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Vincolato alla Terra
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E-book365 pagine5 ore

Vincolato alla Terra

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Info su questo ebook

Arenato nel vecchio West del diciannovesimo secolo, un alieno deve sopravvivere su quel pianeta violento e fare ritorno al suo pianeta natale per distruggere i suoi nemici mortali e vendicare la propria gente.

Durante un'incursione in un accampamento Comanche salva Anna, un'alta donna guerriera.I due diventano amici e compagni, e i loro destini per sempre intrecciati.Si ritrovano insieme fra le praterie del Texas del XIX secolo, le case chiuse della New Orleans dell'epoca della Guerra Civile, il Proibizionismo degli anni '20, la Grande Depressione, e la vastità dello spazio.

Riusciranno a sopravvivere alle avversità della storia, l'ostilità dei loro vicini del sud e la Guerra Civile, e a tornare al suo pianeta natale e compiere la sua vendetta?

LinguaItaliano
Data di uscita27 gen 2021
ISBN9781071585535
Vincolato alla Terra

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    Anteprima del libro

    Vincolato alla Terra - Mari Collier

    Capitolo 1: Fame

    La folla avanzò con forza, agitando mazze e bastoni. Le grida di rabbia e disperazione mosse dalla fame scoppiarono dalle loro gole. Avevano bisogno di cibo per loro, per le loro famiglie. Se non avessero trovato del cibo, la vendetta sarebbe stata la sua sostituta, perché sarebbero morti per la fame o per mano degli odiati soldati britannici.

    Tre uomini si fermarono sulla loro strada. Uno era un cittadino, che faceva da guida agli altri due. Se la diede prontamente a gambe. La sua paga come guida non ricopriva adeguatamente quella situazione pericolosa. Uno, un signore alto e dai capelli rossi, con indosso abiti eleganti e su misura e begli stivali, fece un passo in avanti, uno sguardo sereno in volto, mentre puntava il dito indice verso la folla in avvicinamento. L'altro era il suo servitore, un enorme ragazzo dai capelli scuri, con indosso degli abiti scuri. Fissò la calca ed iniziò ad indietreggiare, le sue mani che si aprivano e chiudevano a formare dei pugni. Questa è follia, pensò il ragazzo. Sono troppi. Anche la mia grande forza non basterà a fermarli.

    L'uomo che puntava un dito verso la folla realizzò troppo tardi che la sua mente non sarebbe riuscita a penetrare nessuna delle menti delle persone di fronte a lui ed uno sguardo perplesso si affacciò sul suo volto. Lasciò che la propria mente si infiltrasse fra la folla, finché non trovò qualcuno da controllare.

    Devi attaccare la persona al tuo fianco, comandò la sua mente. L'ordine mentale giunse troppo tardi.

    L'uomo che aveva ricevuto l'istruzione mentale si fermò, inclinò indietro la propria mazza, ed iniziò a farla oscillare ferocemente contro l'uomo al suo fianco. La folla continuò ad avanzare e lo abbatté. Con un ruggito, gli uomini inferociti attaccarono l'intruso dai capelli rossi, gli abiti eleganti e gli strani occhi color rame.

    Le urla per il cibo e le grida che incitavano a cercare la sua borsa si alzarono da alcuni membri del gruppo. Altri iniziarono ad inseguire il ragazzo che fuggiva lungo la strada. Quelli erano troppo deboli a causa della fame ed il ragazzo era troppo forte e dagli arti lunghi.

    Il ragazzo incespicò nella locanda in cui erano alloggiati e raccontò, ansimando, la storia di un signore che stava morendo. Venne inviato un uomo ad informare il prete locale. Quindi il prete inviò un messaggio al suo Signore. Nel tardo pomeriggio un gruppo di uomini a cavallo raggiunse la strada di campagna e recuperò il corpo spogliato e maciullato dello straniero.

    Il corpo venne riportato al villaggio e sua Signoria inviò un uomo fidato a parlare con il giovane di nome Llewellyn. Nessuno si sorprese quando scoprirono che il giovane se n’era andato e la stanza era stata sgomberata.

    Erano due stranieri impegnati in una strana missione, il proprietario della taverna rassicurò il servitore del Signore. Hanno chiesto se fosse passato di qui un altro uomo dai capelli rossi con gli occhi ramati e le pupille cerchiate d’oro. L’uomo ha posto domande sui cimiteri locali. Voleva controllare le lapidi, è così. Il suo oro era buono, comunque. Il servitore del gentiluomo aveva un forte accento. Probabilmente viene dall’altra parte dell’acqua. Il proprietario si schiarì la gola prima di osare porre una domanda ad un uomo così importante.

