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Vendetta argentina: Harmony Collezione
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E-book154 pagine2 ore

Vendetta argentina: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Francesca D'Oro è solo una timida e inesperta diciottenne quando Marcos Navarre l'accompagna all'altare e la lascia subito dopo le firme sul registro nuziale. L'unica cosa che le rimane di lui è l'anello che porta al dito, ma ciò che è peggio è che lui le ha portato via anche il Corazon del Diablo, un preziosissimo diamante giallo che appartiene alla sua famiglia da sempre. O almeno questo è quello che crede Francesca.



Da allora sono passati otto anni, e Francesca ha tutte le intenzioni di riprendersi ciò che le appartiene.
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2017
ISBN9788858969496
Vendetta argentina: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Vendetta argentina - Lynn Raye Harris

    1980.

    1

    Otto anni dopo...

    «Come, scusa?» Marcos Navarre fissò la figura snella vestita di nero che puntava con mano ferma una pistola dritta al suo cuore.

    «Ti ho detto spostati!»

    Questa volta la voce era meno aspra. Lui si scostò dalla porta della stanza d’albergo con le braccia alzate per fare capire all’intruso che non aveva intenzione di commettere niente di folle.

    Come cercare di afferrare la pistola.

    Se fosse riuscito ad avvicinarsi di più lo avrebbe sicuramente fatto.

    Quella non era la prima volta che si trovava un’arma puntata addosso e non era la paura ciò che giustificava la sua apparente remissività. Era diventato avvezzo alla violenza dopo gli anni trascorsi nella giungla sudamericana con i guerriglieri. Sapeva, senza ombra di dubbio, che c’era sempre un’opportunità in situazioni come quella, naturalmente purché le mani fossero libere.

    No, non era la paura quella che provava; rabbia era la parola giusta.

    La persona che aveva davanti era piccola, il che non significava affatto che fosse anche debole. L’oscurità nella stanza non gli permise di mettere a fuoco molti dettagli sul suo visitatore. Lui, però, aveva il vantaggio della statura e di una maggiore forza fisica.

    Non appena si fosse presentata l’occasione avrebbe agito. Per questo doveva restare libero e con i sensi all’erta. Si rifiutò di pensare a quello che avrebbe fatto se l’intruso avesse cercato di legarlo in qualsiasi modo. La sua mente si riempì di ricordi: una stanza buia, l’aspro odore di sudore e rabbia e la sensazione del suo stesso sangue che gli colava dai polsi.

    No! Concentrati!

    «Stai perdendo il tuo tempo» disse Marcos. «Non è mia abitudine tenere contante nella mia stanza.»

    «Zitto.»

    Lui sbatté gli occhi nel momento in cui si rese conto che la persona che aveva parlato, e che gli teneva puntata una pistola addosso, era una donna. Si rilassò un pochino.

    Dios mío!

    Chi aveva offeso questa volta? Quale delle sue amanti poteva essere così arrabbiata da spingersi fino a quel punto? Fiona? Cara? Leanne?

    Di solito era generoso con le sue partner, tuttavia ce ne era sempre qualcuna che si rifiutava di accettare la sua decisione di chiudere la relazione.

    Si trattava dunque di un’amante abbandonata? E perché non l’aveva inquadrata subito? Non era così insensibile da dimenticare un corpo o una voce femminile quando gli davano piacere.

    No, non era quello il caso... a meno che non stesse cominciando a perdere la memoria.

    Marcos aggrottò la fronte. Era impossibile. Ultimamente aveva avuto per la testa molte cose, ma di certo non così tante da renderlo incapace di ricordare una donna con cui era stato intimo.

    Tenne le mani bene in vista mentre si dirigeva con prudenza verso il centro della stanza in attesa di istruzioni.

    Trascorsero alcuni istanti in completo silenzio, a eccezione del ventilatore che girava appeso al soffitto.

    «Tira fuori il gioiello» disse la donna abbandonando definitivamente l’idea di passare per un uomo.

    Quindi aveva deciso di smettere con quella finzione. Bueno. Sarebbe stato più facile per lui scoprire la sua identità.

    «Mi spiace, ma temo di non sapere di cosa stai parlando.»

    Lei borbottò impaziente. La pistola emise un bagliore alla luce della luna che filtrava dalla finestra.

    Marcos si accorse che aveva messo all’arma il silenziatore. La cosa non gli fece piacere.

