Il fuoco prima dell'alba (eLit): eLit
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Sembra il perfetto cliché: l'attrice famosa che perde la testa per la propria guardia del corpo. Eppure, è ciò che accade alla sensuale Tessa Rose, che sta aspettando solo l'occasione perfetta per assaggiare quella passione proibita. Durante un blackout, grazie alla complicità dell'oscurità, si toglierà remore e vestiti. E Jonas, che fino a quel momento aveva tentato in tutti i modi di resistere al provocante invito, da preda diviene predatore. Tessa sarà sua, anche se solo fino all'alba
Samantha Hunter
Tra le autrici amate dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Il fuoco prima dell'alba (eLit) - Samantha Hunter
L’una di notte.
Philadelphia, Pennsylvania.
Jonas Berringer chiuse la porta d’ingresso del negozio di saponi Au Naturel. Per tutte le dieci ore in cui il locale era rimasto aperto, non aveva fatto altro che pensare al fatto di trovarsi lì da solo con la proprietaria, Tessa Rose.
Era una serata afosa e opprimente, come capitava spesso negli ultimi tempi lì a Philadelphia. Anche se, all’interno del negozio, per fortuna, l’aria condizionata rendeva il caldo molto più sopportabile. Le grandi mensole di legno erano cariche di saponette, creme e lozioni colorate e dalle fragranze più diverse. Alcuni cestini, disseminati in giro per la stanza in punti strategici, contenevano tester dei prodotti, monili d’artigianato locale e balsami per le labbra.
Un ambiente elegante e di classe, eppure al tempo stesso accogliente e caldo, proprio come Tessa, la proprietaria. Jonas tirò un respiro profondo e si sentì avvolgere dall’aroma di sandalo, arancia e vaniglia.
Il magazzino sul retro non era dotato di aria condizionata e una vampata di caldo soffocante lo investì non appena varcò la soglia.
Una parete era interamente occupata da una stufa con due fornelli, un piano di lavoro e un grande lavabo. Sull’altro lato della stanza c’erano un frigorifero per la conservazione del materiale deperibile e la scrivania dove Tessa si occupava della contabilità.
«Jonas» lo chiamò lei, i deliziosi occhi blu che scintillavano.
Ecco, il momento è arrivato, si disse lui. Erano settimane che tra loro la tensione continuava a crescere, mentre si studiavano con attenzione e curiosità, ma sempre mantenendo le distanze.
E adesso finalmente avrebbe colmato quella distanza una volta per tutte, pensò, avvicinandosi a Tessa. L’afferrò per la vita e la strinse a sé, senza preoccuparsi minimamente se le mani di lei erano ancora umide e scivolose per gli oli con cui stava lavorando.
«Jonas!» esclamò lei, scoppiando a ridere un istante prima che lui le coprisse la bocca con un bacio caldo e appassionato che esprimeva tutto il desiderio accumulato in quelle settimane.
La spinse all’indietro fino a bloccarla contro il tavolo appoggiato al muro. Tessa emise un gemito soffocato, stringendosi forte contro di lui e ricambiando il bacio con altrettanta passione.
Jonas le appoggiò il viso sulla spalla, sfiorandole il collo con le labbra. «Ti piace farmi impazzire, vero?» la accusò in tono scherzoso.
Tessa era sempre stata fuori dalla sua portata. Un frutto proibito e bellissimo. La figlia del capo. Ma trascorrere accanto a lei ventiquattro ore al giorno, sette giorni alla settimana, alla fine aveva abbattuto tutte le barriere che Jonas aveva costruito intorno a sé e mandato in fumo il suo autocontrollo.
«Ho fatto del mio meglio» sussurrò lei in risposta, un sorriso sensuale a illuminarle il viso. «Anche se cominciavo a credere che non ti saresti mai arreso. Tu e quel tuo autocontrollo di ferro!»
«Hai troppi vestiti addosso» borbottò Jonas a mezza voce.
Tessa sorrise di nuovo e si sfilò il camice che indossava sempre quando si metteva al lavoro nel laboratorio. Sotto portava un semplice abito giallo di una stoffa leggera, quasi impalpabile, con un paio di spalline sottili che lasciavano scoperta la pelle perfetta e delicata delle spalle. «Torno tra un attimo» gli annunciò a quel punto, lanciandogli un’occhiata seducente. «Devo andare a chiudere a chiave.»
Jonas, però, non sarebbe riuscito a resistere un momento di più senza toccarla. «Ho già chiuso io la porta. Vieni qui.»