    Pensate che siamo in pericolo, per via delle folle che si aggirano qua intorno?

    Sua Signoria ha inviato un messaggio urgente alla brigata appostata a pochi chilometri da qui. Sono sicuro che risponderanno alla sua richiesta d’aiuto.

    Quello non basterà a calmare tutte le persone. Non possono mangiare né vendere le loro patate marce. Il proprietario del pub capiva perché le folle affamate si aggirassero per quella parte d’Irlanda. Comunque, era preoccupante.

    Vero, ma il 1842 sarà un anno migliore per il raccolto rispetto agli ultimi due. Fino ad allora saremo protetti. Fateci sapere se il giovane servitore dovesse tornare. Si voltò ed uscì dallo stabilimento fumoso.

    Probabilmente è tornato a casa di corsa o si è imbarcato verso il nuovo mondo, borbottò il proprietario. In nome di Dio, si chiese, perché qualcuno sano di mente sarebbe rimasto in Irlanda in quel momento?

    Capitolo 2: Libertà

    Llewellyn sedeva sotto ad uno sperone di roccia, uno scudo contro la nebbia, riflettendo sulle proprie opzioni. Il fatto che fosse Maca di Don, amministratore ereditario di un continente del pianeta Thalia, non aveva più importanza per questi esseri terrestri di quanta ne avesse per i justiniani che avevano sconfitto Thalia. I terrestri credevano che avesse ventuno anni, ma ne aveva quasi sessantatré secondo i dati a bordo della Dorata, quando aveva controllato, circa trenta giorni prima dello sbarco. Di tutti i luoghi che avevano controllato e scannerizzato in cerca di segni dell’approdo di Toma, Ricca, il justiniano, aveva ritenuto che quel pianeta possedesse delle aree in cui le persone avevano i capelli rossi e gli occhi marroni. Ricca aveva ipotizzato che quegli esseri potessero avere l’abilità di evolversi in creature simili ai justiniani. Col tempo, questi terrestri avrebbero potuto rimpinguare il patrimonio genetico dei justiniani. Era possibile che Toma, il justiniano mancante, fosse giunto alla stessa conclusione. Non c’era alcuna traccia della Dorata di Toma, ma non c’era nessun altro pianeta abitabile che corrispondesse alle codifiche dei cristalli che Toma aveva lasciato nelle banche di conoscenza dei justiniani. Avevano investigato altre due nazioni, poi avevano raggiunto quella che chiamavano Irlanda. Ricca aveva lasciato quell’area come penultima perché l’Irlanda era un disastro economico. C’era un’altra terra, gli Stati Uniti, che era una vasta area di spazio vuoto e città dal brutto aspetto. La sua popolazione sparsa indicava che ogni ricerca lì sarebbe durata degli anni. La ricerca a Londra aveva mostrato la possibilità che ci fossero piccoli gruppi di persone sparpagliati per l’Europa e l’Asia, ma era improbabile che Toma avesse deciso di soffermarsi in quei luoghi.

    Llewellyn sapeva che Ricca aveva progettato di abbandonarlo su quel pianeta. Fino a quel momento, Ricca lo avrebbe usato come servitore. Era anche il modo che aveva Ricca per evitare il contatto mentale con quelle creature primitive, cosa che gli causava dei mal di testa. La realizzazione che non fossero i modi primitivi del pianeta ad infastidire Ricca, ma il fatto che molti di quegli esseri potessero chiudere le loro menti contro la sonda mentale dei justiniani, provocava a Llewellyn un’immensa soddisfazione.

    Il mix di geni thaliani-justiniani di Llewellyn gli aveva conferito l’abilità dei justiniani di comunicare mentalmente e la capacità di entrare nella mente di qualcun altro. Ricca gli aveva insegnato a controllarlo mentre erano a bordo della Dorata per impedirgli di uccidere qualche membro dell’equipaggio di Krepyon. Il krepyon che aveva vomitato, umiliato di fronte a Llewellyn, era stato un incidente. Il kreppie (come li chiamavano i thaliani) lo aveva colpito e lui aveva reagito con la mente invece che con i pugni. Sapeva che Ricca lo avrebbe rinchiuso se avesse utilizzato i pugni. Llewellyn non sapeva come avesse fatto ad incanalarsi direttamente nella mente del kreppie.

