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Colti alla sprovvista
Colti alla sprovvista
Colti alla sprovvista
E-book214 pagine2 ore

Colti alla sprovvista

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Info su questo ebook

“Il vero amore consiste nel desiderare il meglio per l’altra persona, anche quando il ‘meglio’ non include te…”

Dopo l'ultima tragedia, Allyson Smith ha deciso di rompere con il fidanzato milionario Dane. Pronta a lasciarsi il passato alle spalle e a ricominciare, si allontana, per un po', dal glamour di New York, preferendo le spiagge assolate delle Bahamas. Superare il passato, però, si rivelerà più difficile del previsto. 

Dane Prescott sa perfettamente che l'amore non si può comprare, ma la partenza di Allyson gli ha spezzato il cuore. È la prima volta, per lui. Determinato a riconquistarla, Dane la segue. Dopo una notte di passione, lei è di nuovo nel suo letto, ma è il cuore di Allyson che Dane rivuole indietro. 

Lontano da New York, e dai problemi, Dane riuscirà a dimostrarle che il loro amore è più forte di tutto?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita15 ago 2018
ISBN9781547541621
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    Anteprima del libro

    Colti alla sprovvista - Lexy Timms

    Indice

    Capitolo 1....................................................1

    Capitolo 2..................................................10

    Capitolo 3....................................................18

    Capitolo 4....................................................27

    Capitolo 5....................................................37

    Capitolo 6....................................................44

    Capitolo 7....................................................50

    Capitolo 8..................................................57

    Capitolo 9....................................................65

    Capitolo 10..................................................74

    Capitolo 11..................................................82

    Capitolo 12..................................................91

    Capitolo 13................................................103

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Never tell a lie

    Altre serie

    Capitolo 1

    Allyson Smith strinse tra le mani il biglietto aereo. Avrebbe ancora potuto girarsi e allontanarsi dal terminal, se avesse voluto. Avrebbe potuto attraversare le porte, uscire dall’aeroporto, chiamare un taxi e andarsene. Se ne sarebbe potuta andare da lì, avrebbe potuto ritornare a casa e ricominciare a sentirsi triste, sola e disoccupata.

    Scacciò via quei brutti pensieri, si avvicinò allo sportello per il check-in e diede il biglietto all’agente.

    L’agente controllò il biglietto e le sorrise. Buon pomeriggio e benvenuta, signora Smith. Grazie per aver scelto la nostra compagnia.

    Allyson si sforzò di sorridere. Il lavoro di assistente personale, che aveva svolto per anni, le aveva insegnato a mostrarsi sempre felice e gentile. A sforzarsi di apparire serena anche durante le giornate peggiori. Giornate come quella.

    Holly, sua cognata, era ancora in ospedale, dopo la brutta caduta della notte precedente. Un incidente che si sarebbe potuto evitare, se Allyson non fosse stata tanto egoista. Concentrata esclusivamente su se stessa. Nelle ultime settimane era stata assorbita dalla sua relazione con Dane. Adesso Holly si trovava in ospedale, in attesa di scoprire se avesse perso il bambino. Allyson aveva trascurato la famiglia, da quando aveva iniziato ad uscire con Dane. Probabilmente, però, i problemi erano iniziati ancora prima.

    Si era concentrata esclusivamente su se stessa anche al matrimonio del fratello. Quando tutti avevano scoperto che la sua relazione con Dane Prescott era una finzione, la madre l’aveva accusata di essersi messa al centro dell’attenzione durante la cerimonia del fratello. In tutta onestà, aveva ragione. Come aveva potuto comportarsi in quel modo? Che tipo di persona era diventata?

    Sbatté gli occhi e si sforzò di continuare a sorridere mentre tornava a concentrarsi sul presente. Dopo aver ultimato il check-in, Allyson raccolse tutte le sue cose e raggiunse il gate per l’imbarco. Sistemò il bagaglio a mano sotto ad uno dei sedili scomodi e si sedette, esausta. Non aveva dormito molto, la notte precedente.

    Allungò il collo per guardarsi intorno e notò un uomo alto con i capelli dorati. Il cuore le si strinse in una morsa dolorosa. Lo stomaco fece le capriole. Non poteva essere lui, giusto? Si impose di calmarsi. No. Non poteva essere lui.

    Dentro di sé, sperava con tutte le sue forze che fosse proprio lui.

