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GIOVANI E ANZIANI - Storie di ieri e di oggi per una convivenza possibile
GIOVANI E ANZIANI - Storie di ieri e di oggi per una convivenza possibile
GIOVANI E ANZIANI - Storie di ieri e di oggi per una convivenza possibile
E-book82 pagine53 minuti

GIOVANI E ANZIANI - Storie di ieri e di oggi per una convivenza possibile

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Info su questo ebook

Giovani e anziani. Due categorie considerate spesso incompatibili e che

possono invece convivere con il reciproco rispetto e a patto di qualche

rinuncia da parte di entrambi. Negare una soluzione a questa questione

vorrebbe dire fomentare una "guerra fra poveri" che, alla fine, non fa

il bene di nessuno.
LinguaItaliano
Data di uscita22 feb 2021
ISBN9791220320580
GIOVANI E ANZIANI - Storie di ieri e di oggi per una convivenza possibile

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    Anteprima del libro

    GIOVANI E ANZIANI - Storie di ieri e di oggi per una convivenza possibile - Aldo Polo

    L’Autore

    Racconti

    Giovani e anziani (come dire: Renzi e Bersani)

    Giovani e anziani. Due categorie diverse e talvolta incompatibili ed inconciliabili. Due mentalità che spesso fanno a pugni fra di loro, anche in politica…

    Renzi contro Bersani. E leggevo tempo fa su un quotidiano che Renzi, con la sua fissa della rottamazione degli anziani, aveva fatto arrabbiare persino D’Alema che non ci pensava nemmeno un istante ad essere messo in pensione da un ragazzino (al suo confronto Renzi è così). Il nostro Baffetto poteva essere considerato anche forse un po' aristocratico per il modo elegante del suo incedere e del suo linguaggio. Per quelle pause e quei sottintesi, sottolineati da un’espressione talora divertita e talora incantata , del suo viso. Ma – lo si deve dire – quel politico che assomigliava un po' al moschettiere D’Artagnan, era ed è un signore. Non si era mai comportato in modo scortese o maleducato o grezzo, come invece Renzi, da ultimo, aveva fatto nei suoi confronti ed in quelli di un’intera generazione. Per quanto Matteo fosse un rottamatore anche di qualcuno di età poco superiore alla sua. Lo aveva fatto con il buon Enrico che si era visto togliere la sedia dal culo senza quasi accorgersene e che gli aveva dovuto passare, obtorto collo, il simbolico campanello del governo.

    Quello fra questi due contendenti è uno scontro generazionale. Che – se ci pensiamo bene – si allarga e rischia di avviare un processo pericoloso che mette contro occupati e disoccupati, maschi e femmine, persone perbene e bulli, anziani appena andati in pensione e giovani che, forse, non ci andranno mai.

    E allora che fare contro queste contraddizioni e contrapposizioni che rischiano di creare una guerra fra poveri? Lasciarla proseguire facendo il gioco di chi, potendo continuare ad accumulare guadagni e dividendi, si compiace di questa assurda lotta e diventa il terzo che gode? Bene - dice – finchè quei due sono impegnati a litigare, almeno non se la prendono con me! ed intanto io posso continuare a curare i miei interessi ed a fare profitti."

    L’unica cosa auspicabile è forse quella di mettersi ad un tavolo e riflettere per trovare una soluzione concordata che possa favorire una alleanza e una pacifica convivenza fra queste diverse categorie. Che spesso – talvolta a loro insaputa – fanno parte di un’unica classe che condivide gli stessi problemi ed ideali.

    Non ci sono risposte facili a problemi difficili .

    Così si era espresso Pierre Carniti quando, prima di diventare Segretario generale, era ancora il capo dei metalmeccanici della C.I.S.L. Ed allora converrebbe a tutti – come dicevo – sedersi ad un tavolo e cercare delle risposte. Magari complicate, ma che possano – mediante rinunce reciproche - essere poi condivise.

    In questi ultimi anni, gli anziani, grazie alle loro piccole (in maggioranza), ma per loro sufficienti pensioni, hanno spesso aiutato economicamente i figli, magari disoccupati o con lavori precari, a sbarcare il lunario. Lo hanno fatto magari anche sostenendoli nella cura dei loro figlioletti, esibendoli dal pagare la babysitter per coprire quelle ore nelle quali loro non potevano esserci. E in tanti altri modi.

    E, sempre gli anziani, hanno da ultimo anche pagato per il congelamento della rivalutazione delle loro pensioni o per i prelievi fatti sulle stesse dal governo per raccogliere risorse e superare la crisi d’oggi.

    Beh, se ai nostri figli serve ancora qualche altro aiuto, saremo pronti a darlo. Ma anche loro dovranno – una volta per tutte – capire che i tempi sono cambiati e che loro non potranno certamente avere quelle condizioni di crescita sociale ed economica che hanno avuto i loro genitori. Siamo stati più fortunati di loro? Certo, ma intanto il mondo è cambiato e già oggi, forse, e certo in futuro, con lo stipendio di una persona, si dovrà poter lavorare in due. E accontentarsi piuttosto che non ricevere nulla. In altre parole, lavorare meno (e guadagnare meno) per lavorare tutti. Un’alternativa che non va bene per quei giovani supertitolati (laureati masterizzati) perlopiù rampanti che, con la aspettativa di meritarsi superstipendi, vorrebbero, in pochi, prendersi metà della torta e lasciare la maggioranza degli altri giovani a spartirsi l’altra metà.

    Lavorare meno, lavorare tutti

    E’ uno slogan ricco di significati che, per gli operai metalmeccanici sindacalizzati degli anni ’80, conteneva la formula per uscire dalla crisi. Crisi che , dopo il periodo d’oro degli anni ’60 e ’70, aveva incominciato ad investire anche il settore dell’industria.

    Quella ricetta al di là

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