    Ricca gli aveva insegnato la comunicazione mentale, a costruire muri nella propria mente quando aveva bisogno di privacy o contemplazione, e come indirizzare la propria mente in quella di altri. Come Ricca, Llewellyn non era riuscito ad accedere alle menti di tutti gli esseri terrestri che avevano incontrato. Aveva immaginato che fosse a causa della propria giovinezza o del fatto che le sue abilità fossero inferiori a quelle di un justiniano purosangue. Aveva realizzato che neanche Ricca potesse accedere alle loro menti quando un locandiere, nell’ultima città, li aveva imbrogliati, e Ricca non era neanche riuscito a farsi rimborsare con il comando mentale. Quella sera Ricca aveva avuto un feroce mal di testa, e Llewellyn sorrise al ricordo.

    Avrebbe dovuto essere abbandonato per completare la sentenza inflittagli quando aveva appena ventuno anni. I justiniani negavano la possibilità che potesse nascere un mutante da genitori provenienti da diversi pianeti, eppure lui esisteva. Non permettevano che gli esseri che vivevano sui pianeti che controllavano credessero o insegnassero che i mutanti potessero esistere. Per liberarsi di un problema imbarazzante e della confutazione dei loro insegnamenti biologici, i justiniani lo condannarono all’isolamento. Aveva passato gli ultimi quarant’anni nell’oscurità. I thaliani avevano bisogno di toccare, abbracciare, giacere con qualcuno, e lui non aveva avuto nessuno!

    Ricca aveva detestato l’idea di affidare il denaro ad un servitore. Le usanze nella sua terra decretavano che un gentiluomo non si sporcasse mai le mani con i soldi. Altri soldi avrebbero potuto essere creati sulla Dorata se avesse conosciuto le procedure adeguate. La nave spaziale, gestita da quattro krepyon, si trovava sul lato oscuro della luna della Terra, dove i telescopi primitivi terrestri non sarebbero riusciti a vederla. Il Ricognitore della Dorata era stato nascosto attentamente poco lontano da lì. Era sorvegliato da due krepyon nel caso che un passante curioso ci si fosse imbattuto.

    Llewellyn avrebbe potuto comprare un passaggio su una nave verso quelle nuove terre se avesse avuto più soldi e oro dalla Dorata. Se avesse tentato di farsi assumere come marinaio su una delle navi che salpavano per le Americhe, temeva che avrebbe finito per uccidere uno di quegli esseri terrestri prima di arrivare. Aveva visto alcune delle brutalità che i marinai sopportavano durante i viaggi su questo pianeta. Se avesse avuto in suo possesso il Ricognitore, avrebbe potuto volare fino a quel luogo chiamato America e trovare un posto in cui nascondersi, ma si sarebbe comunque ritrovato senza soldi in terra straniera. C’era anche la possibilità che i kreppie eseguissero una scansione alla ricerca del Ricognitore e riuscissero a localizzarlo. Se anche li avesse evitati, sarebbe morto lì. Senza Ricca, i kreppie erano comunque inclini ad ucciderlo. Se la Dorata fosse stata sua, c’era sempre la possibilità che sopravvivesse abbastanza a lungo da ottenere l’informazione necessaria dai cristalli della conoscenza a bordo della nave per tornare sul suo pianeta e completare la vendetta di sua matre contro i justiniani. Sua matre aveva distrutto il pianeta Justine. Lui avrebbe distrutto il Rifugio Justine e Thalia sarebbe stato libero. Ma sarebbero rimasti tutti sogni finché non fosse riuscito a procurarsi la Dorata.

    Quando si avvicinò alla caverna la notte aveva appena avuto inizio. Scendeva una leggera nebbiolina, cosa che sembrava succedere la maggior parte del tempo in Irlanda. Tre quarti di luna gareggiavano con una nuvola per dominare lo spazio, e in quel momento stava vincendo la nuvola. Llewellyn estrasse il com manuale dalla valigetta. Era nascosto all’interno della bussola elaborata. Aprì il coperchio per accedere alla funzione audio.

    Sono stato inviato per recuperare il resto dei soldi. Ricca si sta riposando prima della vigilia. Doveva essere sembrato plausibile perché il kreppie chiamato Aloyed, con tono nitido e veloce, rispose.

