Ti racconto una storia
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Info su questo ebook
Immaginiamo un cantastorie moderno fermo all’angolo di una strada, alla fermata di un bus, sotto un albero, davanti ad un laghetto; pronto a leggere, raccontare, trasmettere emozioni che oggi sono più virtuali che reali. Se ci pensiamo non occorre molto: una bella voce, gente appassionata e delle storie sospese tra finzione e nuda realtà, con finalità votate alla riflessione e alla sensibilità che l’uomo deve ritrovare per vivere con serenità la propria esistenza. Tornare a sentirsi parte di una comunità coesa e fiera. Vi ricordate i due fratellini protagonisti di Quasi Grandi, Marco e Andrea? Li avete più visti in giro? Ebbene, se ve li siete persi, niente paura, stanno ancora girando per la nostra bellissima provincia vivendo altre magiche avventure. Qualcuno si è messo a raccontare loro delle fantastiche storie trasportandoli in giro per un territorio particolare e curioso.
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Anteprima del libro
Ti racconto una storia - Marco Squarcia
Ti racconto una storia
Marco Squarcia
EDIZIONI SIMPLE
Via Trento, 14
62100 Macerata
info@edizionisimple.it / www.edizionisimple.it
ISBN: 978-88-6924-571-8
Realizzato da: WWW.STAMPALIBRI.IT - Book on Demand
Via Trento, 14 - 62100 Macerata
Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.
Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.
Prima edizione digitale: marzo 2021
Prima edizione: febbraio 2021
Copyright © Marco Squarcia
Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i paesi.
Sommario
Presentazione
Prologo
Le sette lettere più belle
Il sorriso ritrovato
La strana corsa del folle narratore
Che baffi!
La virgola birichina
Dov’è finita l’H?
Due penne, un padre, un figlio
La comunità delle persone vere
Gregorio alla ricerca dei colori
La grande banda della fattoria
La casa sul retro
Presentazione
a cura del maestro Marco Moschini
Perché ai bambini ascoltare una storia piace?
Perché la loro fame di racconti è fame di esperienze che, seppur vissute con l’immaginazione, costituiscono un buon banco di prova per imparare a governare emozioni ed esperienze reali. I racconti fanno da ponte
tra la dimensione reale e quella fantastica: attraverso l’immaginazione simulano la realtà e vanno a toccare la vita di chi legge. Ogni lettore – ci ricorda Proust – quando legge, legge se stesso. Chi scrive offre al lettore una specie di strumento ottico che gli permette di discernere quello che senza libro non avrebbe forse visto in se stesso
. Siamo noi, infatti, la meta, il punto di arrivo delle nostre letture. Ogni libro si può definire un libro di viaggio
, perché ci aiuta a percorrere un tratto del lungo cammino che porta alla costruzione della nostra identità. Anche questo, che Marco Squarcia oggi ci regala, è a buon titolo un libro di viaggio. Non solo perché fisicamente ci accompagna alla scoperta dei tanti piccoli-grandi paesi che dal mare si arrampicano fino ai monti azzurri
impreziosendo il paesaggio marchigiano, ma anche perché ogni paese toccato fa da sfondo a un altro viaggio più intimo e profondo: quello nei sentimenti umani. Oggi molti bambini sono emotivamente analfabeti. In passato c’era un’altra capacità psichica, dovuta al fatto che si aveva un contatto continuo con il dolore. Oggi chi si ammala va in ospedale, si muore in ospedale, fuori dalla portata degli sguardi. Molte cose ci sfuggono e la vita sembra una fiction
; non siamo emotivamente allenati e per questo diventiamo più fragili.
La mente - è stato detto - è come un paracadute: funziona bene se si apre
. Ma per aprirla
è necessario aprire anche il cuore, perché l’intelligenza senza il sentimento genera mostri
.
La competenza emotiva comincia da cose semplici e antiche come l’ascolto di una fiaba. I sentimenti, infatti, non sono un dato di natura ma sono legati alla cultura: si imparano, attraverso modelli e narrazioni. Fiabe, storie e racconti avviano alla conoscenza del nostro sentire, a una prima confidenza con sentimenti ed emozioni che incanalano attraverso la parola. Ne è un esempio lo sguardo attento e rispettoso che l’autore di questi racconti adotta nei confronti di chi è diverso
dagli altri, per l’opportunità che ci offre di poter conoscere meglio noi stessi e di provare tenerezza e senso di responsabilità.
Perché, infine, un adulto, con tutto quello che ha da fare ogni giorno, dovrebbe mettersi a leggere o raccontare qualcosa ai bambini? Intanto perché il tempo che regaliamo agli altri con amore è un tempo che regaliamo anche a noi stessi, e poi perché c’è una dote che il racconto ha e che non hanno i media informatici
(pur divertenti). Questa dote è l’umanizzazione delle relazioni. Il raccontare, infatti, compreso il raccontare di sé e delle proprie esperienze, privilegia l’apprendimento diretto e il dialogo non simulato ma reale. All’immaterialità delle ingegnerie informatiche, che spesso inducono a solitudini e narcisismi, si risponde con il contatto degli sguardi e la festosa complicità affettiva.
Marco Moschini
Cosa ci fanno quelle persone, che a prima vista sembrano ragazzi, vicino al fuoco?
Quante volte abbiamo atteso che qualcuno ci raccontasse qualcosa, con la voce di un nonno o una nonna, o perché no, di uno sconosciuto. Oggi la vita è cambiata rispetto a molti decenni fa e tutto corre veloce così come corrono le parole, i libri e le passioni. Nessuno sembra più avere il bisogno
di raccontare o ascoltare. E se ci fosse invece qualcuno che volesse essere ascoltato in un angolo delle nostre grandi città? O nei prati verdi di un parco cittadino? O in qualche scuola affollata di bimbi? Forse il ritmo rallenterebbe e anche la vita si prenderebbe meno sul serio e ascolterebbe a bocca aperta… La magia di una storia.
Immaginiamo un cantastorie moderno fermo all’angolo di una strada, alla fermata di un bus, sotto un albero, davanti ad un laghetto; pronto a leggere, raccontare, trasmettere emozioni che oggi sono più