«Sei così esigente...»
«Più che esigente, disperato» le sussurrò lui contro le labbra.
«Mi piace sentirtelo dire» mormorò lei, con un tono dolce e provocante che lo fece impazzire.
Ma Jonas si sforzò di controllarsi, cercando di tenere bene a mente che quella che aveva davanti era una donna che meritava di essere trattata con tutta l’attenzione e la delicatezza del mondo.
Un gemito gli sfuggì dalle labbra quando Tessa gli mordicchiò il labbro inferiore, rifiutando così a chiare lettere il suo approccio gentile.
«Lasciati andare, Jonas» lo invitò, passandogli le braccia intorno al collo.
Lui deglutì, quindi le passò le mani lungo le braccia sottili, senza mai smettere di fissarla con uno sguardo cupo e ardente di desiderio selvaggio. «Ti darò tutto quello che vuoi» le promise. «Tutto quello di cui hai bisogno.»
«Voglio solo te» replicò Tessa, mandandogli il cuore a mille.
Lui le appoggiò le mani sulle spalle e fece scivolare giù il vestito, scoprendole il seno. Restò a fissarla con gli occhi sbarrati, incapace di credere che una donna potesse essere davvero tanto bella. Le prese un capezzolo tra le dita, stuzzicandolo con delicatezza.
Tessa reclinò il capo all’indietro, le labbra carnose e del colore delle ciliegie appena dischiuse. Prese le mani di Jonas tra le sue e se le appoggiò sul seno. «Di più, ti prego» mormorò, irresistibile e sensuale come non mai.
L’erezione di lui si irrigidì ulteriormente, pulsante e imponente contro la cerniera dei pantaloni. La gentilezza che si era imposto all’inizio ormai era del tutto dimenticata. L’appartamento di Tessa era proprio sopra il negozio e il suo letto a pochi passi da lì, eppure a lui sembrava una distanza abissale. Doveva averla, e subito. Lì nel magazzino, come aveva fantasticato di fare milioni di volte.
Le sfilò del tutto il vestito e si avventò sulla sua bocca per un bacio quasi furioso e pieno di passione che lasciò entrambi ansimanti e senza fiato. Poi si allungò verso una mensola e afferrò un’ampolla di olio di mandorla, prima di far girare Tessa in modo che lei gli desse le spalle.
Baciandole il collo, si versò un po’ di olio sulle mani e prese a massaggiarle le spalle delicate, poi scese lungo la schiena e fino ai fianchi. Tessa si appoggiò contro di lui, il capo sulla sua spalla.
Quella donna era un capolavoro di sensualità, rifletté Jonas fra sé. Una scultura morbida e perfetta che stava prendendo vita al tocco delle sue dita.
Le massaggiò il seno, indugiando su quelle rotondità tenere e generose e strappandole un gemito.
«Di più, Jonas. Ti prego» si lamentò lei, voltandosi a guardarlo. Era in piedi davanti a lui, nuda tranne che per gli slip di satin, la pelle luminosa e scintillante per l’olio. «Non hai idea di quanto ti desideri» riprese Tessa, sfilandosi gli slip e offrendosi completamente alla sua vista.
«Forse invece un’idea ce l’ho» la contraddisse lui. Quando si fu tolto i jeans e la camicia, Tessa si strinse forte a lui, finalmente pelle contro pelle.
Jonas l’afferrò per i fianchi, premendola contro la sua erezione ormai fuori controllo. «Ti voglio, Tessa» riuscì a dire, il fiato corto.
«Allora prendimi» fu la risposta di lei.
Jonas scorse un barattolo di miele ancora aperto sulla mensola e gliene versò qualche goccia sul seno per poi chinarsi a leccarlo. Le unghie affondate nelle braccia di lui, Tessa inarcò la schiena e si abbandonò a quella bocca avida e irresistibile.
Poi Jonas la fece appoggiare contro il tavolo e le passò le mani nell’incavo delle ginocchia, costringendola ad allacciare le gambe intorno alla sua vita. La punta viva e pulsante della sua erezione sfiorò per un istante il sesso morbido e bagnato di Tessa.
«Jonas, ti prego» lo supplicò lei. «Adesso.»
«Non ancora... prendiamoci tutto il tempo che serve.» Per quanto la desiderasse, c’era qualcosa che lo disturbava. Persino la luce che entrava nella stanza aveva un che di strano. Si lanciò un’occhiata intorno per assicurarsi che fossero da soli.
Tessa, intanto, continuava a muoversi contro di lui, come se non avvertisse il minimo pericolo.