    Devi attendere all’esterno. Uno di noi te li porterà. Il com rimase in silenzio.

    Nel giro di un paio di minuti, la voce tornò, Perché non è venuto il dorato Ricca?

    Te l’ho detto, si sta riposando. I pensieri primitivi della popolazione gli fiaccano la mente.

    Il com si zittì di nuovo. I cespugli si aprirono e comparve il kreppie, lanciando occhiate in tutte le direzioni. Non osava mostrare la pelle verdastra e marrone del suo volto, con squame sulle guance, agli esseri terrestri. Indossava il tipico abbigliamento aderente di una creatura spaziale ma, in quanto krepyon, la sua uniforme era verde chiaro.

    Questi sono tutti i soldi e l’oro che abbiamo portato con noi. Il Magnifico ha detto se dovremmo ordinarne ancora?

    Sì, proprio così, dato che non abbiamo trovato alcuna traccia di Toma. Llewellyn allungò una mano come per prendere la valigia offerta, e invece afferrò la testa e il collo del kreppie e torse. Aloyed morì senza far rumore.

    Llewellyn estrasse l’arma dalla fondina del kreppie, sollevò il corpo inerte e lo trasportò fino al Ricognitore. Apparve Quaten sulla soglia. Cos’è successo?

    Prendi. Llewellyn lanciò il cadavere a Quaten.

    Quando Quaten barcollò e cadde, Llewellyn si allungò e tirò il corpo esile verso di sé. Con una rapida torsione del collo, il corpo di Quaten si unì a quello di Aloyed nella parte posteriore del Ricognitore. Llewellyn recuperò la valigetta prima di entrare e si sedette sul sedile del navigatore.

    Attese per un’ora che l’oscurità calasse sulla Terra prima di impennarsi verso l’alto. La maggior parte della popolazione lì sotto dormiva di notte e non avrebbe visto la striscia dorata che si sollevava dalla Terra. Anche due dei kreppie a bordo del velivolo sarebbero stati addormentati, perché lavoravano a turni. Era impossibile che deludessero Ricca nell’accudire la Dorata. Era possibile che fossero in tre a dormire, perché non c’era alcun pericolo da parte di un veicolo spaziale terrestre.

    Dopo l’attracco, lasciò i corpi all’interno del Ricognitore e raggiunse di corsa l’ascensore. Le pareti ricurve ed il pavimento emanavano un leggero bagliore bluastro. Lo sorprese il ticchettio prodotto dalle scarpe terrestri sul pavimento di metallo. Una volta entrato nell’ascensore, si sfilò le scarpe. Il silenzio era essenziale dato che aveva deciso che, prima di tutto, avrebbe preso il controllo del Centro di Comando. Lì avrebbe trovato uno o più kreppie ancora svegli. Se i kreppie fossero stati vigili, avrebbero dovuto sapere che qualcuno era tornato con il Ricognitore, ma nessuno aveva inviato una richiesta vocale.

    Era come se Gar, che la sua gente chiamava Creatore, avesse benedetto i suoi sforzi. Llewellyn venne attraversato da un’ondata di trionfo quando entrò nel Centro di Comando e vide il kreppie addormentato riverso sopra al pannello di controllo. La vendetta fu dolce quando torse un altro collo. Quello era per tutta la sofferenza che i kreppi avevano inflitto su Thalia e per i danni che avevano causato a suo fratello maggior Lamar quando avevano rimpicciolito il suo braccio destro e preso il suo seme. Con espressione severa, Llewellyn marciò lungo il corridoio verso i dormitori. Lì il bagliore bluastro proveniente dalle pareti era più tenue, come se fornendo meno luce potessero simulare la notte. Uno dei kreppie si era vantato del fatto che suo padre fosse morto tentando di impedire alla matre di Llewellyn, LouElla, di scappare dall’asteroide. Aveva tratto un piacere particolare nel rendere miserabile l’esistenza di Llewellyn e riportare false accuse contro di lui. Ricca lo aveva messo a tacere. Un justiniano sapeva quando un krepyon mentiva. Nessuna delle tre stanze era chiusa a chiave. Llewellyn entrò in ognuna delle stanze e compì l’atto fisico di uccidere gli altri. Li avvolse nelle loro coperte ed afferrò altre tre coperte prima di proseguire.

