La pedagogia inclusiva di Sergio Neri: Le colonie, la Charitas
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Il volume di Serenella Dalolio documenta invece come non sia per niente una forzatura discutere della “pedagogia inclusiva” di Sergio Neri. Certo, inizialmente i termini di Sergio sono altri: richiamano l'idea di inserimento, propugnano l'integrazione, rivendicano i diritti dell'uguaglianza e della diversità degli handicappati. Ma costruiscono fin dall'inizio, con lucidità e coerenza, il progetto di una società dell'inclusione in cui donne e uomini tutti, a partire dalle persone con disabilità, possono sviluppare appieno le loro singolarità nel contesto di una comunità fattivamente accogliente, attenta al contributo delle famiglie e delle istituzioni, legata ai valori dell'ambiente.
L'autrice documenta puntualmente la storia dell'azione educativa e della parallela riflessione pedagogica di Sergio Neri nel decennio dai primi anni '60 ai primi anni '70: l'incontro con la pedagogia attiva francese, la progettazione e la realizzazione di un modello innovativo di colonia di vacanza, la conduzione dell'Istituto Charitas...
Il volume è concreto ed essenziale come Neri lo avrebbe sicuramente voluto: si muove attraverso la narrazione di fatti, la presentazione di documenti, la raccolta di testimonianze. Costituisce una raccolta preziosa di materiali attorno ad un pedagogista che nella ricerca dell'inclusione vera ha costruito la sua esperienza educativa.
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Anteprima del libro
La pedagogia inclusiva di Sergio Neri - Serenella Dalolio
Fiorino
Patrocini e contributi pedagogici
Colophon
La pedagogia inclusiva di Sergio Neri
-Le colonie, l'Istituto Charitas-
di Serenella Dalolio
Contributo di Andrea Canevaro
Edizioni Il Fiorino - via Emilia Est 1741/C, Modena
I edizione: 18 ottobre 2020
ISBN 9791220208956
Immagine di copertina Soggiorno estivo, 1974
di Lauro Venturi
Copertina di Silvano Scolari
Quarta di copertina di Luigi Guerra
Ebook a cura di Emanuela Zibordi
tag: pedagogia, storia, inclusione, colonie estive, disabilità, Sergio Neri, Charitas, Mirandola, Modena
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Il libro
All'inizio e durante la maggior parte del percorso di educatore e di pedagogista di Sergio Neri la parola e il concetto di inclusione, così come si presentano nella riflessione pedagogica contemporanea, non erano ancora stati pienamente messi a punto.
Il volume di Serenella Dalolio documenta invece come non sia per niente una forzatura discutere della pedagogia inclusiva
di Sergio Neri.
Certo, inizialmente i termini di Sergio sono altri: richiamano l'idea di inserimento, propugnano l'integrazione, rivendicano i diritti dell'uguaglianza e della diversità degli handicappati. Ma costruiscono fin dall'inizio, con lucidità e coerenza, il progetto di una società dell'inclusione in cui donne e uomini tutti, a partire dalle persone con disabilità, possono sviluppare appieno le loro singolarità nel contesto di una comunità fattivamente accogliente, attenta al contributo delle famiglie e delle istituzioni, legata ai valori dell’ambiente
L'autrice documenta puntualmente la storia dell'azione educativa e della parallela riflessione pedagogica di Sergio Neri nel decennio dai primi anni '60 ai primi anni '70: l'incontro con la pedagogia attiva francese, la progettazione e la realizzazione di un modello innovativo di colonia di vacanza, la conduzione dell'Istituto Charitas... Il volume è concreto ed essenziale come Neri lo avrebbe sicuramente voluto: si muove attraverso la narrazione di fatti, la presentazione di documenti, la raccolta di testimonianze. Costituisce una raccolta preziosa di materiali attorno ad un pedagogista che nella ricerca dell'inclusione vera ha costruito la sua esperienza educativa.