    «Sai benissimo cosa intendo. Il Corazón del Diablo. Consegnamelo se ci tieni alla vita.»

    Ah, adesso era chiaro. Avrebbe dovuto ignorare le ridicole pretese dei d’Oro e rifiutarsi di portare il gioiello con sé in America. Purtroppo, i suoi affari lì avrebbero potuto avere delle ripercussioni negative se non avesse messo la parola fine alle loro richieste fraudolente. I tribunali in Argentina avevano già emesso più di una sentenza in suo favore, pertanto non aveva bisogno dell’approvazione di una corte americana per tenere ciò che gli apparteneva di diritto. Quello che aveva pagato col sangue...

    Possibile che quella donna fosse stata mandata dai d’Oro? Che la citazione in tribunale fosse stata soltanto una scusa per fargli portare la pietra negli Stati Uniti e rubarla?

    Il vecchio d’Oro era morto, ma le figlie erano ancora vive. Allontanò immediatamente la punta di rimpianto al pensiero della più giovane delle ragazze. Per quale motivo dovesse provare un simile sentimento, dal momento che l’aveva manipolato come tutti quanti loro, era un mistero.

    Una parte di lui insisteva sulla sua innocenza l’altra, però, conosceva gli abissi oscuri in cui poteva sprofondare l’animo umano. Spesso l’innocenza era la facciata dietro la quale si nascondeva il tradimento.

    «Se mi spari, querida, non avrai mai il gioiello.»

    «Magari avrò qualcosa di meglio» ribatté lei a bassa voce.

    I sensi di Marcos si misero subito all’era. C’era qualcosa in quella voce...

    Qualcosa che aveva dimenticato...

    «Ora prenderò quel gioiello. È nella cassetta. Aprila.»

    Lui iniziò a provare una forte rabbia. Chi era quella donna? E come osava cercare di privarlo di ciò che era suo per nascita? Non era la prima che ci provava e comunque non ci sarebbe riuscita.

    Tutto era successo dopo che il gioiello era stato rubato, quando era un bambino, e la junta aveva imprigionato i suoi genitori. Il padre e la madre non erano più tornati, così come molti altri desaparecidos, fatti sparire dai militari e uccisi prima che la democrazia venisse restaurata.

    Riteneva suo zio responsabile di quanto successo più del diamante stesso. Probabilmente la vita sarebbe stata diversa se Federico Navarre fosse stato meno ambizioso e ingordo.

    A ogni modo il Cuore del Diavolo era tutto ciò che gli rimaneva della sua famiglia e non avrebbe permesso mai più a nessuno di portarglielo via.

    «A quanto pare hai fatto male i tuoi calcoli, piccola.»

    Lei avanzò impugnando saldamente la pistola. «Zitto e apri la cassaforte. Subito.»

    Marcos si irrigidì per un istante. «Molto bene.»

    Se fosse stato fortunato la donna si sarebbe avvicinata quanto bastava perché potesse immobilizzarla. Si accostò al muro dove si trovava la cassaforte e iniziò a girare la manopola arrabbiato: destra, sinistra, destra. Alla fine lo sportello si aprì.

    «Frankie» sussurrò qualcuno. «Spicciati

    Lui si immobilizzò cercando di individuare la fonte di quel suono.

    «Frankie» ripeté la voce, questa volta più alta.

    «Zitto» disse la ragazza.

    Ah, una radio. Stava usando una radio per comunicare con un complice all’esterno. Strana scelta per un ladro esperto; un altro pezzo del puzzle da tenere in considerazione.

    «Allontanati dalla cassaforte» gli ordinò lei facendogli cenno con la pistola. «E tieni le mani in modo che possa vederle.»

    Marcos indietreggiò con cautela. Lei attese finché non lo vide raggiungere la parete dall’altra parte della stanza, poi guardò dentro la cassetta.

    «Non è qui!» esclamò incredula. «Dov’è?»

    Lui si sentì quasi dispiaciuto per lei. Quasi, ma non abbastanza. «Ci sono altri gioielli. Prendi quelli.»

    «Il Corazón del Diablo. Dov’è?»

    «Non c’è» ripeté Marcos.

    «Impossibile. Mi avevano assicurato che...» La donna puntò di nuovo la pistola contro il suo petto. «Dove l’hai nascosto?»

    «Scordatelo, Frankie» ribatté lui enfatizzando il suo nome. Qualcuno le aveva assicurato cosa? «Hai sbagliato. Adesso piglia quello che c’è lì dentro e vattene.»