    Avvolse il corpo nel Centro di Comando in una delle coperte. Avrebbe dovuto pulire lì dentro, nelle stanze, e nel Ricognitore. Non gli importava. Aveva tempo. Presto tutti e sei i corpi fluttuavano all’esterno e cadevano verso il basso, incendiandosi all’ingresso nell’atmosfera della Terra.

    Ricca gli aveva insegnato a pilotare la Dorata all’interno di un’orbita gravitazionale, ma non la matematica e l’utilizzo di sistemi necessari per mappare le rotte stellari. Finché non avesse acquisito la conoscenza necessaria per volare fra le stelle, sarebbe rimasto intrappolato. Lui e la Dorata avevano bisogno di un rifugio in cui quel pianeta violento non avrebbe tentato di distruggerli; un luogo che fosse silenzioso e lontano da occhi indiscreti e ricercatori di curiosità. Percorse il pianeta in lungo e in largo lasciando che gli scanner geologici sondassero la zona sottostante. Quindi fuggì dietro alla luna mentre i dati venivano scaricati, e dormì.

    Quando si fosse svegliato, avrebbe trovato le zone migliori e poi avrebbe iniziato il processo per selezionarne una in cui seppellire la navicella prima di iniziare una nuova vita. Realizzò che ci avrebbe impiegato delle settimane, forse anche di più, per nascondere una cosa tanto grande quanto questo velivolo. La creazione di una nuova vita avrebbe richiesto anche più tempo.

    Capitolo 3: L’Uomo della Montagna

    Zebediah L. MacDonald stava sorvegliando la baracca di legno e si spinse il cappello all’indietro, sui capelli lisci e scuri. Come molti degli edifici nell’America di frontiera, l’edificio sgangherato era composto da tronchi, tavole piatte e pietre. I costruttori avevano usato l’argilla come calce, poi l’argilla, le tavole piatte e il camino erano stati imbiancati. Come fosse possibile che nessuna delle violente tempeste di vento e pioggia avesse abbattuto la struttura era ancora un grosso mistero. Un cartello inciso e segnato dal tempo proclamava TAVERNA, le lettere dipinte con vernice nera ormai sbiadite. La N era quasi del tutto cancellata da una larga spaccatura. Magari lì avrebbero avuto della birra, pensò. Quel pensiero era puro ottimismo. Gli americani sembravano preferire il whiskey o il rum in quelle terre selvagge.

    Sentì delle urla dall’interno mentre annodava i legacci al palo d’ancoraggio.

    Maledetto olandese! Hai imbrogliato con quel re.

    Mentre attraversava la porta, sbatté ripetutamente le palpebre per combattere l’oscurità fumosa. Quattro uomini sedevano ad un tavolo sbilenco giocando a whist ed era l’uomo tozzo con i lunghi capelli biondi a parlare.

    Col cavolo. Non ho bisogno ti nascontere una carta qvando gioco mitt idioti come foi!

    L’uomo dai capelli rossicci si alzò con un balzo, e con le mani lanciò il tavolo verso l’ultimo uomo che aveva parlato. Come se fosse tutto programmato, gli altri due si alzarono e si spostarono di lato, estraendo i propri coltelli Bowie. Erano uomini di frontiera alti e slanciati, vestiti in modo semplice.

    L’uomo che stavano attaccando era più basso, col fisico muscoloso e tozzo. Indossava abiti in pelle scamosciata e mocassini. Si dimostrò abbastanza agile da evitare il tavolo ed estrarre il proprio pugnale Bowie. Si accucciò, le braccia leggermente estese, e il suo sguardo si indurì.

    Per un attimo i tre uomini si fermarono, sorpresi dalla sua rapidità. Quindi si separarono per attaccarlo da più fronti.

    MacDonald lanciò loro un’occhiata, alzò le spalle al pensiero di perdere l’occasione di bere una birra, e si mosse alle spalle di uno degli uomini. Il suo pugno nodoso si scontrò con la testa dell’uomo, e quello crollò sul pavimento.

    L’uomo al bar stava gridando ed agitando un vecchio moschetto contro di loro. Andatevene, bastardi, tutti fuori. Voialtri non potete distruggermi il locale.

