tortura, in quell’occasione, stargli accanto tutto quel tempo, annusare il suo profumo, sentire il calore del suo corpo, tra la totale indifferenza di lui.
Batté nervosamente i piedi per terra. Era proprio quello che la infastidiva di più. Quell’uomo era un vero schianto, ma non mostrava alcun tipo di interesse nei suoi confronti.
Forse, lei non era il suo tipo. Ma poi, qual era il suo tipo? Non lo aveva mai visto con una donna. O era una persona estremamente discreta o la sua vita relazionale era inesistente.
Rendendosi conto che stava perdendo un po’ troppo tempo a fantasticare su quell’uomo irraggiungibile, prese un altro vassoio, trasse un bel respiro e si diresse verso il soggiorno.
Si stampò un bel sorriso sul volto, sperando che almeno il rossetto fosse ancora visibile. Il resto del trucco si era probabilmente già sciolto. Girò per la stanza, contenta di vedere che gran parte degli ospiti aveva un bicchiere in mano. Cameron aveva svolto un buon lavoro.
«Pip, che stai facendo?»
Pippa si girò di scatto e si scontrò con lo sguardo attonito di Ashley. «Ehi, Ash, come procede? Sono arrivati tutti gli invitati?»
«Mi spieghi perché diavolo tu e Cameron state girando per la stanza a servire gli antipasti e da bere? E chi è quel ragazzo con indosso i vestiti di Devon?»
«Non ti agitare, Ash. Fa male al bambino» la ammonì.
L’amica incrociò le braccia sopra il pancione e la inchiodò con il più feroce dei suoi sguardi – sempre che potesse esserci qualcosa di feroce in un pezzo di pane come Ashley. «Ti ho chiesto di occuparti del rinfresco perché mi sembrava l’occasione giusta per farti un po’ di pubblicità, non certo perché volevo che sgobbassi alla mia festa. Desideravo che la mia amica mi fosse accanto, non che mi servisse!»
Pippa emise un sospiro e le porse una delle deliziose tartine che erano sul vassoio. «Ascolta, Ash, non è colpa mia se il cameriere ha dato forfait. Non ci siamo che io, il ragazzo coi vestiti di tuo marito e quel Mister Schianto laggiù» disse, con un cenno del capo.
Ashley sgranò gli occhi. «Chi, Cam? Stai parlando di Cameron Hollingsworth?»
«E