Ma il mio lavoro è proteggerla, rifletté Jonas. Per quel motivo si trovava lì, perché era la sua guardia del corpo.
C’erano state alcune minacce contro il senatore Rose e la sua famiglia, e Jonas si era dimostrato da subito più che felice di occuparsi della sicurezza di Tessa. A dire la verità, il fatto che non riuscisse a toglierle gli occhi di dosso per un istante l’aveva reso perfetto per quel lavoro.
Si guardò intorno ancora una volta. Niente sembrava turbare l’armonia di quel luogo e forse era soltanto lui a immaginare pericoli inesistenti.
Riportò l’attenzione sulla donna tra le sue braccia.
Bastò uno sguardo di Tessa per fargli perdere del tutto il controllo. Le mani strette sui suoi fianchi rotondi e sensuali, la sollevò per poter raggiungere la sua bocca e allo stesso tempo sprofondò dentro quel corpo morbido e accogliente con una spinta che gli tolse il fiato. Lei era calda, bagnata e incredibilmente eccitante.
Tessa inarcò la schiena e lo fissò negli occhi mentre Jonas si allontanava per poter affondare ancora una volta dentro di lei. Si mordicchiò il labbro inferiore e dal rossore che le imporporava le guance Jonas capì che doveva essere vicina all’orgasmo.
Trovò un ritmo costante e rimase a fissarla per non perdere neanche una sfumatura delle sue espressioni di piacere. I gemiti che le sfuggivano erano così sensuali da farlo impazzire. Si chinò e chiuse le labbra su uno dei suoi capezzoli eretti, quindi lo lambì con la lingua. Bastò quel piccolo tocco per spingerla all’apice del piacere.
Tessa gridò e reclinò il capo, mentre il suo sesso scosso dai sussulti dell’orgasmo si apriva e si stringeva intorno all’erezione di Jonas.
Lui avrebbe voluto condividere con lei quel momento, ma aveva bisogno di qualcosa di più. Iniziò a spingere più forte, penetrandola in profondità e concentrandosi soltanto sul calore del suo corpo e sulla morbidezza della pelle di lei sotto le dita.
Il piacere che aveva desiderato tanto a lungo era così vicino e intenso da essersi trasformato in una dolce e insopportabile tortura. Eppure, per qualche motivo, Jonas non era ancora riuscito a raggiungerlo.
Gli sembrava che tutto il suo corpo fosse avvolto dalle fiamme mentre affondava di nuovo dentro il sesso stretto e pulsante di Tessa, sull’orlo dell’orgasmo più incredibile di tutta la sua vita.
Lei lo fissava con espressione incuriosita. Il volto era disteso e sereno, ma lo sguardo era quasi distaccato. «Non credo che mio padre apprezzerebbe» disse all’improvviso, sorridendogli mentre si accarezzava il seno sodo e rotondo.
D’un tratto la vista di Jonas si oscurò e i contorni della stanza cominciarono a svanire a poco a poco. Anche il viso di Tessa si dissolse nel nulla, insieme al calore che gli aveva fatto avvampare il corpo fino a un istante prima. «No! Ti prego, aspetta...» gridò lui, allungando la mano per afferrarla.
La luce dorata che li aveva avvolti nei minuti precedenti si spense e Jonas si svegliò di soprassalto, tremante e irrimediabilmente solo.
Aprì gli occhi nell’oscurità più completa, sudato nonostante il getto dell’aria condizionata che lo investiva in pieno. Si girò sul fianco, cercando di ignorare l’erezione ancora palpitante che quel sogno aveva scatenato, insieme a un senso di vuoto e di solitudine che sarebbe stato molto difficile colmare.
L’idea di provvedere da solo al proprio piacere non gli parve un’ipotesi molto allettante. Non era un orgasmo che desiderava: era Tessa.
Doveva togliersi quella donna dalla testa o avrebbe finito per impazzire. Forse era la punizione che si meritava per essersi lasciato distrarre sul lavoro, rifletté. Era stato scelto per proteggerla, non per fare sesso con lei.
Avrebbe dovuto girare sui tacchi e fuggire dal negozio nel momento esatto in cui vi aveva messo piede. Non appena aveva posato gli occhi su di lei, infatti, era stato come se un incendio violento e incontenibile si fosse acceso dentro di lui. Jonas aveva avuto molte donne nella sua vita, ma mai nessuna che gli avesse fatto perdere la testa al primo sguardo. Nessuna come Tessa.
Il senatore Rose era diventato uno dei