    L’uomo si girò nella sua direzione. Non era Dane. Espirò, rendendosi conto di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo. Ovviamente non era lui. L’uomo che aveva di fronte era più vecchio, meno abbronzato e non altrettanto bello. Peggio, indossava un abito di tweed. Dane non l’avrebbe mai fatto, neanche se costretto.

    Fu sopraffatta dalla delusione e dal sollievo, contemporaneamente. Non era mai stata tanto confusa in tutta la sua vita. Aveva appena rotto con Dane. Era scappata via, lasciandolo senza parole all’ospedale. Sapeva di aver fatto la cosa giusta, ma, nonostante questo, il rimorso la tormentava.

    Gli aveva restituito l’anello di diamanti, di fidanzamento, ed era fuggita via dall’ospedale. Poi aveva deciso, impulsivamente, di usare le miglia accumulate nei viaggi precedenti per prenotare un volo per le Bahamas, allontanandosi, così, da tutti i guai che aveva combinato.

    Stava scappando, di nuovo. Scappava dall’uomo che amava, dalla famiglia che aveva ferito, dal lavoro che aveva compromesso.

    Sentì gli occhi bruciare e li chiuse, sforzandosi di ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire. Non osare piangere, disse duramente a se stessa. Non qui. Non in pubblico.

    Questo viaggio avrebbe dovuto aiutarla a rimettere in sesto la sua vita. A capire cosa fare in futuro. Aveva lasciato Dane ed anche il lavoro alla Prescott Global. Il resort in cui aveva prenotato aveva la connessione Wi-Fi che avrebbe usato, appena arrivata, per consegnare la sua lettera di dimissioni. Non aveva progetti per il futuro, ma di sicuro non avrebbe continuato a lavorare lì. In quel posto, tutto le avrebbe fatto pensare a Dane. All’uomo che amava ancora. La compagnia apparteneva alla famiglia di lui. Lei era stata l’assistente personale di Dane per anni. Non c’era altro che sapesse fare.

    Che cosa avrebbe fatto, quindi, in futuro?

    Un paio di ore dopo era seduta al suo posto, sull’aereo, accanto al finestrino. In quel posto angusto, le gambe iniziarono a farle male ancor prima di decollare. Nel periodo in cui erano stati insieme, si era abituata ai lussi della vita di Dane. Un volo in economy era molto diverso da un viaggio confortevole sul jet privato di lui.

    Il volo da New York a Nassau durò poco più di tre ore e, quando arrivò alla reception del resort, per fare il check-in, Allyson era esausta come non si era mai sentita in tutta la sua vita. Fisicamente e mentalmente.

    La stanza era accogliente ed il soggiorno confortevole. Non era una delle suite di lusso a cui ormai si era abituata, ma la camera era spaziosa e allegra, decorata con bellissimi fiori colorati.

    Si buttò sul letto enorme e si rannicchiò in posizione fetale. Una sensazione fredda e tagliente le attanagliò il cuore, ferendola nel profondo. L’aveva perso. Aveva rotto con l’uomo che amava, l’unico che l’avesse amata esattamente per quella che era.

    Si era fatta prendere dal panico, all’idea di sposarlo. Di vivere in quel mondo di decadenza e benessere. Era stato proprio attraverso quell’esitazione, però, che si era resa conto che non avrebbe mai potuto amare nessun altro tanto quanto amava Dane Prescott. Lui era l’amore della sua vita.

    Non era soltanto la Prescott Global a ricordarle di lui. L’intera città di New York la faceva pensare a lui. Ogni stadio, ogni ristorante, ogni appartamento di ogni grattacielo le avrebbe ricordato per sempre a cosa aveva rinunciato. Che cosa aveva perso. La Prescott, infatti, possedeva, in pratica, l’intera città e l’unico modo per risparmiarsi quella tortura era andarsene da New York.

    Sentì un nodo formarsi in gola. Le lacrime le riempirono gli occhi, poi scivolarono sulle guance ed atterrarono sulle lenzuola. In qualche modo, avrebbe dovuto superare quella rottura. Il dolore, però, era talmente forte, in quel momento, che non sapeva davvero come avrebbe fatto. Le faceva talmente tanto male il cuore che tutto il suo corpo ne risentiva.