Luigi Guerra
Indice
Patrocini e contributi pedagogici
Colophon
Il libro
Indice
Premessa
Introduzione
Parte prima - Sergio Neri va in colonia
1 - Il viaggio in Francia
1.1 Il Gemellaggio
1.2 Lo scambio
1.3 Sergio Neri e i CEMEA
1.4 La nascita dei CEMEA
1.5 Sergio alla colonia di Saint’Hilaire
2 - Le colonie in Italia
2.1 La cura e la salubrità
2.2 Gli anni del fascismo
2.3 Le colonie fasciste modenesi
2.4 Il secondo dopoguerra
2.5 Le colonie della pontificia assistenza
2.6 Le colonie montane modenesi della Gioventù Italiana
2.7 Le colonie degli industriali modenesi
2.8 Le colonie della Lega dei Comuni democratici
2.9 L’analisi AAI – Amministrazione Aiuti Internazionali
3 - Sergio Neri direttore di colonia di vacanza
3.1 Critica alla colonia tradizionale
3.2 Il Comune di Mirandola. Quel salto di qualità
3.3 La sperimentazione a Dogana Nuova
3.4 La Bamby
3.5 Un primo bilancio
3.6 La formazione del personale
3.7 Sergio Neri in Commissione Regionale
Parte seconda - Sergio Neri al Charitas
4 - L’Istituto Charitas di Modena
4.1 La fondazione
4.2 I Convitti Mons. Gerosa
e Vita Serena
4.3 La scuola speciale Charitas 1965
4.4 Il metodo
4.5 Le accuse
Contributo di Andrea Canevaro
5 - La Ristrutturazione
5.1 Il Regolamento Speciale
5.2 Servizio sociale e Servizi pedagogici
5.3 Le modifiche al regolamento speciale
5.4 Incurabili?
5.5 I progetti accolti
5.6 Sergio Neri esperto in problemi pedagogici
5.7 La riorganizzazione direttiva
6 - Sergio Neri direttore colonie Charitas
6.1 L'incarico
6.2 In colonia con bambini normali
6.3 In colonia con solo
i ragazzi del Charitas
6.4 Il resoconto degli educatori
6.5 Il rientro in Istituto
Parte terza - Sergio Neri e i soggiorni di vacanza
7 - Il Comune di Modena
7.1 Le scuole dell’infanzia di Modena
7.2 Il tempo pieno e il doposcuola
7.3 I soggiorni di vacanza
7.4 H a scuola e in vacanza
7.5 Sergio Neri in Regione
8 - Il turno di vacanza di Sergio Neri
8.1 L’inizio del turno
8.2 L’organizzazione per gruppi
8.3 I momenti fissi della giornata
8.4 La veglia
8.5 Il Grande Gioco
8.6 L’esplorazione del territorio
8.7 Le grandi feste
In(con)clusioni
Fonti
Indice delle immagini e documenti
Donazione
Ringraziamenti
L’autrice
Questa è un po’ la storia, non è una gran storia,
semplicemente ho lavorato sempre con gruppi in difficoltà.
Sergio Neri
A mia madre
Premessa
Ho conosciuto Sergio Neri a Modena nel 1974, era docente nel corso per Educatori della Regione Emilia Romagna con stage residenziale ad Arpuilles in Val d’Aosta. Da quel momento Neri è stato il basso continuo della partitura pedagogica della mia vita: sono stata dipendente comunale con Sergio consulente pedagogico; fu lui a presiedere la prima riunione della scuola dell'infanzia di mia figlia; mi formò per il concorso magistrale; con lui mi confrontai sulla mia tesi di laurea in pedagogia; lo rincontrai nel ruolo di genitore nella scuola dove insegnavo e negli ultimi anni come vicino di abitazione. Alla sua scomparsa ho pianto, così come si piange un Maestro.
Ora, a vent'anni di distanza da quel 18 ottobre 2000, vorrei rendere omaggio a Sergio Neri, e CON lui, a tutti coloro che, con passione, hanno creduto in una pedagogia inclusiva, rimboccandosi le maniche per farla diventare un diritto.
Neri mi diceva: Scrivimi un articolo che si legga mentre cuociono gli spaghetti perché la gente di scuola non ha tempo
. E, proprio perché mi riecheggia la sua voce, ho pensato di fare un libro di breve lettura e CON ampie testimonianze, che comunque evochi, in ogni sua pagina, quel concetto di intelligenza collettiva che Sergio aveva nel cuore e che sapeva così sapientemente tradurre in parole e prassi.
Introduzione
Questo testo si sofferma prevalentemente su un decennio della storia di vita di Sergio Neri che si colloca nella fase iniziale del suo percorso pedagogico di direttore e consulente. Un decennio, tra il 1963 e il 1972, segnato da un agire collettivo che accompagna e amplifica quelle trasformazioni sociali di cui Sergio è attore e protagonista insieme agli amici, agli scout, agli educatori, agli insegnanti, ai politici e agli amministratori.