    L’uomo biondo in pelle scamosciata si era sporto in avanti per colpire i propri avversari. Uno degli aggressori si fece avanti con le sue braccia più lunghe. L’uomo più basso si allontanò roteando, si voltò ed affondò il Bowie nel fianco dell’uomo, sfilando via la lama e voltandosi per affrontare l’uomo successivo. Si raddrizzò e fissò la scena. L’uomo stava scalciando ed il suo volto diventava sempre più rosso mentre un uomo gigantesco lo stringeva intorno alle braccia e gli spremeva l’aria dal petto. L’altro uomo era disteso sul pavimento. Il proprietario del locale stava ora puntando il suo moschetto contro il gigante. Il suo pugnale attraversò l’aria e finì direttamente nella spalla del proprietario.

    Il moschetto saltò verso l’alto e la pallottola colpì le travi del soffitto. Quindi la pallottola e dei trucioli di legno ricaddero a terra. Il ruggito del moschetto, tuttavia, fece voltare il gigante, il quale lasciò cadere l’uomo che stava schiacciando.

    Sembra che anche lui facesse parte del complotto per derubarti. La voce tonante del gigante era intrisa di sorpresa.

    Ja, certo, probabilmente li ha assunti lui. Du mitt loro?

    Oh, no, io volevo soltanto comprare una birra.

    Il biondo scosse il capo. Maledetto sciocco, avresti potuto farti ammazzare. Raggiunse il proprietario che si teneva uno strofinaccio sporco contro la spalla e cercava di trovare un’altra pallottola da infilare nel moschetto.

    L’uomo della montagna strappò il moschetto dalla mano dell’uomo e il Bowie dalla sua spalla. Un grido riecheggiò per la piccola stanza.

    Qvesto lo lascerò fuori. Du puoi preoccuparti dei tvoi amici. Con uno scatto della testa indicò i tre uomini più o meno coscienti.

    A MacDonald disse, Se du non zei mitt qvesti tizi, ti conviene venire mitt me.

    C’era qualcosa nei suoi duri occhi blu, nella sua postura da guerriero competente, e nella sua sicurezza maschile che sembrò conquistare il rispetto del grosso uomo. Indirizzò un cenno del capo al proprietario ferito e seguì l’altro uomo all’esterno.

    Du conosci qvesto paese?

    No, sono appena arrivato.

    L’uomo sbuffò. Ci avrei scommesso, vestito cozì. Du sembri un ragazzo di città in cerca d’avventura. Cavalchiamo per un po’, poi ci presenteremo.

    Si fermarono in un boschetto di frassini e querce vicino ad un grosso torrente impetuoso, ingrossato da una precipitazione estiva. L’uomo biondo cavalcava un robusto cavallo marrone e conduceva due muli carichi di trappole e attrezzatura da campeggio. Smontò da cavallo e legò le redini al tronco di un albero, e MacDonald fece la stessa cosa.

    Rimasero per un momento ad osservarsi l’un l’altro, quindi venne tesa una mano dorata.

    Io sono Herman Rolfe e danke, ah, crazie. Uno contro tre, erano tropi. Un sorriso gli illuminò il volto e gli occhi.

    Gli occhi marroni di MacDonald mostrarono un’espressione divertita e ricambiò il sorriso stringendogli la mano. Io mi chiamo Zebediah L. MacDonald. Desiderava tanto poter usare il nome Llewellyn, Maca di Don, ma quello sarebbe dovuto rimanere nascosto come la Dorata.

    Vuoi dire dofe stai andando o du vuoi tenertelo per te?

    Non sono sicuro. Pensavo di raggiungere il Texas. Dicono che sia un bel posto per un uomo.

    Du sai come attraversare territorio dei pellerossa?

    Ho una cartina che ho comprato a St. Louis.

    Gli occhi blu lo osservarono per qualche secondo. Du finirai per farti ammazzare, ragazzo. Ragioniamoci un po’. Si lasciò cedere sui talloni e MacDonald lo seguì immediatamente.

    Rolfe afferrò un rametto dal terreno e lo utilizzò per disegnare una mappa approssimativa. Noi ziamo qui, zirca. Per arrivare in Texas, du devi attraversare il Missouri e il Territorio Indiano o l’Arkansas. Poi, a seconda ti dofe vai, du attraversi zone del Texas non ancora colonizzate. C’è Kiowa, Osage, Platte, Choctaw, Cherokee, le tribù Comanche, e Apache. Tutti loro assaltano per rubare cavalli o per qvalunque dannato motifo. La maggior parte di Cherokee sono più come noi, ma c’è sempre un mucchio selfaggio. Se ti fermano, forranno qvalcosa per lasciarti passare o prenderanno tuo scalpo e tuo cafallo. Potrebbero farlo comunque, se non sai come efitarli. Poi ci sono uomini in fuga dalla legge. Alcuni sono pericolosi, alcuni vogliono soltanto essere lasciati in pace.