    Fece un respiro tremante e singhiozzò disperatamente finché non si addormentò. Fu svegliata da qualcuno che bussava alla porta. Si alzò, nella stanza ormai immersa nell’oscurità, ed incespicò fino al soggiorno. Accese la luce e, finalmente, riuscì a raggiungere la porta della suite.

    Non aveva ordinato il servizio in camera, ma, forse, era qualcuno dello staff. Probabilmente si trattava soltanto di una persona che aveva perso l’orientamento e stava bussando alla porta sbagliata.

    Si stropicciò gli occhi, chiedendo, Chi è?

    Allyson? Per favore, apri la porta.

    Restò senza respiro e quasi dovette darsi un pizzicotto, riconoscendo quella voce familiare. Stava sognando, forse?

    Allyson? Per favore, apri. Sono io. Dane.

    * * *

    Deglutì rumorosamente. Doveva aver sentito male, ma la voce di Dane era inconfondibile. Che vuoi? Gli chiese senza fiato.

    Dobbiamo parlare. Lo stomaco iniziò a farle le capriole, quando sentì la voce profonda di lui. Il desiderio la pervase. Una parte di lei avrebbe voluto soltanto spalancare quella porta e baciarlo fino al sorgere del sole. L’altra parte, però, sapeva che era finita, tra di loro. Rimase in piedi, davanti alla porta, sentendosi persa.

    Mi hai seguito fino a qui? Le lacrime le rigavano le guance. Ti ho detto che è finita. Non puoi presentarti qui e costringermi a stare insieme a te.

    Non è di questo che voglio parlare.

    Doveva trattarsi di qualcosa di molto serio, se l’aveva seguita fin lì per parlarne. Si morse il labbro ed aprì la porta. Lo invitò ad entrare, andò in soggiorno e si sedette sul morbido divano di pelle.

    Scusa, ma non ho niente da offrirti. Non aspettavo visite, disse, con tono tagliente. Probabilmente sembrava perfida, in quel modo, ma era ancora sotto shock. Dane avrebbe dovuto trovarsi a migliaia di chilometri di distanza, invece era lì. Seduto sul divano, di fronte a lei. Era imponente, anche da seduto. Autoritario.

    Aveva un’aria molto mascolina, con addosso quel vestito nero costoso. Fortunatamente l’aria condizionata era accesa, in camera, perché fuori doveva fare molto caldo. Ai tropici era estate.

    So che sei arrabbiata, iniziò lui, ma ti ho seguito fino a qui perché Holly mi ha pregato di farlo.

    Corrugò la fronte, confusa. Perché avrebbe dovuto farlo? Sta bene? Ha avuto i risultati degli esami? Il terrore le strinse il cuore in una morsa, all’idea che Holly perdesse il bambino. Il bambino... Non riuscì a finire la frase.

    Holly sta bene, disse lui. Per adesso, stanno bene entrambi.

    Davvero?

    Lui annuì. Davvero, ma dovrà restare a letto per il resto della gravidanza. Non a causa della caduta, ma perché la sua è una gravidanza ad alto rischio, qualcosa del genere.

    Holly stava bene. Quindi il bambino sta bene, almeno per ora? Il sollievo la pervase. Allora perché ti ha detto di seguirmi? Era terrorizzata all’idea che Holly ce l’avesse con lei. Forse l’aveva mandato lì perché la sgridasse da parte sua.

    Sei scappata via. Abbiamo provato a contattarti per ore, ma non hai risposto a nessuno...

    Ne avevo tutto il diritto, ribatté lei. Ho il diritto di prendermi una pausa da tutto quanto. Non sono obbligata a rispondere al telefono.

    È vero, è un tuo diritto, ma, quando ho capito che stavi lasciando il Paese, Holly si è spaventata, le spiegò. Ha pensato che forse... tu... potessi farti del male.

    Che cosa? Sentì una fitta nel petto. Non farei mai niente del genere.

    Ho provato a dirlo sia a lei che a tuo fratello, ma erano troppo preoccupati, Allyson. Disse. Poi sono arrivati i tuoi genitori e si sono preoccupati ancora di più. Sono preoccupati per te dal giorno del matrimonio di tuo fratello. Ho provato a tranquillizzare anche loro, ma non ci sono riuscito perché, sinceramente, ero preoccupato anche io. La tua famiglia pensa che ti comporti in modo molto impulsivo, ultimamente, per questo hanno pensato al peggio.

    La sua famiglia aveva davvero pensato una cosa del genere. Come se non la conoscessero affatto. Forse anche lei non li conosceva, in fondo.