Anni caldi e belli
li chiamerà molto tempo dopo Sergio quando, direttore dell’Osservatorio del Ministero della Pubblica Istruzione sull’Integrazione scolastica delle persone in situazione di handicap, riavvolgerà il nastro della propria vita professionale in un’intervista [1] particolarmente significativa. Anni che coinvolgono un territorio di relazioni che si configura come comunità d’intenti: Mirandola, la città di Pico, trama di un’operosità che ho inteso racchiudere nel gesto del rimboccarsi le maniche, in quel darsi-da-fare che origina dal coltivare la terra e le relazioni, dall’essere produttori di coltura e cultura; Modena, capitale Estense e capitale della gestione sociale, [2] artefice di una politica educativa di rilevanza internazionale.
Un territorio comunale e regionale accomunato da persone, fisiche e giuridiche, con il coraggio di pensare e agire in grande, in cui la pedagogia e l’educazione hanno sempre avuto un ruolo di primo piano: la pedagogia come regione ontologica dell’essere; [3] l’educazione, ex-duco -ti conduco fuori- come responsabilità di tutta la comunità. Tra il 1963 e il 1972 quel coraggio, cor-agio = agire col cuore, coinvolse ogni singolo cittadino in una sorta di patto generazionale in cui ci si rimboccava le maniche per creare un presente e un futuro migliori.
In questo contesto Sergio Neri fu pedagogista che, metaforicamente, seppe vedere il bosco nel suo insieme ed ogni singolo albero; e tra gli alberi quelli storti e quelli forti, perché per lui la diversità è sempre stata un valore e una risorsa.
Nel 1963 Neri partecipò come monitore dell’Amministrazione del Comune di Mirandola nello scambio con Villejuif, la città francese gemellata. Da quel soggiorno, insieme a un gruppo di dieci ragazzi mirandolesi in una colonia estiva sull’Atlantico, seppe accelerare e dare una direzione a quel processo collettivo di cambiamento che, insieme ad amministratori ed educatori e cittadini, produsse una rottura nel concetto stesso di colonia.
Il 1965 fu l’anno di svolta per le colonie del Comune di Mirandola, [4] il 1972 per il Comune di Modena. [5] Le nuove parole saranno: casa di vacanza, inserimento handicappati, integrazione.
Perché Sergio Neri tra il 1970 e il '72 fu direttore pedagogico all’Istituto Charitas di Modena, marcando quell’attenzione per i ragazzi disabili che sarebbe diventata la sua cifra identificativa.
Note
[1] Intervista a Sergio Neri in S. Nocera, Il diritto all'integrazione nella scuola dell'autonomia, Erikson, Trento 2001
[2] L.Selmi, La gestione sociale nella scuola dell'infanzia di Modena, tesi di laurea in Pedagogia, Università di Bologna, relatore M. Barbagli, a.a. 1972/73
[3] P.Bertolini, L'esistere pedagogico, ragioni e limiti di una pedagogia fenomenologicamente fondata, La Nuova Italia, Firenze 1988
[4] Intervento di Maria Ettori, consulente pedagogica del Comune di Mirandola, in L'impegno della regione E.R. per la realizzazione di nuovi soggiorni estivi di vacanza per l'età evolutiva, Atti del Convegno Bologna 27-28/1/1973
[5] Soggiorni vacanza. Programma delle attività 1972, Oggetto 2000 Delibera del Consiglio Comunale, Comune di Modena, prot.392/Istruzione, 20/4/1972
Parte prima - Sergio Neri va in colonia
"Tutte le sere intorno al fuoco
un incontro in cui ogni educatore raccontava.
Era ancora un po’ un mondo di scout". [1]
Quando Sergio iniziò ad occuparsi di colonie aveva dentro di sé l’imprinting di appartenenza al gruppo scout ASCI. Associazione Scout Cattolici Italiani di Mirandola. In quei sei anni della sua adolescenza aveva condiviso il valore della responsabilità verso gli altri, aveva appreso abilità manuali di vita all’aria aperta e assunto il ruolo di Akela, capogruppo dei lupetti
. [2]
Era già un maestro di scuola elementare di ruolo che aveva insegnato due anni in Sardegna ed ora aveva la cattedra nel territorio di Mirandola. Condivideva i principi della pedagogia attiva e ne ampliava il dibattito con il Gruppo Lodi della Fondazione Umanitaria di Milano.
Il suo tempo scorreva prevalentemente tra Mirandola, [3] San Felice e Gavello; e certe notti in piazza Castello, a parlare con gli amici, con la voglia di costruire il futuro. Nel 1961 aveva fondato, con l’amico Fulvio Pellacani, il circolo culturale intitolato a Piero Gobetti, con iniziative rivolte a tutti i mirandolesi. Avevano scelto Gobetti perché era morto giovane e per loro ventenni incarnava l’emblema della sinistra democratica.