    «Non sei tu quello che ha il controllo della situazione, Navarre. Non provare a dirmi quello che devo fare. Mai più.»

    Mai più? Marcos non era sicuro di avere sentito bene. «Chi sei?» le chiese rabbioso.

    Prima che lei potesse rispondere e dirgli di stare zitto lui raggiunse l’interruttore e accese la luce.

    «Bastardo!» gridò lei sbattendo gli occhi senza però smettere di puntargli addosso la pistola.

    Marcos non fece una piega. La ragazza, quella Frankie, era irresistibile e non l’aveva mai vista prima in vita sua. I capelli biondi erano raccolti alla base della nuca in uno chignon. La pelle era chiara e gli occhi scuri erano fissi su di lui. Indossava una tuta da lavoro nera più piccola di una taglia così che le aderiva mettendo in risalto le sue curve generose.

    Era furiosa, determinata, ma poi si morse il labbro inferiore, gesto che Marcos interpretò come una incrinatura della sua corazza. Provò una fitta di desiderio davanti a quella vulnerabilità.

    Dios, non era quello il momento di sentirsi attratto da una donna che oltretutto lo stava minacciando con una pistola. Placò la propria libido e cercò di memorizzare ogni singolo dettaglio. Aveva bisogno di ricordarla, sempre che se ne fosse andata senza sparargli.

    Perché femmina o meno, vulnerabile o no, l’avrebbe ritrovata e gliela avrebbe fatta pagare per quello che gli stava facendo.

    «Chi sei, Frankie? E perché vuoi la mia collana?»

    Lei spalancò gli occhi qualche istante prima di socchiuderli di nuovo. La pistola tremò leggermente.

    «Davvero non lo sai?» ribatté lei con una risata strozzata. «Del resto non può essere altrimenti perché sei egoista, Marcos Navarre; egoista e crudele.»

    Qualcosa iniziò a ronzare nella testa di lui, simile a una mosca fastidiosa. Lo mise da parte impaziente; non aveva tempo di indagare cosa fosse. Doveva semplicemente imprimersi nella testa quella donna e possibilmente disarmarla prima che se ne andasse.

    «Il Corazón del Diablo è mio. Non me lo porterai via per cui prendi quello che c’è nella cassetta e vattene, oppure sparami e finiamola qui.»

    «Mi piacerebbe» ribatté lei con tono minaccioso. «Credimi, lo farei volentieri, ma voglio quel gioiello, Navarre. In un modo o nell’altro tu me lo darai.»

    Francesca ricacciò indietro la bile. Quando lui aveva acceso la luce aveva creduto di morire. Se l’avesse guardata con compassione o scosso la testa triste, sarebbe crollata come un castello di carta. La sua determinazione sarebbe svanita lasciandola vulnerabile ed esposta.

    Invece non c’era stato alcun segno di riconoscimento da parte sua, niente che indicasse che avesse capito chi era.

    Quel fatto la ferì terribilmente. In fondo era stata lei a dargli il Cuore del Diavolo in primo luogo. Glielo aveva consegnato come una imbecille... insieme al suo cuore.

    Ciò che era successo dopo era inevitabile. Marcos si era preso il gioiello e aveva scartato il suo amore. Purtroppo aveva compreso la verità troppo tardi. Le aveva estorto il diamante così come l’aveva indotta a credere che tenesse a lei.

    Il Cuore del Diavolo... un nome perfetto. Aveva dato la gemma al diavolo in persona e aveva pagato quel gesto a caro prezzo.

    E adesso lui era lì, bello e sexy con lo smoking, che la guardava come se fosse uno scarafaggio Il suo cuore traditore provò una fitta di dolore.

    Marcos era ancora maledettamente affascinante. Alto, con le spalle larghe, aveva una cicatrice accanto a un angolo della bocca: il ricordo di un incidente accaduto anni prima, suppose lei. Comunque non rovinava affatto la sua bellezza virile, anzi semmai era il contrario. Possedeva quel fascino latino che faceva strisciare le donne ai suoi piedi.

    Esattamente come aveva fatto lei. Idiota!

    La sua vita era stata completamente rovinata per essersi fatta incantare dalle bugie di Marcos Navarre e dal suo corpo sensuale. Era stata così stupida da pensare di avere un futuro con quell’uomo se

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