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Passione e vendetta: Harmony Collezione
Passione e vendetta: Harmony Collezione
Passione e vendetta: Harmony Collezione
E-book131 pagine2 ore

Passione e vendetta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Sebasten Contaxis , magnate greco dell'industria elettronica, viene a sapere dell'amante di suo padre di avere un fratellastro, che purtroppo ha perso la vita in un incidente dopo essere stato lasciato dalla fidanzata, una certa Lizzi Denton. Incaricato di vendicare la morte della giovane, Sebasten incontra per caso Lizzie in discoteca,...ed è subito passione. E sarà proprio la passione ad annullare ogni proposito di vendetta e farsi che i due rivedano le loro posizioni!
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2016
ISBN9788858955710
Passione e vendetta: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Passione e vendetta - Lynne Graham

    successivo.

    1

    Quando Sebasten Contaxis si avvicinò a Ingrid Morgan per porgerle le condoglianze, la donna lo abbracciò e scoppiò in un pianto dirotto.

    Un moto di curiosità serpeggiò fra gli ultimi ospiti rimasti nella sala alla vista di Sebasten. Si udì un mormorio di sorpresa. L'uomo alto e muscoloso, dal cui viso irradiavano potere e autorità, somigliava molto... ma di sicuro era soltanto un'impressione. Non c'era nessun legame. Però, d'altra parte, quale ragione avrebbe avuto il magnate greco dell'elettronica per andare a salutare la Morgan, a funerale avvenuto?

    Con le lacrime agli occhi, Sebasten aspettò che Ingrid si calmasse, poi sussurrò: «C'è qui un posto dove possiamo parlare?».

    «Ti preoccupi ancora della mia reputazione? Non ha più importanza, ormai, te ne rendi conto? Ora Connor si trova in un posto dove il mio passato non gli creerà più imbarazzo» rispose la donna, il bel viso impietrito dal dolore.

    Ingrid lo fece entrare in uno studio elegante, e versò del liquore per entrambi. Sempre snella, nonostante avesse superato i cinquant'anni, ora era pallidissima, piegata dal dolore. Era stata per molto tempo l'amante del padre di Sebasten, e alcuni dei più bei ricordi d'infanzia del giovane erano legati a lei e a suo figlio Connor, minore di lui di cinque anni. Per un periodo sfortunatamente troppo breve, Connor era stato per Sebasten il fratello che lui non aveva mai avuto. Era stato un bimbetto biondo e vivace, allegro e temerario. Da adulto, era diventato un ottimo giocatore di polo, adorato dalle donne e benvoluto da tutti. Non era certamente un genio, ma era di sicuro una compagnia molto piacevole. Tuttavia, non frequentavano lo stesso ambiente, e nonostante i buoni rapporti fra i due uomini, Sebasten non vedeva Connor da più di un anno.

    «È come se l'avessero ammazzato!» mormorò Ingrid a denti stretti.

    Sebasten s'incupì, tuttavia non disse nulla. Anche lui aveva sentito il pettegolezzo secondo cui l'incidente automobilistico nel quale Connor aveva perso la vita non era stato affatto un incidente. Correva voce che Connor si fosse ucciso, e Sebasten sapeva benissimo che non c'era modo più terribile di perdere una persona cara.

    «Eppure mi piaceva, quella Liza Denton! Mi ha fatto una buona impressione quando l'ho conosciuta, quella strega!» esclamò Ingrid, fuori di sé dal dolore.

    Dopo un momento di silenzio, la donna aggiunse: «Connor mi ha solo rivelato di essere innamorato. Mi è spiaciuto che non si fosse confidato più con me, che non mi avesse detto altro, ma ormai aveva ventiquattro anni. Non mi sembrava giusto immischiarmi troppo».

    «Chi è Liza Denton?» chiese lui, cercando di mutare il corso dei dolorosi pensieri di Ingrid.

    Lo sguardo della donna si fece duro. «È una donna ricca e viziata! Si diverte a mettere in ridicolo gli uomini, a farli impazzire e poi a mollarli. Connor la conosceva da tre mesi, ma era innamorato pazzo. Però, a un certo punto, senza ragione apparente, la signorina si è stancata. Lo ha piantato in asso due settimane fa, e si è fatta vedere subito dopo, a una festa, in compagnia di un altro uomo. Gli ha riso in faccia, lo ha umiliato pubblicamente. I suoi amici mi hanno raccontato tutto!» concluse Ingrid, scoppiando in lacrime.

    Sebasten aspettò che la donna si ricomponesse.

    «Lui l'ha pregata in ginocchio, ma quella non ha voluto nemmeno rispondere alle sue telefonate. Non le aveva fatto niente. Non ha retto al dolore. Non riusciva a dormire, allora è salito in auto, in piena notte, e si è schiantato contro quel muro» singhiozzò Ingrid, inconsolabile.

    Sebasten l'abbracciò, cercando di scacciare le sensazioni sgradevoli che quel racconto gli aveva suscitato. Il povero Connor doveva essere stato un burattino nelle mani di una donna senza scrupoli.

    «Tu mi odierai, quando saprai una cosa... de... devo ri... rivelarti...» balbettò Ingrid.

    «Non potrei mai odiarti, qualunque cosa tu dica» cercò di calmarla Sebasten.

    «Connor era il tuo fratellastro.»

    Sebasten non riuscì a trattenere un moto di sorpresa.