Sergio continuava a fare e a studiare. Iscritto a Pedagogia all’Università di Bologna, volle dedicare la sua tesi di laurea [4] alle colonie come istituzioni residenziali temporanee. Vi riportò la sua esperienza di soggiorno in Francia e le innovative sperimentazioni effettuate con il Comune di Mirandola. Si laureò nell’a.a. 1966/67 con il prof. Giovanni Maria Bertin a cui è oggi intitolato il Dipartimento di Scienze dell’Educazione Unibo. Di lì a poco Franco Frabboni, nella sua ricerca sulle colonie di vacanza come espressione del tempo libero, scriverà: Nelle analisi che verremo svolgendo sui 'modelli' tradizionali di colonie climatiche, e relativamente alle ipotesi di trasformazione delle stesse secondo linee psicopedagogiche 'alternative', il lavoro di Neri costituirà per noi una 'fonte' e un referente di controllo per le 'idee' che esporremo assai prezioso
. [5]
Note
[1] Intervista a Sergio Neri in S. Nocera, op.cit.
[2] S. Zerbini, F. Balboni, E. Monari, Sergio Neri, uno scout pedagogista, Mirandola Grafic Center, Mirandola (MO) 2015
[3] N. Borelli, La scuola della Quadarlina sembrava una grande famiglia, in L’indicatore Mirandolese, n. 17 settembre 2017, pag. 17
[4] S. Neri, Le colonie in Italia ed in Francia e l’azione dei C.E.M.E.A per la formazione del personale educativo e per il loro rinnovamento, tesi di laurea in Pedagogia, Università di Bologna, relatore G.M. Bertin, a.a.1966-67
[5] F. Frabboni, Tempo libero infantile e colonie di vacanza, La Nuova Italia, Firenze 1971, pag. 101, nota 51.1 Il gemellaggio
1 - Il viaggio in Francia
Il periodo successivo alla seconda guerra mondiale fu caratterizzato da forti iniziative per consolidare l’amicizia tra i popoli europei. I gemellaggi tra città di stati diversi, sanciti dal giuramento di fraternità, consentirono di approfondire la reciproca conoscenza attraverso scambi educativi, culturali, turistici e commerciali.
1.1 Il Gemellaggio
Il gemellaggio tra il Comune di Mirandola (MO) e la Mairie di Villejuif, città della banlieu parigina, fu siglato nel 1958. [1] Alcuni mirandolesi erano emigrati a Villejuif per motivi di lavoro, gli opifici legati alla costruzione delle automobili Renault in quegli anni richiamavano molta manodopera. [2]
L’Amministrazione Comunale di Mirandola sentì il bisogno di non perdere il contatto con i propri concittadini migranti e iniziò un lungo sodalizio con la municipalità di Villejuif, facilitato dalla comune appartenenza politica al partito comunista.
Note
[1] Villejuif s’est jumelée avec une ville Hongroise et une ville Italienne, Bulletin Municipal, Villejuif, aout-septembre 1958. Collection Archives communales de Villejuif.
[2] Italiens a Villejuif, l’Affaire de plus, Bulletin Municipal, Villejuif, Avril 2008. Collection Archives communales de Villejuif.
1.2 Lo scambio
In quell’estate del 1963 a Mirandola fervevano i preparativi per lo scambio. [1] Dieci ragazzi sarebbero partiti per Villejuif con tappa a Parigi e permanenza nella colonia marina di S. Hilaire; nello stesso periodo dieci ragazzi francesi sarebbero stati accolti a Mirandola [2] con biciclettate, gita a Venezia e vacanza nella colonia Bamby a Pinarella di Cervia.
L’anno precedente il viaggio in Francia era stato guidato dall’Ispettore di Polizia Ulisse Taddia. Nel 1963 il Comune di Mirandola diede l’incarico a Sergio Neri, riconfermandolo anche per il 1964.

Note
[1] V. Piva, Che avventura quei viaggi in Francia, in L’indicatore Mirandolese, Periodico di informazione del Comune di Mirandola, numero 17, settembre 2017, pag. 19
[2] Si ringrazia il Comune di Villejuif, nella persona di Christophe Pain, per l’invio dei documenti e per l’autorizzazione alla pubblicazione.
Documenti. Gemellaggio Villejuif-Mirandola