    MacDonald deglutì. Non si era addestrato come un Guerriero Thaliano per stare fra i primitivi. E non conosceva neanche questo territorio, ma la Dorata era sepolta in profondità nella terra del Texas. Aveva passato dei mesi in cerca di un luogo sicuro e poi altri mesi allargando un tunnel ed una caverna che potessero contenere la navicella spaziale. Aveva svolto tutti gli scavi durante la notte, lontano dagli occhi indiscreti di chiunque potesse cavalcare in quella zona. Non aveva visto nessuno. Sembrava essere una terra libera, ma quest’uomo gli stava dicendo che delle persone vivevano lì.

    Aveva preso uno dei Ricognitori e lo aveva nascosto vicino ad una piccola città. Lì aveva acquistato degli abiti che non gli andavano bene. Llewellyn aveva cambiato il proprio nome ed aveva affittato una stanza prima di assumere una donna che gli rammendasse i pantaloni e le camicie. Gli aveva anche fornito dei calzini lavorati a maglia ed un calzolaio aveva creato gli stivali che stava indossando. Solo allora aveva comprato un cavallo, una sella, e l’equipaggiamento che gli era stato consigliato dal proprietario del negozio per un viaggio solitario attraverso le pianure. In qualche modo avrebbe dovuto possedere il territorio sotto la cui terra giaceva la Dorata.

    Rolfe lo osservò. Io zono cacciatore di pellicce. Sono diretto a nord, verso Fort Larmaine. Qvando sarà abbastanza freddo, sistemerò le mie trappole. Per qvesto ho i due muli carichi. Il mio partner non verrà con me, perché si è sposato. Ti insegnerò come cacciare e sopravvivere. Prendi dieci percento dei profitti.

    Sono grato per la tua offerta, ma non ho idea di quanto sia o di quanto tempo ci vorrebbe.

    Dipende dal mercato delle pellicce. Qvest’anno non troppo buono, ma ho guadagnato abbastanza da risparmiare zirca mille dollari. Qvesto dopo la divisione dei guadagni. Qvesto significa che du faresti zirca cento dollari.

    Quanto tempo ci vuole? Ricordava quanto si fossero assottigliate velocemente le sue risorse.

    Zirca zei mesi.

    Quindi sarebbero circa sedici dollari al mese.

    Gli occhi blu si indurirono. Ja, ma è una paga dannatamente buono, ed io fornisco l’equipaggiamento. Du potresti rimanere in vita ed imparare a sopravvivere. Io insegno te come fare. Gli unici più bravi di me sono i pellerossa. E ti do anche la sbobba.

    Vide il volto di MacDonald che si accigliava. Cibo, ragazzo. Du non capisci americano?

    Non sapevo cosa avevi detto. E non conosce le paghe da queste parti.

    Rolfe sospirò. Se guadagniamo bene e du impari in fretta, arrivo al quindici percento. Ma du compri cappotto e coperte che ti servono. Una volta che saremo nelle praterie, io posso uccidere un bufalo. Se abbiamo tempo lo conceremo per fare tenda calda.

    La mente di MacDonald rimase sconvolta dalle sue parole. Quest’uomo non avrebbe permesso alla mente di MacDonald di accedere alla sua. Era ovvio che, se avesse voluto fare ritorno alla navicella spaziale, avrebbe avuto bisogno di soldi per sopravvivere ed avrebbe dovuto imparare le vie degli uomini su quella terra.

    Così è più giusto. Mi guadagnerò il mio quindici percento. Sorrise e si alzarono entrambi in piedi.

    Ora stringiamoci la mano.

    Nessuno dei due uomini tentò di mostrare la propria forza nella stretta. Rolfe perché sapeva che il grosso uomo/ragazzo era più forte. MacDonald perché non aveva bisogno di comprovare ciò che era ovvio.

    Ti insegno anche deutsche. Il tedesco. Sorrise. Ora cavalchiamo fino alla prossima città dove puoi comprare qvello che ti serve. Mi assicurerò che non ti imbroglino.

    Esitò per un secondo. "Posso chiamarti Mac? È meglio di ragazzo se du lavori mitt

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