    «Ma... non è possibile!» esclamò, sconvolto.

    Ingrid si lasciò cadere sul divano e scoppiò di nuovo in un pianto dirotto. Balbettò qualche parola incoerente, mentre Sebasten la guardava incredulo.

    «Se Andros lo avesse saputo, mi avrebbe certamente fatto interrompere la gravidanza. Non avrebbe mai messo a repentaglio la propria reputazione e il buon nome della sua famiglia. Per questo ho troncato la nostra relazione, e sono tornata dopo diciotto mesi con il bambino. Ho confessato una relazione inesistente, dalla quale sarebbe nato Connor. Mi sono umiliata, pur di farmi accettare di nuovo da tuo padre. Alla fine, lui ha ceduto» disse, ritrovando per un istante l'orgoglio di quell'inganno riuscito.

    «Perché non me l'hai mai detto?» le chiese Sebasten. In pochi minuti, la morte di un amico si era trasformata nella perdita irreparabile di un fratello mai conosciuto. Ma Sebasten non poteva rimproverare Ingrid. Capiva bene perché lei aveva taciuto, in tutti quegli anni. Aveva avuto paura delle conseguenze. Per questo non aveva rivelato a nessuno la verità, amando in silenzio un uomo che non la ricambiava come lei avrebbe meritato.

    «Te lo sto dicendo adesso perché voglio che tu la faccia pagare a quella Liza Denton. Tu sei uno degli uomini più ricchi del mondo, e non voglio sapere come farai. Di sicuro hai delle conoscenze, degli amici influenti. Devi punirla per quello che ha fatto a Connor» mormorò Ingrid, aspra.

    «No. Sono un Contaxis, e ci tengo al mio onore» rispose lui, asciutto.

    Pochi minuti dopo, Sebasten lasciò la casa di Ingrid, senza degnare di uno sguardo i curiosi che lo fissavano attoniti. Quando si ritrovò da solo, sulla limousine, si versò un doppio whisky. Era pallidissimo e tirato. Nemmeno per un attimo aveva dubitato delle parole di Ingrid. Connor era suo fratello, e lui lo aveva incontrato solo un paio di volte, alle partite di polo, negli ultimi due anni. Avrebbe dovuto proteggerlo da se stesso, ma non ne aveva avuto la possibilità.

    Provò pietà per il dolore di Ingrid. Perfino dopo tutti gli anni trascorsi in Grecia, non aveva capito che l'onore e gli affari di famiglia sono cose da uomini.

    Maurice Denton fissò per un attimo lo sguardo fuori dalla finestra del suo studio, poi si girò verso la figlia. La sua espressione era severa.

    «Non posso giustificare il tuo comportamento» le disse.

    Lizzie era tanto pallida, che i suoi capelli sembravano ancora più rossi. «Non ti ho chiesto di... ho detto soltanto che... tutti noi possiamo commettere degli errori... Io uscivo con Connor...»

    «Ci sono dei limiti di decenza che non andrebbero mai oltrepassati, e tu li hai oltrepassati tutti. Mi vergogno di te!» esclamò l'uomo, con un'espressione di disgusto sul viso.

    «Mi spiace... mi spiace davvero...» singhiozzò Lizzie.

    «Ormai è troppo tardi, non ti pare? Quello che non ti perdonerò mai è di aver messo in imbarazzo mia moglie, in società. Ieri sera, Felicity e io avremmo dovuto cenare con gli Jurgens, ma l'invito è stato cancellato con una scusa banale. Quando tutti sapranno che la tua crudeltà ha letteralmente ucciso il giovane Morgan, anche noi due saremo considerati non graditi in società, proprio come te adesso.»

    «Papà...»

    «Hannah Jurgen voleva un gran bene a Connor. Molti, qui, gli volevano bene. Felicity si è molto dispiaciuta per la cancellazione dell'invito. A dire il vero, da quando i giornali scandalistici hanno cominciato a pubblicare i particolari di tutta la vicenda, Felicity non ha più chiuso occhio la notte. E tutto per colpa tua! Credi che sia un bene, per una donna incinta, vivere in questa atmosfera ed essere bandita dalla cerchia dei suoi amici, solo perché tu, tu e non lei, ti sei comportata male?»

    «Io ho solo interrotto la mia relazione con Connor. Non ho fatto niente di male. Non sono io la responsabile della sua morte. Aveva altri problemi, io non c'entro niente» si difese Lizzie. Tremava, perché non era abituata a essere trattata in quel modo da suo padre.

    «Stamattina, Felicity è andata a riposarsi un po' al cottage. Io voglio che mia moglie stia a casa con me. Il suo posto è al mio fianco. In questo momento, ha bisogno di cure, e la mia lealtà va innanzitutto a lei, e al bambino che deve nascere. Per questo ho preso una decisione che forse avrei dovuto prendere già molto tempo fa. Ho deciso di toglierti la tua rendita. Voglio che tu te ne vada da casa mia. Credimi, non è una punizione. Spero di non essere tanto sciocco da punirti per una cosa di cui non sei direttamente responsabile. Ma ormai è evidente che ti ho viziata troppo, al punto che non sei più capace di preoccuparti dei sentimenti di chi ti sta intorno.»

    «Non è vero!»

    «Temo di sì, invece. Forse la cosa migliore è mandarti da sola nel mondo. In questo modo, imparerai a cavartela. Questa è la cosa migliore che io possa fare per te. Basta con le feste di beneficenza,

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