    In effetti era stato un gesto impulsivo, decidere di partire senza avvisare nessuno. Non riusciva a pensare lucidamente, quando era scappata via. Aveva deciso che sarebbe stato meglio lasciare in pace Holly invece di restare e continuare a causarle problemi. Tra il cuore spezzato ed i sensi di colpa non aveva pensato che avrebbe potuto farla preoccupare, con quel comportamento. Aveva dato per scontato che la cognata non tenesse più a lei.

    Strinse i pugni, affondando le unghie dolorosamente nei palmi. Le mancò il respiro, quando pensò alla povera Holly. Per fortuna, il bambino stava bene. La caduta, però, era stata davvero traumatica, soprattutto perché causata da un orribile gruppo di giornalisti appostati lì per lei, non per Holly. La cognata era stata l’unica a rimetterci. Nei mesi successivi sarebbe stata costretta a letto e avrebbe trascorso tutto quel tempo a preoccuparsi per la salute e la sicurezza del bambino.

    Come hai fatto a trovarmi? Gli chiese all’improvviso.

    Lui alzò le spalle. Non è stato difficile. Hai utilizzato l’account professionale, ho ricevuto le email di notifica del volo e della prenotazione. Quando ho chiesto di te alla reception, mi hanno dato subito il numero della tua stanza.

    Lei grugnì. Per un attimo, ho pensato che mi avessi fatto seguire da un investigatore privato.

    Non ti avrei trovato così velocemente, anche se l’avessi fatto. Le sorrise, nel tentativo di far sorridere anche lei.

    Allyson, però, non era dell’umore adatto per sorridere. Allora... come è andata? Eri in ospedale, quando hai ricevuto le email di notifica, te ne sei andato, hai preso il tuo jet privato e mi hai seguito fino a qui?

    Lui annuì. Praticamente sì.

    Il tuo potere è quasi spaventoso. Fece un sospiro pieno di frustrazione.

    Normalmente non mi sarei comportato così, Allyson, le disse dolcemente mentre il sorriso scompariva e l’espressione seria ritornava sul suo viso. Aveva quasi la faccia di quando faceva affari. Avrei rispettato la tua decisione, ma la tua famiglia era davvero molto preoccupata e l’unico modo per tranquillizzarli era trovarti e controllare che stessi bene.

    Che casino, commentò lei. Holly è in ospedale, ma, invece di pensare a sé, si preoccupa per me. Ricacciò indietro un singhiozzo che minacciava di uscire. Sono un’egoista.

    Lui restò seduto, in silenzio, senza tradire alcuna espressione. Non l’aveva mai visto così distante. Completamente distaccato e lontano. Come se non gliene importasse più. Era comprensibile, tra l’altro. Le aveva chiesto di sposarlo e, dopo meno di una settimana di fidanzamento, lei gli aveva restituito l’anello. Per questo lo capiva, se adesso la odiava.

    Telefono a tua madre per dirle che stai bene. Prese il telefono dalla tasca della giacca. So che hai detto di volerti prendere una pausa, ma penso che dovresti parlarle. Si tranquillizzerà, se sentirà la tua voce.

    Lei annuì.

    Fece il numero e si portò il telefono all’orecchio. Signora Smith? Sono Dane Prescott. Sì, l’ho trovata. Sta bene. Passò il telefono ad Allyson. Vuole parlarti.

    Lei si schiarì la gola e prese il telefono. Ciao, mamma! Si sforzò di sembrare allegra. Se la madre avesse sospettato che fosse triste per Dane, probabilmente avrebbe dato di matto.

    Allyson! Urlò la madre. Stai bene?

    Sì, sto bene, le rispose. Non preoccuparti.

    Quando tuo padre ed io siamo arrivati in ospedale, e abbiamo scoperto che te n’eri andata, ci siamo preoccupati molto, le disse la madre. Oh, tesoro. Perché sei scappata in quel modo?

    Inspirò a fondo. Era l’ultima conversazione che avrebbe voluto avere, in quel momento. Era salita su un aereo, lasciando la città, proprio per evitarla. Ho pensato che a Holly servisse un po’ di spazio. Tutto qui.

    "Beh, Holly ha detto che i giornalisti sono saltati fuori all’improvviso. È sicura che fossero lì per te e Dane. È successo qualcosa, tra di voi? Per

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