Il piccolo Buddha e le sue nove vite: Le anime antiche celate dietro le lune dei gatti

Di Sahar Löwe

“IL PICCOLO BUDDHA E LE SUE NOVE VITE”
“Chi, anche solo per un’istante, non si è perso nella pace di questi occhi così profondi?"
Il gatto legge in te con lo sguardo degli Dei.
E’ cosi, in un modo alquanto originale, che l’autrice, in questo libro vi porterà ad esplorare, non solo la vera essenza del gatto, cogliendone scrupolosamente gli aspetti più spirituali e mistici, bensì sconfinando al di là del tempo e dello spazio, attraverso racconti, realmente accaduti, per poi indossare le vesti da detective, in giro per il mondo, alla ricerca di “impronte” lasciate da queste “piccole” divinità;
dimostrando così, il loro infinito potenziale, lontano dall’essere un semplice animale da compagnia.

Questo libro è perfetto per gli amanti dei gatti di ogni età. Età di lettura: da 9 anni.

• Lingua: Italiano
• Editore: Sahar Lowe
• Data di uscita: 9 feb 2021
• ISBN: 9791220262521

Anteprima del libro

Frontespizio

Sahar Löwe

Il Piccolo Buddha e le sue nove vite

Le anime antiche

celate dietro le lune dei gatti

ISBN: 9791220262521

Indice

Frontespizio

Indice

Citazione

Dedica

Introduzione

1. Il legame Magico con gli Dei e la spiritualità

2. Il gatto è forse l’animale che vanta più leggende in assoluto

3. L’eclisse del gatto

4. Il ritorno trionfante del Gatto

5. Stessa sorte

6. Ma quante vite ha il Gatto?

7. Le nove avvincenti vite del Gatto

8. Il gatto, musa di grandi scrittori, pittori e uomini d’intelletto

9. Paese che vai, Gatto che trovi

10. Curiosità da Guinness

11. Il mio prode gatto

12. Quell’amore gratuito che fa la differenza…

13. Ciò che è invisibile per noi, non lo è per il gatto

14. Adottare un gatto allunga la vita

15. Perché amo i gatti

16. Le sentinelle dell’amore

Conclusione

Citazione

What sort of philosophers are we, who know absolutely nothing of the origin and destiny of cats?

(Ma che razza di filosofi siamo, che non conosciamo nulla dell’origine e del destino dei gatti?)

(Henry David Thoreau)

Dedica

Dedicato a chi non ha facoltà di leggere,

ma che ha occhi grandi e profondi,

capaci di toccarti l’anima.

Introduzione

Una Luna e due facce così profondamente diverse…

Eppure, c’è stato un tempo dove la terra ne aveva due, poi le lune si fusero e il gatto cadde sul tetto.

E’ in questa realtà che intendo accompagnarvi nell’universo oscuro del gatto preferendo esplorare la loro buddità, la loro benefica presenza, e riportare così alla luce la vera essenza del felino, che non è un semplice animale da compagnia…

Che cosa custodisce il gatto nelle sue pupille ipnotiche?

Quali segreti e quante vite si trascinano dall’antichità?

Buona Introspezione

1. Il legame Magico con gli Dei e la spiritualità

S

inuoso, elegante, attraente e perfino incantatore, tanto da catturare l’interesse della potente Bastet, la Dea egiziana, simbolo di femminilità e sensibilità; nonché custode dei bambini, e ben presto anche dei gatti e di tutti coloro che se ne sarebbero preso cura.

La Dea trovava i gatti di una bellezza fatale, non solo per l’aspetto divino, ma ne ammirava quell’alone misterioso, quel loro essere avvolti da un’ombra imperscrutabile.

La Dea, credeva che la magnificenza del gatto, rispettasse il canone della bellezza ideale, dando nascita all’uso del Kajal.

Ben presto, tutte le donne Egizie iniziarono a truccarsi delineando di scuro, il contorno degli occhi, simulando lo sguardo ammaliatore del felino.

Figura 1. Come Cleopatra, la regina più intrigante della storia Egizia

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Meno conosciuta è la Dea Myeou, che prende il nome dal suono onomatopeico miao, dalla quale pare abbia origine il significato della parola gatto.

Come Bastet, Myeou, adorava i gatti e passava molto tempo a contemplare questi meravigliosi esseri.

La Dea era convinta che gli occhi dei gatti, trattenessero i raggi della luce del sole, per poter così vedere nelle oscurità delle tenebre.

Ecco perché, ancora oggi, si pensa che il gatto veda meglio di notte.

Pensate che questi animali erano così venerati nell’Antico Egitto, che se moriva un gatto di famiglia, tutti i membri facentene parte, si rasavano le sopracciglia in segno di lutto; il corpicino esamine del gatto, veniva poi mummificato e successivamente disposto a fianco della salma del loro padrone deceduto.

Un trattamento che di certo, non aveva niente da invidiare a quello dei Faraoni!

Nei pressi del Cairo, non molto tempo fa, nel 2017, in una missione archeologica, furono rinvenute nelle necropoli, alcune sepolture di gatti imbalsamati, risalenti a oltre 4000 anni fa.

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Figura 2. Il primo ritrovamento nella necropoli di Saqqara.

Quando collochiamo il gatto nella storia, il collegamento con il popolo egiziano è pressoché immediato, siamo stati tempestati dalle immagini della Dea Bastet, il famoso e raffinato gatto nero.

In realtà, i gatti, grazie agli spostamenti dei mercanti viaggiatori, furono conosciuti e amati anche lontano dalla valle del Nilo; molte altre civiltà hanno trattato con profondo rispetto e reverenza questo felino, come ad esempio i paesi Arabi, dove il gatto fu preso talmente in simpatia che insieme al cavallo, diventò sacro; maltrattare un gatto era ed è tuttora, considerato un grave peccato nella cultura Islamica.

Qui, il gatto è l’unico animale che può entrare e gironzolare indisturbatamente per le Moschee.

In India, c’è la Dea Shasti, divinità felina, raffigurata con la testa di gatto;